La Difesa delle Lavoratrici - anno IV - n. 15-16 - 5 settemb

LA DH'ESA DELLE LA v,ORATRICI Le file dell'Internazionale si riannodano. La donna accorra dovunque alle sue orga- 01zzazioni e dia, cooperando, ogni appog– gio alle iniziative del partito. Ogni donna che ha viscere di madre e che soffre per questi orrori che attraversiamo, si faccia propagandista. Che il dolore di ognuno sia fattore di bene. Non vale rimpiangere le sciagure se non si fà nulla per arrestarl e I che sono miscugli di cereali o di legum i. Oppure si dà del semolino o pane cotto nel latte o nel brodo, delle farine di cereali (ri so, orzo, avena ecc.) . Non dobbiamo di– menticare che il bambino se è nutrito, fino al punto in cui si inizia lo svezzamento, col latte che è un alimento completo, che cioè è costituito da tutte quelle sostanze che sono necessarie a formare un sangue pu ro, quale è voluto dalle leggi naturali. Ora do– mandiamoci: risponde la nuova alimenta– zione ai bisogni dettati da queste leggi? Dà essa ai nostri bimbi (press 'a poco, si capi– sce!) la. stessa quantità di grass i, di idrati di carbonio, di sali minerali ecc. forniti dal latte? CO R RISPONDENZE Uniamoci e che la nostra voce si faccia co– sì alta da far lacere il rombo del cannon e; ma che esso taccia prima che i popoli del– l'Europa intera arrivino all'esaurimento, prima che tante voci doloranti invocanti la mamma tacciano tutte.. e per sempr e. ROSA GENONI. Se la Censura sarà così benigna da non mutilare quest'articolo, vorremmo dir e alla scrivente come quest'aoione a favore della pace ch'essa invoca dalle donne specialme n– te, debba muovere proprio di là dov e venne l'aggress ione e dove si vanta il diritto del più fort e. È facile cosa risolvere nei congr essi anch e se borghesi, le più ampie questioni in linea di giusticia , ma stavolta tali deliberazioni sono troppo in contrasto con le vedute del gran cancelliere tedesco. Pensi il proletariato ted esco a richiama– re il suo governo a più miti consigli e le file delt'internaoionale saranno riannodate sen– :a alcun dubbio. VARIETA' Povere. povere mamme che avet e bimbi ancora in fas ce, quanta pena mi fate in questi tempi! Questo periodo di allevam en– to deì vostri piccoli, che dovrebbe essere per voi di assoluta pace fisica e spirituale per poter compiere bene l'opera che Natu– ra v'impone, è mutato per moltissime di voi in un seguito di giorni tristi, pieni di ansie, di alternative crudeli, di cer tezze do– lorose. N'on imprecate, povere creature! Rac– cogliete tutte le forze attorno ai vostri pic– coli fiori ignari di odi, di guer re, di sangue. Essi deYono crescere più forti di noi, più sani, più buoni. Qualcuna donà svezzare il suo piccolo. Se fosse possibile sarebbe bene att endere la stagione più fresca. In ogni modo non bisogna cadere nell'errore in cui cade . il novanta per cento delle mamme (e dico po– co) in qualunque tem po, in qualunque sta– gione! E ini spiego. Per syezzare, si somministrano general– ment e pappine fatte con farine alimentari; più 6 meno strombazzate dalla réclame, Il solito e sunnominato repertorio di pap– pine è dato dai cereali e dai legumi e cioè da sostanze ricche di albuminoidi e di idr a– ti di carbonio e povere di sali di soda, cal– ce, ferro che sono indispensabili per gli or– ganismi in formazione. I miei due primi piccin i, belli, fiorenti durante l'alla ttamento, dep erirono durante lo svezzamento; cosa del re5tJ a.bbastanza comune . Che fare? - Bisogna dar loro del– le uova - mi si disse. Buone, quelle, per provocare catarri gas trici o intestinal i o per caricare il sangue di elementi tossici ! Date loro dei sali minerali, dico io, che, col mio terzo fiorellino bello ho fatto la prova e me ne trovo bene! Cuocete il se– molino, il riso, la pastina coi bro di ristret– ti di verdu ra: carote (molte), palate (poch i– ne), rape , ravanelli, lattuga , spinacci, bie– tole, sedano, prezzemolo, cotti a lungo dan– no un brodo che unilo alle farine di cerea– li o di legumi forma un pasto completo. E appena vi parrà possibile, abituate i bam– bini a mangiare queste verdure (sempre cotte con poco sale). La frutta succosa con– tiene pure questi . sali preziosi e non dob– biamo manca r e di dar sugo di frutta ai bambini vers o l'ann o. Dico sugo e prego di non dimentica re che è la pa r te solid a que l– la che mette distur bi intestinà!i. Anche la quantità va ben regolata . Si può abbo nda– re col sugo d'a rancia, ma attente col sugo d'uva ! Cominciate con un cucchi aino al giorno e aumentate pia n piano . La grada– zione è necessarissima nell'abitua re i bam– bini a qualunque genere di cibo. Badate che mangino lentamente, a boc– concini piccoli. Anche il la tte va bevuto a sorsi. Bisogna permette re alla saliva di unirsi al cibo sia liquido che soli do. Se. si pensa che ad ogni nuov a produzione di sa– liva corrispon de una pro du zione di succo gast r ico, si capisce l'impo rta.nza di quesla regola: la quale è spesso dimen ticata dagli adulti e, confesso, anche da me che pr edico tanto t A. Suss . D a M O LINE L LA. Oi?·colo Giovanil e Fenmtinile {adunanza) . La sera del 22 agosto nel palazzo delle Leghe ebbe luogo la prima adunanza di questo Circo– lo coll'intervento di oltre 30 compagne piene di fede e di sp~r anza nell'ideale socialista. F u– rono ammesse a far parte di questa sezione altre due compagne. ohe vengono a noi con la prom essa di comportarsi da vere socialiste. Si deliberò inoltre dii mandare un saluto a Giu– s,wpe Masserenti e a tutti i profughi del fat– to di Guarda colpiti ingiustamente dalla po– litica del pugno di ferrro ins'ùturata dall 'agra– ria e dalla borghesia di Molinella. La Segre taria. D a SAVONA. La ,norte cU 1wa Oo·mpaona. Nella matt ina del gior no 20 agosto cessò di viveTe la nos tra carUssima compagna Assunta De Giulio d'anJJi i 75, moglie del caro comipa– gno e custode delJa nostra Camera del Lavoro. Chiunque I 'abbia conosciuta non 1potrà mai dimenticare come essa sia sempre stata una fervente entusiasta del nostro grande ideale. Povera vecchietta! Chi non la ricorda? Ama– ta e stimata da sutto il proletariato organiz – zato di Savona, noi la vedemmo da molti an– ni sorretta al braccio del suo compagno di vi– ta , accorrere a tutte le agitazioni e manifesta– zioni operaie. Essa era orgogliosa di poter ac– quistare og:rri anno il N. 1 della tessera came– raJe . Fu una delle prime ad inscr ivers i all'orga– nizzazione iÌl qua lità di cencia iola, negli ulti– m i anni, cioè nel 1902, quan do era anco ra jn grado di lavorare , 1iuscl colla sua ·p,ropaga.n– da spicciola fra le compagn e di lavo ro a co– stituire la lega delle cenciaiole. Infatti costituita che fu la lega le brave cen– ciaiole, traendo eseJDJ)rioe umil i consigli del– la nostra amata defunta, col proposito di mi– gliorare le pl"oprie condizioni., non tardarono a mettersi in sciopero che finì vitto ri9so. Assunta De Giulio, essendo una fervente an – ticlericale, fece n.ltresì parte come socia d el Circolo Anticlericale femminile , e come visse morì. Essa fu una sicu ra coscienza socialista, e il funerale avvenne in form a civile . Al consorte di lei e carissimo compagno Lu– ciano De Giulio ed alla sua ifa.miglia tutta esprimia,mo su ques te colonn e le pi ù senti te condoglianze di tutti quan ti ebbero il pi'acere di conoscer la e di aPJ).rezzarla. MA RIA LAVAGNA. VOCI DALLE OFFICINE E DAI Cara Lucia, Ho un angoscioso dubbio nell'anima e te lo i:oglio est,rna.Te e lo voglio esternare alle com– pagne_ che seguono questa utile, nobilissima, spregiudicata rubrica; chè se nol facessi , mi ri– marrebbe - lo sento - imperituro ed assillan– te nell'anima inquieta, assieme al dubbio, un rimorso. È trascorso il giorno anniversario della uc– cisione di Giovanni Jaurès e noi abbiamo com,.. memtJTalo il grande perduto; ma in che modo l'abbiamo noi, o meglio, in che modo l'hanno comrne1'1wrato gran parte dei socialisti d'I– talia J ?\on avrebbero essi, per caso - nella sma– nia e nel punti.(/lio di far supporre quella che sarebbe stata l'opera sua in confronto alla presente guerra conforme all'opera del partito S(jciali1ta italiano - misti[tcato il pensiero tuo, indotto in errore coloro che questo .n.w pr,,n1iero non erano in grado di conoscere ed arrecata cori a Lui che volevasi e dovevasi ono– rare la più grande offesa? A Lui e a q~eUa ve– rità per la quale solo il wcialismo addiviene - prima che nei fatti - nelle coscienze e ne– gli spiriti? lo mi 1ono fatta queita domanda pensando a quello che - a propo,ito della patria - Gio– vanni Jaurè s pen sava, riandando quello che - a prop1J1ito della patria - Giovanni laur ès ha lasciato ,critto. Giovanni l aurès - se non vado errata - fu un amatore della patria, un eru.Uatore de! sentimento di nazionalitd; e(Jli voleva che le inteyritd nazionali fouero rispe ttat e, compiUr te e difese. Tanto lo voleva, da lasciare lui ,ocialis ta, antim ilitarista ed apo,tolo ferven– te della pace, - lTa le sue opere, non ultima quella concernente tutto un piano di di(esa ar– mata de!la patria pericolante ed aggredita. E questo - per la coerenza stea&a del pen• siero e dell'opera di Lui - induce a credere che, s'egJi foue rimasto a vivere questo trag i– co anno di sconvolgimento e di sangue sareb– be stato - risolutamente stato - contro i te– deachi per la guerra di di(esa della sua patria e delle altrui patrie (Belgio e Serbia) dai te– deschi invase e stra::iate. E forse anch'egli - come la qua,i totalità dei francesi e belga - avrebbe de,iderato, ar- dentemente desiderato - contrariamente al pensiero ed all'azione del partito socialis ta italiano - l'intervento dell'Italia in guerra: per la di/esa della sua e dell'altrui patria, per la difesa, sopratutto, di quel principio di ri– spetto e di difesa de!le integrità na:iona!i de! quale egli fu sempre chiaro, risoluto e sommo assertore. Ora io che pure non sono un'amatric e deJa patria perchè troppo la so (e non posso dimen– ticarlo) matrigna con quella parte dei flali suoi che più amo e pei quali mi struggo; io che ancora non sono riuscita a persuadermi della necessità delle integrità na::ionali; pri– ma di arrivare al riscatto dell'umanità (e per questo solo, sia detto tra par entesi, non fui e non sono interventista); ma che non per que– sto ammiro ed amo la grande {lgura di Gio– vanni la.urès, domando, insist entemente do– mando se è lecito ed onesto, lasciare che il pensiero di lui, attraverso alle commemor azio• ni che furono da parte di tanti socialis ti, non appaia alle masse meno colte, ingenue ed ignare, quale esso non fu, quale esso non po– teva essere. Ed in questa doman da che imperiosamente la coscienza mi impone di porre , parmi di ren– dere alla mem,oria di Lui il mio più (/rande e sincero ornaggio. Tu, per la sua stessa memoria, senza tema di scandalo, accogli - nella tua rubrica - la domanda e rispondimi. Con affetto tua ~IARIA G1 UDICE. Carissima Maria, La nostra Difesa ll)arlando a suo tempo di Giovanni Jaurès ti ha gH, implicitamente da– to ragione. In verità molti nel partito che si scandalizzano dell'atteggiamento del sociali– sta Guesde al ministero francese e che turano gli orecchi alle parole di un Vandervelde, non avrebbero dovuto fare l'apologia di Jaurès e tnnto meno farne un nentrali~a a ogni costo e un antiguerraio1o dogmatico. Per quel che scrisse Jaurès, possil.amo ben arguire che se fosse stato vivo, avrebbe fatto nè più nè meno di quel che hanno fatto i suoi compagni di Francia e del Belgio, natisi che Jaures era (in confronto all'intransigente Guesde) un collabora:tionista; avrebbe anzi fatto di ,più per la sua competenza in mate ria milit ar e per la difesa della pa tri a, e si capi– sce a priori avr ebbe natu ralmente avuto caro , se non sollecitato il nostro inte rvento a fianco della sua patria a.<,gredita. Egli credette fino alla fine alla possibilità del trionfo della ragione sulla . forza bruta. Ma quando la Germania rifiutò la Conferenza del– le potenze per appianare la questione della Serb ia, la sfida al mond o civile era lanciata . E fu ,proprio Jaurès che recan dosi a Br uxelles pel Convegno Internazionale qualificava l'atto dell'Austria contro la Serbia un brigan taggio. lo non dico che il ,partito nostro abbia fatto m ale a ·commemorar.e Jaurès. Anzi! Ma parmi che la commemorazione di Jaurès doveva ser – vire piuttosto a smorzare iJ settarismo impe– rante. oggi nel partito an zichè ribad irlo e rin – crudirlo. Questo settarismo od almeno quest a mancanza di serenità si poteva spiega re quan– do l'atteggiamento del partito pote, a avere un valore decisivo, e non si spiega più og.gi quando i fatti si sono imposti e noi dobbiamo invece pensare a rende re meno amare le con– seguenze della guerra in attesa dell'ora in cui possa essere utile agire in favore della pace e più in là an cora in attesa di orizzont i più sereni, per cui si possano meglio valutare gli atteggiame nti dei compagni dei singoli paesi bellige~anti e le ragioni di quanti nel pa rtito nostro si sono messi dall'una o dall'altr a par– te in piena buona fede, on la sicurezza di ser – vire alla causa del socialismo. Lucia . Cara Lu cia, Pegli, 3-VIII-15. Involontariame nte assis tei ad una scena commovente. Mi trovavo alla stazione di Ge– nova, quando arrivarono i treni portanti due– mila prigionieri au striaci. Oh poveri disgra• ziati! erano in uno stato impossibile a descri– versi: Si vedeva dai movimenti la loro stan– chezza, il loro syuardo era spento ed i capelli e la barba erano in uno stato indescrivibile . Molta folla, in uran parte operaia, faceva ala ai disgraziati. A quella vista, al pensiero che quegli uomi– ni soffrono da un anno, al pensiero che donne come noi, piangeranno nelle loro case, che bimbi chiamer ann o invano papd , ti confesso, non potei frenare un singhiozzo,>; Da CASTEL F IORENTINO, Giustizia si è fatta . La no stra valorosa compagna Pierina Lom – bardi, segretar ia del nostro grup po le= ini– le, era sta ta arrestata nelle ultime dimostr a,.– zioni contro '1a guerra e rilasciata dopo qu at – tro giorni. Fu però montato contro di lei un proces so. l\fa essa mercè l'ope ra dell'on. Pe-– scetti seppe far rifulgere davanti ai giudici dl S. Mini at o la prOJ)ria innoce nz a. Le donne sociali ste di Castelfiorentino sono liete del successo che lascia il livore negli av– versari. Gruvpo femm , nile socialista. Domenica 22 agosto fu tenuta una numerosa assemblea. Letto ed approvato il verbale della precedente adunanza la segretaria passa al– l'ordine del giorno da lei stessa presentato che viene approvato senza discussione, mandan do un voto di plauso agli orga n i di rettivi del part ito e all'on. Oddino Morgar i. L'ordi ne del giorno fu così compilato: <e Le donne socialiste cli Castelfioren tin o ,plaudono all'attività degli organi direttivi del: partito, plaudono all'energica azione del G. P . S. e all'on . Oddino Morgari pe"r la ~ua in – faticabile attività per riallacciare le file del– l'Internazional e socialista. Inv iano un reveren– te saluto a tutte le vittime della guerra, fan no voti che la pace internazionale ponga fine al– l'dmmane sciagura che da un anno travolge l'Europa e il mondo tutto, _salutano le camp ar gne tutte che restando fedeli al socialismo ,svolgono in ta l senso la loro azione n. Salutano riverente la compagna Clara Zet– kin che soffre i dolori <liel carce re per la cau– sa dell' In ternazionale. Con Q'ran dispiace re furono acc ettate le d i– m issioni da consig liere di Rosa Bondi e venne nominata a sos-:titui:rla la coil1lJ)agna El \"lra In– nocent i. Se non ci fosse la superstizione della disu• guaglianza, gl'i uomini non avrebbero po tuto commettere le ignominie che h{l.nno commesso e che incessantemente commettono, solo per– chè non ritengono eguali tutt i gli 1wmini. TOL STOJ. Agli Abbonati Si pregano vivamente gli abbonati che non sono ancora in regola, di in– viare tosto la quota d'a bbonamento. RIGA.MONTI GIUSJIPP&, g,,reat.e. 'Np. Editrice della Società " AVA!\"T'I I • CAMPI Invece tutta quella folla che mi stava int or– no non seppe che imprecare contro queg l'in– volontari soggiogati. V'erano tante donne, ma non una diede loro uno sguardo di pietà. Non so darmi ragione di ques-to, ti prego rj – spondermi. Che pensi tu? F'·uiforse troppo sen– timentale? No, no mi sento in ternazionalis ta. Salu ti di soiidarietà. Tua E . M. Cara campagna, Certamente il tuo sentimento è il nos tro, ed è il sentimento di chi sa elevarsi al di sop ra dei pregiudizi e comprende r_e che le colpe col– lettil·e non devono essere addebitate agli in– dividui. E comprensibile però anche l'ira della lol– la: ogni popolo ha il governo che si mer ita e quel pa,polo austriaco che ha fatto causa co– mune con la causa più odiosa del più odioso dei governi, ha pure una lontana respon sa– bi!jtà. In verità però non dappert utt o si è latta quell'accoglienza ai iprigio nier i come ti occor– se di vedere . In certi posti esaj. sono stati r i– cevuti persino con eccessive e dir ei qu asi mor– bose attenzioni. Le signore dS1P.principlo ne hanno fatto quasi uno sport. lo non ho anco– ra assistito a tale spettacolo ma esso ~i sem– bra molto serio e doloroso. I prigionieri devono esser.e trattati con gli stessi riguardi che noi desideria.m.o sien o usa,. ti ai nostri. Ogni mani !esta.zfone di od io è una viltà; ogni manifest azio ne di simpatia è un a cosa buffa e ironica . Io non sono fra coloro che consideran o la nostra guerra alla stregua di quella scatenata dagli Imperi centrali. Però tutti quanti pos– si~o ~a.pire come furono inganna ti quei po– poh dai loro gove rni e come furo n o tr asc in a– te le ma sse a <lare il loro S8Jlgue per una ca u– sa ingiusta e brutale. Ma non saTanno le no – stre manifestazioni che apriranno le menti al– la verità dolorosa I Perchè la verità si sc~ra e le menti riac– quistino la ragione, bisogna che tacciano le ire e cessi il fragore delle armi omicide. Tua Lu cia.

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