Critica Sociale - anno XXXI - n. 15 - 1-15 agosto 1921

fllìtTIOA SOOUU: 237 lt MINO.A,TO fM'PERATlVO ( Còntinctaz. dal ilume1·0 p1·ecédltnt'e). VI. Tutto ciò va bene; questa è l'interpretazione giu– ridica che ormai, e- a buon diritto, prevale n11lfa scienza. Ma ben diversa è la real~à: .politica, Qù_esta ' distinzione non fanno sempre gli avversari della teor,ia più sopra esposta: e, come lo Jellinelk e il Duguit, l'ar,– cusano di disconoscere la natura della rappresentanza politica, di non sapere afferrare i grandi mubamenti nelle costituzioni degli Stat_i moderni, d_'essere insomma una caricatura· della realtà. Alle. quali osservazioni è· agevole rispondere col Siottd Pintòr : « forse che la dogmatica giuridica ha pér còmpito di tradurre nei suoi termini tutta la realtà, o solo la realtà giuridica? Quale consistenza ha la pretesa che le teorie giuridi– che siano adeguate ai fatti non giuridici?> Scopo loro precipuo dev'esser di spiegai'e il meglio possibile, la lettera e lo spiritd d~lle leggi, e n1>n di falsarne il senso, sia pure per seguire una diffusa ,opinione, un quotidiano travisamento, un'interpretazione entrata or– mai nel co'stume politico d'una Nazione. · Tuttavia qualcosa ci pessono suggerire quesfe cri– tiche errate e affrettate: qualcosa d'ovvio, cèrto; e di vieto, e per cui non occorrerebbe suggerimento;. ma le verità .lapalissiane sono spesso le piu dimenticate. Quelle critiche ci avvertono cioè che, quando la veste giurid;ca non corrisponde- più - o non, corrisponde ancora, o non ha mai cnrrisposto -::- ai sentimenti do– minanti in una Na,,.ione; quando è divenuta un'impac, ciante corazza invece che un « lino seguace»; quando la vita e l'att_ività del popolo le si sentono estranei: il popolo reagisce po.:lercisamente, fìnchè, cou mezzi pacifici o ri voluzion:i,ri, le leggi che pi'ù'non rispondonò ai tempi vengano cambiate ò soppresse. Tale è il fe– nomeno storico costante; ma non mai come ai nostri tempi esso• è stato cosciente, Ed ecco, nelle riunioni del Partito Socialista, continuamente riaffermato il proposito d' esii,utorare l' attualè. organismo• statale~ ecco che non più, cqme una volta, i Oomunist.i pe11- sano sia possibile senz'altro impadronirsi con .la vio– lem:a deJ ,potere politico; ma invece tendono, con maggiore comprensione del fatto storico, a erodere lo Stato, a svuoLarlo d'og9-i efféttivo centenuto, a ren– derlo un nome vano senza soggetto e senza potere. (1), L'erosione, nel uostro caso, è ioconsèia. Sebbene ciò sia contrario alla legislazione vigente, sotto l'in– flusso di vaghe idee rlemocratiche gli elettori si c1·e– dono inves-titi del potere legislativo, attraverso i loro deputati; e, quel che più conta, lo or·edono non solo gli elettori, ma huopissima parte degli èletti. Il Me– stre riferisce come spesso·. Leone Ga,mhetta parlassi! espressamente d'un mandato ricevuto dai suoi elet– _tori, che egli sentiva il dovere di eséguire scrupolo– samente. Una prova di q1_1e11to àifFuso ,lilehtimeilto è l'abitudine quasi universale fra i deputat,i, di· rasse– gnare le ]oro dimis!Jioni al,lorohè in qualche occasione - per esempio nèlle elézioni amministvative, - i loto elettori dimòst,ri1rn di non aver più fìàuciia •nelle idee propugnate dai rappresentanti politici, e d'esser i.ui– dati da nuove tendenze. Un'altra, l'abitudine - sl'e· cialmente in Inghilterra, - delle immediate dimiK:iioni del Gabinetto in seguito all'esito sfavorevole delle ele– zioni, senza attendere un voto parlamentare. Tre fotti, infine: il ro,ntrollo. della pubblica oyinione, ·1a perio– dicità delle etezioni e il desiderio d'essere riélett.i, fatti giuridicamente nul.lil ha,nno -un'importan·za poli– tica incalcolabile; e, dato il diffuso sentimento, che abbiamo notato nel popolo, d'un profrio supposto di- ~~ la, motldne 1ellil& 41 Coligtèeto di B'ologn& (Ordin• Nuovo, _a. I, '½· !!2, psg, 17t), lioìecaGiho Bianco ritto legislativo attraverso i suoi· rappresentanti, tale efficace in::flusso fuori dell'orbita giuridica fa sì chè quasi sempre' i dèputatr. si adopriuo per,'quelle idee e quei principi c he· hannò•"sostenut;o· presso i loro ·elet– tori., malgrà.do og'ni còntiaria facoltlt'• concessa dalla legg e,. A quest o 'risultato si arriva anche per un'altra ragione. Osser'"'.ando che sino a poeo fa la democra:zia si è dimost.rat.a abbastanza indifferente per la queRtiooe del mandato imperativo, dice il Faguet: (1) « Ohe le· re'sta dunque? Qualcosa di ben più ·so:;fa.uzio'so: la preda invece del!' ombra: N omin·are degli uomin~ eh~ le rassomiglino talmente, cbe abbiano talmente 1 suoi sentimenti, che siano talmente lei da fàre sicuramente, istinti vamente, quasi mécci1.nic::.ruénte,ciò che farebbe essa stessa se formasse uu \m111,e:i~o ·C1Ji•poLegi.,Jativo, .. In quest11 modo essa è 1egislati va; fa la !e_gge, ed è l'unico modo che i,i:bbiadi fare'·la_leitgò. > E; én!'r qual– che esagerazione, prosegne (ma v''e: un fondo di verità in queste parole:) « Si deplora che la democrazia s'ab– band011i ai politicanti. Ma dal punto di vist.a in cui essa si pone, e nel quale sa1eb'çle ben strano· che non si mettesse, essa ha assolutamente ragione. Che cos'è un politicante? Un uomo milio in quanto alle sue idre personali, mediocre come _istruzione, che cçrndivide i sentim1mti, e le passioni generali della folla, che non ha altro mesti ere aWinfuori della politica ... E1di non . sarà condot.to dalla .sua istruzione a farsi çlelle idee pers oi1ali; non ave_n?o idee perso-nali, le _sue idee non entrerranno in conflitto con le sue pass10n1i; le su~ passioni saranno, prima di tutto spontaneamente; e po~ per influenza dei suoi interessi, . quelle stesse della folla; e infine la sua povertà e l'impossibilità di viver d'altro che di politica ia1•an !IÌ ch'11gli non uscirà mai dal cerchio ristr.etto in cui i suoi mandanti l'avranno rinchiuso._ Il suo mandato imperat·ivo è La necessità , materiale itn cui è d'obbedire. » . Eppure, gli elettori non sono ancora sodrlisfatti di tutte queste garaµzie che il deputato, resterà l'espo· nente delle loro idee; essi yogliono che Paderenza alle loro opinioni e sentimenti sia completa: essi ten– dono a sopprimere nella cousuetudine quella parte òella legislazione che vi si oppone. < In Inghi'.lterra, dàl 1889 in qua, il concetto che la· Camera non ha avnto mandato - e quindi non ha potere - per decidere certe q.uestioni, , riap1;are fre- 1 quente, non solo nei .:lisçorsi politici, ma anche nelle opere tecniche dei cultori del Diritt~-Pnbblic1J_i e per– fino - ci avverte l'autore che ho pu\ volte citato - si parla seriamente di· mandato specifico delle singole cii-coscrizioni elettoralj. In Italia, una fra le -più· re– c,•nti ma non certo ultime manifestazioni ·di questa tend~nza, si è avuta con l'estensione del sistema pro– porzionale dalla funzione elettiv:a a quella legislativa, verificatosi col nuovo sistema· di distribuzione degli Uffici, costituiti ,non. piu secondo il capriccio del .c·aR~ ma secondo la forza dei singoli partiti, rappresentanti di altrettante correnti dell'opinione pubblica; e interes– sante indice ne è il caso dell'on. Salvemini, che si è visto escluso, nella passata legislatura, dalla Commis– sione degli Esteri, perchè il suo Gruppo (!l coside~to '«promiscuo») non, rappresentava alcun part-1t1J organiz– zato nel paese. (2) L'on. Salve·mini, che ha nota com– petenza in politica estera, avevà bensì la capacità, che per la costituzione .nostr~ è l'unica _fonte de)_I~ funzi1Jne legislativa; ma non g11 erano stati delegati t potert àa nessuna corrente politic1-. Secondo la cla8sica frase dello Scolari, egli non rappresentava che se stesso, (1) E. FAou>:T Le cu1t, de l'inco'll,pi!tence. P1uie, G~asset, p. 29 È orR di m,fdW pa.rÌ'b.recçn beDevOlo disprev.r,_o ~i, questo .Rut,?r~,:che qualcuno aReume a. prototipo de~la. BU!)hrfi.out-lit,a. e merl1?or1ti\ h'srn– oese, e di <Juella. ohe vien. ohtn.mata • me~t~h~~ ra.c1~co- mJ\se~– nioM.>. A pArte il fatibo ob'e il F'a.gnèt è d 1 opin1on1 ant1demoorat1- ohe (perohè può avere quella. giRooqinll mBnt,r.litè. an<:he un ciler!– ca1e) çerto, se anche, egli fn eooeasivamente feoon_d~. 1n _queste, h– tti-etto e nel Buooe■sivo su L'h<YrTtUr du 1·espdnsa:btl1~., e1 trovan~ intelligenza. e aolime in copia tale dt\ pot-ero~ r1forn1re non poob1 fra i stioi bisognOsi ma. burba.n:t.oei detrattori. , ('!) F. RuntNI, G!i sviluppi della propor•io11a!o in Corriere tiella Sera, 14, agoeto 1920, . · .

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