Critica Sociale - Anno XVIII - n. 1 - 1 gennaio 1908

Cri tic a Sociale MVIST.fl QUINfJICIN.f/LE JJEL SOCI.f/US!r/0 Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Scmeatre L. 5,50. Lettere e vaglia aWUfflclo di CRITICASOCIALE- MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XVIII - N. 1 Non, si vende a 11.1one1•i separati, MIiano,1 ° gennaio 1908. == Saremo _qrati n chi fin d'oro, insieme al/'i,11- porlo della rinnooazione deJJ1abbonamento, ci invierà ù1dù·izzi di abbonati probabili. 'Prezzi~ combinazioni d'abbonamento e premi, in fine del fascicolo. SOMMAl--110 Politica ed Attualità. li t11h1istro borghtSt dtlla di/tS(I ll(IZiOll(llt (1,A CJUTIC,' SOCU,LE). l'o:r m11t /tflfll rU si11c1,·1tù: la l'lforma dtl/n ltr,r,t 11111atesulla difr<J• 11/(IZl(mt 6 U pni(/tltO Zerboq/lo ffli.11>1'0 'rUkATI), Ltglslazkmt tocialè; J)el r11.seicoll 11rosslml (LA DIREZIO~t:). /.a • r11bblo1a famt ,, dtQli ltistgna,iU medi (.t. ,-.) /Ueo,·si ttorlci mm1cht8lt,Tla11I: 11\tlma replica R Ettore ~larehloll l)Cr lll liberti, del lavoro (Dott. A~m:1.0 CRESI'!). - l'08U//(I (1,A CIIITICA). Studi economici e soclologicl. ~ ll completo,.: 11proposito della orlsL del d(.Hnestlol, I (l'rOf, ALf!8· SANDRO U!\'i). FIiosofia, Letteratura e Fatti sociali, ("/iloccl,itt"t di vlAggio (Prof. F.SklCO CARRAIIA). Cronata Soclalt: l'rogcttt svizzeri l)Or l'aseleurazlone pulilillca conlro la disoccupazione (Prof. mcc,ucoo B.1.c.:111), H,bHottca i:H Pt'OP<l(ICHlda. Pri 111/Qi;Q fll/110 d'abbo11«mt11/Q. Il l'rogrnmma Soclnlistn di C. KAUTSKY - il ·volume lauto atteso e, per un cumulo di viceude, lauto ritardato - ,wn è pih u agh ultimi 1 , 1 ma è "' all""llimo ,, foglio di composizio'1e e uscirà imm<mcabilme11te 11elp,·ossimo (tb– b1Ylio.(Prezzo L. 3: pe,· gli abbonaU L. 2; cou 1.:origi11e llclln fo111iglla di ENOl::LS e i l>odici arnli di leggi ectc• ziounli dl Mt:111U:s-G 1 i tre 1rolm11i assieme, L. f>). Preghiamo i vecchi. committenti, che nel frattempo aves– se,·o mutato i11di1"izzo 1 a signi.ficat·celope1· evitare disguidi. Ili lVIINISTRO BORGHESE della. difèsu. nazionale li colpo di scena, con cui l'on. Giolitti semb1·ò effettuare d 1 un tratto un antico desiderato delle correnti democratiche, chiitmanclo un parlamentnl'e borghese al dicastero della Guerra, mentre ha de– stato, si può dire, unanime coro di soddisfazione in tutti i partiti, non esclusa la stampa militare che parrebbe dover essere ostile professionalmente i~ si– milo riforma, lascia noi, per converso, alquanto per– plessi, per un cumulo di motivi - non ultimo questo stesso universale consenso che voglia1110 soLto– porre all'esame dei· nostri lettori. Presa in sè, " nelle sfere dell'astratto,,, la riforma ha indubbiamente apparenza democratica e parrebbe persino temerariamente avvenirista. Per quanti - e noi sinmo del numero - JHIL' reputanto gli appa– recchi militari destinati a cedere sempre pii1 il terreno allo sviluppo della civiltà industriale, alle relazioni e competizioni civili fra le genti, all'i11ter• na... ,ionalizzarsi degli Stati e al disarmo gradualmente simultaneo, tuttavia. non pensano che gli eserciti siano già 1 hic et mmc, uu ramo parassitario o dis– se,·cato dell'-:i.lbero sociale, da p<.1tersi, in una sola nazione, troncare d'un colpo o lasciar infrac,iclil'e; senza dubbio tutto ciò che tendo a riaccostare Pesercjto al paese, a vivificare su di esso il eontrolJo del Parhunento, a. sott.rarlo a.I tanfo di chiuso e al muftido spirito di casta, è cosa degna d'encomio e cl 'i ncorag~iamen to. Da troppo tempo il Parlamento italiano, e di ri– flesso il µaese 1 lamentano l'assenza di una vera e propria politica militare. Non meritano questo nome i timidi ritocchi all'ordinamento dell'esercito, che i vari generali, 1rncceclutisi cinematograficamente in questi ultimi anni nel palazzo di via XX ettembre, si aforzarono di varare alla Camera, e dei quali il più concludente - quelJo involvente la riduzione delle ferme non superò ancorn gli scogli della discus– sione. Neanche sono "'politica militare II le generiche tendenze dei partiti - dallo schietto horveismo, che ò negazione di milizia, all'indefinito imperialismo, dietro cui si a1>piattano in [talia velleità affaristiche e stupide paure reazionade, a traverso dei luoghi comuni mit,ingn.i, pseudo•democratici e magari pseudo– socia\isti, che o tempestano cont ro le ntro cità della guerra, o riducono il problema. milita.re al conto della serva, quando puro, come certo alle gro irrn– dentismo, non do111a11da110 al tempo medesimo il dh1facimento dell'esercito e la. eonquistH nrmata di 'f'rento e 'l'rieste!.. La stessa t·exata qucestìo, posta dal Ricotti, dell1~ l'idmiione dei corpi d·armata, non uscì dalle chiostro tlelh~ discussioue fra tecnici, ri– mase una questione formale che non appassiona nessuno. L'inchiesta J)fU'lamenbne, onde gli ottimisti si ri– promettono il risanamento dalle Amministrazioni militari, nacque dal senso di di1rng'io che ciascuno avvertiva. uell'esorcito o iutorno all'esercito, dal so– spetto di errori grossolani e di mangerie, non dalla esistenza di un programma o dalla lotta di pro– grammi diversi, che abbiano bisogno cli più luce per affermarsi o pnwnlere. Una politica militare può correggersi 1 non nascere, pel fatto di un'inchiesta interiore. Pcrchè esista è necessario che i partiti che la. propugnano, che lo Stato che la deve attuare, abbiano prima un concetto preciso ed esfrim1eco - che nessuua inchiesta può dare dell!l. missione che si vuol nssegnure al paese nel concerto delle nazioniJ delle obiettive necessità di difesa. in terra ed in mare, clelht proporzione con la quale si in– tende che cotesta difesa gravi sul bilancio nazionale in rapporto agli nltl'i serviziJ e infine dei modi con i quuli •-- dati quui precisi obiettivi - si crede pii1 OJ)l>Ortunodi oi-ganizzarla. Così è che nel problema militare Ri dan di gomito, e maguri si urtano, tutti gli altri pl'incipali problemi, internazionali, coloniali,

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