La Difesa delle Lavoratrici - anno II - n. 20 - 7 dicembre 1

JI vagabondo . L·uomo, da molto tempo disoccupato. sa– ln·a la ~trada ripida di campagna l' a,·eva una lame atroce e bri,-idi lunghi di freddo, quantunque fos-e una mite notte settem– brina. Semprn egli era stato un cli-orienlalo. una ~pecie. di yagabondo, incapace fin da piccolo d·una occupazione stabile. Quando aYe,·a fame si riYolgeya sempre la ~t.e5:3a do– manda: Perchè non ho fati.o come di al– tri·? :\"on ho imparato un mestiere? N~n rn1 sono creata la n1ia piccola casa e la mia famigliola? .:\la quando lo stomaco taceya pensa,·a al– la Yita ch:Irofficina come ad una clau::-ura impo,:::ibilc ~ doloro."'a. La Yita ~un. neµpu– l't' nei pega1ori momenti di di~perazionP l' eh mi:-L·r.a, ncn l'ra mai :::;tata caltin1. Stm– pn: UYt·,·a consen·ato quella sua dole~ t' mi– te bontà nl'gli cx·chi azzurri. da fan~·iullo. Si fe1·mò Yicino a una bella ca--.a cli t.:am– pae-na. gran rie C' nuoYa. tut.t_a bianca. nella lu ·e luna1·e. Dorm,,·ano tutti. co~ì profonrlarnrntl'. che patt.',-a una ca-..a abbandonata Dalla ,talla solo ,enirn ad inten·alh il tmtinnio del campanello della mucca L'.iomo. -drniando,i. sotto una tettoia umida. oppre .. :-:oda una :::tanchezza infinita pen-ò al tq re della -!alla. alla YOluttit di ,drarnr-i. nella I aslia umida e calda. ~on potè cl .rm1re p,•rchè la fame aYen1 una rnce più I r,·potente del sonno e della ,lanchezza .. \!l'alba ,enti che la ca5a si ri– ~Y zlia,·a. St Ile ad a.spellare che qualcuna -cencles– . per cercare un pezzo dì pane. o una fet– ta di polenta, un piatto freddo di minestra, qualunque co'a che lo potesse sfamare. I compagnuo!i. pensò sono buoni. e non rifiutano la caritù ». Ecco l'uomo. che pareYa ìl padro~e. scen– deYa per il primo con un lumicino ad olio, in mano. Dopo di lui una donna futla gri– :::-ia YeniYa con ;a '-PCChia lucente per mun– c,er la mu=. Pareya all'uomo che aYessero una faccia hw .;a. ma non :--ò alzarsi ~ubito e parlare 1-tl limore che lo ,cambia- 0 es> per un la– dro. che lo in..-..eguis.;.Pro come e-li era capi– lato altre Yolte. minacciandolo ,-d urlando. \la quando 1! padrone gli fu ,-irino. col _....-..-C:lJO lumicino. dalla JJiccola luc 0 o-.cilla.nle. ,j fece roraa-e-io t' zli padò: Padrone, non abbiate timore mi :,,;ano a::ctraiato qui per e.::i.-;Pre un po' rip1ra o rla1- l'um:di1it rle!la notte Ch, ,,ele? domandò il padrooc ,qua- rlrandolo. tenendo alto il suo lumicino. J ront.o a chiamare i fie-lioli di rui .-;i ,·ede– Yano di--,,zna 1e le omb~e. dietro Jr fine, re illuminate. .,.r·n po,·ereUo qui rii pa::::i::a!!e-iJ E rhP ,·ole f' · 1 )) )IanziarP. padron". - Datemi un pezzo d pane e farete una carità ,. !-entite. - di~,e il camparouolo. tran– qu11lamente, d1vant1 ull'uomo ancor giova– n, e di;fatto dal dizmno e dalla -tanchezza - noi .-,1amo 1 utta c..en:f-che lav:ira dall'al– ba a no•,) e eh~ non ronosr-e riposo. all'in– fuori di quello ,mpo,to dalla lr·gge di Dio, ddI::i. domenica. Yo, ~iP,k• anr-or ziovanr. P,•rch~ non Iavr.,ralt:? ,_r.,no d1 r,a-::-a,:rgio ri::,pc,se umilmPn- :C 11,-a~abondo. :.'\ <rn.ho un 'fJlrJ<). \Ja :--r- mi <fat da ma.nzrnrf- lavoTf•rò f>f"'r ,·,,1 -..p Jo \'()Jr-fv. tutta la i;ri,.,rnata . E,,.c,. rJ1-sP il radrone. Co-i parlati~ da APn.XD!CJ:: Pagine di vita B1TLettai qua• }J,! pr.:r Aa e, u fatir grn11 • la mia. "'ruu~ra. )I,v marito m1 ~e7ui u.,~to. J ½-Uùsmg-Ji ru,J rni Jac"'ra\'a il r,uore lo fo ::.rir rdùH.1 rnert" !'-~<JfJi,Jita. "_ ·on r,apii,.,:,o » µ-t (]issi. U,~ h:..a.i fattn·, ""fJlf' ;ami ,:i. g , e-;ò. P.? n,~,.,.. 11n·1. c1sa l, 1 :Jla. d~Jma <lH a ua l'"P''ir1&. ç..;di avevi:t. do1c1t.t11r1:Jt.-, uri r,rt:"s.bto od un flIDJCfj. J'4',i J'amic,,, .mJit \-VJI!"• 111Pnte, d•.1\'l:ti~ .1 J>•J.rtfr" J~r 1111 I 11~'' \ ,1s,gio ,eva rid1ie'-t'-' • ~uo ;J,·ç,r..- ~ d 1•;.c \ \'a r,a- :."..itocoJ dNia ·<, dPJ J ca'--a. n erlJgnrJ<,s1 d1 \'l'>r– .. ;t lo uu r,o· alla ,·,,11a. 1•r,n u11a r,artP <f,i,i s11r, 1ip~11dj1 ).la l'j,r,Pttt,re :.1\·e,·a ,erifi~;d,1, l'arn lJJé'.IIlC'"•, J \'e\·a; 1 denun1 i ,r,aJ1,1.tl11,. ,-,.,,mt<,n1- :1 ,·or10..(•f•r11.a 1 tr I r.;•:: lJIJ{,fti() hJlllJ!"tl; 1tf' O t L1 fJ 1d1 l\ \a J,a;:.:.,,-, <·~Jnid,, • lJi SUfJ- f J ti:- cle~ pa enti P ..., r S("Pr~1e iJ nr 11 Jp LA DIFESA DELLE J,AYOH.\Tll!Cl "a.lanluomo. \"edete quella specie di fossato d1e circonda la casa? Bisogna leYa!'llc i sa,– :-;i, estirparnt le erbe, pulirne e livellarne il terreno. - Eccovi il badile e la carriola. .\mmuchierete i sassi, laggiù con gli altri ». \'a bene, disso l'uomo, vedre.~e che Yi farò un bel laYoro, ma .. '( ~\h. no! rispose il padrone, indovinnn– rlo. Da noi non :si paga anticipato. A Jayoro fallo. sì. da galantuomini, puntualmf'nle. .\ mezzogiorno mangerete con noi, non cl u– hi late ii. Poirhè l'alba comir.cia,·a a chiarirsi :::.pen– ,~ il lumicino e se ne andò. L'uom poyero. pre~e il hadile e la car– riola (' cominciò il suo lavoro, pcnosa– nwnlr. :\ mezzogiorno nella grande cucina della ea~a colonica si mangiava Iielamcnte. Cominciava a scendere una pioggerella filla e minuta e il cielo s·era fatto scuro . Il capo di casa, l'unico che mangiasse se– dulo a .tavola, cbsse ad un traLLo, come se si ricorda e impron 1 isamcnlc: << Ma guardato che srnemoraLo! Ecco, por– tate subito la polenta al forasticro che la– vora per noi. Ne mise una gl'ossn feLLa, in un piatto. Uscì la ragazzetta più gTandc col piatto. .\la rientrò dopo un att.imo gridando. Aveva trovato l'uomo svenuto, doricato nel teri-ireio molle, sotto la pioggia. . \l\BI\ P[ROTri BonN\G11L IL DISCORSO DELLA CORONA 'W '·X,?". - rf. • i A1 ~'.. I I Le donne deIra ri::-tocrazia o della borght~ ,ia ~i ;-;entono onora{issime perchè nel ,1,– !:)COrso de11a Corona y'è stato un accenno alle ... donne. Le ~ocialiste invece hanno dato altl'a e più iriusta interpretazione al clisco,·so della Corona ... Qna11tc slrpnne per le proletarie! VARIETA' I nostri bambini. La mamma :::e n'era andata dall'erbiven– dola, a comperare gli erbaggi per il pranzo quotidiano. tenendo a mano il -uo bimbet– to: un piccino di due anni. Tornata a casa, saccorse che ,I figliolet!o ~tringcva fra le manine un pomodoro. Dove lo hai pr~? )I gli chiese. La. dall'ortolana. nella cesta "· " E perchè '? u Il piccino stet\e zillo. Non sapeva perchè lo avesse. preso. For:;.e lo avevano attirato i colori brillanti dei pomodori, rspo,ti ndl<' ('(..-St.l:. •< .\'on :--la bene concluse la mamma - non ,i tocca mai nulla in ca.sa d'altri. Ora nporl<-rai il pomodoro all'erbi,·rnrlola e ;e chiNJerai :--cu,n a.w:va promes::;(., di da.<-~mu •rh, f•ir:-P i11 .... Prvi- 1:i ,, rn:i a r,ondizinni mispn,,·,Jli. La. lf'rna di P'-~'•,·p ~prezzato <la w1•, lo !-.Lrazin di :ncrrm recato 1111<Jolùre i11s:w11hil1>, era11 r,osi vivi e gli ~11ggedvan<1 p:1mlf• co._J arcl•e11ti ,. dr,11,rn,_,,., di i•J JJfJII yj.J1 i11 qu,,Jla ~11r1 1·0Jpa, , 'J,,ra, d1P una 1rn<,\·:1.. 1,1·<1Ya, pt•1· q11:111t" ldasi- 111PW,IP f• falhu·P, ,raffetto j)~l' lii(:, C ;;li l,utl;1 i lf' l,1;Jcda :I{ <:rJII<> 43piansi ,:r,11 lui e J:.(li wo1nis1 ti·i,J J':1..v1·r·! ,11ul:11A, :J. ri,dzar i, a\Tf'i l1-1\'0ri1l<1 COJJ lui è J>',i' Jui C<.111 1utt.c IP 111i<• r·1Jf'l'Kif'. E 111 r,1•Jlf1 fil d1 ,~:,,seré f,.11··,~ (' 'C!n1µ-µ1r,~.i ;i t;1 • r ·e-,, mi,"i, ju f:uniglia. do,,~ J;a1t11J1110 a11 ,J,1t1 alc1111i gi,,r11 p:1r :itlcrnlf'n• 1 nlJJ11 1l;d J,I'I r.p:JJi- l1J fo11u,glJ;1, \'P.de111J<1ti ;.!J1111g I", rw1a-.r•1 8t.f'J re · J'an·Mt1i d1c il iJalJl, 1 > 11Jt111:-is,•, 111·P<>e upato, <r11ald1e <;()ba. di grave \[a i<> mi rnn r 11 ,., N11•,·11,,azi, ,,~ se ,rur,,u•\'f' !--r,ieg:i f'ilf• Bf'{Jjlf' t ,I ft.ntr,, 'l\f•\'a ;1vuto 111<.1. !,l'f•\.'f~ lirerw..;1. E J>Jl)(:HJa\11 11'1l/11rlnf~ 111~ tessa 1~ tndt:ivo I.o JJf-11<,-.aa11~i,1 i;egrf>ta Scti.s i :d pdnti11ale di mio 111:1rit1,. Jli .. JH>l'<f' l'.!,:.Jid:111J~11te c1 s1 rN:a~!W a S. l', ,,IJ P.J.!li ,.i Juf-'ttr•s~e a tJ1..,p1.JSizir,ru• <l~JJ, ~t~ '-lt J"'1,1:tt1n die fi\€\c.1 rJ!ev·:ii.,, l ar11ma11co. \ J ('J J'~C8.IJJ JI( ubit l:.ra i11 JJJC UIJ '!f.~ .0 !rP\f! j,, $p~tf H , hPn f!p, i ,t ,. iiP11 f ,rt,, li bambino ubbidì. Sono passati rnri an– ni, da quel giorno, e il caso non si è l'ipc– tuto mai più. Ebbene, direLe ,·oi, lettrici, ,·alcn1. la pt– na di farci perdere il Lempo a leggere t;n fatto cosi puerile? Ecco: se repisodio do,·esse ,·a.ere per sè stesso non avrei perduto il mio tempo a narran·elo, ma io desidero che ,·oi lo met– tiate in rapporto con una scenetta cui io ho assistito oggi, dietro le quin!c. Sentite: il ragazzo - ha dodici anni -– è tornato dal mercato, brandendo. lrionfal– menLe, un picolo flauto. "Chi le lo ha regalato? 1> chiede la madre. Silenzio. " Chi ti ha dato i denari per comperarlo?" Silenzio. 1 < Vuoi ri-.;ponderc? )> Silenzio. n Ah! sì te la daro io a :--111·et·urc o:,ì , de– nari! Siamo poveri, ,·t•h ! 1 Il ragazzo ehe cui ...uo muti-;1110 ;p t ,·,t lia.11<·0 <li mio 111,11·ito. JJrouta al :-ianificiu e alla lotla t'Olltro il de,.;ti1111 d1t· ~i pre,c.•11tun1 buio, gravid(} cli rlolor<1:-e ~erprP!-iC. Si disce!-ie all'al– !Jergo. f. J--rieUcrp 111 anct r pin g-rlirlo del prin– f'.ipnle. :\Jio marito -..offriYa, 10 J>roruravo colla inia firlw·i.1 ..,,., 1•1,a 1·11 1·11c•rgica fii rialzarlo, 111oral11u•11tf. JJoJHJ ,,o<.·ili gioi 11i ch'egli presta.~ \'a .~rn·izi<i !-ienza neppur chiedere a. quali con– dizioni, fu assalito clii, forti dolo1i artritici ad 1111a ga1nlJa. Lo curai: ero preoccupatissim:1 dP!ln JJO::ifi'a posi7.ion,, r,recaria. Si yfre\'a. in 1111:1 .c:1111,•ra c1·a1bei-g<J, 1·011 po,·o 11iù cli 100 lln· J11ta,ta. Bi,ogua,·u .ig-ire. \wl1u rn trar– l'ia d 'u11a Jikt•,la ;i hitazio11P, ed eùlJi J • rurluua di lron,rla per ciuque lire rnen!-iili: cucina 1·ruru•rf•tl;1, i:.,rra11:1iu tutte, pulitu e ~raziu~,J: I JH1 '-JJ1•c1:d1• fort1111a ,,,.,. 11oi 1111•Jl;1 ,·as,,tta ·1,-.1 H I 111111 IJH'l'I' 1t1,. f11tt I ff•licP. <111dai a 11<._.1t.1r la rn,;tizia. a uJi1, 11.i:1rit,, « \.P<lr<.ti, 11tH1 lih:;1,gu:1. di~pernre: ]O 1111 -;,·11· 11 a vrn,·1•n· la 1·.itti,·,1 !;L(:Jla; rrdr11JJi<'– ;..d1f'J'fJ, l11vore1·0 lo JH·r tf', 1r>nH•n•r11r1 aucorn r,,Ji<'i. .Jnt.rnt,.1 f'rn 11t•t·l""Sa1i11 andar .i prenil,·re • J1HJIH/J f' Jr, !'I b,1 '•\·e ;1\'1•, :11110 ! ra'-1·ors, !,,J lirevi µi 1JJJJJ H-!'H~JJL lo 111111 ~r1pé\'.t l'l'r, t'O"-i hi1,d,,1 P e·,, i p1)(·0 1,rati,·a di 1·Prie (·Oi.P, 111a p,·a 111 •C'f' r· .1 r "-panni;.11· uu tff\ili111euto a mio 111 n•• Jic 111 11 J ùf•.. H1.. fr•rll~~ 1·<1la ,. d1P -.;j J\ I <.:. I Jf l k.UJJiJ,I, abilmente condol.\o la madre al punto E,·u– ,to, ora si decide a parlare: " Ma che :eldi e non soldi. Mi costa un bel nient '. , " Ah le lo hanno regalalo allo,-,1: ., e 0 r;la- ma la madre, LosLo tabbonita. Silenzio. ((Chi te lo ha donato?)) ,1 Ouf! me lo sono regalato, et!C'J'. " l\1a in che modo? i, Parla. dunque )). Ora il ragazz,o risponde ca.i1.~crellando: ,e L'ho pre~o dal banco di un venditore ambulante eppoi .. gambo aiutat~:-ni ! .,~ ,( Oh! ma non è bene I E se lui ti ve– deva? Gli facc,·o /Jiara11uo. ccc.o! )) E il ragaz– zo ;jtendc la mano ar1•11:1tando il clit I sul naso . La madre, che non ::ia resister:> alla ,111· rnica esilal'ante del figlio, scoppia in unari– sala. Il monello ne approfitta per anelarsene altrove, e,·it.ando i rimproveri. (( Se quel ragazzo fosse m:,), os.::ervJ. la cognn.ta che U\'Cn1. as:;istit.o in r1h.:nzi.o <.1!la scenetta, lo condu1Tei ,ubilo dal venditore e gli farei re~tiluite il flauto, pre,se-ntando, anche, le dovute sc:use ,1. La madre alza le spalle. 11 !Via non capi~ci - incalza Ju cognata - che il ragazzo ha commes~o un fudo e tu non elevi a~so~utamentc lollenlre simile fatto? )) La madre alzò di nuo,·o le spalle. , Bada a le! lo li ho dello le stes,e cose ogni volta che ha i-ultato delle frntta ed ogni ,·olla tu mi hai ri~posto che rubare la frutta non è male, non è rubare nel .:=:enso ,·ero della parola. Ciò ch·è nei campi è di tutti, dici tu .. \h! :-:1. ma ora il ragazzo ha fatto un pas~o a\'anti ... e( Oh! ma finiamola~ - inteiTomp~ la madre - finiscila brontolona eterna'. fini– scila colle tue e.:;agerazioni! Se il ragazzo si fosse impadronito cli un oggetto di valore gli darci un castigo rsemplare. Ma per un balocco ! ii Detto quest.o, :::ii ulzn e se ne va. :,.ba(a.c– chia?do l'uscio. La cognata china il capo. sospirando. Po,·era madre! To t'auguro che tu non abbia un giorno a pentirli dellf pa– role pronunciale ora ! lo _ho d::.-to. non sono molli anni, un·on– d~ d,_ ,·ergogna passare --u parecchie fami– glie 111lemerate. 1 ragazzi avevano comin– cia~o così. .. rubando la frutta ... poi era.no a! ·n.va ~i al peggio. Xon erano ragazzi po,·e– riss1m1 che potevano procurarsi la frutta soltanto col furto. No. Avevano rubalo per gwcare, per imitaJ'e al!ri, per fa•·e delle mo– nellerie_! I genitori avevano riso ... poi ave– vano pianto! Oh! mamms. siate inesorabili su que.:;to punto .. Fate degli uomini forti, reU.i, puri, superbi, magari. Anche la superbia va be– n~etta se ci aiuta a vivere in un·atmosfera d1 purezza! Fate. o mad1i. che le anime dei figli vo– stri siano come le corolle dei gigli: diritte e baciate dal sole. Lt·1s.1 DR..1c111 :\L1RTEG.1i,;r. . Che i_nJ~orli una h1ouse o un frak, che io sia _caf'!llal~sta o nianovalP, nessuno ha diritto, ;~n;'~!~l~z~~i~o;zi~e;,_iso, di 1tsare del m.io dena- _Pe~chè cinquanta o cinquecento versane riu– n1lf> 111 ww _soln vossano quela111ente tassanni o 11w1tdru11u alla frontiera, bisogna che tacita.– mente, _o esp1:~ssamenie io ,·e u autorizzi; ora ~~(J;~~frra /Jtu naturale di attlori:.-:.arli è di e- E' d_unque rayionevole che un contadino 1 n o~Jcraio'!'oli, così come un borghese od un' n~– bile; egli ha_ un bell'essere ignorante, grosso– lano, m,c~le informa.lo; il suo piccolo peculio ~a sua vzta sono suoi e non d'altri: gli si /~ ,,r~~~- Q1trrnclo ,'(r ne clisponc sen-:.a consuL- 11. TAJXE. . \_ndai, incass.ii. uoleg-µ.ia, dei cani e pro, nd1 JJCI tra~f)Ortu. EIJlii qualche affettuosa at– lP-.Lazio1Je di a111it'izin piPt1:-.;a e siucera 111 a. u1che qualche t!ur t u111iliJ.zioue. In pod;i di, I~ nu?\'8 ca .... etta e-1 a ·tll'oi'Cline e il malato in 11a ,11 guai•i~io11e. J.'JspetLore, pag-a11clo il poco senizio JH'e~tato a\·e\·u fatto capile dtiarutoente che era uppor– tu1u, elle mio urnrito cerca~~e d'impiegar-.;i al– trcJ\"e, Io ul'ern l('ci..lta to .... to in cillà dul prin– cipale a pr('µarlt1 di 11011 la~t'iarci lì pe 1• Ji sulla. ,trada, a. 1 ih11.;l'iare p1•1·Ju1 1111 1tte.... tato cli buon ,,Pn itio per uu e,·e11tuale 1;011cor~o, ad aiutar 111e,se non lui a Lro\·ar UJI (Juabiasì lavoro. L~ll mi guarda,·a JJ1 un 1..·erto modo da farmi anO::isire, mi palla, ,1 111 1110<.lo ambig1Jo, rni fec~ molti cornpli111c•1tti. 111i di~._e dir. per (Juan– to m collera con 111io rnaritlJ, ,n1·e1Jlw, 1 ,er tne, folto il pos.-;ihilc pel' giovanni in 1p1akile gui– -"a, the atte,Hlf''-,i Jid11C'io:-.a. Bitornai a casa piena di :-.per;.rnz,1..\'on po– te\o. 1,resc11tarrni a. 1111 ccmrur...,(i perchè era. fuori te111po: cos, llOJJ Mlpe,·o a. clii rivolgermi, dove auùare, e fida\'o nellr1.. promessa t1'appog– l-{i1J rici:-n1ta. (Co11tinua). monalevi allaDIHSA DHl[ lAYORATRICI

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