Critica Sociale - Anno XVI - n. 22 - 16 novembre 1906

CRITICA SOCIALE 343 Con una leggina di tre o quattro nrticoli si potrebbe rinnovare questa cariatide indefinibile e fttrne dav– vero una Commissione della difesa dello Stato: la qurdc, unica per lo studio dei problemi generali, si potrehbc poi scindere in due Sezioni, una pe1· la di– fesa terrestre e l'altra per quella elci moro; e per la parte finanziaria dovrebbe essere completata con finnnzieri scelti dal Parlamento fra i propri membri 1 coll'incarico di controllare la JJO,-tafa, fìnanziat'ia 1·eale d'ogni singolo progetto. A tale Commissione, del tutto indipendente dai ministri, potrebbe essere affidato l'incarico di studiare i grandi problemi della difesa nazionale e della organizzazione militare. Ed ai mi– nistri, che dovrebbero essere membri effettivi di tale Commissione come sono i Capi di Stato maggiore, 11011 resterebbe, nclht vera preparazione della guerra, che l'attuazione e il dettaglio. 'J 1 utto il rimanente peserebbe su enti o Uflìci permanenti. Questo sì che sarebbe davvero Puovo di Colombo e, quel che ò meglio 1 un uovo fresco e sano; forse poco digeribile per quelle 1!.'ccellenze che amano molto l'onnipotenza e lu strapotenza, ma assai gustoso per i contribuenti, che comincerebbero a viver tranquilli anche dal lato delle cose militari. * * 1+ Con una riforma di questo genere si potrebbe sta• bilire daV\'ero, e una volta per sempre, dove siamo e dove vogliamo andare .... e quanto costa il trasporto fino a destinazione. Messo al sicuro f>Cr l'avvenire, il Paese potrebbe forse nnche rasi:1t1gnar~ia sopportare, se vroprio ne• ce,r;,qario, qualche altro sacrifizio momentaneo per sanare i mali largitici dagli errori e dalla cocciu– tag-gine del passato: ma prima di tutto bisogna che lo si assicuri che non correrà mai pili il rischio di essere costretto o~ni tanto - per ripetere le parole del Giornale a' Jfalia - a provvedere in exlremi.~ con nuovi stanz.iamenti di hilancio a necessità, che già dn lung-o tempo avrebhno dovuto essere soddisfatte. Senzit questa o altra cquivalenle riforrua, tutti gli studi e le buone volontà non addurranno a nulla di huono, perchè ogni ministro che salo è convinto di saperla meglio e pilL lunga dì tutti gli altri e perciò ha. un programnrn. differnnte da quello del ministro che scende .... qunudv veramente hanno un pro,!!ramma e sebbene spesso sia preferibile che non lo abbiano. Al punto nel quale siamo, bisogna riconoscere e confessare il fallimento della nostra organizzazione militare o risolverci o a liquidare l'esercito oppure ad armarci di coraggio e lavorare di buona volontà per rendere possibili le tonto invocate rifo;·me 1 che do– vrrurno riportare fra le nostre armi, assieme ad una disciplinn bene intesa e moderna, la forza e la in– tera fiducia del Paese. P. Noccmo. LE SOUOLJ~ ALLOSTATO? F'ra i provvedimenti, per rialzare le condizioni econo– miche, intellettunli e morali del Mezz.ogiorno 1 vi era pur quello di togliere al Comuni l'amministrazione delle scuole primarie Jler darle allo Stato. Ma l'art. GOru respinto do.Ila Camera del deputati, e da ciò nuovo dìscu11sloni,recriminazioul o più viva or– ganizzazione per ottenere in uun. prossima. occasiono quanto non si è potuto in questo momento parzialmente avere. E cosl con maggior energia si va ora dicendo: se la plaga dell'analrabetismo alligna ancora In Italia con una percentu&le vergogno1m; se i maestri sono mal pagati; se l'affollamento nelle scuole, calpestando le tassative dls1>o'!lizioni della legge, infrange tutta l'attività. degli insegnanti i se mancano i fa.bbricati scolastici i se il clero cattolico esercita una nefasta influenza sull'insegnamento elementare, ecc., ecc.; tutto ciò si dovo al fatto che le scuoio sono affidato ai Comuni, i quali mancano spesso di buon volere, dì capacltà 1 di amore al progresso, di f~denella coltura popolare, di mezzi economici per espan• dere qucll'atti\'a o costante influenza, cho ò necessaria. per abbattere lo colpo dell'ignoranzn, coltivata in tempi che piì1 non torneranno. D'altra parte - si prosegue - colle scuole allo Stato, i malanni, che si lamentano, sarebbero tolti in breve tempo. Nuova energia s'infonderebbe in esse, nuovo sangue buono e abbondante nelle vene anemiche dell'or• ganlsmo scolastico, mentre s 1 innalzerebbcro a dignità di nltn. mngislratura e di apostolato l'opera e l'ufficio del• l'insegnnnte primario. 'futto ciò si va ripetendo. ~fa converrebbe anche con· siderare il rovescio della medaglia. Vedere se realmente si otterrebbero questl vantaggi e principalmente se la ,•ergognosa percentuale degli analfabeti verrebbe dimi– nuita quando lo scuole fossero ciel tutto alla dipendenza. dello St!lto. E dico del tutto 1 perchè oggi si dimentica troppo rncil• mento la condizione giuridica delle scuole elementari. Si dicono com1mali, ma nel ratto sono governate da leggi dello Stato. I Comuni, Infine, per tutto ciò che riguarda l'istruzione elementare, hanno legate mani e piedi; non sono che agenti, nolenti o volenti, di una volontà supe• rioro alla loro. Se le leggi restano lettera morta, la colpa non è dei Comuni, ma <lello Stato, il quale mal &I occupa degli interessi della nazione; antepone a questi, con troppa racilltlL e frequenza, quelli delle clientele impure, tra– scinando, uon solo l'Istruzione, ma tutto lo grandi forze dello Stato, in una rovina, che, fm qualche anno, sarà irreparabile. Jo non so quindi immaginare, con tanta miseria e flac· chezza di costumi politici, con trascuranze ed abbandoni cosl biasime,•oli, che cosa sarebbero lo scuole alla di– retta dipencleuza dello Stato, se questo Stato medesimo, per consuetudine e opportunismo di vecchia <lata, lascia correre senza provvedere e chiude sempre gli occhi 1 quando gli strappi alle leggi formano il costante e ap– prezzato sistema por governare. Su1>poniamoche le scuole passino oggi allo Stato. 11 Ministero della ldtruzioue, che si è mostrato fino ad oro. capace solo di disorganizzare tutti i servizi alla sua di• pendenza, avrebbe sotto di sè un esercito di cinquanta– mila maestri dispersi sulla snperfl,cie, uon piccola, d 1 ltal1a. Ogni maestro, per disposizioni tas.rntive di legge, non deve insegnon a più di settanta allievi. Ricevendo oggi in con• sogna le scuole <lai Comuni, il .Ministerotroverebbe che ventimila maestri banno un numero di scolari che su– pera il centinaio. Questa lagrimevole condizione costi-– tulsco la principale causa dell'essere cos} scarsi i pro– gressi dell'istruzione elementare. Che cosa 1>otrebbeadunque rare il .Ministero se, nel giorno dell'apertura delle scuole, rice,·e!lsoventimila telo• grammi chiedenti lo sdoppiamento dello classi? E, avesse pure a sua disposizione I ventimila insegnanti necessart, cho cosa farebbero quosti 1 senza altro aule, altri banchi, nitro arredamento: aule, banchi, arredamento cbo do– vrebbero essere da.ti da.irispettivi Comuoi~ Imperciocchò i fabbricati scoJagticl, ecc., ecc. (com'è del resto oggi anche per le scuole medie) resterebbero pur sempre a carico dei Comuni.

RkJQdWJsaXNoZXIy