Critica Sociale - Anno XIX - n. 10 - 16 maggio 1909

Critica Sociale f ?IVIST.ll (J.UINfJICIN.llLE DEL S<JCI.llLIS/!10 Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Someetre L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufftclo di CRITICASOCIALE- MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XIX - N. 10 Non si vende a 1uc:me1·i se1m1·ati. Milano, 16 maggio 1909 SOMMARIO Politica ed Attualità. Il protllema fl11a11~larto del ,·<foi·mlsmo (C11,1.:,in:cu:RJ. u, /Jflse della <111tiJU011e mULtare (P. Noccmo). Il p<wtUo soclo/L1U1 alla prova: eegulio dCllfl 1>olcm!c1~ irn lo spese rnllltarl (1,A CRITICA SOCIALE). l'er lt osslc11n1zlon, di Stato: o. proposito della legge Inglese sulld pensioni di ,·ecchtalà lH, COSSOl,t:). Studi economici e sociologici. Per mm m,ova ltflfle 1111 le derltozum, e qU 118i d~ r,cq11epubblid1e (lng. Otus•:rl'Y. 0,1.\'AZZI). Verso U Pa,·tuo dl Gottr/lO~ (E. UERJARKLLI), - 1-'0sfUla (X'OI), Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. }'1·t1 /Abrl, Il Rh>,slt: Souoh• O fllosona (Prof. VITTORIO OSIMO). c,·omuo Scclale: Un trnttato Inglese por la paco lndt1atrH1.lc (Il.). Glovam,i VMlatL: 11ccro1og10 {e11.c.). ILPROBLEMA FIN NZIARIO DELIFORMISMO Il bilancio di arrricottura è fiorito di bei discorsi socialisti. Non di;ò che fo ssero tutti discorsi so– cialisti· vi trovai esa.lt ;a.te e piccola proprietà e mezzaclria e quella coo pera zione dei ceti medi terrieri, ov'è il germe di un " Cen~r? agrario ,, alla teùesca. Ma, in complesso, le cnt1che furono sa.vie e ben assestate, la struttura delle riforme propost,e solida ed ampia; i conservatori (vedi Co1·1·ie>·e della sera) si inchinarono, ed impensie– rirono un po' di fronte a questo tecnicismo socia– lisl;a.. Il bilancio della produzione nazionale è il nostro cavallo di Orlando. Mo, s'alza. Turati, sincero sempre. fino ad esser rude. R dice:" oh 1 la. bellaacadem1a! n; ma aca– demia solo se non si trovano i quattrini per le riforme. A 'questo punto l'asiuo, vanlon, il cavallo d'Orlando cade. Perchè non si vorrà passare come programma frnanziario dei socialisti la tesi, arrnstita al ~ole di tanti primi maggi, e rip1:esa_ pm: ie_ri_d~ Po– drecca: bisogna prendere dai bilanci mil1tan per impinguare quelli della produzione e cl~lla ?ol– tura! Altro che abolizione, e<l altro che ruluz1one di spese militari! L'idea del consolirlameuto e del nou aumt'nLo è già una tesi estremista 1 ora che la neni ala della guerra è passata vicina_ a noi ~d i Genos8en <l'oltralpe si preparano ad 11ubracc1are il fucile e mettere il mirto al Jrepi per una pas– se1r1riata a Mila.no. L'eretico consenso agli aumenti vol~ti dalla Commissione d'iuchiesta è penetrato nelle nostre file. A glngno dicevamo no; Bissala.ti opponeva, alla Camera, _I?-pregiudiziale finanziari~ e il dilemm;.t con le r1torme che costano. Oggi, onestamente, molti si sono ricreduti.. ~ se,_non mancanza di coraggio, ma senso ~qU1s1tod1 re– sponsabilità per il posto cui .il p~rt1to ha coi_nan– ùato trattiene alcuno <lat dire Il temuto si a.Ile uuo;e ~pese di guerra, si cerchi attorno '!'urati, conduca una picciola inchiesta personale, ed t1.vrà qualche risposta più conclusiva alla sua polemica striugente. . . In ogni modo, senza entrar ri,u1nel pelago m1- litaristo, egli 1 'forati, per primo, vorrà ammettere che la questione dei mezzi per le ri_fonne uouyuò contenersi nell'antico semplicismo. 1,: la questione più p;rA.ncl('<le!Pora. preseute. Ogni altra sfocia in lei. L'abbiamo visto pel dazio sul grano, l'abbiamo visto pel bilancio di agri~oltura; lo vediamo pe~· l'agitazione che oggi s'inizia per le senale e per 1 maestri. È arrivato il quarto d'ora di Rabelais del no– stro rif'ormiHmo verLale. Le cifre sono noiose. Eccone, a migliaia 1 nel vo– lume che pubblica la Ragioneria generale dello Stato rammoùeruando e rinfrescando <iati messi alla l 1 uce qualche anno fa. Sono i bilanc-.i del Reµ;Do ,Fitalia che ci sfilano davauti, dal 18G2 fino al 100 8. Cousig-Ùo la lettura di questo noiosissimo Ji .b.ro (I) come propedeutica. a. coloro che hanno le r 1iorm e nel sommo della bocca . . .. Ecco che cosa dicono le cifre. La storia finan– ziaria del nostro paese si può dividere in quattro periodi. . . Nel suo formarsi, il Regno ct'ltal1a aveva eredi– tato una somma di oneri effettivi di gran lunga maggiori delle risorse onde i _vecchi Stati .era.no capaci. Le ultime guerre. d'.iml1pendenz~ sp mser? su il disavanzo, che culm1no, nel 186G, m 721 _n~1- lioni. Si accesero tanti debiti, che il loro serv1z10 toccò di botto il mezzo miliardo annuo. I rimeclì furouo eroici: si presero i gravami fis?ali _prop1:i di ogui ex-St..'\00 1 e si estese~·o _a t~1tt1_gh altr.1, inasprendoli; si imposero nuo,:1 tr1bu~1s~1~ cot_tsnm1: si cercarono fonti tli economie nell u01hcaz1oue e uel riorrlinamento delle vecchie nmmi11istra,do)1i: si amputarono le spese militari, che, da quasi GOO milioni furono riclotte a meno di 200. Sono me– montbiÌi i provvedimenti pel pareg·gio, che Qui11- tino Sella fece votare nel 1870. li pareggio fu rag-giunt~ nel 1~75 ;_ e comi1_1cia il secondo periodo della finanza italiana. La_De– stra. cadendo nel 1876 consegna il bilancio npii\~ nu.t.~ sebbene corroso' ancora degli interessi dt!I debili che assorbono il cinquanta per cento 1lelle entrate effetti ve. Nei prirni tempi la, ~inistra. ~ntl_e a consolidare l'eredità., tassa11do gli zuccheri md1- geni1 rivedendo l'impost.a fabbricat,i, riforrna~do e traendo magg·ior gettito da} dazi do~anal~. _Ma, quando si entra negli sgravi,.~ 0;on l,abol1z10ne clel macinato si perdono 80 m11ion1 ali anno .11011 si sanno trovare compensi in un riassetto tribu– tario a, larga base; i bisogni delle amm.in.istrnzioni (') ll,.OIOS►:IUA Ot::o:R..i.u: IH:1.1.0 !iTATO (Comm. Bern11.rtH): 11 bl.· l(111rio dtl llt(IUO tl'lt(lll(I 1rt11li. IStl"f'i.d 11,11111;:l1,rj. dol 186".! al 1907-!J(),!/; un i•olu1110di Js, pag:lllc, eou tavole. nvm11, ti)). 1111.z. di G. llertero ~ l'., JtQ';),

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