Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 14 - 16 luglio 1946

CRITICA SOCIALE 229 La questiq11e Mlla fusione'. !, OJ Se ci addentriamo 111elilaspinosa questio ne de lla, fusione e del rappotto coi comunisti, Qum-,to Stato , ,per.de ail_un tr1.1t•, to la• sua chiarezza. Mentre infatti Critica i ndica q uali son<>, le d-lliecenze tra socin,lismo e, comunismo, e. di conseguenza quali sono oggi• le ragioni 1clie si olppongono, alla creaziqne di un Pa~tit,o solo, subòr-dinando tale reafrzzaz.ione alla con– versione del· comunismo, alla -democrazia, che ~ poi la con– versione detta Russia all'Occidente, e del pessimismo reli– gioso del « mito » comunista al fiducioso, ottimismo lai~o che, la cultura europea nutre ne1 riguardti, dell'indiv,idu,o; Quwrto_ Stato, nel fascicolo n. 2 in vista del C~mgresso, dichiara che· la propria posizione è « quellai coerente di ..colorp che, 111ll_a esigen:oa dell'unità, quasi universalmente affermata, e dal ri– conoscimento che eSSl!. è tu\lavia imrpatu,ra, traggono, ia. COI!,· olusione Qhe bisog111a' lealmente e tenacemente lavorare per contribuire a creare le, co~qiziol!i favorevoli all'u11ificazioµe, che certo non pio,veranno; !Ilaic d'!l ciel-O, ma ~aranno.,splo opera degli· uomini ~- , ., , . , , . Sante par.ole. Nessun soqalista, 111elcui -cuore sia ancp,ra apenta la ferita di ~iv<>rno,, res\e,r;à, insepsibile, al 1mbilissii mo invito. ),\,la è evide,vte che,, per l~v,ora,re lealn~rnte e te~a-, cemente i a ,creare, le I co~dizii:>'!.i;~11vorevoH av 'Ai-iificazi;<?'!~, occon-e sapere quali sono ,queste condrizioni, ora mancanti, e, per quale motivo ora !l'anchino.· Pe_çphè, di -grazia, l'unità è ~utt'ora immatUTa? ,,: .,.· , . . . 1 Sp.erava mo che;, :v enute me,no certe comprens1b1h _preoc– c.upa~j,oni precongr.es ~uali, dopo Firenze Quarto Stato. avreb– be defto l a sua parql a s11questo importantf> argomento. ln– vece, nel fascicolo 6-7 della ri;vista,.,Basso, premesso. che le_ raoioni, della scissio,ne di Livomo dovrebbero, ormai ap,pa– ri;e superate, e che sul piano, della 1ogica polil~ca la ~?1,a soluzione .è quella dell1'unit/l della classe operaia, .scrive: « ,Nondimenq g;'oca110:an~ora; :?ei 'mov_µn~nti _pro·fetari',d~i fattori (li conservazi11ne, per. cui ognuno d1 essi tende a cn– staliiz~arsi i111-determinaie .fo~me; anche quando gli avvepi– menti incalzano per, supera'rli. I co:munisti non certam,e111te meno dei 'socialisti sono rimasti attaccati a ,concezioni e me– todi di lotta che non appaiono1,ad,eguati,.ai nuovi sviluppi de1 movimento proletario, e cnies~o ~piega .come .og111unodei due partiti 'eser~iti una 'd~terminata funzione nell'attuale momento, in quanto ciascuno di essi rappresenta un:istimz'a viv~,mente sentita, daj,, 'pr?letru:i~tç ,e a cui non è P?ssibile rinunciare. li p,roblema dèll'upità della classe operaia ,resta quindi un , problema ,-che può es~ere r-isolto sol';', at,tr_a• verso un processo che adegui e fonda le due e-sper,1enz~m una sintesi superiore, ove tutte lJ legittime istanze del pro– letàriato s:iano armonicamente irispcttate ». Qu~l'i sian.; questi f~ttori di conservazione, queste fun– zioni specifiche clei due partiti, qùeste istanze diverse che andrebbero fu'se in una sintesi superiore, non d è dato di sapere. E invano cer,cammo u,n raggio di' luce nei fascicoli successivi, che tacciono della, questione, se' si eècettila un a.-ticolo di Jaurès Busòni ( i<' Il dramma soé/ialista », n. 8-9) dove il partito s,o,dalista è invitato- a non « caratterizzarsi in mo,do decisamente diverso dai comunisti >>. Criti,ca Soci.al.e, i111vece,ci dic~ chiaro quali sono oggi le differooze tr;i i due partii-i, e chi favora nel· suo solco. sa ,~he cosa devé fare fin d'oro per la unificazione. Vorrà anche Q,uarw Stato uscire dall'ermetismo e dirci che cosa c'im– pedisce oggi, dal suo pvnto di vista, l'unificazione, quali so-no le differenze tra il -.suo, socialismo e il comunismo, e come tali differenze si possono superare? Per combattere ad armi pari, e lealmente, la soil.uzione che Critica pro– spetta al problema dell'uni~cazione, è necessario contra.p– po-rre a quella un'altra soluzione: è il co,nfronto che de- cide, non l'accusa nuda. ' , . Sarà, oltre ail' resto, ,per Qu(11'to Staro una notevole occa– sione per definiire più dettagliatamente ancora la, propria posizione, perchè Critica è_arrivata ad una formulazione cosi lineare di se stessa proprio per l'impegno co,n cui ha affron– tato il prob'lema della fusio,ne. Rapportarsi- al comunismo è sempre, per il socialismo, la miglior maniera di -conoscersi. Senz'a contare che, solo rispo,ndendo alle domande che abbiamo poste, Qllla7'DO Stato riuscirà a fugare l'ombra di sospetto che ora, agli occhi anche di molti suoi letto'ri, lo circonda: che il punto di vista che oppone a Critica sia non quello di un "altro socialismo, ma già quello del comuni• s·mo.. Il che, benintes,o, per noi non ,suona aiccusa: quan· d'anche Quarlio Stoto sostenesse il punto di vista comunista come .sola alternativa al socialismo di Critica Sociale, n.0111 avremmo nulla in contrario a considerare legillimo questo punto di vista, almeno .come tema dì discussione. Ma è chiaro che una tesi del genere non potrà creare che equi– voco finchè rimane clandestina. UcoeEaTo ALFASSTO Ga1MALDI BibliotecaGino Bianco Sinda' .calisrn.oe comunismo 1n Russia Lenin e •il " oontroll-0 operaio ". , , • I ' Il conflitto ,tq sin,dacalism1t ~ comq.nism~,,:in Ru~sia, che sarà ri~-lto in, teo~ia. da Lenin .al, ;l.0° <:;on,g,~essodel .P. ç,. del 1921 e liquidato de,fi.nitivamente in praticii dl! Stalin nel 192~, pre111dele mo~e dai contras,ti t•r~,le d_i.verseco_ncezi~ni del co111t~olloo·peraio, s,ul1e impr<JS~ capitalistiche quale era stato ibtitµitq,, dal decrç(o del 14 nòvembre dçl 1917; con-. trasti· mi quali,getta par\icola-r luce un molto pregevole arti– c<:>lo di: D. Lin;ion ( n, .tolto I da, un ,,capitolo di un SUO· libro di prossi!'Ja pubblicazioq~ ~u « Le,rvm, le 1wzio~aU.zz~ion,i e il cont,;ollo op,eraio », che abbracce.-à\tutto, il. periodo com– preso fra la }!.ivoluzione del febbraio -1917 e. gli inizi della « N~ », Quando Lenin arriva a Pietrogrado dalla $yizzllra il 3 aprile 1917, 'è detto, ,nelll\ il}br-0d~~ionè redazionali; del– l'µrtic;0Io, i Consigl~ di Iab,brica. coprono gi-àk tult;o il paes~, co11,funz.ioni, e attr,ibuzi~qi ·eh~ ,va!,'iano, da uon'imp,r,esa '!\· l'altra,, da quelle ,;l,t una ,comun,,; <;,<Hn~ssio1~einte~na, alla partecipa;aion,e co;l propr,ieta,rio all.a I gesti,one, firno ~Ila ge– stione e 1an;iminjstrazio,ne :dio·etta dell'impi·esa, al posto ,dei vec~hi proprietari. Se gli, t1lementi. più decisi della borghesia cercano di isbarazzar5i, di qu~sti qrgani,smi inc,om di, i men– sceviçhjre ti,ivolm;ionari vorreqr,ero ri:durne,l'atti".ità a quel– la di llJll controllo Sl.\lla-esecuzioµe, da p 1arte,,degli indus'triali, delle ,direttiye, go-vernati-ve, melltfe alla base numerosi ele– menti operai affer,:nano -la loro volontà, <;li sviluppare l'e– sperienza della gestione proletaria, diretta. È davanti a que– sti fatti e ioodenze·che :Lenin precjserà' e svilupp~rà' la ca– piitale parola, d'o,rdi-ne del e/ co~troUo operai~\>'. Looin è con– tr,o le due tendenze oppo-ste dei menscevichi e degli « ope– rai.sti >>. Il pro-blema del controllo è per lui 'da un lato le: gato alla conquista debpotere e alla distruzione dell'apparato bo,rgjie~e; tµa, d'.altro lato, egli non crede che la massa de– ,gfi opera-i russi possa di colpo dirigere da sè le fabbriche e vede, l'! _necessità di un sev-ero tirocini):;,. pres'so gli impren– dito,ri e i t~onici caputaHsti. È in questo- sertso che egli' patia: del « capitalismo di !Stato demoératico é ri1/oluzionario », come ·p,Fima' fase· d,;°transizione imrrle'diatamente successiva alla conquista del potere; capitalismo. di ·si~to che non è nè, l'al/prpj,~iazi,one da,, parte dello Stato dei .mezzi di pro– duzi1ne, nè la nazionalizzazione espropriatrice; e non_ 'deve necessariamente assumere ,i tratti di quello che più tardi avrà nome '·di « comunismo di guer>rao>. . Contro g,li estremisti rivoluzionari-,' infetti dalla « malattia infantile » del ,comunismo, il piano di Lenin sarebbe: dire– zione dell'economia da. parte' dello Stato proletario e non immediata espropriazione dei 'capitalisti; controllo operaio e non gestiope o,pera-ia i~edia,t,a; razionalizzazione dell'e• conpmia .e centralizzazio111e dei suoi gruppi di comand,o · e non org11mz>za.zione « spontanea » della produzione. I ter– mini del conflitto s,ono già ,chiari alla yigilia d'otto,bre. L'in– surrezione vittodosa farà passare questi problemi sul piano attuale: la borghesia rispo111,derà daJlprima col sabotaggio della produzione; ,il • governo dei .Soviet, anco-Fa debole e malsicuro, farà _appello alle masse. « La teoria del controllo operaio, conclude l'introduzione redazionale qui largamoote riassunta, verrà confrontata colla realtà vivente della storia ». Per Lenin, seco111do la sue parole citate dal Limon, « l'atti· vità vivente creatrice della massa ,è il' principale fattore della nuova vita pubblica ... · Il socùalismo non, si creerà con ordini venuti dall'alto. Esso è estraneo all'automatismo• ufficiale e burocr~tico•. Il socialismo vivente, creatore, è l'opera delle stesse masse popolari ». - In questo spirito Lenin redigerà il suo progetto dii decreto sul oonLro,llp opuaiò, pubblicato nella Pravd,a del ,3 novembre 1917 e riprodotto, dal ILimon, nel quale ai Consigli di fabbrica viene lasciata tutta l'ini– ziaitiva, riconoscendosi alle loro decisioni valore di leg-ge in confronto del proprietario, salvo appéllo ai sindacati operai. È ,questo un compromesso politico tra Consigli e sindacati, che inco111trala disapprovazione s,oprattutt-0 di questi ultimi, per i quali il controllo dei Consigli avrebbe dovuto funzio– nare entro i limiti tracciati rigorosamente dagli organi supe– riori del oontrollo. Ciò ché 4 sindacati operai vogliono è che i Consigli di fabbrica siano considerati come gli organi primari dei sindacati rispettivn,, ai quali essi sarebbero, di conseguenza, sul:ìo-rdinati. Ma per quanto giustificata, nota il Limon, fo_sse questa concezione, se si fosse voluto realiz– zarla di colpo, d'autorità, cioè dall'alto·, si sarebbe giunti a (1) DIDIER ~ Lnrn_N: Lénine et le contrOle ouvriu. In Ln Ret;ue lnt-trnationale, fascicoli di aprile e maggio 1946.

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