La Difesa delle Lavoratrici - anno III - n. 11 - 7 giugno 19

Anno Ili • N. 11 . 7 Giugno 191,4 Conto wrrerite coila Poslo. - I, I I ~ 1 ,.<V lh_l/111 - .'.J!J.Jl?JOAl?l 3Jl3p es.-.nO~ ONv·nw DOME co '•uuJ "u <o!.a'Zmuo) . Ni ç .A JJO!JSqn) [ 'l<uuv·· /1 D_ !"1-•o,r ======================w========~-=========== = ==~====== ;;;;;,~= =~ nac , 9ti-oç i ~,, REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE: ~,1 ~-;;--~· ."' =n=,=. 5= = == • • E S CE L A 1. " E L .A 3. • a ABBONAMENTO, MIL ANO - Via . S. Damlani , 16 - MIL AN O 50 copie .. L. 1.50 100 copie . . L . a.- ):E ~ ESTERO IL COPPIO Anno . L I.SO Semestre . . L. O.BO EST E RO IL DOPPIO Verso leelezioni amministrative Ed eccoci darnnli ad una nuoYa batta– glia : le elezioni comunali e provinci ali ne attendono al cimento. Può la donna proletaria disinler essa rsi? È la madre costr etta al mattino , corr endo al– la fabbrica, ad abbandonare il suo bimbo alla vicina per mancanza di un asilo che lo accolga. che sopporta la pena di un!! cattiYa amministrazion e del Comune. È l'operaia stessa che nde le leggi protet– tive emanate dallo Stato in suo favore , cal– pesta te e derise dai padroni protetti dai Sin– eaci amic i e compari, che deYe chiedersi ra– gione in quest 'ora del suo diritto Yilipeso . È la massaia che nel risol ver e il probl ema àel bilancio quotidian o si Yede ogni giorno aumentato il pr ezzo delle derrat e per l'in– gordigia bottegaia. o che deYe accettare me-r– ee sofistica ta o guasta , per la complicità delle autorità comunali, che deve cercar e i! motirn di ciò anche in una amministra– zione ligia agli speculatori. È il bisognoso e il malato che non trova nella maggior parte dei casi l'assistenza ri– chiesta o la lrorn magari a patto di transa– zioni con la propria coscienza , che deve sen– tir e la necessità di un miglior regime nella ,·ila del Comune. E infin e tutta la Yila dom estica, h vita del laYoro , presa negli ingranaggi del mecca– nismo comunale. E la donna è quindi la maggio re inte ressata. Il P ar tilo Socialista muove dun que alla conquis ta del Comune . Muo rn da sè, con so– li uomini pro pr i, (le donne non possono per ora che assistere e coadiuv are alla lotta ) con uomini maga ri in blouse da operaio o in ,·este di frustagno da contadino e fa un at- -- - --e' t.:i-=cccoràggioso e Yirile. L'ora non è troppo facile da affronta re. La politica pazzesca di sperperi milita ri si ripercuote sulla vita del comune, per gli in– timi lee-ami che Yi sono fra i due org anism i sociali:- lo Stato che dovrebbe essere soll!!n– to il ;e!l'o]ato re delle ricche zze, è im·e ce il dissang~alore di ogni risorsa che disperd e ai fini di inte ressi privilegiati e in gare paz– ze di grandezza nazionale. La Provincia, or– ganismo intermedio. è strumento bur ocrati – co di limita zione e di oppressione della vita comunale . Rioordiamo, ad essmpio. un comunelle della Pr ovincia di Como, ove per mancan – za d'a.cqua era ogni anno una st rage di tifo– si. Ebbene gli occorsero parecchi anni ac– ciocchè la pro\'incia lasciasse pas sare un progetto di acqua potabile, il quale veniva intralciato da i signorotti del paes e proi ett i dall'autorità prefettizia. poichè temevano un a.zarnxio di t:1.ssesui loro beni. -La riforma ele !orale permetterà di sman– tellare delle fortezze che parernno inespu– gnabili. Ivi i nostri compagni troveranno tutto da rifare , da ricostruire, troYeranno do– l0rose •ituazioni da sanare frutto del mal gonrno infeudatosi nelle mani delle caste pr ivilegiale, dei padroni. dei fittabili, dei signorotti d'ogni specie. E i socialisti avver– tono il proletariat-0 che data la scarsezza dei mezzi non si illuda e sopntutto ne sorreg– _çc1. ronE-r1. ove fo::se necessaria un 1 azion e le– ~ace di rivalsa di fronte al Governo. In ogni comune ove la battaglia si affronta e pronto un programma. Da ciascuno di es– s! le nostre donn e possono vederB come un assetto ributario tendente a gravare le im– f1ost.- s~lle ric chez ze maggiori, il problema c,spitauuo, il problema della laicita della scuola e dell 'assisten za scolastic:i, la libera– zi0ne dalle r:ricche affaristiche che ar;i,rava– r.,J i prezzi dei JZf:!ne:ri d consumo più ncrf:!S· sari, l'applicazione, delle leggi difonsivr, de.l ],,soro. tutta ciò ed altro ancora può dipendr-– re da una :,rnministrazione inspirata ai b1- 5'jgni della classe cht; lavora. J\ ei piccoli centri rurali sappiamo poi ché si tratta di dar e persino i pr imi elementi d1 \·ila: acqua, luc1:, servizio me<liro, cose che m:,ncano in moltissimi pae si, e non soltanto dell'Ilalia meridionale. In altri se non gli e– lementi materiali , ci sono i prim i elementi di libertà da conquista re: la scuola ad eserr.– pic,, ~L asili e !e opere pie da strappare dal- le mani del clero, che se ne serve come stru– mento di dominio in contrastal-0. È vero che nei pi ccoli come nei grandi centri , certi partiti rinverni ciati di fres co per l'occasione si presentano con programmi di riform e utili inspirate a grandi liberalità. Ma noi non dobbiamo cader nel tranello. Quest i partiti, lo sappiano !e donne , sono gli stessi ch e hanno pur secondato il govern o nell1 disast rosa spedizione libica , nell' au– mento continuo delle spese militari , cose che hanno paralizzala con la vita dello Stato an– che qu ella del Comune . Questi pa rtiti sono pu r compli ci del deli Lto compiuto a danno di tant e madr i, plaud endo ,illa gue rra con– quista tri ce che dov eva e dovrà an cora pur – tropp o costa re !a vita di giornn i e balde esi– ste nze. E YOi donne che di fronte a tal e delitto non dovete perdonar e, diLe a codesti nuovi amici, imb elleLtati per l'o ccasione, che ver– r!lnno a far promesse in concor renza ai so– cia listi. dit e, che ln. memoria non vi tra – rlisce! La Dif esa delle Lavora tri ci. DALLAVITA VISSUTA Laprima orain fabbrica. !\on c'è prob lema più int eressante per gli operai , per le madii loro. E noi crediam o far e cosa grata alle car e lettrici dell a e< Difesa >1 e nost re compagn e, tr aducend o qu alche brano di ciò ch e in pnopos ito scr ivono dell e giovani la ,·orot rici e dei giovani la\·oratori, e facendo qualc he df>duz.ione inter ess,1Tit.e. E bene che attra\"ersn le righe e le frontiere le la\"01·atric i italiane in que lle tedesch~ rico– no<;cono le loro sorel! e, e nel linguaggio sem• plice loro, privo di rett oric a e di lame nti, 1;v i– ,·ano le pr opr ie impr ess ioni. .\l suaccen nato concorso (da notars i e da i• mila r si: qua le pre mio, gli aulori dei mi~lìori c:critli rice\"ono dei buoni che dann o diritto al– l"acquisto d'un libro nella libreria del p1rt ito) hanno partecipato, per ora 52 giontni , (33 ra– ga zzi e 1 't ragazze ) fra i qua li una raga zza di non anco ra 12 anni! La compagna .Y"éstri.epte che commenta l'e– ~ito del concorso nella u '.\'eue Zeit II ri\·is ta ~cienli fica del ~ocialismo in Germania. ril e\"a come siano i più eloquent i gli accenni ai senti. menti coi quali i giovani prolet ari aspettano ili gran de ora del loro ingresso nell 'officina. Cosi fra i 5.2 giovani che hanno descritto i lo• ro sentimenti, 12 \·ar earono la soglia dell a fab. bl'ica con sentimenti di tim ore, misti ad una ~ensa zione di orgogliò, ma l:i maggìo ranza dei giovani fu domin:1ta da una grande emozione . In alcun i si manifesta il sentiment o di soddisfazione per la possibilità di guadagna re rp1alche cosa. È degno di nota che fr a 10 gio– \·ani che si ra1legrano della possibilità di gua – d 1gnare, 7 sono raga zze; dunque mentre su 38 rayo; ; i solo 3 sentono gioia per il fallo cli cli• \·entare cJei liberi u salariati 11 su 10 ragazze 7 manife;;tano la, loro gioia per essere diven– tale delle salariale. E questo fra i fatt i più s::i– lienti trapelati dell 'interessa ntis 5ima e molto istruttiva inchiesta. Solino le nostre lettr ici che le 7 ragazze - fra cui una dell' età infer iore a i 12 anni - che hanno dipinta la loro gioia pel' il fa_tto di potersi guadagnare il pezzo di pane - 1 hanno fatto spontaneamente, sen za cono• scersi, spinte dal solo bisogno di dire ciò che hannr, sentito! Come si spiega però che il lliso– ~rn(1 del guadagno sia superiore ne lle donne, che nell'11omo? Perchè jl sentirnentfJ di legit lima soddisfazio ne per la possibilità di guada– gnare, & cosl predominante nelle ragazze? U1ia delle 1·agioni alle quali ci sembra si p11ssa at– tribui re <Jue.sto fatto è il desiderio vivissi mo ne_lle raga"lz_e di \·enire in aiuto nlle fam iglie, gl I i• r,erch" esse, prima e più inlcns.ame11te :1.rJC1,ra r:l1f" i J,Jro coetanti m:.1sthi, vcng<Jno a r,m,,s,·ere i lJisogrli economici della vita r! della forf:i,Ilia le ansie cJelle privazjoni, <iPll'in– ,."rt.'zza dell'esi~tenz.i. Sono adulte anzitc m– r,,, le, rM{az1~ proletarie, verche dall'età tene. I'i.s.~ima f:<J11ù chh.rnnle r1d ;1.,;sistPre e a part.e– c:r,an~ r1i:rlistenti <leJla \·ita pmletaria, in mi– S1Jrr1dr,r,r,ia perché sulla dorina - g-i1Aane o \",~cchio clH• ~ia -- dùfJf1iamentc JJrsrrno le pri– \"hZiùni P le umiliiJzirmi. La r:1gazza che fHU'te– cir,a a tutti gli sforzi rhe l:t madl'e fa prt fare b:1stare i magri guada.gni e che dalla madre è iniziata in tutti i (( miracoli n del rnngro fo- NJlurc JJrùl<;tnrio, la raga1.za sente più inten– •J il de:::;iderio di contribuire al sostent&me nto della ca.--,a, i! più ansiosa di fiùter \'erdre in :1iuto alla rn1.dre preor:cupn.ta , è più orgogliosa di puter lJastare a s~ e aiutare a sbarca re il lunario alla meno peggio a tutta la famiglia. Benedetto qll..6sto ~entirnento di orµ-oglio, il r,iù elevato, H più fJUro fra tutti, cl1e spingf l' essere uman o a \"Oler basta re a sè stesso, ad assu mere qualsi asi fat ica pure di non dover null~,~ n~ssuno, ben edetto l'orgog lio e la spin. t~ ail 1_nd1pendenza che illumina la vita delle g10V8.IH p_roleta rie dal sublime r aggio del do– ver c,:,mp1uto, del sagr ificio. fatto per ·n benes– sere :e la magg iore_ca lma dei propri .cari; be– :ied_etlo questo sentimento che, direttamente e indirett amente, rende cittadine Je donne del po~olo e le rende fautrici del progr esso de1la società e dell'emancipazione deJla dontia e del– l'uomo dal giogo del capitalismo. Come sono pove're, monche , umili le 1< s:gnorine per bene 11 quel(e che pass ano la gioventù nell 'ozio in 1rn}'V . e . divertimenti futili, a interessat~ ci– vettèJ_·1e, 111 confronto di qu~te mod·este eroin e del,.i,pv ere! Bened etto il Jo,·o orgoglio si, ma maa ett a la società capitalistica che priva le 1~agalze povere .dell'infanzia e della gioventù \ otate allo studio e allo svago nec essa ri o alla loro, 11 età, male?etta la società capitalist ica che per . p ezzo d1 pane, per l'indip endenza dalla f~gh a, per il legittimo desiderio di non di– peru;fere da nessuno le costringe a. rinun ciar e al l_a libertà esteriore'. al diritto d'impfa ga re il l<:>1 o .~mp.o, secondo J1 loro desiderio, alla pos– s1bi,l1tadi coltivar e la prool"ia menl e, di ripo– sa re le proprie membra!. ..· U~ giovane operaia così si esprime• 1 < f}l\and o ancora frequ ent a.va la scu~la non vedt\·o l.'ora di potenni impiegare in qualche postb. Fm almen te ,·enn e il momento agognato. Ne l14° .compleanno mio padre, tornando dal lavoro disse: domani incomin cerai un'altra vi– ta ,.ti t-o~c~1eràdomani andare in fabbrica. Una p~zza g101a s'impadr onì di me a quest'annun• z10. T!-lta la sera non feci che pen~nre al lieto avvemm en.to . Or.a potrai guadagnar e anche tu.JU. >9.tra1 cont:1b ~ure a solle\·ar e il triste de• st~.1 tu~ f3:m1gha ! Era questo il mio più vi– vo d.és1der10, 10 ero la ma gg iore di sette figli. Dopo aver messo tutto in ordine, io andai al l~tU)t ma non potei addorment '"''lrmi dall 'emo. zmn.,.,,. ~ un' altra cosi conclu de il suo scritto: .., 'Ricordo ancora benissimo d'e ssere corsa a casa col mio prim o sa lario, d'av erl o stretto nella --man o perchè nessu no me lo potesse t'.)– gliere )) ... 8 un giovane tipografo: . u •··1?0!11enica sera prepar•.ai i miei vestiti, e 11r_.arr11c10tto d~ lavoro. Duro i molta fat ica per addormentarnu. Tr a qualch e or a però il bene * ~~ sonno ebbe compass ione di me. Antonio, ] -s~~ ~:o? ~i~~~ app:~ ~ Ja~ ::rn~~l~!i8. iTpi~i1~ sentii suonare le sei. Con un salt o solo uscii da l letto, mi vest ii in frett a, presi il caffè... In \·enti minu ti ero pr onto, men tre quand·o an. davo a scuola, adopera\·a sem pre tre qu arti d'ora per \"est irmi e fare colazione. P1ima di lasciare casa, m·avvicinai dal letto di mia ma– dr e malata, le st1insi la mano, ment re essa mi accompagn a\"a con parole buone e dolci. Sul suo dimag rito viso scorrevano Iagrime. Mi al– lonta nai in fre tta per non prorom pere in sin– ghio zzo. Er ano le sei e mezzo >1. Così l"alba dell a vita saluta i giovani prole– ta ri... All'età in cui i figli dei privile giati scel– gono fra un giuoco e I'altrn, ai figli dei poveri si schiudono le porte delle officin e, si chiud ono que lle delle scuole e dell a casa matern a. A.NGE.'LJCA 8ALABANOFF .· Chiacchiere ! Com.payn e, vi piace rebbe avere una bella casa? Come sor rid ono i vos tr i occhi! Essi hanno dett o - si - pr ima an cora che le vostre lab• br a l'abbiano affermato! Ebb ene, sapp iate che le si(; nore, principesse, ro rttesse, esse, esse, del Conaresso cli Roma hann o parlato dPlla Casa e del mod o com.e de– ve esser e oraanizzata quella n1.0llen1a! Tutt o qui? Mi dice taluna di voi. E che importa a n oi del Conyresso cli Roma e delle - parlal e - di {J1lelle •ionore? Fino a quando la nostra vita sarà la dtLra vita del la vor o mal relrilnlil o; fl.110 a r11.ui11doavremo di nan zi a noi la paura del domani ; la nos tra ('asa sarà oraani::ata in modo, che 11.11 ceppo di (Jeranio piantat o in 1.m secchiell o slabbrato " IJucato ne costituirà tutt o l' ornamento e sarà tu tt a la nostra comv iacen:a. - Sai. rni dice taluna di voi, quand o torn o dall o stabilimen to, od al mattino pr i.ma di re– carm ivi, scopo, ballo, spa:=.olo, rasc hio e dopo tutta questa fatica allorchè mi sem bra d'ave·, ram bialo l'aspett o della mia casa, la tr ovo co– m e prima coi muri scros tat i, le travi nne, il va vim ento a fosse e r1uando una raffica di ven. lo mi aJ)re le (i.nestra e mi v or la dentro tu tt o il polveron e della strada, e i mobili traballano e sembra m'irridano, quale soddi sfa;ione è la mi a! La casa mod erna, l'asilo di pa ce ed an che di bell ezza è nell'a s]Jira :ione an che niia. Ma ... ahim è! bisognerebb e prima abo lire la nos tra sinistra nemica : la povertà ... Buone signore che di scu tete; accan to a voi c'é un eserci to in[l.nilo di don11e che non vi senlr e che voi non .'ienlite 7)erchè le guardate con l'occhio miop e di chi ollre al malato un palliati vo e non vede r non stud ia la radice pro f onda del mal ,. Al di là del confine ml[UftAllONE ( TftO lADl~O[[UPAllON L' ass icur azione contro la dis occu pazion e è obblig atoria per legge in Inghilt erra, in Nor– vegi a, in Danim arca . In altr i paesi di Europ a come in Italia, c'è l'assicurazi one libera contro la disoccupazione esercita da assoc iazioni operaie. In Inghilterra l'ass icur azione è per legge ob– bligatoria per tutti i sala1iat i d' oltr e 16 anni che lavorano nell 'indu stri a edilizia, nella co– stru zione di macchine, in cantieri, tabbiicfie di ca rri, fond erie e segheri e. Il contributo setti• man ale di L 0,50 viene pa.gato metà dal sa– lari ato e metà dall'imprendi tore. Ogni anno il disoccupato, qualora sia rim asto senza lavoro non per sua colpa ha diritto a 15 settimane di sussidi o. l\"el 1912-1913 su 14 milioni di sala riati, erano ass icurati obbligator iamente contro la disoc– cupazione milioni 2,5 di salariat i di cui il 63 % era di operai qualifi cai.i In l\"or vegia non esiste che un'assicurazione f~colia tiv a per tutte le organizz~zioni profes• s10nali, che concedono ai loro soci un sussidio di disoccupazione. I contributi ordinari ,·ari ano a second a de– gli statuti delle sing ole casse. Lo stato conced e un a sovvenzione sotto for– ma di rimbor so di 1/!t della spesa annu a di indennità, 2/3 della sovvenzi one sono a carico · dei comuni dì coloro che ricevono nnctennità. In Danimarca l'ass icurazione facoltativa si basa sui crit eri di quella già esistente in Nor• \"egia, in pa rte modificati. Alle Casse riconosc iute è conc essa una sov– venzion e obbli ga torkt dello Stato e possono .ot- ;1i~P d;r~~~~~~~ c:,........ ., ? Ìf)l)p f ~('flltAtiv!l n~ In media nel 1912 furon o pagate 46 giornat e di dis occupazione per ogni socio. In Francia erano ammessi nel 19l2 a goder e della sovvenzione dello Stato 114 sindacati o– per ai. Anche nei Pa esi Ba ssi lo Stato e i comuni concessero soyve nzioni ai disoccupati, ma un progetto di legge, pres entato nel 1907,relatìvo alle son·enzioni di Stato non è anco ra stat o appro vato. Nel Belgi o su 21 mil~oni di operai dei quali un milione di operai industriali, sono assicu– rati contro la dis occu pazione e godono sovven. zioni pubbliche. In l sviz : era solo 4 cantoni conce don o sov• venzioni ai Sind acati operai per le dis occu • pazione, e pur.e in Germania si va diff~nden – do il sistema di concede rle. In Italia 2 città solamente darebb ero so,·– venzi oni alle casse sind aca li. L'esperimento più importa nte è quello del· l"Umanitaria di ~lil ano che nel 1911 aveva 50 associa zioni aderenti con 13.620 soci; la cassa di disoccupa zione diede qu ell'a nno 16.063 lire in sussi di cont ro 32.961 lir e date dalle asso – ciazioni. Nel 1912 il sussi dio int egrator e dell ' Umani– taria importò L. 23.787 e nel 1913 circa 24. 000 lire. i\l a come -si \"ede, in It alia, sia mo ancora all'esper imenlo, menil'e la disoccu pazione di• Jaga. E certo anche neg li alt ri Stati le sovvenzioni sia obbligatorie come facoltative ai disoccu – pati sono spr oporz ionate al flage llo della di– soccupa zione eh.e dovrà spa.rir e con un più equo ordinamenL•J socia le, con un a più equa dist rib uzione del lavoro, e della ri cchez za. 1< ••• Chi ha sete cre de ch e un 'anfor a non lo di sseter ebbe: e una coppa lo disseta . Or a ecco la sven tura aggiu nta del gener e umano; l'as– setato, perch è crede che un 'anfora non basti alla sua sete, sottrae agl i altri assetati tutta l 'anfora, di cui berrà una coppa sola . Peaqio ancora: s7Je:.:.a l'anf ora, 11erc hè altri n on be• va, se egli non può ber e. Peggio che m ai: do– po aver bev·uto esso, sperd e p er terra il liquo – re perch è aali altri cresca la sete e l'odi o. E infinitamen te peggio: si ucci dono tra loro, i si tib on di, verc hè non beva nessuno. Oh! be• vele un po' per uno, stolidi , e 1JOi fate di riempire la buona anfo r a v er quelli ch e ve r– ranno! n G. PA SCOLI.

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