Critica Sociale - XXIV - n. 23 - 1-15 dicembre 1914

· CRITICA.SOCI{\LE 361 Ma. oomi;nciiò l'Auslri,a - co·l· ruffinne,ggiante ap– po,gg.i,o T.ilboniruno sp,i,e,g,atoa O-e.si -o - .a 1,ubnr,e La Bosnia-Erz:eg,ovi.n,a., riusciendo a f.ar pe·rdie,re o,gni p,re,– sti:gio,al giovane Governo negli inizi._ lo so cihe·,quan– do la mùssione, de1 Gbo-v.aniTu.rohi v,e,nn;e -a Roma, ,es,s-isi r.aoc:omamdav,ano ,alla beineiv,ol,enzad'Eur,opa. Essi n.01nsi nascondev.a,no ],e Jior.o,eno1'mi ·diffioollà. Pocihi g,enierosi, - in p,iccol::)imi.nor,a,nw nel p,aese - av,ev.amo001ntro di sè una, tra<l-izi-onie 'seco•kwe, tubli i poteri •pubblici, i funzionai·ii, il cl,ero e le grandi masse popolari, inerti e igna;.e. Condjzi,one deUa ri,uscita dio,v,ev·a ,e~s.r.eI.a benevola .attes,a cle-ll'Euro,p,a, e,h,e,non lii ini1!1Jasse. Irwece venn,e, subito lo- soorno della ,p,e,rdita d,e,Ìl,e, clu,e provin,ei.e bo,sni,ache, e l,a r,i– v,olta Alhanese,. n p,opo,lo d'Albania n10ncapi"ScenulLa, in temia cli naziona.Ji.t.à e di civiltà. Non capisce che una ,oosa: ,ohe q,oonclo ha u1n fu,ci,l,e,cle,v,espm'larlo... E •tutta ,l'Eumopa s·i diede a soHe,ti,c.are questa pas– s,i,o,p,e, con· ·invii' di fucili e m,u,n,izirn1:i i,n Albani.a, or– g.aniz;zaim:l,0: 1,a -rivo,lta ,pe·rmanenle. Subibo app·resso ,arnivalTllffiobuo-ni _ultimi no,i a o.ffr:i,reun p,ranzo re– g,ate al ·principe e,r,eclitario cli Turchia, ,e a po•rfarle vi•a Tripoli con quei bei modi ,e quell,a bella pl'e,pa– ra:z:ione clirp:lolilJUti,c,a he tu!Jti a.bbi,a-mopotuto 01mmi– ral'e: sulla base Ti,ttoni.a,na .della p ,enetro.zi, one oLe– J'i.caJ,e ,i111- p.aeis ,ernusulm.am -o,e ooll',aocomp.a,gnamento deJ,Je p,rooessi-oni cattoliche! Con finissima ps,i-cologia il Cane,v.a sp,i,eg,ò, che l'os,te111tazionedel 01111:to •catto– lioo- -a T,ri·p,oLi d(wev-a pro,vare ,agli A:oobi che gli Itali.a.rii sono religio,si! Si v,ede che Ganew1 non è della- r,azza di, Napol,e1on,e,che i•n E,giUo, vesti-va al- 1',a.ria,ba,, ·per ruon offondel!'e l,e susoetbivi-tà i;n<l;i,g,ene! Egli nella sua lÌlmitatezza c:lericaù,e non oapivia quale tel'ribibe, -off<e•saq,u,e,ste pubbli<:,he, p.ompe• caitto.J"i,ch-e in -p,iiazzacloww-ano oostituire p,er gli Arabi; quiale minaccia di sostituzione del nuovo culto e di op– pressi,on,e .r,e,ligiiosa: mentr,e nu;ÌJ,,aavrebbero o,b:i,e,t- . tirutogli A11abii, s,e, l,e cerimonie di un oulbo di mino– ranza si fosse·ro tenute neUe chies-e. Quando, la resi– s.benza turca ,si a!Ier.r,mòtr0'!)P'O -p,iù grave che noin s'era creduto-, il Titto-ni d.a Pairigi cominciò que,I carp,o– lavoro dell'al.leanza bak.a-nica,, che ,app-ro-d'òallia g:uer– r,a di oggi. P,el"CJhè li da ,Cel'care ~a oaus.a pros,si– ma. E no.n e>oo cliffi-cili,epr,evederlo. Con una legg-e– .rezza che de'V,everamente impvessionare-, il Bo,rg,ese in un eirti-co.Jo, rooente,,s,i coinpia,ce ohe, l'lt,aJi,a·abbiiia s;a,pu'tofar ìanto, ,e, ci!Oè abbia osato d•a'r cli testa s,u,l- 1'-edi!fiziodel p,as:safo! Il Borg,e·se (e se r,a,gio,na·e.o-sì e,gli che _è co,l'to, non a1è da stu1p•i:ve dellie ,s,oelll'.\'pi,ag-•, gimi in,cosic:iienlicle,I'nostro- naz.:ion,a,l:iismo) ruon si- rend,e conto d,ell,a.p,amte ass,o,lut.amente. a.ntip.atic:a fatta clal– L'ItaLi;a.P,e,r,c,h,è .si!-c ,aipis.ce anco,ra ohe tali turbamenti nel mondo -o·si pro,vocar-e chi ha poi l,a forza ,e, la voforutà d.i cl'i-rig,ern,e, il e1orso, ,assumendo 1a re:s,pon– sabil:ifa de,1'1',irnpre,'llà,. Ma è sempre og,g;etto, di odio e -p,e,g,gio, •chi,suscifu ,il cli·so-rdi,ne,e poi se ne ri1trae l,aooiando gli al,!Jr.ine.gli impfoci. E i'll tali ooooi:z:ioni è d,ov•ere non s111scJitare ·ques,ti incendii. Ora io - e ruon s01110, ,iL so.lo - p.e,rsisto a cred.er- e, che s,e ~ruche •propT-io l'ItaL'iia rnon p,otev.a più vive·11eooruza . T,11ipoli,,e,r,a,no,se:m,p,repossihili accorgimenti di,plo– matic;i -d:iatteinuan:ienti neLla,.attuazione, ed e,ra sem– p,r,e ancora megl.i'o vie111ire-ad · aocomocl-ame,nti, non l"e&pmgiendole ·pr-opo:s,tem,ed'i>aine, sulila i:>a:sed,i un r.ioonoscime.nio -p,J,a,fbnioodella, so,vrani;t.à tul'oa, ooc. Oomùnquie,,sc·op•p,i-a,bai l, gu,e,rra Ba,L6anic:a-, l'e.s•empio che olT,e,rs,e:allora l'Europa. fu veramente clisg,u- -stoso. Tutti ~pevano, cihe La Russ.iia mandava (come B.iblibteca Gino Bia co _o,ra, de·l.r,esto) uomini -e munizioni alla Se>rbi,a,e che i-n r-ealt.àeria,-essa che combatteva pe-r rappresentanza. EppUJl".e nill'illo•p,roll,e,s-tò. n,el nome del d'iritlo ,inte.rna– ziçmal,e vilipeso: ,e, la Tuz,chi.a, per timore cl-i pe-g– g,io, d,oveitte <loHera-r,e che ogni s,econclo gio'l'no, l'arn– ba:s,e,iatore, russo ~mda.ss ,ea •p;o,rtal'eaHa Srnb:l:imeP-o·rta i ,su,o,i.conforti d~ c,a,rnefice melenso. La Germu,nia a,rni-oamente i1no1nda.va la Turchia di lutte l,e, p.o,l,veri ,e ,oartu.ooe,av.ari,a,te ch,e ingombravano i suo•i,magiaz– zi;ni: ,e si ,raccontò pe-rsino cii cartucce eon pane cli leg;no, che causarono la rotta cli Ki•rki:lisse! L'I,taLia, oolle sue ruavi·raiLto,ppate da Ansalcl·o, ave,va già fatta _1 a sma ,pa,rte, p,01boprima! Or qual meraviglia. ,che-una nazione per così li.Iingo tempo, tradita, i111sul,lata, deri.sa e p.ur piena cli ener– gi,e, dopo av,er,e per tanto tempo cerrc.ato di r,e,a,gire,, b,az,camenando, ,giunto il momento che le- s,ernbrò pro– pizio della vende,tta, alYbi,alanciato· l'atroce gr:ido· cli ,estrema riscossa: la gHe1Ta santa? RAFFAELE 0 ÙTTOLENGHI. LA CRISI EUROPEA NELLE SUE CAUSE. PROFONDE m. L'imperialismo germanico. Allorquando il nostro pensiero si volge a cose tedesche esso è attratto da due figure simboliche: quella del professore solenne e pedante e quella dell'ufficiale prussiano, con tanto d'elmo, di co– razza e di speroni, con lo sguardo imperioso e il pugno sulla guardia della sciabola. Da qualche tempo in qua l'ufficiale è andato prevalendo sùl professore e il professore è diventato sempre più 'la lancia spezzata e il servitore dell'ufficiale: in questa vicenda è simboleggiata tutta la storia • tedesca dalla Riforma in poi. Si può dire che, all'indom·ani della Riforma, la Germania ci si presenta come un'accozzaglia di popoli politicamente divisi e inetti ·anzi che no, ma che si distinguono pel loro fervore intellet– tuale ed artistico. Lo spirito di questa Germania è per intero nelle parole che, nei Maestri Cantori, - la più tedesca fra tutte le opere tedesche, Wagner mette in bocca ad Hans Sach8 nella sua finale esortazione ai cittadini di Norimberga: "Il Sacro Romano Impero, lasciatelo andare; la nostra forza è nella sacra arte ,germanica,,. Di. questa Germania ben poteva dire, in un certo senso, 'Voltaire, che, mentre la. Francia governav:a le terre e l'Inghil– terra i mari, essa governava Je· nubi: a questa Germania il mondo deve Grimm e Humperdinck, Schubert e Schumann, Schiller, Goethe, Heine, Weber, Brahms, Beethowen,· Wagner; e giammai essa fu più indifferente agli echi del vecchio Sacro Romano Impero. che quando Goethe rima– neva indifferente di fronte all'oppressione napo– leonica e scriveva lettere in cui trovava Berlino intollerabile, o quando Beethowen, mosso dagli echi della Rivoluzione di Francia e dalle vit– torie di Bonaparte, scriveva la "Nona Sinfonia,, . L'ideale di questa Germania non era la patria, ma l'arte e la cultura: ne furono espressioni la critica kantiana, il Faust goethiano, la Sinfonia eroica, l'idealismo di ·schelling, di Fichte e di Hegel. Ma accanto alla Germania sognatrice e pensosa s'era andata a poco a poco affermando un'altra Germania: la Prussia, che Federico il Grande

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