Critica Sociale - anno XLII - n. 7-8 - 1-30 aprile 1950

Criti ca Sociàl . " Dvd'IA lf>iNBl«:lfl&B DE-! S.OOM .... · badate .. IIUdlQO TURA'D . · In Italia: Anno L. 1500 (Abbon. sostenitore L.3000) Semestre L 800 Trimestr Estero » » 2 500 » » » 400Q » » _1300 » DIREZIOMÈ E AMMIMISTR-.: Milano, Via Dell'Orso, 13 • Tel. 16.319 · c. C; post. per abbonati n. 3-8225 • Spedizione In abbonamento postale: gruppo 2° Anno XLII • N. 7-8 Numero doppio L. 100 Milano, 1 -30 aprile 1950 SOMMARIO Politica e attualità Il problema dell11 pace e il socral{~mo (U. G. M.) I nostri mO<l"ti (Uoo Gurno MoNDOLPO) Le condizioni economfohe dell'Europa ~!la metà del S'e'colo XX (continua) (ROBERTO TREMELLONI) TrieS'te fra l'1talla ,e Tito (PIERO GALLARDO)_ Neofascis•mo, uno e due (GIULIANO PISCHEL) A mezza straida verso che cosa? (REINHOLD NIEBUHR) Problemi economici e sociali K~ynesismo e socialismo (cont.inuaz. e fine) (ROBERT MossE')" Storia, fllosofla, varietà Borghesia e pro~e:tariato nel Piemonte di Cavour (continuaz. e f,ine) (Gurno QUAZZA) Fatti e commenti della stampa italia,na ed estera (p. ga.) Ciò che si stampa: JENNY GRIZ,IOTTL KRETSCHMANN, Storia delle dottri,ne economiche (·A. G.). Il problema della Pace e il socialismo Sull'incombente atmosfera di g·uerra che, sovra– sta sul mondo si_leva tratto t_ratto qurulche parti– colare problema che aggiunge nuovi motivi di ten– sione a quelli già esistenti. In questo momento con– tribuisce ad accrescere, il generale orgasmo il pl'o~ blema del t.rono belga e il problema di Trieste. Entrambi hanno aspetti singolari per cui meTitano attenzione. Al ritorno di Leopoldo sul trono è favore,yo,Ie, o wlmeno acquiescente, la maggioranza del Parla– mento; è risolntamente contrario il Partito socia– lista, la cui rappresentanza in Parlamento viene, per forz,a numerica, subito dopo quella della de– mocrazia cristiana: Per bocca di Spaak, che è il loro leader più autorevole, che è stato più volte Ministro e Presidente del Consiglio, che è un tem– peramento forte di lottatore temprato da un luci– .do realismo ed è senza dubbio una delle stelle di prima grandezz<a che sono sull'orizzonte politico d'Europa (come attesta anche la parte di p,rimis– simo pia:no che g,l'iè stata assegnata, sin dal primo momento, nell'assemblea di Strasburgo) per bocca di Spaak dunque, dicevo, il-Partito socialista-belga 1bliotecaGino Bianco ha dichiarato di esser pronto a ricorrere ad ogni mezzo per impedire il ritorno di Leopoldo sul tro– no,. E' evidente, data: la mentalità realistica di Spaak, che l'oppofìizione sua e del suo. partito non può essere determi:i{ata soltantò dalle colpe che si imputa rulre di aver commesse darante la passata guerra, ma più assai dalla preoccupazione dell'in– dirizzo politico che egli potrà cercare di imprimere allo Stato belga sia nella politica interna, sia nei rapp,orti internazionali. [Ma è certo tuttavi•a che può sembrare ass"Qrdo,e in contraddizione con tut– to il suo contenuto dottrinale, la condotta di un partito democratico che, in un paese in cui è co– stante e generale l'ossequio ai principi democrati– ci, affe_rm.a, pur essendo mino,ranz<a, di esse11eri– soluto a far a,ccettarè in ·tutti i modi la sua vo– lontà. Sono evidentemente le minacce verbali ,di chi vede un pericolo e vuol destare l'attenzione Il la preoccupazione di coloro che non se ne avvedo– no, e corrono rischio di condurre a mali passi la vita de!._ paese. Analogo aspetto di apparente assurdità ha l'a– cuirsi, in questi giorni, dietlla questione di 'r,rii~ste e del ter:ritorio B dell'Istria. Non andiamo a ricer– care qua•~ierrori abbia commessi in passato il Go– verno italiano néUa trattazione di quel problema. Certo è tuttavia che le parole dette ,giiorni addietro id:alMinistro Sforza nel suo discol'So di. Milano fu– rono parole di distensione, che potevano offrire una buona base per la ricerca di un pacifico com-. . promesso. D'altra parte parrebbe che 1 se Tito potè a.vanzare imperialistiche pretese alla fine della guerra per 1 1'orgoglio che ~dà la vittoria a tutti i capi politici e militari (e Tito era ,J.'una e l'altra · cosa) e perchè egli sapeva di poter (;Onta.re sul– l'appoggio sio,vietic o, ora le sue pretese dovrebbe.ro essere frenate, sia cl.al gradwale sbollire deH'eb– brezza ,della vittoria per opera degli amli tra.scorsi e degli •eventi che offrono la visione di tante dif– ficoltà da superare, sia dal fatto che la Jugoslavia non ha più -alle spalle quella forza protettrice, che · si è anzi mutata in una forza ape·rtamente e vio– lentemente ostile. Evidentemente Tito• fa assegna– me1ito su altre circostanze, e principalmente sulla speranza che le Potenze occidentali, le quali nel marzo J 948 emisero una dichitarazioné che accoglie– va in gran parte 1e aspirazioni italiane, po,ssono ora essere indotte a rivedere ila loro posizione dalla speranza èhe questo serve a trarre definitivamen– te, e in modo più sicuro, la Jugoslavita, nell'orbita della loro politica. Ma nello stesso tempo il go– verno' di Tito è tratto dalle stesse difficoltà che le crea la inimicizia russa ad assumere un atteg-

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