Critica Sociale - Anno XVIII - n. 9 - 1 maggio 1908

Critica Sociale fr/V/ST.1/ QUINVJC/N.IILE DEL S()C/.1/USM() Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L, 5,50. Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE- MILANO: Porllol Galleria V. E. 23 Anno XVIII - N. 9 ]fon si vende ,,. 1uune1•i sepa,•afi. Milano, 1° maggio 1908. AGLI ABBONATI IN RITARDO Nella qu.i11dici11a,invieremo la quita11za, a muzo postale ai pochi abbonati che, malgrado le sollecita– zioni, non inviarono oncora l'imporlo dell'anno cor- 1·enfe. Preghiamo la loro corfe8ia di volere possibilmente pret 1 enire l'invio - quauto meno, vogli(rno disporre pel pagamento o al fattorino medesimo, o all'Ufficio po– stale 11eltermine che sarù specificatouell'av1.:i.io. SOMMARIO Politica ed Attualità. L11 ltrn tletton11e: da que11to nl fuh1ro 1° maggio (►'11,11>1•0 TUR:\,TIJ. E'te1·110 femmi11ino co11qrt,slstn (Pror. F:1,1uco CAKUAUA). J.n crl,t dtt BOtiati11mo ma11tovn110: \'li. 1/ periodo stnclacalisla - Comt 1i 1/usciò u movtmwto tçouomlco - Jt Bl(Jtrt(lcato di urlt t•i.tlodt tltttorciU (Prof. 010\'A:-;"NJ ZIIJORDI). Studi economici e sociologici. Gli llld'lol(lU(l!iSU t /(I ltgl,l(u:ion,: att lavo,·o (Dott. E. IJAJLA). .lit/odi 111101,1 ntlln r·awtn:lont tcouomlca dtll't1Umt11lazlo11t (l'rofc&– &ore };. l!F.RTARt:Lu}. /'fil/i 0(/l"Cll'l t cnmo,-ra lltl lflll/011do stcl/i(mO (S. CANMARt;1u-Scun-r1). Filosofia, Letteratura e Fatti soclall. Il sodol~mo t Dio (Avv. OHJSEl'l'E RESSI}. So,:lall1mo CbltSt (AVT. ETTORE :lhRCIIIOLI). BlbHottca di propagcmda, LALEVA ELETTORALE l)a questo al futuco primo maggio. 'fratto tratto rifà capolino nei nostri giornali (anche l'altro giorno ne riparlava nell'Avw1ti! V. E. Modi– gliani) l'idea del suffragio universale. Esso è nella 1,.ruiu·cfarobadel nostro programma, come in quelli\ di tutti i partiti sinceramente democratici; lo si cava I fuori, lo si spolvera, gli si dà aria, se ne parla per alcune settimane o per alcuni mesi. ... e poi lo si ri– chiude, senza tro ppo far. rumore, dentro il canterano, con un piz:1.ico di canfora o di pepe per guardarlo dalle t arm e e potercene servire di nuovo alla prima occasione. t appena qualche anno, lo ricordo bene, c he lo si sciorinò per qualche t~mpo con particolare accn.ni- I mento 1 mettendone la propaganda in rapporto stretto 1 col sempre assillante e tormentoso problema rtell'f- I talia meridionale. F~,posta così, realmente la que• stione non è più soltanto un sogno di dottrinari, un oma~gio ai grandi principi, una cosa vuota ed in– consistente. Forse ò vero quel che !~ più riprese so- stenne, per esempio, il Salvémini: che il suffragio universale, almeno, e per cominciare, amministrativo, sarebbe il solo rimedio legale cd efficace per rom– pere l'incrostazione delle camorre parassitiche cho acluggiano tanta parte del hel paeso: un sostitutivo, assai più civile, malgrndo i transitori inconvenienti cui può dar luogo, della rivolta 1 la quale lo stesso Sonnino, dei bei tempi della Rasseg11a, reputava ine– vitabile a ridar pace a quelle regioni e a liberare l'rtalia dalla pesante zavorra di )[rdio grn, che rap• presenta il dominio di classe innestato, laggiù, nel tronco del dominio feudale. }.fo, eziandio quella volta, il fuoco cli paglia presto presto svampò. 11Mezzogiorno sopratutto, che avrebbe dovuto, nel pcnsicr nostro, rispondorc cou entusiasmo a!Pappello che gli volgevamo, se ne stette quatto e quoto, come non fosse affar suo. Ripresentare la questione negli stessi termini e nelle stesse condi– zioni è evidentemente confessare unn. spiccata voca• zione per il nohilo ma poco fruttuoso mestiere del pestar l'acqua nel mortaio. Da buon riformista (poichò è gfocoforza 1 orHmai, per intend1~rci 1 trangugiare questo brutto qualifica– tivo)1 scambio di incocciarmi a dar del capo nel mu1·0 o cli incrociare sfiduciato le braccia 1 ,·orrei in• vece cercare la ragione dei ripetuti insuccessi e in– dagare se non vi sia (lualche modo pratico di girare l'ostacolo per nvvicinarci alla meta. * * * Le ragioni fondamentali dell'insucce!:!SO evidente– mente sono queste: che, anzitutto, il suffragio uni– versale, amministrativo o politico non importa (il primo potrebbe anche servire di scalino e di tiro• cinio al secondo: qui parlo in blocco di entrambi), mentre è avversato, e si capisce, di\ chi detiene il poterc 1 non è apprezzato, non ò sentito dalla grar1 maggioranza di coloro che dovrebbero giovarsene. P: <li esso, un po', come dell'istruzione P,lementare, per la quale vale il p11radosso: che bisogna. possederla. per apprezzarla o desiderarla. E se, fra coloro che pure sono inscritti nelle liste, una metà all'incirca non si cura di accostarsi alle urne, e gitta Yia il di– ritto che pojsiedc come cosa inutile, ò naturale 1 ò spiegabile che, negli strati ancora pili rozzi, il va– lore del voto non sia quasi neppure sospettato. [noltre, gran parte delle clasiji intermedie, che, o per analogia di condizioni sociali, o per sincero spi– rito democratico, o pei vantaggi che potrebbero ri– trarre dal rafforzare le proprie falangi con un maggior numero di voti di lavoratori, sarebbero portate a dcsi– dernrlo, Yiceversa hanno però un certo v:tgo timore del " salto nel buio" che si farebbe con una im• provvisn. demolizione di tutte lo hnrriero che limitano il diritto di voto. Temono costoro, in fouJ.o, di lavo• rnre, colle migliori intenzioni, a favore deg-li an'er• sari; di fornire, oggi, una nuo,•1t materia. politicamente i:sfruttabile alla corruzione, all'intimidazione, n.lla coa– zione dei potenti, e così di ferirsi le mani colla pro• pria arme. L'iuooltura delle masso ò simile a un

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