Critica Sociale - Anno XVII - n. 4 - 16 febbraio 1907

B 50 CRITICA SOCIALE teste idealità e aspirazioni debbano - per tentare di intendersi - abdicare a se stesse; che gli uomini, convocati a questo lavoro, debbano appendere in an– ticamera, col pastrano, qualsiasi parte di sè. Non sarà Nnrsete il nostro capostipite, nè la dottrina degli Scopzii la nostra. dottrina. ~ allora, perchè adombrarsi a quei consensi che, all'adesione generica, aggiungano un pensiero che specifichi, una riserva che integl'i, un suggerimento che muova verso qualche cosa? Contro il clericalismo - che sopprime la disputa - muoveremo (e ci con– fesseremo così deboli!) colla stessll livrea? Il concetto, che è nel 1fanifesto, di respingere " il prete nella Chiesa ,,, fatta così, di asilo, qual fu un tempo, luogo di reclusione, sarebbe, a dire il meno, incivile, se non s'integrasse con altri, .nello stesso Manifesto indicati, che svelano di quello il signifi– cato metaforico. L'anticlericalismo moderno non può essere guerra di persona o guc!'rn. di caste; l'anatema nll'eretico - per quanto rovcscirtto - non può es– sere la sua divisa. Lo spirito religioso esce dalla chiostra. chiesastica e permea, di necessità, tutta quanta la vita. u Religione, cosa privata ,,, se non sia una formula politica, laddove esiste veramente religione di Stato, o piccolo espediente transitorio di pedagogia propagandistica, è un equivoco e un controsenso. Il prete intanto è formidabile, e lo è sopratutto dalla e nella Chiesa, in quanto ha con sè una diffusa mentalità religiosa che gli crede e che lo sorregge; in quanto egli, e l'istituto onde è parte, sopperiscono a bisogni di masse tuttavia sentiti, cui la società civile non soccorro ahbastanza; in quanto, infine, la sua azione si lega con determinati inte– ressi, li soffolce soffulta 1 si protende, direttamente o indirettamente, nei più delicati organismi della so– cietà e dello Stato. Il trionfo nostro sul prete si 11.nà allora solo, che lo avremo reso del tutto pa– rassita ed inutile; ed egli sarà nella Chiesa -- ma solo; uscirà dalla Chiesa - ma senza seguito di fedeli e di fedi. Il problema anticlericale è quindi vuoto, e delu– sorie ne saranno le soluzioni sperate, se non si af– frontino con essi tutti i maggiori problemi della vita o dello Stato moderno. J I problema religioso anzi– tutto, che di quel primo è come l'anima, e che più non bastano a sopprimere 1 al Iumo della critica mo– derna, nè il riso di Voltaire, nè le formule tanto su• perate del materialismo vecchio stile . .Indi il problema, 1~011 soltanto scolastico, ma della coltura popolare. La stessa " scuola laica ,,, se s'intenda come sem• plice soppressione del catechismo affidato ai maestri, è poco più di una parola, e la vogliono i preti più moderni e più colti nell'interesse religioso; o por· remo ad ogni insegnante un carabiniere alle costole 1>ervietargli, se crede, di nominare il suo dio? La scuola laica non è nulla, se laico non è pure il•cer– vello dell'educatore: la questiono si trasferisce dalle memcntari alle Normali o da queste alle famiglie e all'ambiente. Questione tli coltura, dunque. E che significherebbe la stessa avocazione della scuola allo Stato, se Io Stato, come in Belgio, si facesse esso stesso decisamente clericale? li problema è sopratutto economico. Chi pensi al profitto che traggono le nostre industrie lombarde dalla complicità della fede nel preparare le docili alunne dei sonanti telai; alla introduzione sempre piì1 alncrc delle suore negli opifìct 1 ove la legge ferrea dei salarì cerca nell'acqua benedetta una tem– pera nuova e più salda; non gli sarà difficile inten• clcre come il problema si allarghi, e solo da un in– dirizzo cli governo la1·go o sicuro, da un rinnova– mento della coscienza nazionale, possa gradatamente sperare soluzione. "Senonchè questi aspetti del problema, essenziali e profondi, mal si s,·elano nell1arnbiente dei Comizi e nello snodarsi dei cortei. Noi potremo op11orre cento nostre processioni, nelle cento città, a quelle dei preti: non avremo rinnovato o conquistato uno spi• rito. Non perciò sono da proscrivere: ma la nostra democrazia se n'è troppo o troppo' spesso appagata, e troppo, per questo, si è vista condannata ad un lo.voro di Sisifo, perchè non sia necessario di asse– gnare nl loro significato, alla loro importanza, ed alle nostre illusioni, un giusto confine. Saremo dunque " floreali ,,, perchè, più che dei fiori dipinti, ci preoccupiamo del frutto? Saremo meno fervidi in lizza, perchè avremo tentato, non di scalfire l'epidermide, ma di penetrare al cuore del nemico? Saremo "esitanti della vita,,? . .. Certo, vi hanno " cAitanze ,, che di ogni azione 1 non fatua, sono il presupposto necessario ed indecli• nabile. Sono esse che ci fecero noi. Quando il giovane scrittore clel giornale romano avrà aggiunto qualche .filo d'argento ai suoi capelli neri, e alla corona di articoli brillanti, onde giusta– mente va fiero, la coscienza di un'opera la quale, pur non creando brutalmente quei " fenomeni sto– rici ,, che sono così poco riduttibili dall'umano vo– lere, abbia almeno stampato qualche orma nelle cose d'attorno - forse riconoscerà di averlo dovuto a taluna di queste salutari esitanze, che lo avranno messo in guerra con molti o prima con sè. A. guidar genti per le strade battute - a pascere gl'cggi sul margine - mancano forse i pastori? Ap· punto, c'è il cattolicismo e bastano i preti. LA Cn1TrcA Soc1ALE. LE ELEZIONI TEDESCHE Com'era da aspettarsi, il risultato delle elezioni tede– sche ha provocato un'inflnttà di commenti da parte della stampa di tutto il mondo. li ratto saliente in questa bat• tnglia elettorale è stata (inutile la dissimulazione) la sconfitta della Social-democrazia II ai trionfi avvezza ,,. Quali le cause? Sllcondo quanto scrive Il Calwer nel Sozialistische Mo- 1,atshe{te del febbraio t 907 1 il partito socialista tedesco non poteva preparare, Impostare e condurre peggio di quel che ha ratto la passata battaglia elettorale. "Nel mi– sconoscimento della realtà, nell'attaccamento a conce– zioni tradizionali e in oggi divenute ra1se 1 nella critica Infeconda e puramente negativa, e, per conseguenzn, nella mancanza di una attività pratica e positiva, io scorgo lo cause essenziali che banno portato alla scon• flth. dol 25 gennaio ,. (confermata, anzi aggravata al 5 febbraio). I aoeiallsti tedeschi, scambio di penetrare al roudo delle questioni politiche, economiche, coloniall, intorno alle quali tanto s'è accalorata l'opinione pub– blica, hanno preferito dl attenerai al metodo dell'lm. pres1ionlsmo facilone e grossolano. La parola llm1ger– wahle,i (elezioni della fame) è stata la più ripetuta noi Comizi. Ma con qual fondamento, quando vediamo che l'innegabile rincaro nel generi di consumo ru ad usura compensato dalle mutate condizioni del mercato di la• voro? quando i salart, dal 1903ad oggi, eono aumentati in media dal 5 al 10 per cento? Tal che gli elettori operai devono essersi domandati: so I socialisti affermano cose errate su questioni che ben conosciamo per espe– rienza, ohe sarà delle altre loro affermazioni, di cui a noi srugge qualsiasi posslbilitò. di critica e di controllo? Simili criteri, per quanto consacrati dall'ortodossia e dalla tradizione, nella superftoialità. hanno dimostrato la loro impotenza. Cambiare rotta conviene. 11 Noi combat• tiamo la Chiesa cattolica a cagione del dogma delPin, fallibilità, ma nel nostro steeao partito s'è sviluppata un'ortodossia, ohe non può provocare che stupore in un organismo democratico del sooolo ventesimo.... La disol• plina di partito non deve impedire la manifestazione di vedute divergenti dalle formule ,fisse, che nella mente del più sono adat~e Il sciogliere tutti i problemi presenti

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