Critica Sociale - Anno XVIII - n. 3 - 1 febbraio 1908

Critica Sociale 'RIVJST .Il QUJN1JJCJN.IILE lJEL SOCJ.IIUSMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50. Lettere e vagUa all'Ufficio di CRITICASOCIALE- MILANO:Portici Galleria V. E. 23 Anno XVIII - N. 3 J"tmt si vende a, 11.umie1·l scpa,,·ati. Milano 1 1° febbraio 1908. Ai ritardatari Rinnoviamo viva preghiera ai po• chi abbonati, che ancora non l'hanno fatto, di volere inviarci l'imporlo della rinnovazione di abbonamento ent1·0 la co1 ·ren.te quindicina. Ogni maggiore ritardo è fonte 1,, ~r noi di gravissimo incaglio ammini-– strativo. Proroghiamo -intanto a t1ttlo febbraio il fliritto llegli abbonati iu regola, ad avere con riduzione il nuovo libro di BONO.MI : \'ie nuove ilei sociidismo (L. 2,50). SOMMAlxIO Politica ed Attualità. ~ ll pi.it grm1de blocco,, (L.1. CRITICA SOCIALE), A11conlper l<11·tfo,·111aciel/li dt{fl1mazlone: 11ell'lmmine1r.:a <lei Con– gresso {Av\·. 1,_ G10.NA1',\ e J.'. 'l'u1u,rn. IA1 c1·i-81. dei socl.atismo ,mmtoi.:tmo: I. NtU'are1H1 delle /t11de11ze; imo SQll(ll"dO ,·etrospe/Uvo (l'ror. GIOVAXNI ZlllORDI). .-..·ociolisU e nazl.0110U.sU 11d 1·(1ppol'tl. «11stro-itaUcJ11i (,\.\111.CAltE $TO!l.CIII). (,'oncl11s/.011/. l.dUUc1ie di ww poltmlca j Se11011chè t'tdH/10 SI. UI/Cfi!l(I ... (Dott. ANOELO CRESPI O .-\\"V, ~;T1'01\E MARCIUOI.I). Studi economici e sociologici, "lt completo~: a pro11os1to della crisi do! domestici, lll (Une) (Pro– re11sor ALl•:SSANDRO LEVI). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. Il " /.!Ul"{Jheshmo ~ det .lfanzo,,i e MI Jll'OIIIC:J~/, SJ)O:JI. ~· I (l'rnf. l-'lm• lWCCIO not·F1). Crmwca .-:ocialc: 1nrurnazlonall opernlo (Prof. IUCCARUO IIACIH). " IL PIÙ GRANDEBLOCCO ,, Ora, a un tratto, il vento soffia nelle terga al più grande blocco: al .blocco nazionale, al blocco libe– rale, al blocco socialista-bot·ghese-auticlericale, che, nella vasta misericordia delle braccia infin:te, ac– colga - dal prete infuori - a un dipresso tutto ciò che ad esso si volge. La città dei fiori e la eterna città - quest'ultima con risonanze, che a buon dritto dpercuotonsi ben al di là delle Tomulee mura -– diedero prime J'esempio; pet· la breccia spalancata, i partiti, anche quelli dianzi J)iÙ schivi, fatti a un subito latini di manica. e di coscienza, sembra ane– lino ad it'rompere uniti con émpito nuovo. La spe– ranza affretta i Congressi, la minaccia forse appro– pinquedi le elezioni politiche. Gli ascari della Ca– mera elettiva tremano e si volgono supplici al nume Governo porchè abbia ad indire i Comizi, e sventi la nube che si addensa e li tolga presto di pena. Il " partitone economico ,., vede sconvolta la sua economia, non ancora ben delineata, seppure essa aveva virti\ di delinearsi un dì o l'altro. B.iescirà ad imbloccarsi esso purn, che già voleva essere un blocco, nel blocco pill grande? o diverrà, viceYersa, il piìt grande a.ntiblocco? I preti} i pretoidi, i mezzo preti e i quarto di preti, annusano inquieti l'aria, come bracchi cui la preda agognata sia per sfuggire. Valeva dunque la pena di rassegnarsi a tali e taute rinuncie, di ridursi tanto sciatti e piccini, di servire ,.;-li esosi n10dei·ati sulla terra come si sene il buon Signore ch'è in eielo, per correre il risica, poi, del– l'improvviso ripudio? Dal trionfo del blocco Enrico l•'erri, mentre s'accomiata dal vecchio pel nuovo mondo, presagisce a breYe scadenza il }1iuiatero radicale-socialista dolle riforme; al quale, dall'op– posto polo, ammicca furbescamente qualche rudere ciel '98 1 aspirante a riverniciarsi; magari - to' ! ohi si rivede! - la barba oracolesca del Marchese di Caccamo! Chi serbasse ancora qualche stanco rimasuglio di fede nella logica dei partiti e nella coerenza degli uomini pubblici, tro,•erebbe più di una ragione di trasecolare. Non fu dunque, nelle schiere socialiste, fino a ieri, fino all'ultimo Congresso di Roma, la formula dell'intransigenza fieramente accampata come ragione dì vita del partito e necessaria salvag-uardia dòll'ttvvenire? Perfino quando la gramola. della per-_ secuzione imperversava sulle nostre povere schiene o altri ci porgeva la mano; perfino allorchè, vinta la battaglia della libertà, le cose, più che gli uo– mini, offrivano al proletariato orga11i;1,zatoitnliano di pesare sulla pubblica cosa con tutte le sue forze più intelligenti; anche allora, sempre, una prngiudi– ziale scontrosa di verginità e di tremebonda pudicizia si ficcava attraverso; si negava, nella variopinta famiglia dei partiti, l'esistenza della ibrida varietà degli " affini,,, si issava come talisma,no il drappo 1.t rivoluzionario ", si gridava dalle bigoncie: " il po– polarismo} ecco il nemico! ., fn ogni caso, conqui– stata, al primo Congresso di Roma, l'autonomia della tattica, giammai fu suµposto cho essa ci potesse spingere A.I di là.delle chiostre dei partiti <l'~~strema ... Or, qual " fatto nuovo n è intercorso, quale nuova. situazione si ntfaccia, che debba farci buttare alle malvagie ortiche le cinture di castità, raccomandate così insistentemente, non nelle quarte pagine, ma neg·\i articoli di fondo dei nostri maggiori giornali~ n clericalismo, per fermo, non è oggi più temi– mibile che non fosse or fanuo dieci anni, al con– trario esso perde, di necessitìt, sèguito e vigore ogni giorno; la questione romana ò morta, sepolta e in• fracidita, o non sono un paio di Cornagg-ia alla Ca– mera che minaccino di risuscitarla alla storia, ossi che temono perfino il possibile costituirsi di un par– tito cattolico, apertamente. confessato, uell'aUla par– lamentare! Le consorterie moderate si spogliano -a mn.no a mano - sia necessità o furberia - delle vecchie rigidezze reazio.narie o cercano oelhL ma– schera del 11 partito economico " una decente par· venza di modornismo. Viceversa, è scornata la forza - almeno sull'indice del dinamometro p..tl'iamoutnre -

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