La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 21 - 1 novembre

Anno lii . N. 21. 1 Nove mbr e 19 14. Conto ctn-renit:: co1,la 1-'o:;ta. • • ESCE LA 1.a E LA 3. " DO"i.'tlENIC . Ili IJ ABBO NAMENTO : Un num e ro Cent. 5 Ann o L I.SO Semestr e.. L. 0.80 REDAZIONE ED AMMIN ISTRAZIONE : 50 copie . . L. 1. 50 100 copie. L. 3. - ES TE RO I L D O P P IO MILANO - Via S. Damian o, 16 - M ILANO E S T E RO IL D O PPI O La nostra commemorazione deimorti ritto di fare la solenne commemo na.zione dei m.orli d'Europa ! .\'oi che sognam mo la mort.P·delle pat rie gonfi e d'odio e la vita degli uomini, la morL e del privilegio che è difeso dal rnilita.rismo omicid a, la vita del diri tto univ ,ersale, dell'op erosità fral.erna, pacifica, solidlrulede<ipopoli. J Quello cne laguerra ~ovre~~ insegnare I' III . :\"el delitt.uoso anno dì storia millenove – cento quatt Ol'dici anc he la tr anquilla, one– sta pietà del cimitero, a.nche l'umano com– pianto consueto di chi riman e p er chi ~ tra passalo e la poesiia delle tombe fiorite paiono pro fanali da un imman e soffio d'o– dio che percol'r e l'E uropa come un ciclone nero oscuran te ogni luce di ciYillà . P iarnrere sull e tom be che porbano distin– to un '"'nome, doYe le ga ran zie consuete di pace hanno permesso d i sem ina re un fiore, di piant ar e uaa. croce. di inna lzare un sim- · bolo di pietà pare oggi un insulto a qu elle migl iaia di morti che si premono nelle trin – cee. abban d on ate dopo l'infu riare della rab– bia omici da, a que.i poveri resti d'uo mini che tendono le occhiaie vu ote . .su plni verso il cielo gri gio. quasi a chi edergli la ragione della ,·iolenza atroce ch e tolse lor o lo sgu ardo . Quest"anno è cimite ro anc he il camp o e il giard ino e l'orto, già buoni amic i dellà Yita: è cimite ro La. casa. non più rifu gio sicu ro delle genti operose e pacificn e. E l'e– pid emia 3terffi.lnatrice• di viventi si chiam a « Guerra u e il virus mortal e che la pro d u– ce si OOiaII1!3J e< patria.' )). O patrie, siat ene orgogli ose'. Avete ripor – tato un bel record tra i flagell i! O mut 9, o a,·ar o idd io dei segr eti urriver– s!. .s-el hen ven dic, 1.to di questo <e Satana i, che te ne ave,·a strappati molti con la te– nac ia della ricero3., con la suda ta perfe– zione dell'in telligenza : gu arda : ne ba fatt o dei mortai da 4.20 per stermina re se stesso e le s-u~ .~rl!. e le ~ue hib!ic,t.eche, e le su~ scuole. e le.i.sue officine, ed i sllo1 amori, ed il suo sangu e.. la. speranza orgogliosa del suo doman i'.... tutto• Sui morti della gu ern:11l'uman ità non può piange re : nessun ordin e di citla din.1 d~l mond o può piangere'. Se si pian ge, 1 uni – verso ride. :\"essuno ha fulm ina to, ha insi – diato . ucciso l'uomo all 'inf uori dell' uomo. I conti bisogna farli fra noi : il nemico è della razza! Sono i monar chi che piang ono? T\on è semp re stata , non è for5€ ha gue rra la loro yendemmia? ~ on è la loro origin e? P iang o~ no i manipo latori della politica degli sta ti? '.\on si sono essi impo sti ai popoli colla scorta minacci osa delle sacre arm i della pa tria? . P iarwono i dernti della sant a patri a? '.\on °è I odio ste rm ina tor e il tris te fr utto di quel S€me che hanno coltiva to educan do le 00 ener az ioni a quel cuHo? P ian zono le ma dri ~ole? Qua.ri"do,dite, hanno d ifesa la vita dei fi– gli. quando ne hanno chiesto_ conto alla ·'?– cieta. alla politica degh sbat1, alla mora,e umana? Piangono le plebi sfruttate che of– frono alla st ra.e-e dopo l'offesa e la fatica dei secoli. anche il sangue? . Quando hanno driz zata la schiera codesti schiaYi in faccia alle tirannidi antrnhe e modem€:? P iangiamo noi, squadra ribelle, noi ne– gatori dell'osceno culto delle patrie_ irte _d,,_ dio. noi so,nato ri del diritto logico ,1,lle genti• . Xon siamo noi contamirua.ti dal viru~ rria– lede lto le mille volte? .\'on s'insinua tra noi sovversivi e socialisti un nuovo spirito di ri abilitazione della guerra, di riabilitazio– ne delle palrie 9 Sr.,n abbiamo noi in,· enta.ta la guerra de– rrwcratica e la guerro rivoluzianoritfl Xo-n abbiamo noi condiviso il p~ccato cl'o– Jio, non abbiamo noi insultata l'inl!!rna– zionale ;,-,oznando di uccidere per vendicare, di uccidere del no11 rer;p(Jnsabilt diretti per vendicare delle vittime? Son abbi': l.mo noi confusa la rivoluzione coa la guerra'! La rivoluzione rhe sceglie e colpisce i respon.salnli d'un triste regim,e d'in gius ti~ia, con la guerra che ::,acrt{ìca i corapagni di sventura e .salva i tiranni e glori fica i sacrificatori della v,ta e dello lib erta delle gen ti 9 Quando mai ci fu insegnato il socialismo di ra~~a o il socialisrao patriottico? Do,·c sono du nqu e le 1103tre giustizie lo– giche, do\·e i no.:)tri pro grammi ma ss.iml che non da,·ano pace e quar t,iere an a, prop riet.ù. 1 aì cap italism o, al regin1e borgh ese? Oh ! c'è chi ha paura che lo chiamino vil e! Vile se non aiuta a sconfigge re un popol o che.. rame noi dura nt e la gu erra libica... non h.'l S<:1.puto imp edir e la guerra di so– pra.fraz ione al suo governo? E, per iscuoterci l"inc ubo d,i qu esta viltU, noi dor remmo chie dere alla nostra borghe– sia di arma rci per uccide re un proletari ato per lo meno vile come noi, mia. sfruttato dalla sua bor gh esia com e noi? E dovre·m– mo valo rjzzare l'eserc ito della monarc h ia? ,la clomanj il pudo re ci far ebb e certo stra cciare le tessere, il cer Lificato eletto11ale; ma domani dov remmo nas condere il rossor e con una ma schera d'ac ciaio. No, no, no! Pur ifichi amoci noi socialistì , noi prol e– tari. poichè noi solJ abbiamo qu alche d.i- E ;1a deg na commemo razione degli in– Yendicati - che han spenti i loro odi n ella mode comune .__ il 11nnovaLo patto cli soli– dari elù cogli sfruLl.aLi del mondo, la nostr a e.::;ecrazione per la guerra, il nos tr o sch ifo inv incibile per la delinq uenza borghes e di tu tte le p atrie che marci a cinicament e ver– ::o i l ,;;uo sogno d..i usura e sopr a l'eca– tombe di un mondo , per man di sangu e u!nano! Sovvers ivi, qu esta guerr a no,, può essere nostr~~ \ 'ia, via le nebbi e dal cervell o! P er vivere domani bisogna non ammorba rci oggi di ques to virus epidemico che ucciderà ch i lo diffond ei Noi ·Siamo del sociali smo che deve vi,· ere per far e un·aur a storia.! AB IG .\J LLE Z.i.NE.Tf.\ ~ P1\RTIT0 seeI1\LIST1\ IT1\L11\N0 Ancora e sempre per ·la neutralita ! Compagn i e Lav_orato ri ! Dopo che la Direzi one del 'P.;,i-tlto , a J'.lJ, scco;:>~,,.!'~ d~ 1 !.a guç r,·;:i- .orT"e:nd:t .e.be . d,i?Ya:';-t-_a ed ·imbarbarisce l'Euro pa, si convocò a ).11~ lano ai primi di ag osto , torna ad a~u~ar -s1 in seduta plenar ia, e sente il dove.r e d1 nvo '1- gen:i una paro.la per conferm~re tu~ e le sue dichiarazio ni e tutt i i suoi deliberati . Voi stes...-c; i, o compa gni la\·o,rato ri, ave– te anche adesso mani festato con plebisciti unanim i la vos.tra avversio ne alla g,uerra _e la ,·olontà di rimanere saldi nella vostra di– chiarata neutra 1 lità . neutralità non incerta ed ambi gua come quella del . gove rno, la quaJe cons er ;a nei suoi misteri . nelJe sue specu– lazioni ignobilme nte borghe si. ogn i .per ico– lo. compreso qu ello che essa venga rnfran~a anc~ne a vantaggio degli imperi cent-r~li, quando per que sti imperi . potesse appanr e la possibil ità di una v1ttona . ;\Ia la neutrali tà nostra è tersa ed ada– mantina come quella che atti nge le sue for– ze alle fonti sempre vive deJla nostra in– crollabile fede socialista. Poichè la direzione. o compagni, intende oo-gi parlarvi con franchezza la più aperta e c;rdiale.. non è da nascon der si che il perdu – rare della guerra che di giorno in giorno semi– na nei campi e nei mari di Europa , migliaia e migliaia di giovani v:te, fascja di tenebri do– lorose , case e famiglie degli opera.i, così nel Belgio, come in Francia, come in Ger– mania come in Russia, come in Austria , co– me in' Inghilterra, com e in Serbia, devasta città ed annienta ricche zze che mezzo secoJo di lavoro non basterà a rifare, contur ba molti anim1 e molte menti. La guerra vuole pass a:e inesor a?iJe, tut– to abbattendo, tutto decimando, vite, ave– ri, pensieri umani. Per la loro guerra, che la borghesia, ugua– le in ogni nazione 'ha preparato sempre sot– tilmente corrompendo l'opinione pubblica, impn·gnandola di immaginari pencoli pcrchc tutti l'accettino e tutti si lancino nel bara– tro della guerra, oggi vediamo in Europa, se non completamente travolto, compromes– so certamente, il Pa,-tito socialista dei paesi belligeranti. Quel socialismo tedesco, che vantava il primato in Europa per il numero dei s.uoi aderenti, per i suoi meravigliosi progressi per una salda compattezza, quel socialismo che '= per noi orgoglioso esempio della no– :,tra forza per la causa proletaria, esso è il primo che fu travolto ed oggi quasi non si distingue il ~uo pensiero e la sua azione da quello che è; il pensiero e l'azione della Germania borghese. X e: migliore sorte tocca al socialismo au– striaco ed al socialismo francese che pure ha veduto morire Jaurès nei campi dell'in– ternazionale. Anche esso fu dalla guerra trav olti a. fare causa co111un.e colla bor- ~9~ .. :. · In' mi o all'imperver sare di tanti penco – li e d! . ti orrori, i sociaEstì ru ssi vo~arono ..... ·:l':;,~ . ~C-• !1.ci ,2.1i.Eta;:i cd..i.J. Serbia -1~s.olQ deputato s_ocialista seppe affro nta.re nella terri bi·le situazione del suo piccolo pae s.e, l'o– dio del.la borg·hesia per votare contro i. bi– lanci mi 1 lita.ri e ripetere alto e coraggios o il grido della no-stra coscienza inter naziona – lista « Abba sso la g uerr a ! >L Compag ni e Lavoratori! In tanta tra gedia di uomini, in così rapido succedere di e"wenti. spaventosi ed innmani, non c'è. da sorprend ersi che talora anch e la nost ra coscienza di socialisti abbia un sob- 1 balzo trepid o per ,I'awveni,re che la gu erra, può prepara rci ed imporci. . l 'v.l a è appun to per que sto, o com pagn~. che ci sembra dover nost ro parla rvi col cuo– re aper to . No n dobbiamo celare a noi stess i i g,ravi pericoli di questa incerte zza, perc~è da que sta treg,ua 1 ogg i la borgh esia, che contro il pro•letariato in guerra ed in pace, non disar ma mai e vi accarezza , o proletari, solo per dispor.re più facilmente deHe vostre vite, per farvi più docili strument i del suo dominio. X on è ogg i in noi la forz a di impedire o fiaccare la guerra che divan1ipa e noi non vog liamo però un 'altra nazi one sul camp o di battagl ia, e non intendiamo· di rompere la linea designata dai] nostro princi pio. Voglia mo con questo manife sto , par lare a tutti i compag ni, qua si ad uno ad uno(. e dire a loro che nessuno può certo compn– mere i sentimen ti di simpatia che sa,lgono spontanei ed invincibili all'animo nost ro fra belligeran ti e bellige ranti , ma questi senti– menti non devono str apparci dalla fede ltà alla nostr a bandiera. Su questa bandiera, come sempre è scritto « proletari di tutto il mondo unitevi », ed in mezzo al fragore delle armi. dinan zi agl i or– rori della g uerra noi socialisti d' It alia, vo– gliam o ancora dire: 11 Partito Socialista è con tro la guerra ed è per la neutrali tà. Contro la guerra e per la neutrélJlità, per– c'hè questo vuole ad ogni costo in ragione dei nostri principi; contro la guerra e per la neutralità perchè questo vuole il sociaJi– smo che per noi vive e per cui l'Interna– zionale oggi Ptrita, dovrà tornare vigorosa– mente a risorgere. r.,,\ DrnEZIOSE DEL PARTITO SOCIALI– STA ITALIANO: Bacci - Barberis - Balabano!J - Della Set a - Marabi– ni - M orgari - Ratti - Sangiorgi - Smorti - Serrati - Velia - Zerbini - l.a==ari, segretario. L'altuule tragi co mom ento asse gna .a.Jl-3 proleta rie un compito nuo \·o. Toccherà ad e:-:-se ri costruir e una gran parte cli ciu che l'imma ne gu err a - e cloè i suoi pr vLagoni:. sti e Je ~ue viUime clirelte - i pro letari - son o condannati ia. d istruggere . Yiene di– strutt a - con tra gica irrevocaibile fatalità - anch e l'effell.iva mil izia dei partiti socia– listi. Corné le fam igli e, così pu re i partiti e specia lmen te il partito nostro, il più nu– meroso, il più proletari o, che attin ge le sue for:oe al pop olo, vengono clecimiati giorno per gio rno, ora per ora . . Gli uomin i muoi ono d irettam ente , ma te– rialm enl.e, su l camp o della battaglia , le don– ne ricevono ferite non fisiche 1 ma insan a– bili , sopravvi,·en clo ai loro cari sopr ruvvivo– no ad esse stesse, ma app nnto per ciò qu al– che cosa in loro rimane, ri ma.ne il dolore, il Jutto . il rancore, la pr ofonda comp res– sione della sl.razio coll ettivo . Lontan e dall e battag lie, da ciò che nella mischia de lla guerr a accieca., rende insen sibi le, trascin a e L~a.volge, l e donn e possono sentire , giu– d icare. comp rendere, preve dere. Non aven– do pot uto evita.re l'im mane car.neficina., es– sendo rima s te estrarnee allo spa rgimento di sangue, le donn,e vor ranno, dovranno vo– lere fare qua lche cosa per comp ensare l'u– man ità su perstite dal colpo sterm ina tor e che le è stato inflitto. Vorr an no e\·itare , alle gene razi oni avve– nire la rip etizion e d'un flagello come , l'a t– tual e. Lo ,considere r.amno per un imp egn o verso i figli propri e gli orfani dei c.c1:.duti uella gue rra. Sa.rà per le donn e una mis– sione. un ajJostolato : non po ten do ri susc i– ta.i-e •i 1l1octi.. VOl'1'1òTrmO 1-ian:lm"a.:Z-e· d ~ Ja. v.i.J- 1o!l[a' d f fJvere ~ di lottar .e i sllperstiti , adde– strare alla vila e alla lotta i giovani. La g uerra non può non far e vacillare quella ra ssegnazio ne muta e sorcla, pe,r la qual e una forza divina e immu tabile vien e rit enut.a ar tefice di ciò che e.siste, cli ciò che avv iene. E le donn e - nella loro ab itud ine di ope– rare soffr e,ndo , di vivere e lavorar e per al– t,_•i - troveranno l'energia neoessaa•ia per rrcosLrnire le fila del partii.o socia lista - p~rc l:è domami, più che ie ri e più che og– gi, si saran no convi nte che solo il socia li– smo potrà salvagu ardar e l'u ma ni tà da gu er- re clecima trici e Jdeva..stat rici. Ques ta consa.,– peYolezza le renderà eloquenti, persrnaisive Pro pagan diste far à loro trova re adito al cuo – re, alla mente dei più refratha rì. E in qu esto nob ile desi derio di ri costrui– re l'um anità dell'oggi e del dom1aa1j, le don– ne dei paes i che av ranno la fortuna cli ri– man ere neutr al i, dov ran no s,ervi re d'esem– pio e d'incita mento. La non par tecipazion e del loro paese, dei loro cong iunti all a gue r– ra, av ranno conservat o le loro forz e le ener– gie, la operosità . 1\on avendo da s 1 eppellire morti, da ourare fer iti, da conso lare gli in– conso lab ili in tempo d i guerr a, a gu erra fi– nit a vorr ann o da.re la loro ass istenza mo ra– le alle sorelle e ai f11atelli direttam ente col– pi Li. Bisogna che le nostre oompa gne ita– lian e si ass um ano qu-esto du plice com pito: di d ifen dere con ogni sforzo la neu tral ità del loro pa ese, la vita dei loro cari l'invio– labili tà della pace e di qu el nl.inin;o cli ci– viltà che generazionj di oppress i e di sfrut– taLi ha,nno crea i.e, e, cl',a,Itra part e, di au – mentare le propri e cogn izioni , le pr opri e forze, pe rchè nei pa esi ove non d ivampa l'in cen dio della distr uzione frat r icida ard lt inestingui b ile e superba la fiaccola dell'i– deale socia lis ta, perch è qualch e sci ntilla ne possa arr iva re aLLraverso le sce11erate e in – sanguina i.e frontie re alle viti.ime dell<1guer– na. Bisogna che le com pagn~ degli altr i pa e– si, senLano in quest'ol'a cli lutt o di uomini e di idee, ch e l'In ternaziona le vive e vibr a. e che ciò che il mili tarismo capih lish di– stru gge, lent amen te, ma sicuramente viene ricos trui to; se mu oiono in q rnarntità in cal– colabi li i portaban dier11,dell'Int ernazional e, essa non muoia. ~ una aHa missione d1 dovere e d i soli– dariellt socia le che spinge nelle file nostr e nuove e appassionate reclute . Le pri me a dimos l.rare che la gue rra ha in 5€gnato qual– che cosa dovre bbero esser e le comp agn e e i compagni dei paesi neu tra li. a. b.

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