Critica Sociale - Anno XIX - n. 24 - 16 dicembre 1909

CRTTCCASOCIAU: temp i, ru vagh eggiata clnlla C.:ommìssionoo da cui dove– rnno 1mssn.ro tutti gli alunni usciti dalle elementari, al– cuni per non t10gultaro oltre, alcuni por passare allo proressionali, altri al liceo d'ogni tipo. Ora anche la Commissiono ricono~co neceilsari almeno tre ordini di scuole postelementari, mentre ,;rl'insegnanti ne vogliono quattro, separando i ruturi alunni del liceo classico da quelli del moderno. I licei si somigliano molto; in rondo il liceo classico della Commissione c'era già nel progetto degl1insegnanti o il suo liceo scic11lifì,co non ò altro che il liceo moderno degl'inseguantl. La Commissione aggiunge quel tipo ibrido, intermedio, ch 1 ò i: suo liceo moderno col solo latino j una conce!lsione illogica ai classicisti d 111ua cultura classica senzn il greco. Nelle grandi lineo i due progetti si somigliano pure per quel che riguarda le scuole profe~sionali o nella riconosciuta nocessll.à d'una scuola popolnre postelemen– tare. Solo che quest'ultima. per gl'insegnanti consisterebbe in un prolungnmonto dell'attuale scuola. tecnica, per la. Commissione in un 1>rolungamento della quinta e sesta elementare. Perchè sia preferibile il progetto degl'insegnanti. Però, so } due progoLti si somigliano, c'è una profonda diff'erenza sostanzinle. I commissari - fra cui, se cl sono Dino Mantovani o Oiuseppo Plcciola, provetti della scuola secondaria, se e'ò Andrea 'l'erre, che fu tra i primi ad agitare con fervore la necessità d'un rinnovamento sco– lastico, ci sono pure parecchi profani - han compilato un progelto cho risponde piuttosto a preconcetti teorici che a nccessittl. pratiche, hanno voluto copiare spesso quel che e:-1\steva all'estero, preoccupandosi pili di trac– ciare un piano ideale che di formulare proposte di at– tuazione Immediata.. Il proporre un complicato ordina– mento lìceale 1 per esempio, ìmpllca clifHcoltà d'attuazione tali, che 1>aio110 fatte apposta per differire ogni riforma. Invece il progetto clegl'insegnantl ,·uol indicare non quella che dovrehb'essere in deftnitiva la scuola secon • daria, ma quella che dovrebb'essero Qggi, e quindi non comprende creazioni ex-nor:o, ma si ronda su modificazioni di ciò cho già esisto. Così evita il snlto nel buio della scuola preparatoria di cultura senza latino (la quale potrà forse essere il punto d'arrivo, nou il punto di partenza d'una riforma). Quanto ai due licci, ossi sarebbero, su p~r giì1, uno il perrezioua.monto dell'attualo liceo classico (pre– ceduto dal blennio suporioro dell'attuale ginnasio), l'altro dell'attunlo sezione fhilco-mnternntica degli istituti, con un anno i11più. r,a stessa scuola. popolare non sarebbe che la scuola tecnica attuale, o la scuola. preparatoria al liceo ela!'IS\co il primo triennio del ginnasio; 11iochè, in 1ieflnitiva, noi progetto degl'insegnanti verrebbe creata di snna pianta solo la scuola preparatoria al liceo mo– derno. Si comprendo quindi come quest1ultimo progetto possa attuarsi pili facilmente; ma, appunto perciò, è da preve– dere che il Ooverno preferirà l'altro, che vorrà cliro rinvio d'ogni riforma alle famigerate calende greche. Xol concetto informatore la Commi!ISione si è accostata molto, in questi ultlmi tempi, alle idee del Salvl'mini e del Galletti, che da essa uscirono fin da principio e che hanno trionfato al Congresso degl'insegnanti. Quindi ehi accetta Il pro~etto di questi non ò detto che ripudii l'altro; solo vuol dire che preferisco quello pi_ùsem– plice o meno co~toso, o cioè vuole sul serio la riforma <lolla scuola. Ù. A. ANDIUULLI. AbhilmHJ p11MJlicafo in opw~colo: Dott. GIULIO CASALINI IL COMUHE E LADIFESA 161EHICR della prima Infanzia. Cent. 25 (J>rcsso la CrUic,, sociale). LE ispEZioni sullavoro in Italia E i problemi che sse mettono i luce ~ ~- - Vnlcoolismo. Un altro cospicuo contributo porta la. pubblica. zione dell'Urflclo del lavoro alla rivelazione, o, diremo meglio, a.Ila conrerma <lì un doloroso fenomeno, ohe è più ditfoso di quel che si supponga o si voglia- rar ere• dere, e che da tempo, da prima ancora dello sviluppo dell'industrialismo 1 miete vittime e fa degenerare la razza, iu quegli angoli remoti della nostra campagna o dolio nostro montagne, che si presumono arcadica– monte immnnl dai vi:f.ldelle città.; alludiamo all'abuso delle bevande alcooliche. Oli accenni dei modici, nello inchiesto allegate alle Relazioni dogli Ispettori, no inducono anzi a raccoman– daro a.lPUfflcio del la\·oro di includere, nei questionari affldn.tl agli Ispettori alcuno domande relative all'abuso degli A.looolicl, cd agli effetti consta.tabili noi fb!ieo, corno nel lavoro. Xe usciranno, pur troppo, datl e notizie do– lorosamente ìntere3sautl, cho confermeranno l'allarme già lanciato da vart punti d'Italia da meclir.i e da ma• gistrati ( 1 ) e non dissimili da questi che stralciamo dalla pubblicazione obe stia.mo esaminando. li dottor Pietro D 1 Alesqandria ha visitato, in provincia di Brescia, il cotonificio ·Mylius In Villa Cogozz.:., lo sta– bilimcnto Ottolinì in Villanova sul Clisi, lo stabilimento Fellriuelli In Campiono sul Lago di Garda e lo stabili– mento Schianini a Calcinato, ed ha constatato che questi stabilimenti sono, dal lato igienico, in istato variamente socldisfaconte, che la cubatura ò in genere più che sur– flcientc, la luce abbondante, la polvere in generale non eccessiva, ma che puro in alcuni mancano veri e propri sistemi di ventilazione, o in uno di essi funzionano in uno stesso ambiento Io macchine a cui sono addette lo donne e lo cardo, 1la.lle qua.li , durante la pulitura, si solleva una vera. nuvola di 1>0lvore fluo e leggerissima che, penetrando negli organi reRpiratorì, vi produce lu speciale rnalnttia detta dei cotonifici o" tisi da cotone "; e, dopo aver deplorato il malvezzo delle operaie di la– vorare scalzo, ohe può esser fonte di danni non lievi 1 ha. esaminato le condizioni cli snlute delle operaie nelle varie località. E 1 l ha constatato che erano in condizioni poco buoue a Villa Cogozzo il 21,n °1,,i a Villanova. il u, 1 18 °lo; a Calcinato il 18,'lt> ¼; a Campione il t0,38 °lo• Da che ,ti pende questa notevole differenza? l~ceo le osservazioni del dottor D'Alessandria: « Le operaie impiegate nello stabilimento )fylius in Villa Cogozzo provengono, nella grande maggioranza, dal paesi vicini, Sarezzo, Lumezzane, ccc., posti tra i monti e privi di commercio. Oli abitanti attuali ri:len– tono tutti ì <launi prodotti dal lavoro delle ferriere, esercitato in altri tempi dai loro avi, reso più perni– cioso dalle abitazioni malsane e da una alimentazione a baso quasi esclusiva di polenta, e perciò insufficiente. Si «(!giunga che 1 negli o_perai,lauto maschi <_j_ua11to fem– mine, l'alcool.ismoè molto cli/fuso. Non mi è stato possi– bile avere dati precisi sul consumo del vino e dei li- ( 1 ) }'>]l)EftA1,JON>: ANTIA!.COOr.l~T.t. ITAI.IANA: L'alcoousmo Ì! 1111 P<'• 1·lro10 pe,· l'lt(lllal' - };(\Ilo per ourn 1\etl'Ufflolo del 1,1woro dclii\ Sootet1ì Umanltiirln. - llllano, 1900. (L, 1,r.o).

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