Critica Sociale - Anno XVIII - n.17 - 1 settembre 1908

Critica Sociale f?/V/ST .Il QUINJ)JCJN.llLE DEL SOC/.llLISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XVIII - N. 17 lrton si vende a nume,·i sepa1·ati. Milano, 1° settembre 1908 SOMMALxIO Politica ed Attualità. Blocco e 11011pth Ù/()CC() (LA CRITICA S◊CL\U:). A 1110' d'esempio (Dott. GIULIO C.\$ALlliil), s11,r,·aoto eletto,·<lle e " coscien.w potUica n {1 11·or. c1ov Asi.1 irnm.o:q1). lt mUital"i,JIIIO a1 pros1Hmo r·ongre.~so socl<ltlsta (,\llll.CARf: ST01tc111). lt soctrlli:J1110 ,·tcoslr11ttivo e u Co11g1·,ssodtt1<1 rtsisten::a (AYv. ~IEUCCIO TtUISI). 1,(1 legge s11U'tmign,zìo11e, I (J)ott. ATTILIO CAl)IATI). Il co11ato si11dac11llsta rU l 'arl.gt : lit un 1111ovometodo che 11011 è rmcor nato (AU'IU,:00 TAJ.A)\l~J). BLOCCO E NON PIÙBLOCCO Alcuni giornali democratici - in testa a tutti la Vita - ci hanno investito per i nostri ultimi arti• coli. li Santceno - cui fa da scudiero !\unico l!,,'trurio - ci tiene il broncio pel nostro linguaggio anti– bloccardo e, avendo l'aria rli considerarci come i trouble-fete della futura festa .... o festino elettorale, per poco non ci tratta da Bruti col relativo tu quo– que; accusa di cinismo (un bel caso!) la Kuliscioff per avere previsto un possibile atteggiarsi più ra• dicale di Giolitti, dovuto allo ii shloccarsi" ciel blocco, quasi avesse inteso affidare con ciò al Mi– nistro dell'Interno le fortune della democrazia e ciel socialismo in Italia; e, in una successiva requisi• toria, ci ammonisce a dirittura in nome della lotta di classe proletaria (che non è, veramente, o non dovrebb'essere, argomento di parte radicale), affac– ciandoci il fantasma dell'irreducibile intransigenza dei proprietari campagnuoli contro le Leghe ..... Confessiamo di non comprendere questi eroici fu. rari, che ci sanno - sia detto senza ombra di ma– levolenza - un tantino di artificio, e che non sen· tiamo affatto di meritare. Noi non siamo infatti partiti, nè potevamo part!re, dal preconcetto o dal dogma dell'intransigenza, per aprire una qualsi!lsi campagna contro un possibile blocco. 11 nostro at– teggiamento da troppo lunghi anni - anche contro nostri amici carissimi - è abbastanza noto, per salvarci da questo sospetto. Non fummo noi dunque, nè potevamo essere, a " denunciare " il blocco, pel· mandarlo in malora. Qualche mese fa, per contrario, scrivemmo pili di un articolo, augurando che esso potesse costituiL·si e profilando ceL·te condizioni che ci parevano utili al fine. Nou è nostra colpa dav,,ero se nessuna di quelle condizioni si è potuta avverare e se fatti nuovi - non determinati da noi, da noi tentati di 2ventare - agirono, a nostro dispetto, in senso contrario. Da modesti osservatori, noi ci siamo limitati a prendere atto dello condizioni cli fatto che avevamo sottocchio - come fa l'assistente in un laboratorio - senza metterci nulla di nostro, eccetto un tantino di rammarico. La verità, che nessuno vorrà seria.– mente contestarci, è che il blocco auspicato - salvo condizioni speciali di persone e di luoghi, per le quali abbiamo fatte le più ampie riserve - non si sarebbe deciso nè effettLLato; ed era quindi inutile, era anzi nocivo, annunciarlo e strombazzarlo, o anche htsciarlo supporre, coll'unico risultato di coalizzare più saldamente i partiti avversarì e di polarizzare il Governo in loro favore. Conveniva. inoltre inda– gare le ragioni di una tale situazione e procurare di trarre da essa, ad ogni modo, quei maggiori van– taggi che essa comportasse. li'u questa - unicamente questa - la nostra linea di condotta, i$pirata a un positivismo, ci sembra, non fanfarone, che piega alla neceasità delle cose dandosene ragione. Aggiungiamo che i motivi· del mancato blocco emergerehbero - se occorresse - come più nitidi non potrebbe desiderarsi, dalle stesse argomenta– zioni cli coloro che. se ne dolgono e che vorrebbero farne a noi una colpa. Un blocco fra partiti diversi - e che i Yarì par– titi popolari siano e debbano essere profondamente diversi, e non dissimulare la provvida differenza delle anime loro, il Saraceno ha pii, ,•alte strenua– mente sostenuto - evidentemente non può farsi che, o per una necessità di difesa, vivamente sen– tita, da un comune minacciante pericolo, o in vista di determinate conquiste, sulle quali, e rino alle quali, sia intervenuto l'accordo. Il primo di questi moventi agì prima e dopo il '98, determinando quelle Leghe per la libertà, quelle Unioni popolari, che soverchiarono tutte le avverse ideologie, s'imposero anche ai pili renitenti e raggiunsero lo scopo. Nes– suno più di noi avrebbe desiderato che H secondo movente subentrasse al primo, consentendo ai tre partiti un nuovo e lungo tratto di cammino con– corde. Ma - e questo è veramente il lato singolare e aggiungiamo pure, umiliante, di questa disputa - tutti coloro, in generale, che vorrebbero il blocco, e lo chiedono ad alte grida, e vanno additando in altri i capri espiatorì del suo non formarsi; tutti, o quasi tutti, costoro (eccettuiamo nominati\,amente il .Mo– digliani, il quale a ragione osservaYa nel Tempo di aver proposto il blocco pel suffragio universale .... e non viceversa!) sembrano non ,•edern nel blocco un mezz.o ad un finc 1 sibbene il fine a se stes::,o. Di un programma, cui il blocco debba servire, non si ac– cenna neppure, come fosse. cosa superflua. Lo stesso suffragio universi,lo (ed è naturale, <lacchè la sua adozione, come rivendicazione di prima linea, in– contra ancora tanto scetticismo anche nel campo socialista), quel suffragio universale, che pur poteva essere, nonchè la ragione, almeno il pretesto di una larga intesa di partiti, non incontra - nei partiti affini - neppure quel calol'e di adesioni che l'op– portunismo blocca.rdo potrebbe consigliare. Lo stesso Sciraceno, quando, deplorando quella che a lui pare " la tattica della sconfitta"' si dispone a specificare " la materia della vittoria "' di una pos– sibile vittoria comune dei partiti popolari, è co– stretto a trincerarsi in un' "idea generale"' cosi " generale " - e, aggiungiamo, così negativa - da parere a dirittura Pombra d'un'idea.

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