Critica Sociale - XXVIII - n. 12 - 16-30 giugno 1918

CRITICASOCIALE • 143 la faccia del Fugger, proprio di .fronte a qtLella cli Enrico VIII; Il monarca è pensoso e torvo. L'usu– raio è augusto e sereno.- Par dica costui: « Io cu– ·stodivo la moneta che portava la tua effige., Eri mio prigioniero nelle· casse{ orti.· Io ti smerciavo, e tu. mi servivi >>. ' - Le_i parla comè un « compagno >> ! . - Come un uomo d'esperienza. Il' capitale .che succede &Uo scettro; la legge trascritta sul libro de– gli chèques :· è chiaro. Sensazi~ni socialiste, mçi evi-, denti .. La stessa folla ingenua, che acclama ancora alla berlina del principe, ha la stessa valutazione del potere, e in tutti i giochi di carte vedrete che il re di· denari supera ,_ «ammazza», come si dice in gergo -- il ·re di spade. 'La querra ha soltanto ri– messo in luce questa venerabile verità. Per conve·n– zione, il re di spade mostra ancora di regnare in· tempo di pace, ma la guerra non ammette conven– zionalismi, e il re di denari gli ritoglie allora bru– talmente le insegne, ed eccoci, quanti siamo, s~idditi inermi 'e paurosi _di Sua Maestà Cento per Cento. Clémenceau cJiie att erra çarlo L.. Via. : f. stato un gioco da nulla. Ben a.lt, ropensiero gli aveva. dato un altro austriaco che si ch iamava - ricorda? - sem– plicemente il signor .1\llarguliés. Non e,,à. che un-finan– ziere, che un re di denari; T'(l,a fu molto. I ré? Eccoli: j\!Jarguliés. Bolo. Cortese. I cotonieri lombardi. E gli altri nell'ombra, e quelli' che la cronaca nera non .celebra, poichè questi sovrani di _moneta non hanno e non possono avere per gl_oria che lo scandalo. Guardale Bolo. Regalmente vive e regalmente muore. Vuole per morire, come .Carlo inglese, un abito di cerimonia; vuo le· e ptiò, come un re, sorrider.e e dir motti ai piedi cl.el p atibolo, perchè il mondo sap– pia. Cortese, altr o de spota cli milioni, ammanettato e magmi[ico, domina_ ancora dalla sbarra. L'ho visto anch'io; è anzi il mio sp.ettacolo quotidiano, fra i,l pranzo e il thè: quotidiano e iftruttivo. Al postutlio, ·.cQn tutta una vita d:imbrogli, -costui è più forte cli Carlo d'Asburgo che ha commesso appena una gaffe. Dice un fiume di scempiaggini,• e passa per spiritQsò: r'e Carlo ne scrive una sola, ed è giu.cli– _cato un imbecille. E quegli, intanto, ha la reverenza, la pietà, la retorica dei cronisti, gli sguardi delle' femmine, l'ùwiclirt delle anime pie. L'essere con/e-, come per Bolo l'es.sere pascià, è poco per lui: il titolo dovrebbe essere assai più alto. Egli ha tante cortigiane irito_rno alla gabbia quante wi Borbone al stw lever. Odl ecl amori, la solennità delle Assisi e· lo stupore popolano, tutti gli sdegni degli ~nge-. nui e tutto il ficwore delle do,.uie. Giù il cappello·:· passa Bolo in abito nero, passa Luca i'n cravatta tur– china; schiere di gendarmi, sulla strada q_elsupplizio, . .,;ciami cli reporter alle porte di Regina Coeli ..... Qt1esta sì, vede, è fe,,rJalitàautentica. - Qui il mio incognito, consultato l'oriolo, dovette congedarsi con buona grazia· e, poichè gli ebbi clo– mandato licenza di riferire il colloquio, volontieri -0.ccondiscese, tanto più, disse, che ·ai re in esilio non è proibito di clire in pt1bblico quel poco che ,pensano. R. NEL SECONDO ANNIVERSARIO DELLA LORO GUERRA I NOSTRI MORTI' Commemo1·aziòrne aUa Casa del Pop9lo di Milano fatta l'B agosto 1916 dà FILIPPO ';('URATI. Centesimi 1.5. Presso la Libreria dell'Avanti! ,·ia S. .pamiano, 16, ' Milano, / teéa Gino Bianco Gl,ORGIO .PLEKHANOW La- m·orte di Giorgio Plekhanow è_un pq' un lutto di famiglia nella casa della Critica Sociale. Sorta que– sta l}ivista come reazione al socialismo sentimentale, frasaiolo ftd eclettico, semianarchico in fondo, che preval_§.e in Italia nel ventennio ·1870-90; sorta ad af– -fermare il socialismo positivG e realistico, a base cl i materialismo economico e· di lotta di clàsse, è natu– rale che essa dovesse noverare fra i suoi santi padri il socialista russo, esule, proscritto anzi, dalla sua terra, che in Russia, contro l 'uto_pia terroristica, aveva innalzato la bandiera del più puro marxismo. Così nelle ·prime annate di Critica Sociale gli scritti di Giorgio Pl~khanow ricorrono frequenti, e nella Biblioteca di propaganda della Critica .rimasero - poichè essa non fu ceduta alla Libreria dell'Avanti! - il suo opuscolo, cos,ì suggestivo: La tattica rivoluzionaria: forza e violen,_za, e I~ studio di maggior lena Anarchismo e Socialismo, che è t:utto-ra una ·delle polemiche più po– derose che si~no stat.e condotte contro l'ideologia anar– chista, di cui così spesso è permeato - sopratulto in Italia - anche ciò che si crede, o che si fa c-redere, • pretto socialismo. - 1 Ma la sorte di Giorgio Plekhanow f\.i una delle più tragiche che la storia umana abbia mai presentato . Ouest'uorno, che· aveva introdotto il marxismo in Rus– ;ia, che possedeva, come forse nessun altro, profonda– mente tutta la dottrina del ·Maestro, che colle sue po~ !emiche ardenti, éol suo sarcasmo implacabile, colla sua erudizione sconfinata 1- aiutato, è ben vero, dal– I 'évoluzione naturale delle cose, che a mano a mano aveva suscitato, nel medioevo· moscovita, le espl'.es– sioni e le energie'. del capitalismo, e quindi, del mo: ,derno proletariato -· aveva vinto e debeNato a poco a poco tutti i residui mistici, tutte le sopravvivenze uto– pistiche a cui l'anima slava sembrava così tenacemente e ing,uar-ibilmente a_t,taccata ; il giorno- auspicato ché la rivoluzione in Russia parve aprisse alfìne un adito alla realizzazione inizjale dell'idea per la quale egli aveva così duramente I·ottato e sofferto, quel giorno stesso quel! 'uomo vide le sorti del suo Paese infilare · una via tutta diversa, vide l'utopismo antico ripren– dere ad un tratto il disopra e si vide abbandonato e rinnegato dal movimento a cui aveva consacrato ~ tutto se stesso. Dopo quarant'anni di esilio e di bat– taglie contro lo czarismo, quando lo czarismo fu ab– battuto e il confine gli fu riaperto, Giorgio Plekhanow · si trovò esule nella propria terra. Parve scavalcalo dai fatti.· Fu scavalcato veramente? O non p-iuttosto i falli - nell'assurdo ·intrecciarsi della rivoluzione colla guerra - devia·rono, essì, dalia linea logica che avreb– bero. dovuto percorrere e a cui dòvranno ritornare'! Le notizie che fin qui possediamo dell'immenso ter– ·remoto che sconvolse l'Impero degli Czar, sono an– cora troppo monéhe ed oscure e contraddittorie, per- . chè sia lecito dare una risposta categorica a tale que– sito. Certamente Giorgio Plekhanow deve esser mor– to, sopratutto, del contrasto violento fra le sue spe– ranze e il destino. . .A dire degnamente di lui e <:'ell'op~ra ·_sua,_eh~ fu molteplice e grandiosa, no~ ci bastaiiò. oggi i:ie lo , spazio nè l'animò. È un debito, tuttavia, .che noi non potremo non· assol~ere. Vadano frà\~anto. alla_ tomb_a del lottatore impavido e tenace, dell idealista 1m_rem– tente del propagandista indefesso, vadano I fiori del~· ]'affetto e della gratitudine dei socialisti d'Italia e d1 ogni altra gente ~ che sanno rièordare. e ai ,q~a!i 1~ tragedia del mondo no~ ~eia e_n~n cancella dagli occhi la tra_gedia degli uomm1 e d1 ciascun uomo.... f.. L 11 • ...

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