Critica Sociale - Anno XVII - n. 22 - 16 novembre 1907

Critica Sociale f?IVIST ./I QU/NtJICIN./ILE tJEL SOCI./IUS/110 Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. i.O - Semestre L. 5,50. Lette,·, , vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XVII - N. 22 l{on, si vencle a nu1ne1·i sevco·ati. Milano, 16 novembre 1907. SOMMA[-IIO Politica ed Attualità. COutrovt,·stt dl metodo: GU aqe11U dd/0 Sia/o ai bi,vlo (l<'II,JrPO TU– RATI), L'orit11lam1mtot1uovodtl 11oc1au,1110: ctallo bozze di un nuovo volume {IVA.NOI!: llONONI), li blocco ,mt/.8ocl<llt,ta e U 1wo crudeltJ ae,Uno t m1 capitolo dell11, etorla di ne1nr10 l,!mllla, dedlOl\to at oovatorl del grande• partltu eoono,nlco n (Pror. OiOVAlOII ZIUORDI). Ctmfro 't)Ù)/tntl. (Pror. ETTORE t'.A.BIKTTI), .cnco,·a sui bU(mrLo dtllt 17rni1dl 11101100,·e (P. NOCCIIIO). Studi economici e sociologici. LO polfUca h1d11,ti-Wfe dtll• orga,1U::a::1A>ni OJ)U(lle (A\"f', ETTORE llARCIIIOLI). SOtklU•mo, lt(II" operai, , Pcwuto del lm:oro (O. llACDOSALD), CONTROVERSIE DI METODO (Gli agenti dello Stato al bivio) Fra giorni uscirà e sarà largamento diffuso uno studio– relazione di Demetrio Alati: Gli agenti dello Stato al bivio ('), che, trattando della opportunità o meno dell'adesione della E'ederazlone postale-telegraflca, e in genere delle organizzazioni fra gli agenti di Stato, alla. Coufederazione del Lavoro, o di una possibile trasfor• mazione della Confederazione degli impiegati, tocca, con molto fervore dialettico, delle principali questioni di metodo che tntereesaoo le organizzazioni, tanto dtii la• voratori del braccio, quanto di quelli degli Uftlci. Riproduciamo dalle bozze la prerazlone che vi ha premesso il direttore tiella Critica. .1Jlla110,novemb,·e 1901. CA.Ilo ALAT1 1 Le questioni da voi agitate in questo scritto - come bene avverte nel suo ordine del giorno il Comitato centrale della nostra Federazione, sotto i cui auspici esso si puhblicll. e si diffonde - soao questioni "di suprema importanza ,, per le organizzazioni dei la• voratori d'ogni specie, non meno rh8 per la politica generale del 1>aese. Si potrebbe forse rincarare. Aggiungere, cioè, che il vostro scritto lumeggia - sia pure di sbieco, sia pure con. qualche oscitanza inevitabile nei punti mi– nori - quella che ò la più grande questione latente dellà. vita social e contem pora1wa, quella dalla quale tutta la politica, attua.le e prossima futura, in qualche modo dipeade - be nchè ciò dalla grande maggio- ranza. non sia pcranco sospettato. · Invero, il problema sociale - la sintesi, intendo, ,li tutte le maggiori e concrete questioni sociali, in t~iò che hanno di tomuae o di iaterdipendente - il (1) Prono la F#Jerazlo11e po1tale-te1eg,·arrea•tei,to11loo, via Tomaso Qroul, 7, Milano. pt·oblema soc!nle 1 in quanto è problema vivo ed at– tuale, e non romanticismo letterario, non consiste già nella. descrizione, più o meno colorita ed indigaata, dei contrasti, dello iniquità, delle miserie fra le quali viviamo; meno ancom è il preciso quadro, necessa– riamente arbitrario o frrntnstico, cli una meno tormen• tata società avvenire. Esso ò invece, essenzialmente, l'esame, la ricercn 1 la oritiCll dei metodi pei quali le classi interessate muovono 1 o dovrebbero Il''~OYere, alltl conquif-lta di <iote::itoa,•venire. Il quale poi non è così predeterminato ed immobile - come un fatalismo o finalismo grossolano si po– trebbe figurare - che noi moviamo ad esso, estrin• secamente, come a cogliere un frutto già maturo, pendeate dal ramo. La struttura. sociale, in quanto è ~ià formata, è oggetto di due scienze essenzial• mente statiche, la sociolo~iu e la storia; si potrebbP. anzi dire che appartiene alla storia naturale in lar– ghissimo senso, o quindi ai grandi determinismi della natur a; ma i l moto 1 per cui la struttura so• ciale mano ma.no diventa. e si modifica, è oggetto della politica, scienza ed arte essenzialmente dina• mica, sottoposta alla. volontaria iniziativa e al con• trollo degli uomini, i quali sono al tempo stesso soggetto ed obbietto - causa, strumento e risultante - dell'opera loro. Ora, l'effetto, per definizione, non può essere straniero alla camHL;la forma del movi• mento non può riescire indifferente al suo risultato. Così il moto è anche formfltivo, la. conquista è crna– zione, e dai metodi, o.dottati per attingervi, dipende l'essere e il modo - oltr echò l'e ffettuarsi più o meno rapido - dell'avvenire socid.lo che si ha di mira. Il futuro, così, rientra. nel presente; è già, mentre aacora non appare. Anche in questo senso più ampio, può intendersi il motto, che in politica il movimento è tutto, e la mèta, il risultato, è nulla. Di qui la importaaza pre– miaente che assumono le controversie di tendenze e di tattica, che, cacciato dalla porta, rientrano ed ir• rompono sempre da tutte le finestre, a dispetto del• l'eclettismo semplicista e fuggifatica di quei rnetafi. sici loro malgrado, rhe s'industriano di relegarle negli sµazì interstellari, e piagnucolano di beghe e di perditem1>i, e trinciano che quello che preme è unicamente il fcire.. .. 1 m a ilt che mollo fare, ossia che cosa, percbè il fll.re non sia insieme disfare, strafare-, e dover cento volte rifare? Ed eccoci sempre daccapo alla questiono di metodo I 'l'antochè, per esempio, quella Confederazione nazio• nale del lavoro, che ò la vera protagonista di questa vostra Relazione, non è in fondo, essa stessa, che l'espressione di un attegj!iamcnto, ossia di un metodo. E procisamcatc, benchè ancorn un po' iniziale ed incerta, è l'espressione, cui la classe operaia lenta. meute si accosta, di quel metodo sperimentale e po· sitivo - antiaprioristico, antimotufisico, antisenti– mentale1 antiistrionico sopratutto - che non da oggi ci novera tra i suoi più caldi fautori; che rinnega, anche nel campo sociale, la teoria del miracolo, la superstizione catastrofica, sbaragliata già nella geo– logia e nelle altre scienze naturali; che tien conto,

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