Critica Sociale - Anno XXI - n. 1 - 1 gennaio 1911

Critica Sociale ' RIVIST.ll QUI!v'lJICIN.llLE DEL SOCl.llLISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. ·10 - Semestre L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E., 23 Anno XXI - N. 1 Non si ven<le a ntt-n-im··i sepa1•ati Milano,1° gennaio 1911 AGLI AMICI. Sai-·emo gmU agli amici della Rivista, i quali, insieme all'importo eletta 1•innovazione dell'abbo– namento, ci invieranno indirizzi di abbonali p1·obabili, ai quali spedii•e, a nosti-o 1•ischio, numeri di saggio. P1·ezzi, combinazioni d'abbonamenti e p,·emi in fine clet fascicolo. SOMMARIO Politica ed Attualità. Glie fa1·e? (l'ror. o. SAI,v~;MINI). - Postma (I<'. 'l'URA'l'I}, JL voto obl!Ugatori.o (Prof. GINO BANl)INI). /.'er tct stamp(t 80/'eU(t (•,t*), Studi economici e sociologie!. /l SOCL(iltsmo e g/1, t11tellett1tali (}'F.:N:mco YELLA), L'm~cesapen}l(t11e11te clei p,·nzt: cause e ,··i.muli (Dott. C,1.i,;:00 Co;-.r.1j. Btbttoteca ai propaga11da. Pet 1111ovo mmo a'abbot1a111e11to. 1lfent1·e i giormtli ditf'ondono il testo del progetto governativo di riforma elettorale, richiamiamo l'attenzione dei lettori sullo studio esauriente del prof. GINO BANDJNL sul Voto obbli• gatorio, che hlseriamo più avanti. ll Bandini, di cui è noto il ncente volume: La Rifol·mo. elet– torale con la Rappresentanza proporzionale (Roma, 1910, Soc. Libt·. Ed. Naz.; L. 6), è il più specializzato in argomento dei nostd scritto1·i: Stralceremo anche in opuscolo questç,,sua cri– tica, colle aggiunte che l'autore - conosciuto il progetto del Governo - eventualmente vi aggiungesse. CHE FAl~E? Da Gaetano Salvémini riceviamo questo scritto. che è uu vigoroso squillo di battaglia, un preludio magnifico per la uuova annata della Critica; ma ci è auche prezioso perchè porgerà l'addeutellato e il destro, a noi e al Partito, di chiarire, oggi e poi, alcune linee fondamentali di indirizzo e di tattica. Se le notizie, che ne dànno i giornali, sono esatte, la riforma elettorale luzzattiana ha ben altre magagne che la obbligatorietà del voto. Ma.di questo discuteremo con agio e con elementi si• curi, quando avremo sott'occhio il testo ufficiale di quella che doveva essere la "grande riforma,, (1). In questo momento, più che attardarci ad esaminare i particolari di una riforma, che già· è stata, e giu,sta– mente, condannata in blocco, ci gioverà - speriamo - formarci un'idea chiara ed un programma preciao della nostra azione futura. (I) Il testo del progetto i.: dllfuso dalla Stef1t.nlmentre questo toglio \'a 111 macchina. (Nota èl:eua OJi.lTICA). Biblioteca Gino Bianco J!erchè chiediamo la riforma elettorale. La riforma eletto.aie noi socialisti la chiediamo, oggi, in ItaUa, non per passatempo o per dottrinarismo; ma perchè tutte le esperienze di quest'ultimo decennio ci banno convinti della impossibilità di una vera e pro– fonda politica riformatrice e democratica, flnchè rimanga immutato il presente sistema elettorale. Un paese, in cui, su 9 milioni di cittadini mliggiorenni, ce ne sono 6 esclusi dalle liste elettorali - e, di questi 6 milioni, la massima. parte è data dalla classe lavora·– trice - non può dare origine a una maggioranza par– lamentare riformatrice e democratìca - almeno flnò a quando resterà vera la teoria socialista della lotta di classe. Una Camera di 5·00· deputati, dei quali almeno 250 provengono da Collegi, in cui poche centinaie di piccoli borghesi affamati e intriganti, favoriti dal diritto elet– torale limitato, e organizzati in oligarchie camorristiche, sono padroni delle amministrazioni locali, ed eleggono il deputato con la missione ben precisa di piegare tuttt i Ministeri a strumenti degl'interessi e delle ingordigie delle clientele elettrici - questa 011.meranon può non essere uno spaventevole centro di infezione morale e·di parassitismo a danno dell'intero paese. ln questa Ca.mera il blocco dei deputati malfattori imporrà sempre le pro– prie esigenze a tutti gli altri gruppi politici; non sarà mai possibile nè una onesta politica conservatrice, nè una sincera politica democ1·atica. 'l'anto i conservatori quanto i democratici doVl'anno fare sempre i conti col blocco delinquente, che non è nè conservatore, nè de– mocratico; ma è apolitico; e passa con disinvoltura dai conservatori ai democratici, a patto che o gli uni o gli altri gli concedano il benestare e divenga.no suoi com– plici, almeno passivi, nella sua opera di parassitismo e d'immoralità. In un paese così sgovernato, nessun ri• saoamento dei costumi politici si può sperare, .flllo a quando una profonda riforma elettorale non permettlt ai partiti rinnovatori di rompere, con l'aiuto di forze politiche vergini, le clientele, rese oggi inespugnabili dal regime del suffragio limitato. Un paese, che è disonorato periodicamente da stragi sistematiche di lavoratori, perchè questi lavoratori, p•rivi del diritto elettorale, oppressi e maltrattati dalle oli– garchia amministrative, non hanno nessun mezzo legale e normale per manifestare il proprio malcontento, e sono spinti dalla disperazione ai tumulti di strada - unico mezzo di protesta, di t}ui dispongano contro l'op• pressione - questo paese non può sperare la tt'ne di una oramai troppo lunga serie di assassinii legali, se non si conceda alle moltitudini lavoratrici, col diritto elettorale, la facoltà di foggiare secondo i loro bisogni le ammini: straZioni loca.li. I'n un paese, in cui la classe lavoratrice si trova pò– liticameote spezzata in due: una esigua minoranzà, for•

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