La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 15 - 2 agosto 19

Anno lii - N. 15. 2 Agosto 191-4-. Conto cvrrettie co,la 1--o, ra. • • Il D ABBONAMENTO, REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE: Un numero Cent. 5 Auno . L I.SO Semestre . . L. 0.80 MILANO - Via S. Damiano, 16 - MILANO 50 copie. JOO copie .. L. a.– ESTERO IL. DOPPIO ESTERO IL DOPPIO Non vogliamo laguerra! Il pericolo della guerra s'addensa sul– !' orizzonte europeo. L'Austria marcia già sulla piccola Serbia che si difende dal prepotente colosso. Il primo passo sulla tragica via è compiut o, un' altro passo e poi noi potremo essere trasci– nati nel conflitto. Guai se ciò avvenisse! Il proletariato internazionale prepara le sue di fes e : esso non vuole lasci arsi trascinare al maceUo. Noi donne pure diciamo alta la nostra p,irola : Non vogliamo laguerra! Donne lavoratrici I Voi che per un più alto senso di uma– nità, sentite più grande la rivolta con– tro la guerra sterminatrice, dite che sa– rete pronte ad ogni appello, ad ogni sa– crificio, se il proletariato dovrà opporre la propria forza al volere dei dominanti I Madri proletarie I Voi che di questa immane sciagura arate le vittime più doloranti, perchè il piombo che può straziare il corpo ,del figlio, già stra ?:ia prima l' anima vostra e vi trascina in una vita che è pe gg iore della morte, giurate sul capo delle vostre creature che sarete in prima fila per la difesa della loro vita! Compagne tutte I Accorrete ai comizii, risvegliate le vostre sorelle ancora inconscie, incuo • rate le timorose, scuotete le rassegnate e siate vigili sentinelle della civilta ad impedire lo scempio I E parta da questo foglio il saluto alle madri serbe che urlano il loro do– lore più santo e più atroce, alle madri austriache colpite da una forza mal– vagia che forse ancora non sanno. E salga dalle donne nostre il voto che affratella i lavoratori in una · sola fede e in una sola speranza : la fede nel socialismo e la speranza di un giorno sereno in cui il sole risplenda sopra una società di. uomini redenti I ' 0ra di trepidazione Quando uscirà la ( Difesa.» forse, ce l' a.u– guria.mo , la grossa nube che sta sull 'oriz– zonte sarà fugata , forse sarà più minac cio– sa ancora. :\iinacc ia la civiltà, la vita dei vostri fi– gl ioli o madri , la vita dei figli di altr e ma– dr i, che pur parlando una diversa lingu~ vi sono sorelle di dolore e di spe ra nze. È ta guerra , o compagne , e che ter ribile guerra! \"oj lo sapei.e: l'Austria , la vecchia Au– str ia delle forche che rivive ancora, mentre il suo proletariato si forma stenden doci le man i, vuole invece stendere i propri arti– gli sulla Serbia , il piccolo stato in cui da poco è venuta l'eco d'un regicidio. L'arc iduca ucciso ·era nipote di casa d'Aust ria. Questa che col vecchio impera– tore è nelle mani delle caste militar i, e che vuole !a guerra ad ogni costo e cerca il pretesto pe.r sottomettere la Serb i& e lo trova, fra altro, nel contegno questo Stato nella ricerca dei respon sabi li del regici dio, e in una suppoG!a acqui escenza del govern o cont ro gli anti -austri aci serbi ; non ar...cett.a gius t ificazioni, promesse e cinicamente ten• ta di trascinar e l'Europa tutta in un mas– sacro. La RUS6ia dovra aiutar e la Serb ia sua pro tetta . Entrano io giuoco i tratta ti diplomatici e rltalia p,,r il patto della Tri– plice C()Tlc/uso fra i regnanti (poichè né il Parlam ento, né il popolo può di re in questo la sua parola), dovrebbe marciare = nto al l'Austria contro la Serbia. A quest-0 ass urdo ci porta la poli tica dei governant i dei regimi attua.li. A tale mo– struoso delitto ci conduce la vecr;bia diplo– m azia che ha ]'inca rico di reggere i destini della vecchi/i Eur opa . L'Italia che rico rd a ancora le sue pagi ne gloriose contro I'oppr ~....sioneaustriaca, do– \7rebbe m and are i prop ri giovani, flgJi e ni– poti di coloro che diedero la vita per la li– bert à dal giogo aust riaco, a soggiog are in bella «;mpagnia del vecchio tiranno, altri popoli che dife ndono la loro indipen denza. E questo orrore potrebhe avveni re• Ah no, nol :\'oi Sentiam o che accanto ai governi tira nni, c'è la coscien za proleta ria che vi– gila . Sentiamo che in ciascun paese ci so– no due anime e due forze - quella borghe– se ohe com e acce tta in tempo di pace ai fini dei propri inte ressi la tutela dei govern i barbar ici, deve ora gioco forza accetta rne le Yergognose conseguenze - e la for za pro- letari a che dice -come un nuovo mondo si erge sul vecchio, un mondo più buono , più bello, più logico, più ,g,usto! Per ciò ovunque un partito sooialista esi– ste si vigi la iper i•mpedire la guerra, in Fran cia come :in Italia, in Germania come nell'Aust~ia dove pur vige la [orca! Da noi si è raccolto già il Gruppo Parla – mentare socialista il quale avv erte il g<>– verno sulla via da tooersi che è quella del– la ne<1tralità 'llella contesa , e reclama 'a riaper Lura della camera. Non vogliamo guerre a nessun costo! Non dar emo un soldo nè un soldato. J.I pro le– tar iato è pronto ron tutte le forze· a •impe– cli re questo scempio. Noi ricordiamo ,in al– tri I.empi che le donne d'ava,n\i agli uomi'lli svellevano le mtaie e vi si getlavano sopi,a per impd ire ohe i tren, di soldaiti parlis– sero. Si trattava dell'Af rica allora , m~ sa– rebbe ora cosa di versa? ~ a eccoli i gu fi borghesi , strillare sulle conseguen ze di lffia rivolta del proletariato. L'Austri a si farà poi.ente e costituirà un pericolo; l'Austria potrebbe far ci pagar ca– ro il patto manca.Lo. E sia : ,il proletari ato non ha nulla a che vede re coi suoi re, coi suoi imperatori e coi governi borghesi. Ass-ume le propri e respon<xibilità. Il prol etariato sa pur sem– pr e dare il suo sang ue quando è necessario per una causa giu sta. Chi a nche di n oi donn e avr ebbe UJ1ati– t uban za. nel dar e la vita per ,impediire un a barba ra sop raffa zione? .\1a il proletariato ha una fede e una si– curezza: la fede. nel soc.ial.ismo che ha già tessute le sue file di oolidairietà col w olela– riaw di lutti i paesi un p,,ricolo, la sicu– rezza che i lavoratori non si faranno assas-– s ,ni de i lavoratori per so·Jdisfare gli isti nti barbarici <li alcuni governanti. PBr ora il nostro governo lavora JlCr Ja pac<· e fa il proprio dovere e il proprio rnteresse ; ma il richiamo delle classi ci dà qualche dubbio che non si tratta soro delle ire reaziona rie contro i ferrovieri. Donne lavoratrici: se il pericolo che ci sovra.sia sarà dep recato, se i vost ri figli sa– ranno _,alvi , be:nedite il socialismo e J'orga– rnzz.az1O:ne c-~e col suo moni to avve rte i go– vernanti e li fa un po' più sa~gi di que l che non potre bbero esserei La Dife sa delle Lavoratrici . ll prornm [aillaux e il ~ivorlio i)gni favola ha la sua moral e e da ogni avvenimento gli int eressati traggono acqu a al _proprio muJi'llo. -~ ~} i ?iornaU r,eaZtionarì d'Italia del pro– c~ ·Ca·1Uaux Lraggonc la « logie=.), dcdu – zi(~e che.. il divorzio è un male, anz1 il m.a.le dei mali e che invano gli avversari del divonio, oioè i sostenit ori della indàs– soluoi1ità del matrimonio finora venivano chiamati.. reazionari. Tra le righe legges:i naturalmente che l'I– taJ;a è privi!e@iata a cospetto della Francia , perché l'assenza del divorzio garant isce... contro tragedie mioidia li, contro tradim enti e mgianni coniuga li come quelli che rendo– no sinistram,ente interessante e renderan– no immort.a.le « il sensaziona le processo che attualmente si dibatte a Parigi ». E ciò perohè? Perchè tanto la prota gonista ctiretta della tragediia - la signora Cailla ux che uccise signor Ca!mette direttore del gioma le ani– stocratrico <( Figaro ii nel timor e che questi continuasse a publ>licare le lette re a lei di– rette, qua.nto il di lei marito signor Caillaux e la .protagonista ·indiretta della tragedi a la signora Gueydan, pr.ima moglie del Cail– laux - tutti e tre sono dei divorziati ... Pio– VE-... Governo ladr o! S'ing -anna, si tradi .sce, si umilia e ci si umò!ia, si sottraggono let– tere e si danno in pasto al pubbhco· tutto ciò è dovuto ... al divorzio. ' Sar ebbe stata più pura, meno um iliante la convivenza fra il Signor Caillaux e la !P,l4 prima signora se egli avesse, pur c.on– ~ndo il vincolo legale con la moglie, muato la tresc<1-c_old'altra?_ sfÌ,ta più ieal e, meno profanatrioo de11'al– trui fooolare, meno distrut trioo d€lla " feli– cità coni.ugale » se non essendos i il divor– zio, avesse persistito nel sistema de.i sotter– fugi e dei intrighi , dei tradimenti più raf– fihati inaugurati per inga,nnare la prima moglie dell'uomo che volle u conq uista.re " sé mai anc he in questo caso può dirsi che il divorzio abbia purifioato alquanto quel– l'ambi en te di conven~ionaHsmi e dii ambi– zioni e ha rischiarato d'un barlume di Sln– cerità la vita così inch ina ta dall 'ipocrisia e dalle menzogne illOn solo convenzjona,li - qual' è l'ambiente delle classi cosi d:ette su– periori. La donna delle classi dòrigent-i in Francia - tanto rinoma ta per la sua raf– finala c,ivett.eria - dalla quale derivano e il suo lusso . e la sua eleganza e il ·promato e.be occupa in tante altre, non dissim ili re– giooi del domiruo della fernmon il·ità privi– !egiala. Ha questo di peggio in conf,;onto deJ.le sue consorelle meno speciafozzate e rne;no raffinate che , del!'ascend en-te ch'essa esercita sug li uomini ne approfitta an che per influenzarli nella vita politica ... Queste 11 signore 11 si offenderebbero im– mensame nt e se le si confoodesse con le don– ne che apertament e e lealmente , con pres– sion e e orgog,lio militano nel pa rt ito 0 o– cialista o nel campo femmini sla, o con que l– le' donne che nella stampa o mercè studi di– fendono una causa che credono giu sta, tut te (fueste donne vengono dall e signor e a!Lolo– cate guardai.e con diSj'.J!Nlzzo « per chè la vita pohtica » non è fatta per le donn e nè le donne p,,r la politica. La donna per bene è fatta per l'alcova , per il focolare do– mesti co, per i ricevim enti e i ritrov ,i mon– dano. E là che si fucina no - come lo di– mostra anche il pr ocesso Caillaux - tutti gl1'11trighi d'indol e personale e politi ca e si ~ gita.no i mezzi più acconci, se non più leali, per raggiun gere lo scopo cui si mira più o mooo disinter essa lamente. Anz.ichè incolpar e il divorzio sarebbe be– ne addJitare alle vere cause dello sface lo morale in cui vivono le class i para ssHa1ie della società, sarebbe bene che la stampa nilovasse quanto più nobile più disin teres– sato J)iù veriti ero è il modo di vivere, di amare e di agire di quelle doone che cono– scendo la dignità del lavoro, dell'esisten za dovuta a loro stesse, rifu ggono ogni men– zogna ed ogni int rigo e si occupano di poli– Lica non già per fava,,1J'e l'ascensione. hurù– craLica dei loro uomini o p,,r affogare la propr ia am bizione, ma perchè vedono nel– la politi.ca un 'esp licazione d'un loro diritto, un adempimento d'u n loro dovere. Sono de11e donn e che vivono e lavorano per conto proprio - che vogliono valere per quello che sono c;he non intendono vive – re nè alle spalle della società e del marito , nè vogliono ra ccogliere i bricioU degli ono– ri che spettano ai loro .padroni . - schiavi maschi. J\1~ per tenere un tale !i![Jguagg io e trar– re tali conolusioni dal processo Caillaux bisognerebbe che la stampa, alJarimat.asi p,,r il pericolo che rappresenta il divorzio - cessasse di essere qual'è e com'è - bi– sognerebbe che non fosse più rea.Zdonaria . In tal caso fall,irebbe il suo scopo principa– le, e non si potr ebbe più chiamar e nè et Cor– riere della Sera 11 nè 1c Giornale d'Ital ia )l. a. b. u L 'idea del premio il positivista sa potersi dare .c.he sia un correlativo dell 'atto mora le. Ma cw non assolutamen te e solo accidental – men:te. E quindi lo r iconosce ogniqualvolta avviene, non lo ric hiede quando non si pre– senta. Egli! l'alto morale, non lo pone per avere un titolo allo scopo di chiedere l'elemo– sina di un compenso, sia di questa vita, sia dopo la morte. E non lo mette a frutto, usu – raio della moralità, come il cr edente che vi è invitato :da~la prom_essa del cento per uno, lo fa perche si sente di farl o, frutti o non fruttiii . RO BERTO ARDIGÒ. Sussidi per parti ed aborti conce■■i dalla Cassa Nazionale di Maternità nel primo semestre 1914. La CASSA NAZIONAL E ili MATERNITA nei primi sei mesi del 1914 ha prov veduto ctl pagamento del seguente numero di sus~i1i : Gennaio 1914 n. 2147 suss idi per parto; n. ~I per aborto . Febb raiQ, ~ sussidi per parto; n. 91 Marzo , n. 3 sussi di per parto ; n. 107 per aborto. Aprile , n. 2192 sussidi per partoi ;11. 92 per aborto. }Laggio, n. 2191- suss idi _per parto; n. 80 per aborto . Giugno. n. 223-'t sussidi per parto; n. 73 per abor to. Comples sivamente nel primo semestre sqno stati adunque corri spost i ad operaie puerpere n. 13180 sussidi per parti e n. 535 sussid i per abo1ii, cioè una somma di L. 518600. E questo bast i a convincere le lavoratrici dell'u tilità dehl'iscl'izione alla Cassa Nazio – nale di Maternità . Compagne, non cercate di sott rarvi al pic– colo sacrific io di 50 centesimi o di una lir a all'ann o. Esigete che l'industriale comp ia il dover suo verso la Cassa come prescrive la legge stam – pata su l libretto d'iscrizione e adoperatev i per – chè siano ammesse ai benefici della legge le lavorat rici dei camp i e quelle a domicilio che ora sono escluse. Battuta di cronaca A. pochi giorni di distanza i giornali rip or– tano d.ue sediziose, in poche r ighe, che riguar– dano la lontana Calabri a. La terra pie11a di sole e di luce, ha la per– centual e massima di analfabeti: il 70 %. In Calabria si ha sete, manca l' acqua. Par e un sogno. Noi ci siamo abituati a pen– sare che c'è della gente a ClLi manca il pane. ll eiane costa . Oqni (Jiorno passano affamati accan to all e vetri ne che hann o la f ragran za d~l pan e fres co. E la cronaca dei suicidi non ci. fa vensar e che bastava qualche volta un po' !! 1 ie!t(~1~c per chè una vi ta non fl,nisse tragi ca- M_ a l1.ac~ rua è d-i tutti . La società ing orda dei ca1ntal_~sl~ 110,1 ha nC osato, -nè potuto pren– den te tl monop olio. Tutt'al più rega la al po– vero con _l'acqu.a, il tifo. L'acqua è di tutti co~e lY1ria .. E' vero che an che l'aria viene l~srn.ata e '!.n sono stambu(Ji dove la de{!ci enza d a1:l(Lscmma la ti si e il ra chitismo e la mor – te.- Tut.to qu ell o di cui la n atura è così pro– d~.(J~ viene a ma ncare ad una part e ,d.ell'uma– mta . Nell 'It alia, ancora ubr iaca del suo sogno di votenza coloniale, vi è. dell a gente, molta, che ha sete. E che sull e pia:.ze n on domanda che vane, pur cosi scar so, ma acqua. Se (Jttella gent e senti sse un'altra sete la se– te inestin (Jui bile dell 'alfab eto, fors e n'on do– mand erebbe O(l(Ji l'acr1ua. T.' avrebbe già ot– tenu ta. .. E 11w lt.e altr e cose aVTebbe già ottenute se i nvece di pr eyar e, d'i rnvt orar e, o di chiedere tu~nu ltu ar iam ent e, chi edeva con la sicura co– scwn:.n dett e sue forz e e del suo ,diri tt o e sa– pesse 'Val ersi dell e schede, le sue più formida– bili an ni. Ma (JUanU dell 'assetata Calabria non cono– scono che l'umil e ad~raz ipne di Dio o del pr e– te e can tano nell e vie pi ene di sole e di mi– ser ia : u Tri poli, bel suol d'amo r e ! 11

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