La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 20 - 18 ottobre

che non provredere a telllpo la miseria del– la vecchiaia e dell'infermita provvedendo, 1:ie1·non attendere la carita che obbliga al benefattore con dei vincoli d1 gratitudine piÌI doloroso a ,·olle del bisogno ste!:iSO. .\o, wetendctc tubLi il pane che vi deb– bono i padroni e non a,,pettate, da loro do– po, la carità delle bricciole. Ida. - Si, avete ragione, mille Yolte ra– g-ione ma che voleLe, non !-;i pensano que– tit/3 cose, rnolte volle non s.1 sa neppure che e~istano queste belle istituzioni, Gas.sa .\a– zionale, previdenza per la vecchiaia e l'in– validità del lavo ro, Ca.ssa di maiternital Ma sentite: tornan do al famoso argomento di prima, converrete, spero che l'ispettore del lavoro no n fece un bel servizio a que lla bam bi na che ona, do vrà starsene a casa e no n guadag nerà nepp ure un soldo. Serena. - ~la sa ra ob bligata di an dare alla scuola, frequen terà la quinta, la sesta e a dodici anni ne uscirà con urna col tur a che le aNr it matu rato di molto il c.riteri o, il giudizio, coP-ì che con fac ilit.à e in breve tempo pot rà im para re qu ell'ar Le all a qua le si sa rù dedi cata. :-lello stess o tem po il suo corpo non obbligato a fatic he su periori al– l'età, avrà potuto svi lup pa,rsi norm al m ent e. Così che la tua piccina pot rà cresce re me– glio e potr à gullldagnare poi un buo n sa lari o tantod a ri compe ns ar e ad us11ra la fam iglia per quei due anni in più che l'h a mant e– nut a, ma nd an dola all a scuo la. E tutto que – sto perché? Perc hé l'ispebto re del lav oro ha obbli gato e la famiglia della pi ccina e la vostra pad ,·ona a 1~spatta re qu ell e legt;i che la prim a per un illusorio gu adagno, la secondta per egoismo sfruttato re avev ano delu so. I da . - Sai che m'hai convinta? anzi mi hai davv ero aperto gli occhi. E pensa re ch e io 8seYo semp,r e ri guardaiti questi ispettori del lav oro, com e intru si prepotenbi che cac– ciavano il naso in casa d"altr ui reoando non solo danno ai padroni ma guastando spes– so. come si suol dire le ova nel pani ere an– ch~ a noi oper ai . Sai , a volte, anche il gualdagno di un bambino è tanto ut ile.. E in certi momenti di bisogno si veglier ebb e tanto volontieri anch e la notte lavorando pur di guadagna– re qual che cosa e non si pensa com e mi hai dimostrato tu , che si guadagn,a cinqu e al mom ento per pe rd ere poi die ci o venti do– po ... Serena. - Credilo, l'isp ettorato del lavo– ro che so rveglia la salubrU,à dei lavoratori e che non siano a.ssunti nelle fabbriche , ne– gli stabilim enti bambini che non hanno nemmeno comni uti i dodi ci anni e siano prosciolti dall 'obbligo scolastico, che gli o– pera i siano iscritLi ad un a Cassa Infortuni è una delle mi gliori conq uiste della civilt à, quella ch,e al post o di un a folla sterminata di Yecchi qu estuan ti , d'in fermi acca ttoni ci d arà un ai fo!La \·igorosa di gent e sana e f01,toe,una schiera di Yecchi digni tosi, fieii di essers i col loro lavo ro acqu ista lo an che per la vecchiaia un pane di gnito so e indi– pend ente . G1USEPP1NAMono L.1NooN1. Un ma landr in o o un a picco la cornpa(Jnia di mal andrini sono chiama li col lor o vero nome; ma le imp rese di una ban da numerosa assu– mono il nome di a11er re legi ttime e gloriose . GIBBO :\. ',A l);n ;A Di. L.LE LAVOIUTJUC! Alle più giovani li'iµ-1. w, 1 ravdc 1 •LLa nella ruiJrir·a Vo- ti dl'/fr, offu·UI,, ,, dm ramtN la Jet.tera d1 quella comp,Lgna che lrv\·a negl, 11omin difelLi ~Wn;•ralJ L:ù1 da far :-;()ffrjre q11as1 fa– LalrncnLc 11 nostro t-.nsso? La nostra. 1.Jucia ha l'isposlo tanto ben<· lumeggiando la queslio ne dal lato eco11omi('O--s<>Cial .. Yla i11 al,te,a d1 giorni migliori noi quali l'11g11ag-Jianza s0<•iale e la v1loriz.zaz.iono del l1.Lvoro d0me.sLJco permet.Leranno alla donna una maggior s.eronil,a nella scelta dei pro– prio colllf>.'L.smo, io vorrei trovare, oh, dio! non dico un rimecl,o alle sofferenze che dob– bia mo soppJrtarc in causa dei difetti mai;co– lini, ma qualche cosa che ci il11l])edisca d1 sciupare le nostre forze in sogni, in 1-0;l"ri– me vane. Anzitutto, figliole, mettetevi ben rn me nte tre cose. I) La vita è impern1iata intorno a una grande l,e,g-g-e naLur1Ie: la conserva– zione dell'individuo per la. conservazione della snec,e; 2) L'amo re è un mezzo di cui si serve Ì\atura per questo suo fine; 3) L'a– more ha Yila breve: o si Lrasforma in un vincolo saldo che ha della Lenerezza e della am icizia e che è cementai, dall'a ffetto per i figli e dall 'a bitud irn·eo m uo re. Orr ore! mi par di sen t.il' vi esclamare : filh'. lo so. An che a me quando avevo ven ran ni qu esLe cose facev an o orr ore. Mi par eva che il rifl ettere su tu Llo ciò s pogliasse la vita d,i ogn i poesia.. E i,nfat ti l'amore non si do– vrebb e ll'agiona re, si dovrebbe vivere, così, seco nd o l'istint o se.. la società fosse qu ale noi la sogniamo. Ed è co n ciò che si spiega come voi con– sider iate imposs ib ile lo spegna rsi di qu el di– vin o torme nt o che abb elli sce la vost ra vita; chle, ,i,nvece di p.ensare ai figU, sogniat e solo la 'Viita i n com une cdll' uomo del vost ro cuore. Eppure, se siete figliole di gi udizi o, prima di accog liere gbi omaggi di un giovanotto, prim'1l di cedere al sentim ento che v, tra– scina . dom andereste se egli sa rebb e d egno di d irnntare il padr e dei vostri figlioli. Nel giudi car e la bellezza mas chi le, abitu atevi ad a,ppr ,ezzar e qu ella salute e qu ella forza che son dovut e ad una viita laboriosa e sobria, al ri spetto dell e legg;i na tu rali. Abituatevi ad ap pr ezzare maggiorm ent e gl i uomin i che s'int eress ano alla vita pubblica e che, per ,esser e cittadini coscienti, si istrui scono oon- binuam enLe e cm-ca.nola compag-nJlia ct· · s~ più di loro. Oh. so be,nissimo che qu esti uomini so– no generalm ente i meno b1iillamti. ma sono i soli degni cti fo r·mare una fa1ndg1ia. \".i &iet-esbag liate? Siete ob bl igate a pe,·– dere la sLima dell'u omo che vi era semb 1'1to l'Uni co? Ebbene, la voslra digni tà di donna vi d ia forza per sopporta re la delusio ne, il do– lore per quanto terr :bile sia. Pens at e a riem– p1ir e l"imrne.rnso vuolo che vi si fo1rma nel cuore coll'amo re al laivoro 1 col cercare d' i– str uirvi, col confid are le vostre pene a qual– c,he pe rsona che po,-.sa conforta rvi colla pa– rola deU-.e,perienz a. Luc ia dice che la don .na è fiera quando sa bastare a sé stessa. Fate d un qu e ;"I po i– bile per conquistare migliom ment i econo– mic i in divi dualme nt e coll'opero si tà e coll a i 1 ,Lruz,one e ,·ollr:LL1nu11tnk· f':'JJJ ,Jr.:n .izza z1<m.e. r◄: abitr1:..LLav:1 a non bCir1p.:1.r , 1 fr11 1 J-: vo:;tro lavoro in or11arnen d po, J ~ l ,to ç, di p<wa dur·tf,:t 1n vesUu aJI u t.Jrna rnodr1. L;t C:rnp1ir;il:1,. 1I piu IJell'orn:1,tiV·n– t0 dPlla. !liov1N!zza. rJwe\.·a,no I n(J:>t11vf-,;– ,.hi I JJ1~l 1~ i.<J, •'. nella rrn.z!Jorr~ 1r1<,V!S1, tJltr•~ eh, a. r11·ovvr:<fore. alle vos.trn nr•rr•=1t:i 1 ;,v;,e– u~ rleg-li av:rnzi da -.ri<·nderr a w,,.,tro iaJr:n t0, ri<·-0r<fa.l<•vi eh€ qua.khf' IJ1Jon ha.u:no, r1u,1kh<; bella ~il~ ;ill"aper!,,, q,1alr:he inno– vazione igif'nic·.a alla w,r.- 1 ra r:1-rt ~onfrib1JJ– r;n1I10 a darvi quBlla. i>e!lr:zza. (., q11rl1J;L g-r;1 zia che invano r<>rchr~r,,,fe a;d1 orn,arni=-nf e~le,rior1 e rh~ non p110Pssern data rh~ dal– la J'.!'iovinezrft"1. e dalla s:t.luLe ()dio lo yw·rra r:off1Paf)fJfJ_Tlotrir:t• di (J(j11i sor– to <li danni Prono,11ir:i ,, {'u·iri fJi popoli rhP TIP ,'i011f) {lo(}Pllflti, 1:i11t'ifori o 1·i11li Mo più trJ– diu JJPrrhi> P!;J;ri d~pr1Jro il corottPrP ris1·P1J//an. <fo nPll'1.1omo tuti i fJPYfJiorl isti11fi dPl IJr11lo. L 'animatilo rrimina{f' pi1i spaN·11/oso ha if s1u, ("fJ'lltpl1•to lrio,1{() 'f/('liO (JVPrra. fJTfAVIO :\1JR &Y.AI . CORRISPONDENZ Da SORESINA. Si è costituito un grUJJJJOfemminile sociali – sta che è una seria promessa per l'a,venire del Partito. Esso è composto per ora di poche giova ni; ma entusiaste, coscienti, vibranti d~ idea lità, pratic he e combattive. Sono temp_r~ d1 apostoli 111oderni che hanno bisogno e d1r1tto a tutto il nostro appoggio. Esse chiedono una confe renz iera che sca ldi raria che le circonda - opu scoli di propaganda elementare. nume- 1·i an etrati del la nostra Di{ eso. Noi abbiamo il dovere di soddis fare a que– ste legitti m e r ichieste. Alle geniali e forti com– pagne di Soresina rinno,·o il saluto cordiale che ci scambiammo alla stazione, e prometto dì occupa rmi perchè il germe da loro gettato dia presto i frutti che noi tutti desideriamo. Linda J/aluati. Da TORINO. Ind etto dal Gn1ppo Femminile Socialitsa ha avuto luogo, dome nica 11 u. s., un gran– dioso comi zio contro la gu erra. La nost ra ca rissirna comp agna Qjselda. Breb– bia ha por ta to la più lucida esp ressione della nostra avver sione alla guen a. In seguito il c_ompagn o on. ;\forgari. il quale, col su? pa– rat o e profondo r agiona mento, ha tr asc mato a frequenti applau si ed oyazion i. il numero– !'-.O uditorio. Pa l'larono alcuni altri com pagni : chiuse la compagna Bioletto incita ndo i presenti_ al g-l'ido di : (e Abbasc:o la guer ra!>>. :'.\l~ndo la 11ropria adesione il g ruppo u La riscossa 11. \'a clala lode al Gruppo Fe1ami11ile Torinese che ha oraani::a to questo comi :.io al quale i compaoni partPci parono nu:n-er_osi. . Ma la nos tr a conipayna mnata da .ìl tlrrno non tan to ZJer port are dei.. lumi che non oc– cort evano, dcit o il valo re dei co111pag11i.. e dellP l'Ompa(Jne torinesi, ma per Titrovarsi in me:.– :o alle compagne tutte, fu disillusa nella sua aspellatit•a. . . Se vogliamo essere appre -:.-:.ale e _dai nostn com1)(l(J11i e dagli arrersari do~bzam.~, pllr 110n ri nunciando alle nostre partico lari i:ellu– te, r itrorarci uni te e concordi quando dobbia : mo fare le nostre a{ferma:ioni di pensiero P d1 fede (1'. d. R.). A bba sso la guerra! frnn• q11f' .. ttJ ,.. JfJo, d.il nostro [!f'tlO deve ~or– '" e la rn:1Jr-dizH.1flP per cok,ro ctip cerc,1no t (• 1 n<J'-tr·i fi71 e fr<1telli npl ri:,z.<,wJ I J 1 lfvrf!IJ'·,ti, i futuri<.,ti f' UJ,l \-la, fri::m•11Jr1 1Ji giohJ. :il pen~J~1·O rJr:,]la n<J– tr t 1,:,rtf' .zione l:t ';(IJ~rra, t grid~no: \ V,Llli,n:1 :1 TrPntfJ! ~oPrr& :di' \11c:tri:, ! f-. r,<,1 fr<-rn1 mo d <.;.rJr:';lno ç,. gridiamo r-om– r1;.1tt guç,.rr:t :-ii ?UHr fondai. guerrfl alfo ;,,'Uf•J ,·,t, i,J ntrJra ~IJ':'n ;1. ai fornitori j qua.li c:r~r ·:1t1<J di tutr:-lt1n I 1nt~res,;e it<1.liano in– uv1anrfrJ, fJf'r f1FJf1rirJ NJflt.r.J, rn1 ioni e rnilion e a1Tir,d1€:r1rfo "'lJII& rn1t1:-n.:i. degli a.Itri! Si, o conipHgne, ~ dovere no<.,tro <5acrosa.nto l'insi'-lf:'1 f' pHr-hi! <::i,:1 rn:inlenuta J:, neutra– litU. ! ER.,IELISDA .:\-1.AF.STRJ. leggete " la Difesa ~elle avoratrici ,, E PROPAGANDA Da REGGIO EMILIA. Col! piena fid 1Jcia <tbbiarno fo.lLfJ és.ppello a1 compagni pt:rchf' 1·on.siglia.~~ero !E: loro donnl? ad unir~i a noi. ln\'ece, con no~tra am. .a.ra delusione, pochissime si pre<..E:ntarono, da ci• appare chiaro che gli ~te:-si che sono fervidi sostenitori del partito non hanno saputo, o non hanno \"Oluto, indurre la moglie, la sorel– la o la fhdia ad as'-VCiar~I per quegli SCOJJI che ,._ono di iIJteresse per il popolo senza d·– siinzione di se. ,,o. .\'on poc:c:iamo ammettere che i noc:tri com– pagni condividano il pregiudizio dei borght– '-i <.:ulla donna, $aTebt,e un far loro torto. E impossibile ir,fatti che '-fu;:rga a coloro eh~ promuovono con tutte le forze e a_ prezzo di tanti <.acrifici, il miglioramento della classe proletaria. come .c:ia necessario formarf la cultura e coscienza della donna affinch~ que– !"ìta non dic:tru,!!ga o non renda più lenta e difficile la propaganda delruomo . .)fentre il la\·oratore si a,ma di c:empre nuo,-i mezzi per rh·endicare i <.Uoidiritti, non può \·edere con iudifferenza che i :-.uoi figli, i quali raccoglie– ranno il fruito della sua opera, rice\·ano dal– la madre un·educazione che t renda in feriori o contrar i ai principi che o.~l?i c:ono la nostra forza e la no.-.tra fede, e che da un momento all'altro ~i traduranno in maniera atta ad af- ~~:: rJe{~~o; '~f~~1J ~i.dg ~ i;;ac~di ~~~i;e~ ; alla -ritt oria del pa rtito. L'l ·nionP FemminilP Socialis ta. Da POMARANCE Pro,·. di Pisa . Da di\·erso i..empo questa Sezione Gio\·anile Socialista si occupa della propaganda socia– lista fra noi donne, dbtriLuendo .!rratuitamen – te molte copie della Difesa, che noi tutte leg– ziamo con molto piacere. >la agli :-forzi dei IlostJi compagni de\·e corrbpondere il no-:tro buon ,·olere. Sta in noi di compiere il no:-tro do,·ere organizzandoci e diffondendo fra le no– ~tre compagne quegli in:-e,!!namem. che noi sappiamo trarre dal nostro giornale. Così pre– SlO pot remo concretare il nostro la\·oro for– mando una Sezione Femminile del partito an– che in qu~to piccolo prtesello feud.1le do,·e le donne cono:-cono la più dura fatk:i e Yi\'ono nelln ~ch..iav-itù monle ed economica. l'n oruppo di donne. VOCI DALLE OFFICINE E DAI CAMPI Gar done \"al 'l'rom,pia, 1-10-H-. Cara L ucia , GiO. son trascorsi due n1esi d_aquan do s~ ~o– slil uiva anc he a Ga.rdone U:'! circo lo fe~1nim l~ socialista. Questo conta aia una. tr entina di socie, quasi tu ll e giovani pro l_ela~ie. . . Queste yiovani hanno sentilo 1.l lnsoano dt organ i:.:.ar si polili..cam.ent e, dat o il ~omen ~o cr itico che att rave rsiamo, seyuendo i eseni.pw degli iwmini che c1ui.in q ar_done hanno fa ll o buone conquis te per il sociallsnw . Ma esse n on .sono propriamen te consa 7Jevoli del valore_ del– la loro oruani, ,a,i one, perché mancano d_,_col: tur a e sono qidn di 7Jrivc di qitPlle coa?1-1:.wn1 che ab bisognano ver S'l.'iluppare la vlla del nostr o Circo lo. lnt an l[! ab~ianw avu to du: com pagni del Circolo a10van_ile che fanno pa,. le clel nos tro Consialio direttivo, e per. una vot. ta alla sett imana si pres tano a darct itn.a t.e– :.ione di colt ur a socia lista . Q1~anto a. 1101 lit{· f ondiamo la Difesa e ques to e lutt o 'll nostro lato:gCi tu , carn Lucia, qualche cons!alio; in– som.mQ aiutaci, JJPrche qu ell o che abbiamo fat– to ci pare tropf)u J>(JCO. Saluti {r'1 tenii dalla compagna Cara C01111WfllW, ZlLI.\N r ASSt i\T.\ S.egrPlaria. Il tuo scrupolo e quello d~lle tue compag ne è già indice di una .buona coscienza socialista. E noi ce ne rn.llegnnmo. \'I paie di far troppo poro?. ).Ja no, ma no! \'oi fate tutto quanto è po~s1hlie pe1~ prepa~ rnr\'i alla \ita politica . e .al_l_a. e~uca.z1one dei firrli che YOI darete all,1 ~Ol1età.. 0 1 compagni che ,·i aiutano me11tn.no d.an ·_e· ro il no!"ìtrn plau;-;o. Vi è altrettant_o mento 1~ qn('~t•opPra mode!'-.ta e pazienti_, dt laYorn.ton che danno dò che possono del loro sapere, a beneficio di coloro che ne sanno meno, qu anio nell"opera. dei più gran di maest ri! Conti nuate questo \'Ostro laYoro: leggete e scrivetec i le ,·ostre in1pressio ni , osse rvate e diteci il \·ostro pen:,ie l'O. Pr epa rate ,·i così ad entrare poi nei circoli dei vostri compag ni e nella sezione del Pa rtito, là do,·e \·oi pur e sa– prete discute re e J)Ol'ta re un utile contribu to alla ca usa comu ne. Mai com e in quest'ora era urgente, do\·eroso, impro rogabile aume nt J.re le reclute dell'esercito socia lista. L'umanità affranta, la civi ltà. ann ientata in\'ocano la ri– scossa. E cpiesta solo da l socia lismo pot rà es– sere l'ea lizzata . ,·ostra L LCJA. Milano, 2 ottobre 191 'J.. .'-iJJt'lt. l?Nla:io11f> della Dilesa, "i\"on sono 'ltn compayno, ma simpalì:.:.o co(Jli ideali socialisti e seuuo con intnesse la vostra Difesa. Lessi o suo tempo iuw kllera di U'II tale Zanchi che inferociva contro wi compauno che avendo troi'alo l'anima. geme lla, aveva. rispe t– talo le .we idealità e accettalo il matrimonio reliuioso. il/a perchè non si 7Juò concili ar e il socialismo col cristianesimo? l'oi rlonne non rlot'reslf' far coro al sett ari– smo cli Jrnrlìto e dovreste con un ,,wagio r sen– so di bonlà, rispellare la volontà di chi non pensa come 1·oi. ma è con 1.•ui in 1w'as pira– ::ione di r1i11sli:-.ifle rii {ratellrm:.':! uman a. Dice l. Campbell \\"all: (t Il \ angP/o è po– ten:.a vita le che por ta ·i più IH'neflri ef{ett_i 11r•l– la vita individuale e sociale di quanTI vi par– tecivano con sincerit~ e coe~en-:.a. Se il mon– do oar1i minaccia rovina, lo Sl der,• al. fallo rhr in mi11ima part e solt an to ha cunoscrnto e ab- liracciat,, il \'anaefo . , In 1II•11rn r:11,, frr, il l' an(lelo P IP tPnne -~O- cialisle vi sia molra somialian:.a. Perchè dun– que 1 1 oi siete tan to intolleranti con quelli chP credono e vanno in Chiesa., i•;pero vor rete rispondermi per qua,~to io ,~on r111parten(Ja alle vostre fì_le. Pra term saluti. .\. o. Eureaio wnico della Dife~a. Ben \·o\entie1i acce ttiam o la discussione che \"Oi ci proponete, anche perchè intere::;sa \·i– n1mente le nostre stesse la\·oratrici. che han– no attinto alla pa rola del \'angelo la loro edu– cazione morale. È verissimo che in molte sue parti il \"angelo sia in acco rdo con le idee so– daliste. È ìnutlle che qui ripetiamo la mas– sima: (( E più facile che un cammello passi per l<t cruna d'un ago che ztn ricco per la porta del paradiso n, la quale contiene la con– danna più chia l'a alla hroprietà privata. Po– tremmo anche ricordarne altre a dimostra.re come Crbto ru~se, già a duemila anni di di– ~ta112a da noi. contro ogni prep;iudizio di raz• za e di patria. Ma son cose che le lettrici ~an- 11O,come conoscono le contrad dizioni del Van– gelo :::tesso, che in qualche punto €' 1·iyoluzio– na rio, in altri invece è mistico e diffonditore di rassegnazione. Soltanto noi non possia1no fermarci a quel– le epoche , perchò il progresso pure Yalenclo:-i di antichi elementi, aggiunge semp1·e esperien– za ad esperienza. E !"esperienza di secoli interi ci ha dimo– strato che la predicnzionp idealistica non puìi basta re a cor reggere gli errori e le inglu!'-.tizie c ;otin.li . ma per far ciò occor re anche una lot– ta politica ed economica atta a smuoY~re gli ostacoli che si interpon~ono al con~egunnento della giustizia. Perciò la dottrina c;ocialista pure collima11do con molte maf:c:.ime del \"nn– gelo, lo f.upera. di gran lungn per il suo \":1· lorP c:rientifiro e pratico. :.\la pur riconoscendo un Yalore morale e sto – rico al \"angelo, noi non possiamo confondere questo con la Chiesa. come non possiamo con– fondere il cristianesimo col cattolicesimo. Troppo facile sa rebbe dimostrare come la Chiesa che diffonde il \"angelo lo rinnega nel fatto: e troppo comple~sa sarebbe la dimostra– zione del modo come il cristianesimo p1imi– t.ivo adattandosi a:lrambient.e e assorbendo altri elementi ~ociali e altre forme del culto più antico . si sia. tr3..5-forma10nel cattolic imo. Xoi socialisti s.ia1no perfettan1ente logici ritenendo ìn:-ufficiente la predicazione cristia – na per la risoluzione dd problema c:ociale. e combattendo il caftolice-:-ìmo che è adatt.arnen– to ai pregiudizi più antichi e al predominio di una classe sull"altra. E perciò iit.enfamo incoerenti quelli che si a– dattano a cerimonie del culto . rinforzando co– sì quella Chiesa catwlica che è il principale sostegno della claf:.~eborghese e dell'attuale si– stema di pri\·ilegi. E ~e siamo banditori della libertà di pen– siero, non v-ogliamo però che i nostri compa – gni scegliendo colei che de\'e e:-sere la fedele alleata della loro Yiia, la educatrice dei figli, accettino delle ir;.rni:::azioni che poi si riper– quoternnno ~ulia Yita clome~tica. e ,·oglia1no inYere che e.-::s.icerchino. prima ancora della unione fisica. quella unità morale che sola può da re affidamento di una coerente educazione dei figli. Quando un compagno per dedizione alla donna amata, v-a a inginocrhiars.i agli altari, nwl dire che egli non ha ancora cretHO in e:s– :::.a r,111ima ycmella, :,;eromlo la Yostra stessa e!"ìpre.-sione ! Lt.:CB,. RH:\.\Hl:\TI Gn·!-.t:PI'E, Geri:11/e rc:spon.rnbilc Ti•p, h:dit ri-ce <lell--;:--Socie t.è. u ·Av A.:\'TJ I I)

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