Critica Sociale - Anno XXIV - n. 11 - 1-15 giugno 1914

Critica Sociale ~IVIST'.IJ Qll/N'l)/CIN.IILE DEL SOCI.J/LJSMO Nel Re_gno: Anno' L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. _10 - Semestre L. 5,50 DIREZIONE:Milano - Portici Galleria,23 - AMMINISTRAZIONE'Via•S, Damiano, 16 - Mil11no Anno X~IY- - N. 11 Numero separato Cent. 40 Il Milano,.1°-15 giugno 1914 A!Jli ,abbon_a.ti ritardatari Come ab~iamo a suo tempo annun_-ciato,gli abbonati che non han!'}O a:ncora rimesso l'im– porto dell'annualità ·:in corso, riceveranno di questi _giorni ,la rlseossione. pÒstafe di L. 8 per l'Italia e ,L. 10 per l'Este110. Ci affidiamo alla cortesia degli abbonati che hanno trattenuto finora tutti i numeri della no– stra Rivista, perchè le riscossioni siano rego– larmente ritirate. L'AMMINISTRAZIONE. SOMMAixlO Po liti ca ed Attua I ltà. u,i ~ Pm·tUo" ed u.ua "Economia Naz,01iale,. (IL VICE). Lt Cung,·esso detta ·confederazione generate d~t J.a,voro: o,:g<tntzza– ztone ope1·a,tcte Partito socialista: 1. La cr-tsl e l'oppostzlon·e ope,•aia; 2. La ·coope,·azio11ee la ,·esistenza (Prof. FÀusTo PA– GLIARI). G1ter,·Lglla contro la ·gue,·,·a (Dott. ALBERTO VEDRANI). Realtà e politica estcm (Pror. E. c. LONGOBARDI). Studi eçonomici e sociologici. Ii p,·imo MagLst1·atodel Lavo,·o: Giovanni Mo11tema1·1!11i (Pror. AN– GIOLO CABRINI). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. Statistiche poco consolanti: Jnfei•iorità àeWItalia netta dur«ta della vita media e dec,,denza fisica datla uasc.lta dette classi 1avorn– rnt,-,ci (STICUS). UN "PARTITO,, :EDUNk " :ECONOMIA NAZIONALE ,, No! Non tenteremo la difesa del Congresso dei nazionalisti. Codesto paradosso non ci attira. Nep– pure per ostentazione di cavalleria verso spregia– tissimi avversari. Procombano pure sotto i lazzi, le carote, le uova fradicie onde è salutato il loro imbecillissimo raduno: Dopo tutto, è giu«tizia. Per essere un partito· nuovo non hanno sofferto mai alcuna persecuzione; in fatto di persecuzione non conoscono che quelle da essi esercitate - vilissima– mente - sugli altri; p1,1rmò nati, sono già carichi di medaglie parlamentari .e di fiere risse intestine per accattarne altre. Per· essere un partito nuovo, non hanno conosciuto intransigenza, nè con la Sùburra, nè col Palatino; sono arrivati coi soccorsi della malavita e della sacristia", avànguardie dei preti che venivano loro dietro, retroguardie dei liberali 1blioteca Gino Bianco che si facevano da essi spingere coraggiosamente àvanti. Il giorno che essi, credendosi Oimai arrivati, si inardiscono sfacciatamente a professare il dispregio del liberalismo e la preferenza per il papismo ro– mano, giusto è, ripetiamo, che si rbvescino, sui loro cap,i sfrontati, -tutti i' vasi della indignazione dei compagnoni di ieri. Giusto è sebbene sia un poco comi00, clie i liberali i quali già lodarono e porta– rono ai sette cieli i nazionalisti come nomini di idee larghe e menti Sc·.iolte dai pregiudizi quando, coi loro _magg.iori, procedevano dal tradimento al sindacalismo, al socialismo, ecc., non sap-piano. celare la sorpresa per l'identità del trattamento che tocca loro. Ci sono molti proverbi che atte– stano èome la natura non si caccia neppure con le forche. Il temperamento dei nazio·nalisti non cùp.osce fedeltà che all'interno culto dell'ar1°ivism,o. (Bi– sogna pure usare questo onibile neologismo, chè .se si scrive ambizione, come la buona parola ita– liana corrispondente nél vocabolario, quanto si nobilita immeritamente l'idea!). Dopo avere gabel– lato se stessi donzelli della borghesia liberale ed arcieri dell'antisocialismo, i nazionalisti si procla– mano ora come· un partito di guerra al liberalismo, quale protasi rivoluzionaria del socialismo stesso (e c'è del vero!. ..) e di alleanza col clericalismo, che è il partito della tradizione, dell'autorità, della religione. Ora non è ciò nella logica della imita– zione francese, da cui derivano coteste scimmie barressiane, coteste caricature dei celeberrimi ca– melots du roi? Non è vero forse che il liberalismo borghese nelle sue origini• è un individualismo rivoluzionario che ha rotto tutti i freni e tutte le garantie dell'ancien régime, monarchico, feudale e cattolico? E non è vero forse che la reazione al liberalismo borghese radicale, una volta che non è il socialismo proletario, è la ristorazione ari– stocratica? Ora, ecco percbè il Congresso dei nazionalisti, se no,n trova difese nell'ordine morale, ne ha nell'or– dine politico. L'associazione nazionalista ha cessato di essere un'associazione, un club, per divéntare un partito. Il partito vuole autonomia e spira reazione. L'associazione invece era una coope– razlone di !,Jtudi, di propositi, di propaganda. Ognuno ne pigliava qualche cosa. Il partito cle– ricale i suoi brevetti di patriottismo, senza rinunzie sulla questione romana; il partito liberal~ l'audacia delle proposizioni antisovversive; il partito radi– cale, le giustificazioni del suo stupido libicismo; tutti i borghesi, l'antisocialismo. L'associazione era tutto, era nulla; era una buona comare presta a servire la borghesia in tutti i suoi bisogni men puliti, senza compromettere nessuno; ogni partito di fronte ad essa era se stesso, il partito conser– vatore, il partito liberale, il partito radicale. Tutti i partiti borghesi erano nazionalisti, magari affet– tando disdegno del nazionalismo. Ma se l'asso– ciazione cessa di essere l'associazione e diventa

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