Critica Sociale - XXIII - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1913

28 CnITICA SOCIALE gli uomini di « buona l> volontà « vogliano tutti lo stesso», e l'inv,erso - ossia il diverso - gli uomini dt «mala» volontà. E sebbene, per somma disgrazia, ciascuno ,debba p·ur operare fra ·altri uomini, ed en– trare nel meccanismo ·dei partiti, tuttavia, egli, per il nuovo contenuto da far valere che porta in ,sè, crea in realtà c,o.meun « nuovo partito>>. L'atto - arti•sti-co o politi•co che sia - è atto d.i libertà, atto di cre•a, zione. E, come nell'opera d'arte vive l'arte in univer– sale, nell'·oper,a politica vive la politica in universale. Chi agisce si, emancipa dagli schemi. E l'uomo po.Ji– tico, quando agisce, distrugge il partito, generando un paTtito. II quale è; dunque, uno schema; per l'in– dagine del sociologo; ed un risultato, rispetto all'azio– ne politica. Ma non più. Sicchè, quando oc,oorro ri– cercare « che cosa si, debba promuov,ere prati-ca.mente nel pr.oprio paese », il partito deve porsi da parte, se non si vuole che diventi un pregiudizio. E ohi- vuol servire «veramente » il proprio paese, non può pro– porsi il problema: « sarò io democi,ati-éo o aristooi,a– ti-00 .o socialista, ecc.? >>; ma l'altro: « promuoverò o avverserò questa o quella· riforma, q-uesta o q,uell'a tend•enza, ecc.? ». Tracciato poi il programma, sarà del tutto indifi,er,ente ,se esso coincida in tutto o in pa.rte con quello di qualcuno dei partiti esistenti. Se– non-chè, nella superstizione e nel contrasto dei par– titi, qualcosa di più gr.ave· -si ce\a: là lo-tta di da-sse: « concetto logicamente assurdo, perehè formato me,i,cè l'indebito trasf.erimento della dialettioa hegeliana dei, -concetti puri aHe -classificazioni empiriche; e prati– camente perni-ci-oso, perchè distruttivo della coscienza dell'unità sociale l>. Oi,a, questa coscienza dell'unità sociale bisogna appunto r.estaurai,e, sia ,contro il par– tito, sia contro, la classe, si-a altresl contro la pusilla– nimità degli assenti o l'ipocrisia di quegli altri, -che, so.Uo il nome d'interesse generale,· propugn,an·o inte– ressi di -categoria. - In conclusione, i partiti ,sono neoessad, ma nella propria J.oro -sf.era, «,come deriva– zione, e non ,come scaturigine, de,ll'azione politi-ca. La v-era azione politica richi,ed,e sempre un tra,rsi fuori dai partiti, per affisar,e, sopra di essi, uni.e,amente la salute della patri,a; e questo trarsi fuori dal partito è il sol modo di dar vita a un nuovo partito o di te– ner vivi quelli esistenti.» .. Queste ,cose straordinarie si possono leggere in un articolo di B. Croce, ospitato, il 6 aprii-e 191-2, d,al– l'Unilà di Firenze. Tanto più •straordinari-e, in quanto un po' meno di filosofia· avrebbe certamente evitato iI salto dall'uomo (~n astra-tto), il quale ben può << volere lo stes-so )), agli uomini (concreti), che non possono « volere lo stes– so )), fuorchè nel -solo caso che si a:nnebbiino e con– fondano, din;anzi ai loro occhi, le tante ragioni di di– scordia, fra i cui effotti, essenziale, quella « lotta di classe», che, anche ,senz,a l'« indebito trasf.erimento » di ,cui •S(}pra(e si può conv,enire), non ,cesserebbe, un istante da-Ilo.~convo.Jgere la presente « unità sociale » e dal ripercuotersi terribilmente nel campo della po– liti-ca. E, quando si consideri che un p-artito - non nel suo nome, bensì nel contenuto del suo program– ma - è, appunto, la valorizzazione po-litica di forze sociali, materiali o imma•leriali, na,turalmente -contra– stanti, •e che suo ufficio, perciò, non è « governare » - il partito muore proprio nel Governo - ma « ,agire sul Governo », in concorr,enw con .aJ.tripartiti: ufficio, dunque, in sua imperfezione,. «partigiano», comun– que s'ammanti e s'iml:>elletti; aHora si potrà anche 1·estare indifferenti al giochetto fil_osoficodella «deri- vazi.one » o della « scaturigine » dell'azione politioo., e riguardare, tutt'al più, lo scritto -crociano, non al– trimenti ,che come il oapitolo, onestamente trac-cia,to, d'un « Manuale del perfetto uomo politko - o del– l'ideale ,candidato al Governo l> .... E ,così ,anche s-i può spiegare - rispetto aHe cou– cré-te attività• politi,che - l'invocata « salute della pa– tri.a ». La qual,e, tranne che per l'elementare bisogno, materiale e ideale, d,ell'esistenza unitaria, non si sa che cosa· veramente sia, dal momento -ch'è -C<'>SÌ diversa, per ciascuna classe, per cias-cuna categoria, per cia– s-cun gruppo della vile JDateria umana. M,a tant'è. La filosofia, partita da un anima.le poli– tico «puro», giunge ,trionfalmente ad una « salute della patria >ial di là del bene e del male; e,· n'el ·suo fantasti,co << supèrarnento », la~cia sotto di sè paroochie cose_, che hanno l'unico torto di es-sere• una realtà. Il pm•tito della ,~1•ù1i. Attacoati anche dalla filoso.fia (.la quale di solito n:on· fa che sanzionare 'i fatti òompiuti)'. i pàrtitf devÒn dichiararsi 'vinti. · · · ' · · Allora è, d'ogni parte, un infuoeato, ·appello agli uomini di buona volontà - da quialunqùe partito ven– gano; di qualunque fede siano sup,erstiti, qual,e ,che sia stato il J.oro passato e sia il lo,ro presente _:__ perchè a.gitino e riso,lvano - · fuor d'ogni· pre,concetto ·poli– tico, -al d,i, là d'ogni suggestione d'interessi -concreti', nel mondo ideale dell'equità assoluta e gel puro a·mor di patria - i cc problemi della vita -italiana» ... · Sono, i: reduci d'ogni partitb, liberamente costituiti in << Comi.tabe di sa,lute pubblica », per v,egliare -sui destini della patria. E, ·oo,me il s·òttosuolo• di ques,ta è una mischia di bisogn,i di-sparati, d'interessi ·con– trastanti, di desìde,ri i-nixmciliabili, per ·cui l'utile degli uni è il dann-0 degli. altri, e il « bene » di questi è il «male>> di quelli·, e la «patria» der priini fa a''pugni con· la « patria)) dei secondi - essi, g•I'i'perbo,rei dell,a politi-eia.;riveleranno alle turbe aspettanti, in c:he co,sa stia il « bene » del,la « patria »: se, per esempio; nel liberismo o nel protezioni•smo, s•ein questa, o- in quèlla o in nessuna riforma tributaria, se nel suffragi-o ri– stretto o nel suffragio: unive•rsale, e cosi di •segui-lo: in qual modo, insomma, si, debba concepire• ed effet– tuare la «vera)) politi-ca dell'«'unità » •itaJi.aJRa, ... E, nato dal- fortuito incontro dei reduci, dei .profu– ghi·, dei ribelli-; oòde-sto « Coinitàto >> s'ingrandirà, f,ai~à proseliti, ·divenle,rà ·forse partito, nel fatto, e an-che nel ~eyrp,e,se il porne non gli ri,pugneTà. Sarà il « par~ tito d 1 eUa cri-si)). Che vivrà del male ,altrui, ma s·offrirà anche d•el proprio: per eredità' ,e per definizione. E•sprésse dalla « morta gora » deigli odierni. partiti, e trasmigrate leggère oltre le impurità e le lbtte· ter– rene, ,le anime sante s'in-oontreranno e si raoc0glie– ranno nel ,limbo della politica: donde lo-ro .giunse il primo richiamo, e• donde sperano di poter proi-ettare sul basso mondo i fasci luminosi, della propria sa– pi,enza immaoo.lata. Ma, passato l'istante inizi,ale, es,se assi•steranno con orrore - nel reciproco confronto, imposto dal dibattito sui diversi problemi della viÌa nazionale ~ al rinascere, dapprima timido e poi vi~ :ve.ce, dei y,ecchi « punti qi vista», sotto 1~ nuova -spre– giudi(,ata giornèa; al rivivere, sempre meno flebile, dei veochi interessi, sia pure del tutto ideali, e benchè dissimulatj dal fèrv,ente amor di patria; al riap•rirsi, sempre più 'profon,d.o, deUe vec-chie di.visioni e delle ,dilacerlzioni nòn mai rimarginate ..: E la loro sostan-

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