Critica Sociale - Anno XXIV - n.10 - 16-31 maggio 1914

Critica Sociale fi/V/81'.II. QUINJJ/C/N.llLE JJEL SéJ.CIJ/llSMéJ Nel Regn~: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: .Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50 DIREZIONE:Milano -:- Portici Galleria,23 - AMMINISTRAZIONE:Via S. Damiano,16 - Milano Anno XXIV - N. 1.0 Il Numero separato Cent. 40 Il Milano, 16-31 maggio1914 SOMMARIO Polltlca ed Attualltà. Tm A11cona e Mantova (IL VICE). Un Cong,·esso ài tt-ansizione (Prof. GIOVANNIzrnoRDI). La 11ostra Finanza e l'ottimis1.110. àel p,·of. Cabiatt (xxx). . Studi econòrriicl e sociologici, Nelia nuova Cina; La terra e g!-1, abttanU: Gove,•nato,·i u1drb è àebi, to,·I schiavi (Dott. G. Bosso:iu). li cdpitaie àel p,·oietariato: I depositi nene casse di risparmio; Le partectpaz!o11·i agii uUU; Le az!o11i " ,•iscattabili; I teso,·i del qua,·to stato (Srrous). La ,·tnasclta proletaria e soclal-lsta in Russ-ia, I (EUGENIO OIARSKI). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. Fra Llbl'i e Riviste: Una grande ope'ra sul lavoro a domlclllo ("*) e Prof. ACHILLE L0RIA) - Il" compagnonnage" (si.) - "ça et là" di J. Guesde (st.) - Il" Capitale"' libro per li popolo (f. v.) - uri "Manuale.coloniale" (c. t,) - "La giovinezza di un Dittatore"' di Luigi .Messedaglia (Dott. ALBER1'0 VEDRANI). TRAANCONA E MANTOVA Nel Congresso socialista di Ancona è da distin– guere bene ciò che è forma e ciò che è sostanza: ciò che è letteratura, ideologia, enfasi e sbandieramento, e ciò che è politiea, azione, metodo. Sollo il primo 1·iguarclo il Congresso è stato qu/J.nto più rivoluzio– nar·io si possa intendere; sotlo il secondo aspetto il Congresso- è stato notevo-lmente rif ol'mista. Usi.amo ~uestc parole nel vecchio senso, sebbene sappiamo che il compagno G. E. Modigliani non lo vuol-e più, perchè, secondo lùi, questa nomenclatura antica non I'isponde nè alla presente concordia uni– taria de,[ Partito nè alle divisioni future; perchè, se queste si dovranno verificare, ciò sarà su basi inte– ram-ente diverse clalle passate, e, precisamente, sopr.:i i rapporti del Partilo socialista e dell'organizzazione operaia. Ma. poichè la frazione dominante continua a~I affcrmàrsi intransigente-rivoluzionaria, come una rnlLa - sebbene ora intransigenti sul terreno poli– tico siano tutti; e rivoluziona.rio nel coneetto barrica– lhc110, non sia nessuno o nessuno osi professar-si - ben è naturale che hoi, minoranza, continui-amo a chiamare con l'antico rtotne l'antica cosa della no– stra particolare concezione del socialismo, che è ri– voluzionaria perché è... socialista, ma non Lo ..è per– chè è concezione di un divenire lento, graduato, necessario, salient.e sopra scaglioni i quali non sol')o co!Locati o superati dalla nuda volontà degli uomini, ma dal succedersi incalz.ante delle condi1ioni econo– mico-storiche delle classi in conflitto. Ne viene per conseguenza che noi crediamo alla « rivo-luziona– rietà » delle riforme; e se ciò è, semplicemente, il socialismo, cessi ai danni nostri l'equivoco ·per cui l'antagonismo di ctasse, l'opposizione ai Governi di compressione e di reazione• si gab,ella per rivolu– zione, quaSIÌ intendendo che ciò non è l'iformismo. Uoteca Gino Bianco Storie! Il riformismo, quando è all'opposizione, lo è più energicamernte del rivoluzionarismo per la ra– gione pratica che la sua opposizione si accende del concreto delle ragioni attuali dell'opposizione che esso, adatta al momento storico con un tono che non ha la monotonia dell'astratto, del cristallizzato, dd- 1' eterno del!' opposizione a pl'iol'i e sistematica. E chiudiamo la parentesi ideale. La quale non è sLala una ze-ppa, po,ichè non è estraneo ai propositi di questo articolo ìt ved,ePe quanto. concordano o quarito discordano Ancona e... Ma·ntova. Ad An,conn, nel Co-ngresso ciel Partito• socialista sono prevalse a notevole maggioranza le direttive rivoluzionarie; a Manto•va, ne-1Congresso delLa Conf.ederazione del Lavoro,· quasi con la stessa maggioranza, sorio pre– valse Le direttive riformiste. Dobbiamo noi perciò seisnare un divorzio radicale tra l'organizzazione po– litica e l'organizzazione economica ciel prole-Larialo d'Italia.? Se ciò fosse, n,on sapnemmo concepire ,iat– tura più grande p,er l'avvenire del nostro Partilo. Se ciò fosse, tutta· la giovanile « rinascenza » ciel Partito•, di cui ci intronano anche troppo le orecchie le vanterie, rivoluzionarie (sullo slile di quelle na,io– naliste per la rinascenza. italiana a cagione della guerra), ci parrebbe piuttosto la sovreccilazionc cli uoa incipiente paralisi progressiva. , Per fortuna noi crediamo fermamente é.he.ciò non è: che la maggioranza cli,Mantova, sebbene non ri– sponda alla maggioranza di Ancona, n,e accetterebbe le hnee• politiche, quali sono state determinate dalla situazione generale del nos-1.roPaese, dopoché la guerra e il nazionalismo hanno più o meno concen– trate tutte le frazioni borghesi contro il proleLariato! Ciò si vuol chiamare intra:ns.igenza, rivoluzionari– smo, ecc., ecc.? e sia pure; certo il proletaria1o non può volgersi contro lutlo• ciò -- clic è s,em.pliccmelll.C necessario - solo perchè una frazio-ne ne vanta il privilegio e. quasi di ogni opposizione energica si crede cli possedere la priva•liva! E ne·ppure il proletariaLo, che non ha obbligo ili sapere di filo-sofia, si può dividere sul fatto che gli uni, i riformisti, dicono: per ora, e gli altri, i ,·i– voluzionari, dicono: pa sempre; quelli professando il relativo, questi l'assoluto, gli uni il contingente, gli altri l'eterno; troppo è naturale che al Congresso ogni indirizzo si prospetti sub specie aelemitalis. Ed è appunto per questo che il Congresso si tiene ogni due anni .. , Ma - ecco il punto -- forse quella « intransi– genza », quel «rivoluzionarismo» cli Aneonà impli– cano che l'organizzazione o-peraia debba uscire· dai suoi binari naturali, dalle sue proprie regole di viLa, che sono la gradualità, l'accorgimento, la consape– volezza· d'ei fini di ogni giorno della lotta economica di classe? Implicano la soggezione assoluta., siste– matica dell'organizzazione economica all'idea rivo– luzionaria del Partito ed al Partito stesso? Impli– cano che ogni agitazione debb.:i culminare nello scio– pero, che ogni sciopero debba tendere allo sciopero g.ene-rale, che ogni sciopero generale debba mirare allo sbocco in una sommossa, in cui si facòa l'edu-

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