Critica Sociale - Anno XXIV - n.2 - 16-31 gennaio 1914

CRITICA SOCIALE 27 di protezione di questa inferiorità, colmando, con un si~tema di nomi particolari, lo slivello della fortuna _-economica ai fini d'una vera eguaglianza giuridica, sorge sulla ·base delle differenze di classe, una giu– stizia di classe, cioè .... l'ingiustizia. li nuovo Codice rispecchia un certo desiderio di as– sistenza dei reietti delli:t fortuna, ma non la attua effi– cacemente, e I\ella criticà dà me fatta alla difesa istrut– . toria, alla custodia preventiva e ad altre deficienze nelle guarentigie dell'imputato si còntiene implicita la prova della scarsa valutazione della qualità di povei·o. Limitandosi a due i patroni del dibattimento, ~i è pure obbedito ad una ispirazione democratica, quella <li togliere agli abbienti il lusso di patrocini che i ta– pini non si possono concedere. Co6Ì considerata la limitazione che abbiamo, altri– menti, non del tutto approvata, merita qualche lode; ma che forse, colla riduzione degli avvocati psi ricchi, si assicura di più ai miserabili un'adeguata difesa? "Sino a che n"on_ si Iiit>dificrherà l'i(ltituto dell'avvoca– tura, chi è povero non avrà mai la tutela che gli spetta, e la miseria,· che costituisce una condizione · propizia all'infraziqne della legge, seguirà a costitujre un osta– colo all'equa applicaiio.ne della legge l)ledesima. Lo studio di un Codice in _relazione ai bisogui sociali, largamente intesi, importa, di per sè, più il rilievo dei difetti che quello dei meriti. · Ma la critica non è,, necessariamente, tutta censura, e una critica la quale astragga dalle possibilità con– crete per orientarsi solo ai fini ideali; guardi innanzi e non alle spalle, in un argomento, pari al nostro, è critica infantile o demagogica. Alla luce di tali concetti il giudizio sintetico sulla nuova procedura, è questo: che essa, rimpetto al" Co– dice cessato, integra un progresso: progresso, però, non proporzionati> all'attesa ed alle esigenze sociali, e, di conseguenza - conforme accade di ogni .conquis-ta tendente a conservar_si - inciampo a quel progresso maggiore che :si sarebbe conseguito se :si fosse prov– veduto alle mende del Codice passato con alcune mo– rlificazioni; addivenendosi, poi, ad una· riferma di. più largo e più profondo· respiro. È progresso la migliore architettura dell'intero co– dice, la nobilitata funzione del pubblico ministero, chiamato apertamente a tutelare gli interessi dell'im– putato; il concesso intervento della difesa nell'istrut– toria quantunque manchevole; la tenneoza a restrin– gere il carcere preventivo; l'abolizione del riassunto presidenziale nel dibattimento d'Assise ed il sistema di proporre la questione prima della discussione; un minor rigore coi contumaci; l'appello dalle sentenze di asRo- 1 uzione per i11suftìcienza di prove.; l'ordmamento del– l'istituto delJa revisione colla riparazione pecuniaria per taluni condannati ingiustamente; un gruppo di altre misure che non sap1·ei elencare succintamente, ma sono indirizzate ad una più sana attuazione degli $Copi del procedimento. Allorchè si pubblicò,· nel 1890, il Codice penale, uscì un volumetto intitolato: "Troppo presto,,, nel quale Cesare Lombroso ed altri positivisti sostennero che quel Codice era nato in un periodo di tran,iizione, in– nanzi che si fosse ma.turata la coscien.za giuridica for– mante~i al:a luce delle rinnovate teorie sui delitti è sulle pene. Troppo pl'esto, a mio avviso, :1i è pubblicato anche i•odierno ·Codice di rito, dato che non hanno saputo, i ibliotecaGino Bianco suoi redattori, valersi del materiale che avrebbe, forse, ·concesso una meno esile e paurosa riforma. La giustizia penai.e - chiudo il mio articolo come l'ho cominciàto - è un'arma assai primitiva·; è un po' il fucile a pietra in mezzo alla selva-dei micidiali fu– cili a· ripetizione. • Una giustizia pénale che sia " giustizia ,, non· può essere che grandomente costosa; essa aspetta una so– cietà molto ricca, o per più intensa produzione, o per più savia ripartizione della ricchezza, una società che meno sollecitando le cause dell'attività criminosa, potrà, nel· contempo, fornirsi del meccanismo delicatissimo, acconcio a cercare la prova della colpevolezza mate– riale e morale, commisurando, equamente, le responsa– bilità perdonali, ed individualizzando le forme della reazione sociale. ADOLFO ZERBOGLIO. Abbiamo stralciat,1 in opuscolo: DISOCCUPAZIONE E P LITICA SOCIALE DILAVORO Interr,ellanze del Gruppo socialiRta alla Camera, 5 giu– gno 1913; discorsi di Turati, Bentini,_ Quaglino, Samog– gia, Caln-ini, ecc. - aggiuntovi: La piattaforma eletto: rale dei socialisti. 72 pagine con copertina: cent. 25. FILIPPO TURATI CONTROLA FINANZA .DI GUERRA.. (Bilanci falsi .... - Come si chiuse la XXIII legisla– tura: L'abdicazione del Pa1·lamento - APPENDICE: Ana– lisi di due app_elli nominali), Opuscolo di pagine 48: cent. 15. Di ent1·ambi gli opuscoli, per 01·dinazioni di almeno 10 copie, sconto clel 20 'fo. (Presso 1;. Lib~·eria dell'Avanti! Via s:Damiano, 16, Milano). Lfl RICCfl GERMflNlfl Già alcuni anni or sono era passato su tutte le terre tedesche, improviso e ricreante, un vigo– roso vento di prima.vera. Tutti i popoli favoleg– giavano d'una Germania povera. La Francia: ecco il ,regolatore finanziario deL mercato mondiale. L'Inghilterra, coi suoi enormi capitali, con la sua insuperabile capacità nello sfruttare le immense colonie, col suo sottosuolo nascondente incalcola– bili tesori: ecco la n,azione più ricca. Tali le ve– rità d'allora, indiscusse e indiscutibili come un as– sioma euclideo. Ma anche Euclide, dopo ventidue secoli di dominio assoluto, vide repentinamente levarsi alcuni temerari, che ·presero a scuotere le basi del suo trono. Come non sarebbero potuti sorgere anche negatori del vecchio assioma intorno al primato fra le nazioni ricche? Ed ecco, 11uattro anui fa, passare sulle borse di Berlino e Franco– forte e tra i comignoli dell'industre Vestfalia e ·sui campi fertili· della Prussia orientale un vento di primavera, che portò a tut,ti la lieta novella, essere la Germania, e non la Francia, e non l'In– ghilterra, il paese più ricco del mondo, il popolo · a cui sorride il più slendido avvenire. N'è era sogno di poeta. Era un economista, uno di quelli che vanno per la mag@:iore, lo Steinmann– Bucher, il quale veniva a dimostrare, sulla base di cifre e come due e due fanno quattro, che la

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