Critica Sociale - Anno XIX - n. 2 - 16 gennaio 1909

Critica Sociale f?IVIS1'.ll QU!NfJJCIN.flLE fJEL SOCJ.flUS/110 Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. tO - Semestre L. 5,50 Lettere e t:aglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE- MILANO:Portici Galle ria V. E. 23 Anno XIX - N. 2 l'lon st vcu,le a. ·uume1·i se1><n°flli. Milano,16 gennaio 1909 SOMMAL'\!IO Polltlca ed Attualità. Glt l11,itg11amt11U dtl ltl'l'tlll0I0 (A\'\', M1:ucc10 RUISI O l,,1. CRITICA 80CIAU:) • .-:11110,·ao '" 1111·0: Il 1911"1 (l'ror. ltLCCUtl>O JIJ.CIII. 1A rJf.,,·mc, dtl/11 ltfl(Jt 811(1/i i11(0,·t111d, I. rornt fu Jlt'tp(l1·t1/(I /(I pru- /,t (1110111nllt dtll'onll1111111t11/o ftrn,rlar,o l}I" CO~TROl,l,OkE). Studi economici e sociologici. ln'tdt11IISIIIQ, (Jllt1JIW11~ l.,(1/c;wit(I t h1/El'lll!Ziom,u1m10: r6J)llca 1,L dott. Angelo neantr, 11 (.l'x.c). l,<I pullloNI dL 11dd11n11tult1111t11/0 11tllfl tfdtn1:io111t t/lg/1 i•ll"tlJll("tti. mtdf: rCl)llCa Al 11rof. l'. G. lloudolfo l'rof. n:uct: C&tl,UIICOL4), - Posti/I<• (l,A CRITICA • Filosofia, Letteratura e Fatti soclall. ,..,.,, Ubri e n•vlslt l,o al.Jltllzloul dtgll lrnp1eg!l!I u 11om11(.r. v,) GLINSEGNAMENTI DEL ERREMOTO Nella sua trngica violenza. il terremot.o ci ha. iuse~uato molle cose. Eccone alcune: 1) che l'uomo è lupo. L'unica organizzazione perfetta, che sia sbucata fra le macerie e le morti, iu conspetto delle gallonate insufficienze, ò stata l'organizzazione del delitto e del funo. Che ani• male rlll. preda. è l'uomo! Pensate, ora, a. certi hleali, non dirò auarcldci, ma sindacalisti di orga• nizzazione spontanea di interessi, senza e contro lo 8tnto. L'interesse di ogni ceto è il furto sugli altri. Noi dobbiamo essere, noi riformisti (sociali• sU, o no), i co,ise1·vatori tli Slalo; nel tempo stesso che ne vogliamo mutare il congegno; ~) perchè questo congegno, come e og~i, s'è rivelato, all'urto di una j..Yrandesorpresa, iosuf.fl– ciente e<l inetto. La burncrazia, da quella militare a quella civile - iu una parola, la macchina dello Stato - ha fatto fallimento. Fermiamoci su questa constatazione. che alle prime notizie non rolet:am,o credere, per un senso di dignità. Ma. ora è troppo certa.; e non ci resta che seguire Leonida Bissolati, il quale non si è prestato al gioco di uu picciolo antiministerialismo, ed ha. indetto l'esame di coscienza del popolo ita• lulllo. Sicuro: dobbiamo farlo; e brnciare uella piaga; ed essero implacabili Sùvratutto verso noi e ciò che ci ò più caro di noi : le uoslre idee. Nou è soddisfazione, ma sconsolata amarezza, ciò che proviamo nel veder confermate le critiche nostre, le accuse nostre contro l'assetto lmrocra- tico. :llanca qualcmia, molto, nel movimento; '/'1·a• ,·et rimane lui, anche davanti ;tllo sfacelo di ogni cosa. C'è stata una grande massa di forze sperpe– rata; le forze elementari non sono forse nrnncate; chi uon ha seguito col cuore gli eroismi dei po– veri fantaccini e di tanti oi:;curi contro la Morte? ì\la ciò rende più atroce il ri8ultato finale: le ago– nie di decine di giorni. <11 decine di migli1i.ia di vittime, che si ~mrebbero potute salvare. Una prima. naturale spiegazione colpisce i capi. ..-\nzit11tto è loro la colµa. Ciò che più è mancato ò la testa, che non ha saputo utilizzare i nwzzi, ha arrestato i soccorsi per formalitlt. miserabili da– vant.i la banchina cliYelta., ha lasciato cader di fame superstit.i e salvatori, meutre i viveri abbon– dovano nelle stive .. La pi,rnt.a•uomo non scarseggia a basso, ma, a certe altezze burocratiche, sembra non alligni. :Ma.e sia detto senza attenuanti per le deficienze in alto, che vanuo colpito, so .. rebbe un miracolo che tutto fos:se buono e vigoro~o fino ad uu certo livello, e più su degenerasse nell'incapacità e nella grettezza. No: la colpa è di tutti, giacchè è del sistema. Un fatto colJ)isce, doloro~<Hnente, nello sconvolto accorrere dei ~occorsi. I comnndanti cli tut.V(' 1 i capi ufficio, gli ufficiali hanno sempre sulle labbra la pnrola: u. nou ho ordini ,,. Nou è il cozzo di so– verchie e dive1~e iniziative, di enel'gie tutte in aziono: è l'ignavia, l'inerzia, Patten<ler ordini, il mrrncare d'i/1.f.:;iatica. E' tipico quel capostazioue di Firenze, the alla Scuula medica ,·olata è la parola; in 20 minuti quei bravi giovani hau fatto lo zaino) ,•ieta di prender posto nel diretto, perché non ha istnt– .:ioni, e fa perdere 2,t ore per arrivare a Napoli ; o,•e saranno altri indugi; ed altri - che strazio star lì con le bmccia incrociute! - davanti a Mes– sina. Quel capoistazione è nua figurn rappresenta– tiva. Io Pho incontrato a Hesiua nell 1 ernziune del \'e1:,uvio: cadevnno lapilli; si facevano sgombrare le ca$e; una folla iu delirio, con malati, fremeva alla stazione, PRssa un treno che non faceva sen·i• zio a Resina., o il capostazione nou lo f('rnrn, seb- bene fos::3evuoto: u. capiril., non ho ordini 1 ., Oh la mtilerletta paroht! Eccolo il grnn mostro della burocrazia, ohe divora forze eri impulsi, an– nienta l'individualità, crea gli automi. L'al>biamo detto tante volte, e ci avete accusato di retorica. }:, retorica ancora, dopo quE"lle decine di migliaia.

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