Critica Sociale - XXIII - n. 16 - 16-31 agosto 1913

Critica Sociale RIVIST.!l QUINDIC/N.!lLE DEL SOC/.1/LISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno i. iO - Semestl'e L. 5,50 Lettere e vaglia an'Ufflcio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria, 23 AnnoXXIII - N. i6 Non si vende a numeri separati Milano, 16-31 agosto 1913 Pernecessità d'amministrazione preghiamo coloro, cui fu spedita in questi giorni sollecitatoria perchè in ritardo con l'abbonamento del secondo semestre, di volercene inviare l'im– porto con cortese sollecitudine. , SOMMAR.IO Polltlca ed Attualità. Bebe~ (LA CRITICA SOCIALE). Atta ,·esa àei conti: Cl·,·ça L'tdl'tma " truffa aU 'mn.er -,caua n giocala al tre volte b1io110p,·01etcwlato amb,·oslauo (NOI), Dopo "" 011110 dal cÒ11q1·esso di Reggio Emil'la .: Quel che pwsavamo e quel cl•e pensiamo (FILIPPO TURATI e LA CRITICA). . Studi economici e soclologlcl. Pens!o11! opet•aie obbligato,·ie: 111'genza e fac!tltà di soll1zlo11e del p1·oblema (AUSONIO LOMELLINO). La protezione legale del lavo,·o ·In Isvlzzern, IL Il ,movo diseg110 à! legge sul lavo,·o mite fabb1·Lche (e. m. ). Nel ciel-I della teo,·!a: 01,e ,cos'è H social-ismo ?, , 0 L'o1·gau!zzazio11e aal basso (f. p. ). I ·eEB-EL. Der erste im Rat und· der erste bei der Tat.... « Il pr.imo nel consiglio e il primo nell'azione ... ». Questo motto, che,· avulso, fa epigraf~, stralciamo dal vibrante necrologio·, che di lui scrive, con pa– role che sono laceranti singhiozzi, il suo grande vec– chio amico, Vittorio Adler, nel quotidiano dei so– cialisti di Vienna. Perchè è motto che, fedelmente, nitidamente, riasswne quel ch'Egli fu, così com'Egli, fedelmente, nitidamente, riassumeva in sè un po– polo, un vasto capitolo di storia, lo slancio e le con– quiste di due generazioni di combattenti; e quel po– polo era - è - l'avanguardia di tutti i popoli, e quel lacerto di storia era - è - l'annuncio, il pre– ludio, la concreta affermazione irrevocabile di una civiltà - meglio, della civiltà; di quella prima e sola civiltà non mendace, che ignora le oppressioni e. le smantella•, che supera e smantella i confini e le pa– trie : la civiltà socialista. Chi dice AUGUSTO BEBEL - chi pronuncia il no'rne del nostro morto di ieri - evoca, in quel no– me, tutto intero il proletariatq di lingua tedesca, nella sua più alta, più compiuta, più nobile espres– sione, durante tutto un cinquantennio: Lo evoca, in– sieme, e lo esalta. Lo evoca potenziato e sbarazzato dalle scorie; ne porge la idealizzazione, individuata e vivente. Sotto questo aspetto, veramente, AUGU– STO BEBEL fu << il primo»; il primo ed il solo, percltè fu il più fedele, il più completo, il più grande. Ma in cotesta idealizzazione, in cotesta « sintesiz– zazione >! purificata e pienamente consaµevole; il proletariato tedesco dell'ultimo cinquantennio è il proletariato militante ciel mondo intero. È il prole– ~ariato del~'oggi, ma è in?lt~e, molto_più, m?lto più, 1I prol~tarrnto del domani. E la storia che s1 è falla ma è inoltre, molto più, molto" più, la storia che si fa, la sto~ia che si farà, ciò che sorge, ciò che si matura, ciò che diventa. In questo senso - fuori d'ogni convenzionale retoriqa, - AUGUSTO BE– BEL, morendo, è éntrato iaell'immorlalità. * ** .Del socialismo tedesco, nei sessantacinque anni Ja che è nato, non fu scarso il corredo e il tributo della dottrina. Per lunga pezza esso fu, am,i, prima e sopratutto dottrina, pensiero, previsione, analisi, filosofia. Questo è nella natura della stirpe, e fu anchè _per il peculiare_ a_Lleggiarsi della vicenda sto– nca. d1 quel paese, lvi il processo, che caratterizza lo sviluppo del movimento -rroietario di altre genti - cli Britannia anzitutto. - parve rovesciato. Al– trove il fatto· precede; l'idea si genera da esso e lo nproduce e lo seconda. In terra teutonica l'idea è precorritrice; l'intuito fa da battistrada. E v'è come ~111 la!n1~0 d'ironia nel fatto tangibile, che, là dove 11 socialismo, con Marx, capovolge Hegel, che ave– va capovolto l'universo; in quello stesso socialismo Hegel, capovolto, si vendica, e fa che quel sociali– smo rispecchii l'imagine che esso ha più di tulle scl~ernita, e cammini esso pure a lungo sulla pro– pna tesla. Non bastò la rivoluzione, che scosse, nel '48, tutti gli Stati d'Europa, ma si amrriorzò nella dotta e dottorale Germania, quasi scienza e libertà si ne– gassero a vicenda; non bastò che il pensiero tita– nico del sapiente di Tré..viri squillasse la gran diana dci popoli oppressi, che il pensiero seguace di Fe– derico Engels riecheggiasse lo squillo. Era d'uopo, fu d'uopo, decorresse ancora un ventennio, e la guerra scoppiasse sul Reno - due volte deprecata e sconfessata invano da Liebknecht e Bebel in pie– no Parlamento della Germania del Norèl., onde poi l'accusa cli allo tradimento e l'internamento di en– trambi, per due anni, nella fortezza di Ubertusburgo; e fu d'uopo che il sangue e l'umiliazione e i miliardi di Francia consacrassero 'l'unificazione germanica, e i fa&ti del nuovo Impero, e fornissero il primo alimento al formidabile slancio del capil~lismo in– dustriale teutonico, perchè ~l virgulto socialista tro– vasse terrerio ed atmosfera per profondare le radici, ergere il caule inflèssibile e distendere in giro la ramaglia sempre più folta, la cùi ombra ripara tutta una gente e adug&ia e disc.olora, a mano a mano, le fulgenti insegne ctegli Hohenzollern. · La Germania feudale-borghese doveva nomarsi Ottone di Bismarck, perchè la Germania proletaria potesse nomarsi, a sua volta, Lassalle, Liebknecht, BEBEL. ·

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