Critica Sociale - Anno XVIII - n. 12 - 16 giugno 1908

178 CRITICA SOCIALE Per scopi sociali si rallentano difficilmente i cordoni del marsupio governativo. Jn un disegno di legge, per molte parti egregio, che sta innanzi alla Camera per disciplinare con Uffici interregionali di colloca• mento le immani ondate della migrazione intera~, si stanziano .... 20.000 lire .. Ahi, spr12coni ! l\Ia le riforme che costano stanno alla porta. I~, accanto al bilancio della guerra, si asside, come dice lo stesso L:.izzatti, il bilancio della pnce sociale. La questione delle riforme s'innesta e disposa a quella finanziaria, sì fattamentc che non le potremo scompagnare nel momento dei comizì. [o denuncio ai lettori della Critica che il suo direttore sta cer– cando un ... me;,;zo miliardo all'anno, per impinguare il gettito delle nostre finanze e far fronte alle (t ri– forme che coatano 11 • Le scolte vigili del disavanzo gettano già l'allarme: la t:iolidità del bilancio è perduta e chiusa l'epoca delle vacche grasse. Vi ricordate quando - pochi anni fa - l'Italia si sentiva ricca a dismisura, e sembrava aversi solo l'imhaL·azzo della scelta nell'im– piego degli avanzi vistosi? Anche sulle colonne della Critica si cercò di avviare Ulm discussione chiara e lineare: " sgravi, o politica di lavoro, o riforme "? ma non attecchì molto . .Ment,·e il paese, eterno as– sente, non si pronunciava, una politica governativa miope ed incerta. lasciava cadere, goccia a goccia, gli avanzi; e li disperdeva per mille rivoli, insensibil– mente. Si sgravarono i farinacei, e mancò Perfetto ripro– messo pel caro vivere; si diedero milioni alla huro· crazia e non se ne affrontò la riforma rammoderna• trice, e non si accontentò nessuno; si impiantò una mole ingente di lavori pel Sud e non si poterono eseguire .... Tutto il beneficio di una situazione finan– ziaria eccezionale è stato spremuto in una semi in– coscienza di fini e di mezzi, senza trarne un'a somma proporzionata di hene. Eppure al potere stava un 0-overno, anzi un uomo, cui tutto era concesso. 1~ la responsabilità è in ragione diretta delJa potenza, 1 come diceva qualche vecchio giurista. Dovo trova.re il mezzo miliardo che Filippo 'J. 1 11- rati crede necessario al suo riformismo operante? 1 Potremo chiederlo ad una riforma fiscale? Ecco il \Vollemborg col suo progetto, rinnovato e rinverdito: è còmpito della democrazia esaminarlo. Paurosa in– trapresa quella di scardinare tutto un assetto tribu– tario, smuovendo pesi già adagiati, gravandone di nuovi, aprendo il varco alle illusioni ed al giuoco imprevedibile delle incidenze e degli approfitta– menti ! Ma lo studio si impone, sia pure per giun• gore a conelnsioni negative. E dovremo farlo, prima delle elezioni. Nè mancano programmi concorrenti alle riforme sociali che costano. Una parte viva della borghesia industl'iale, quella su cui Nitti riposa il i-iuo radica– lesimo o liberalismo di nuova lettura, vuole ancora la politica di lavoro. Ed ancora sette miliardi L'iticne nccessarì Maggiorino .Fcrraris per mettere piena– mente in valore il nostro paese, col completamento dello comunicazioni, col fertilizza1ìtc credito agrario, con tutto un insieme di provrndimenti di saggia exploitaUon. Potrà trovarsi un accordo ed una coin– cidenza immediata e parziale tra la democrazia SO· ciale e il rinnovato industrialismo, tra i partiti esfrelfli e un'ala. spregiudicata dei liberali? Contro l'una e contro l'altra corrente, ecco, si eleva la diga sbarrante delle spese militari, l'ipoteca pe· ren!\C di ogni attività futura. rnd ecco un nuovo pro hlcma che s'aggiunge ai tanti, fra cui le " riforme che costano ,, prendono una posizione centrale e do cisiva. L'ora s'RV\'icina; e deve essere di preparazione. Se non troveremo nelle nostre file pochi valenti - che afferrino il materiale d'idee flLLttuaute attorno a noi, e Jo lavorino con salda mano e ne traggano le idee-forze, i perni del programma e delle elezioni - potrà la democrazia dare le sue dimissioni. La voce, che si è elevata ieri 1 non appartiene alle nostrfl file estreme . .Ma Luigi Luzzatti 1 coll'impostare le pensioni operaie nel primo posto del bilancio della pace sociale, ci ha indicata una via. MEUCCIO RUINJ. DiscorrEndo dEI " monopolio dEll'uomo ,, Alla signora Anna Kuliscioll. I nostri lettori, che da tanti anni, o Signora, segui– vano con ammirazione l'opera vostra e da troppo tempo avevano quasi perduta la speranza di vedervi tornare alle antiche battaglie interrotte, mi saranno grati del– l'avenone offerto l'occasione. E questa non è poca sod– disfazione per me, non ostante le piccole frecciate che avete voluto lanciare al mio indirizzo; for!le pili che altro per un malinteso. Riferisco subito, per spiegarmi, quello che Voi, a un certo punto della risposta ( 1 ) 1 scrivete, e con vivacità forse più pungente della mia it·onia mascoUna: " Nessun piano di battaglia venne deciso. Appena, dopo i discorBi di forbito oratrici 1 si deliberò di preparare (?) le donne al diritto di voto. Sperò dunque il Congresso in una graziosa concessione del Parlamento maschile, subitamente commosso da una concione fiorita di Luigi Luzzatti, foderata da un discorso eruditissimo del ltirn· belli? Ah! 110n sono i gra1UU principi, le alte idealità, le sup,:eme giustizie: che determinano {e maggioranze, semP.re me(l1ocri, alle ,·adicaU riforme. Jt:, se mai, la prosa,ca 11ecessitàelettomle. ,, Perdonate, Signora; ma 1 a questo punto, leggendo la vostra risposta, io rui domandavo so meritavo di essere additato da Voi all'esecrazione di tutte le donne e dei socialisti galanti (che ora han trovato un duce" tagliato ad hoc,, in· Odòino Morgari) per aver affermato in tutto ti mio articolo quel che Voi - molto meglio certamente - in un periodo solo. * * * Già parecchi giornali, pur elogiando la u serietà ,, in- sperata delle congressiste 1 avevano notato l'assenza e il silenzio di una donna come Voi - rappresentante cioè un feminismo veramente pratico - ed avevano espresso il parere che forse di quelle discussioni non sarebbe rimasto altro ricordo che come di schermaglie eleganti. Ed io volli appunto mostrnre quanto erano state in– genue le donne adunate al Palazzo di Giustizia, se ave· vano cre1Juto di vincere le loro battaglie sen1:a.... com– ba~tere. E, se rammentate, ragionavo in questo modo: '' Il proletariato attende la propria emancipazione dallo proprie forzf', non dalle concessioni del capitalista pri– vilegiato. Gli uomini sono, di fronte alle donne, dei J)ri• vilegiati: ò possibile che, soltanto pei begli occhi (questa volta l'espressione non è ironica) di esse, si lascino spo gliaro dei loro privilegi? Lo faranno soltanto dinanzi a certi pericoli, per evitare dei guai maggiori. · Non è a. un dipresso la stessa cosa che avete eletta Voi? Certo, io parlavo da uomo e voi da donna, e<l è naturale che io vedessi anche il lato 11 estetico no" anti• estetico,, - a seconda ~ òi C<'Tte rivendicazioni fem– minili; ma dice\'O anche che questo genere di considera- (I) In c,-Utca SoctO/e do\ IO maggio. - Cll1odlt\mO vrmla an•amtco Andrlulll so Il dlfotto dolio spazio ol obbligò a rltl\rdare di una quln– dlclna o.nello l'lnserz!ono di questo. replica. (Nota detta CR!TIOA),

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