Critica Sociale - Anno XVI - n. 15 - 1 agosto 1906

CRITICA SOCIALE Il senti1henlo e la 1·agione p(lrla110 un unico lin– yuaggio de11tro di noi. Il nostro (lire è ispi1·ato ad un tempo così dalla commossa vietà eà ammirazione per i JJllri e nobili martiri della gran patria slava, come dalla, meititatci e convintasollecitudinecleinostri stessi JJiÙ vitali interessi. Accogliete pertanto, o uomini (lel Parlamento del ropolo Russo, dagli uomini clel Parlamento d'Italia, il uostro modesto ma schietto pegno di solidcirietà, il 11()Sfrosaluto viù fervido di fratella11zci, il nostro au– fJitrfo più. entusiastico di v-iltoria. r,n Dnma ò IIIOl'ta. riva la Uuma, ! Viv;1 la libertà del po11olo russo! * .. Lo stesso uomo che pronunziò, per la l)uma, le pa.role fatidiche, che dovevano scandolezzare le ca– riatidi di tutte le diplomazie, disse, negli stessi g-iorni, altre parole, non meno augurali, non meno decisive forse per la storia dell'Europa e del mondo, quando propose 75 milioni di economia sulla ma– rina da guerra britannica, a p-tttto che la prossima Conferenza dell'Aja impegnasse a corrispondenti eco– nomie militari gli altri Stati. Il disarmo proporzio– nale - questo voto di tutti gli uomini e di tutti i partiti che sentono e deplorano il folle schiaccia– mento delle nazioni sotto il peso morto degli arma– menti, questo desiderio che risponde ai suggerimenti del più semplice senso comune, nell'intento cli sce– mare uno sperpero di forze altrettanto inutile quanto universale 1 e inutile per l'appunto perchè universale,– ha acquistato, sulle labbra del primo ministro inglese, quel carattere pratico, che invano avrebbe atteso dalle più generose proclamazioni dei Congressi o delle Ac– cademie. Campbcll Bannermann ebbe la grande am– hizione di legare il proprio nome all'inizio di quella \"era rivoluzione storica, che segnerà il passaggio deciso dalla. civiltà militare a.Ila.civiltà industriale. ]i'u ripetuto mille volte che l'iniziativa. del disarmo ~ la quale, nei decreti di monarchi, che hanno la violenza a. fondamento del loro potere, non seppe riescire sin qui che a una indecente commedia - non poteva, d'altro canto, venir presa dagli Stati piccoli o relativa.mente cleboli 1 non abbastanza in– fluenti e sopratutto troppo interessati. L'Jnghilterra 1 la na-zione che al tempo stesso è la regina dei mari e sta ancora alla testa della civiltà industriale e mercantile, poteva- colla più grande delle autorità - proferire la grande parola, e avvalorarla col– l'esempio. Nf> vale il sofisma, già affacciato dai no– stri fogli conservatori, che u l'Inghilterra lo può "' pcrchè, anche falcidiando i suoi armamenti nfllla propoi,,ta misura, rimane tuttavia sempre la nazione più potente sul mare. Perocchè è facile rispondere che un disarmo proporzionale - appunto perchè tnlc - non sposterebbe le forze relative, e che, se l'Inghilterra, pill potente, lo piu), le nazioni meno potenti e meno ricche, non che poterlo 1 lo clebbouo. Cessare da questa inconcludente ed estenuante emu– lazione, per la quale tutta la platea dei popoli s'in– nalza sulla punta dei piedi, credendo ciascuno così di veder meglio lo spettacolo, sa.rà vantaggioso so– pratutto per quei popoli che hanno le gambe e le reni meno resistenti. )[a perchè la proposta del Govcmo liberale inglese 11011 cada nel nulla e l'idea che la muove non rientri 11cll'utopia 1 converrà che tutte le democrazie degli Stati, che ne posseggono una, la facciano propria, e ht avvalorino subito con un'azione concreta, neHa. stampa, nei Comizi, nei Parlamenti, di pressione sui rispettivi Governi. I socialisti sopratutto, che con– dussero più attivamente sin qui la campagna anti– militarista - e spesso con procedimenti unilaterali e sentimentali, più atti in definitiva a rinforzare, colla paura delle classi dirigenti, quel militarismo che s'ingegnavano cli demolire - i socialisti avreb– bero essi il dovere cli combatt{~re in prima. linea questa grande battaglia contro la guerra non solo, ma contro quella pace armata che ha della guerra tutti i danni e nessuno dei vantaggi. Battaglia, in capo alla quale non v'è soltanto la demolizione della caserma., l'alleggerimento dej pesi fiscali, la neces– saria democratizzazione dei singoli Stati, necessitati a far sempre m.eno conto, per reggersi, dell'aiuto della forza brutale, ma vi è sopratutto, l'effettua• zione di un ideale, che è caratteristicamente proprio del pensiero socialista: la graduale, ma effettiva abolizione delle barriere nazionali, la confederazione sempre più larga e la sempre più intima fusione dei popoli : gli Stati Uniti dell'Europa e gli Stati Uniti del mondo. . .. Ha l'Ualia una democrazia, ha essa un partito so– cialista, che sappiano intendere questo còmpito ed as• solveri o con entusiasmo, con serietà e con prudenza? I.a nostra politica e:.ibalocca fra ]e competizioni pet-, tegole per afferrare i portafogli, la dosimetria pseuclomachi,wellica nel comporre i Gabinetti di coalizione, e le sterili beghe nei partiti che preten– dono di rappresentare e di anticipare l'avvenire. I socialisti sono pel momento seriamente occupati - e non potrebbero non esserlo - a sbarazzarsi del cancro sindacalista che gli si è sviluppato nel seno. Frattanto la moralità governativa è eloquente• mente simboleggiata 1 in questi giorni, nella grazia concessa., in premio del più obbrobrioso dei delitti, al recluso Petito, ad opera non del Ministero com– petente, ma della complice e istigatrice autorità car– ceraria o di polizia, più potente, a quanto pare, della stessa legge e del re. Chi ci scampa dal tanfo di tutta questa sozzura? LA. CRITICA. SOCIALE. LA TRAGEDIA RUSSA Il momento solenne, in cui il Primo Ministro in– glese, verso la chiusura del discorso inaugurale della 1•V 1 sessione de1la Unione interparlamentare per la Pace, tenutasi il 23 luglio nella storica sede del Parlamento britannico, porse il saluto ai sei rappre– sentanti della Duma russa e, sgattaiolando tra le convenienze diplomatiche, forte della fede nelle isti– tuzioni parlamentari, con felice parafrasi esclamò : Lei Dmna est morte, Vive la Dumal, non sarà facil– mente obliato da chi vi ha assistito. Non per nulla. molti occhi s'inumidirono; non per nulla la severa e aristocratica assemblea dei seicento delegati d'Eu– ropa e d'America s'alzò unanime al saluto e all'ap– plauso, mentre i sei delega.ti , oppressi dalla interna commozione, gravemente s'inchinavano a ringraziare. Giammai parto di libere istituzioni fu più faticoso cd ostinatamente oppugnato e giammai fu esso con più ansioso affetto spiato da tutti i popoli liberi, o salutato da più augusto e rappresentativo consesso. l~ come la manifestazione non bastasse, ecco i rap– presentanti più autorevoli del mondo giornalistico, politico 1 letterario e scientifico inglese firmare un indirizzo, a cui si invoca l'assenso di tutta la Na– zione, e in cui si leggono queste parole dirette al presidente della disciolta Duma: u Noi, sottoscritti membri del Parlamento, d'istituti municipali o scolastici ed altri cittadini inglesi, deside– riamo, alla chiusura della prima sessione del Primo Parlamento russo, inviargli un messaggio diretto di sim• pat.ia e rh1petto. La nostra stessa storia ci ha inaegnato che il regime rappresc11tativo o la libl'rtà personale sono

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