Critica Sociale - Anno XXIV - n.12 - 16-30 giugno 1914

Critica Sociale 'RIVIST .Jl QllINJJJCIN.llLE JJEL SOC/.1/LJSMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50 DIREZIONE:Milano.,.Portici Galleria,23 --:-- AMMINISTRAZIONE·Via S. Damiano, 16 - Milano AnnoXXIV - N. 1.2 Numero separato Cent. 40 Milano, 16-30 giugno 1914 Gli ultvmi avvenvmenti che hanno so– speso· il lav01•0 ed hanno p1•odotto tanta eco di commenti, i quali dovevano neces– sa1•iamente invade1•e la Critica Sociale, ci cost1·ingono a usci1•e con qualche giorno dl · 1'1,ta1•do. Ma, ne p1•endiamo impegno sicu1•0, il caso 1•este1•àecce1tionale, La Cri~. tica tm·nerà alla sua 1•eyolrwità 1natc– matica. SOMMAR.IO Polltlca ed Attualità. Cal4Seed etretti (IL VIOE), I dil'itti del ,·tfonnismo: Per pa.-lare cltla,·o (Prof. ALESSANDRO LEVI), Jt Co11,g>·esso della Confedet'azLone geue1·ale del 1.avo1·0: Orgmr-Lzza- ztone "pern·ta e Pa1·Uto soctallsta: 3. 11 p,·oletartato ind1tst,·tale e i lavomto,•i della terra; 4, Classe e Partito· (Pror. FAUSTO PA– GLIARI), Studi economici e sociologlcl. La politica muntr.tp« le 1ei lavo,·o : C:tò che è stato fatto a Verona : I prt11Jti11lzii; L'Ufficio misto di Collocamento; L'Ufficio dt Sta– tistica; L'lspetto.-ato com1tt1aledel Lavo,·o; Altre forme di atti- vU<t (GINO BAGLIONI),. , FIiosofia, Letteratura e Fatti sociali. Frà Lib,•I, e Riviste: Le elezioni francesi (f. v.) - L'alimentazione dell'Inghilterra e le derrate refrlgernte (.~. t.) - I l'icchl diven– tano più rlccht ... (s. t,), CAUSE ED EFFETTI Questi giorni scorsi di sciopero generale.e di som– movimenti 12rofondi popolari e questi giorni presenti di grosso r1f111ssoborghese e reazionario ci trovano addolor.ati, pensosi, ma non sorpresi nè sgomenti. Osiamo dire che li aspettavamo. Sono due anni che quasi non scriviamo articolo o non pronunciamo discorso senza avvisare, senza annunziare la bu– fera. Nel settembre UH 1 ali' Arena cli Milano, davanti a venticinquemila persone, in un dì come questi ultimi (ma più calmo) di sciopero generale, condensavamo il sorite: guerra, sp,ese militari, incremento di de– bili pubbli,ci, carestia, disoccupazione, sommossa, reazione, ,capestro. . · !\Ila C:J\nera, un anno dopo, quando tanta parte rlclle profezie nere ed amare era già verificata, pro– testando cont.ro i pieni poteri finanziari e le nuove pompate .al credito nazionale mercè i buoni del Te– soro, ripetevamo in succinto la dimostrazione, rile– vando i segni forieri della crisi. Naturalmente la stampa benpensante e la magg;ioranza nazionalista si scompisciuvano dalle risa alla vuota «retorica>>! La disoccupazione, ·la crisi economica, it disa~io, ioteca Gino Bianco la fame, che farsa! che frusto ritornello di sovver– sivi all'antica, di stampo fuori di moda! Nelle assisi del partito, vedendo crescere con le falan~i intransigenti le illusioni rivoluzionarie, e per esse 1 compiacimenti vanitosi dell'idealismo indivi– dualista e barricadiero, avvertivamo che le correnti dell'azione protestataria nascevano e si sviluppavano dalle cose e, non dalle volontà individuali, come al– tri, in fiero antagonismo delle dottrine classiche dei nostri maestri, pav0neggiandosi, mostrava di cre– dere, e auspicavamo che dalla opposizione neces– ,sariamente· intransigente al mortal'e indirizzo politico si svolgessero le for1:e proletarie capaci di imporre un indirizzo politico compiutamente opposto, paci– ·nsta, anticoloni'alista, antimilitarista, antifiscale, an– tiprotezionista, col quale sarebbe cessata la contin– gent.e necessità dell'opposizione intransigente. I fatti non sono andati che un po' più rapidi cli quello che noi immaginavamo, perchè la intuizione non saprebbe tener conto esatto dell'accelerazione pro– gressiva del movimento. Dai fasci di Sicilia in poi il ritmo avvicendato clell'imperialismo e della som– mossa si svolgé con una costanza inesorabile che avrebbe dovuto convincere le classi dirigenti, se queste avessero una sensibilità· suscettiva cli com– moversi alle pene ed alle sofferenze popolari. Se l'aLLuale commovìmento popolare - come si stampa con concordia polemica singolarissima da estremi reazionari e eia estremi rivoluzionari - è stato più ampio e profondo cli ogni altro, ciel 93-94, ciel 98, cl,el !)04,' ecc., si è anche che mai non si strappò, in un paese poverissimo cli capitale, in meno di due anni, più di un miliardo .agli investimenti produttivi e non si bruciò mai, così spensieratamente, un miliardo e mezzo in una guerra - che costò due o tre volte quella cli liberazione ael '66 - e il cui obbiettivo - come ornai è nolo a tanti - si pot,eva ugualmente raggiungere senza la guerra! Le stesse cause inducono sempre gli sLessi effetti, e in grado proporzionale. La guerra, la quale dava la determinante economica al movimento popolare, gli doveva dare anche la consistenza passionale ne– cessaria. Ben inteso, prima di raccogliere tutte le novelle che si raccontano sui fatti cli Romagna, dove ci sembra sia molta Tarascona e molto tartarinismo, converrà attendere che siano un po' passate al va– glio della critica: sostanzialmente vero è però quello che è aff,ermato da molte parti, discordi in tutto il resto, sulla decisione, sulla violenza con cui le turbe aggredite aggredirono, cacciate cacciarono, straziate ed uccise uccisero e straziarono. Quanto, all'insufflazione cli cotesti acri spiriti bellici, giovò la ,mgg,estione quasi quotidiana della guerra nei frammenti e nef!li eoisocli diligentemente scelti, an– notati e divulgati dai giornali? Quanto, l'eroismo al– levato ed educato per la guerra fu pronto - tal quale - per la riuolu::ione? Quanti ·rra i « teppisti» !!ia– vellottieri i reduci delle alte gesta distrultive del– l'oasi? La materia combustibile si accumulava den– tro ed intorno alle anime nella miseria e nel dolore, nella crudeltà e nella violenza ...

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