Critica Sociale - Anno XVI - n. 8 - 16 aprile 1906

Critica Sociale fr!V!S7'.fl QUfN1)JCfN.f/LE' DA'L SOC!.JIUS1lf(J Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno [,. 1.0 - Semestre l,. 5,50. Ltltere e rnglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E 23 Anno XVI - N. 8 .Non si vende a. 1w,11uwi se1xu·ati. Milano,16 aprile 1906 SOMMAR.IO Attualità. 111 (/lft~II (if Mlii C:tllltfU'Q (!,.1,. Cll!TIOA SOCIALI'.), \'AIUZI.A.Si), 'I'm·t11f() t 1(11"111/1 (P1•or. I.•• \I. ROTT,\Zll). Le ttgql ptr i profu1101·i stcoml(wi (.t', y,) Studi sociologici. Sodull,11110 qf11rl{hro: :,, la C'OllctZi.Ollt dtl ,lft11(J(!"; 6. Crlti((I dtlW COllct:IOllt lltl .\Jr,1qn·; i.11dicW11<r/i.'<IIIO t c:Ollrflii;l;;mo; llhtrttì t ,01wartttù {l'rof. FRAsc•:sco co-.•;sT1s1). J p1·utdtt1tL 11tol°ili, dei ltrUfumlo aletll<mo, I\'. 1.1, ,·1rol11:io11t f1·m1- cest e 1'111111(1 1//0l'(/ (S. C,UIJtUKt:IU-SCUIITl)- Filosofia, letteratura e varietà. /J/tdtllllsmo e socUrllsmo (Av\·. (l1i.:1rn1•n; 10:!i81). l-'1"!, l,ibrl e lilVL:Jft: " [clcnllS!llO e fc(l(l ~ (An. ~:. ~IAHCIIIOl,l. - ~ 8tor!n llOllll. filosofia 111odcnm ,. di I/. lliiOdlll{I (.\. ltOLLA)– /J,b/lotecn cH p,·opngtmda, IN DffESA DI S. GENNAUO È assolutamente vero che, fra le due eruzioni che ci contristarono in questi giorni - quella del• l'ipogeo vesuviano, e quella dell'ipogeo psichico delle popolazioni viventi in e atton10 a Napoli - la secondo. dee sembrare, ad ogni spirito moderno, più triste, più umiliante, meno riparabile della prima. I,e lave della superstizione, il lapillo e le cen eri di u n antropomorfismo peggio che infan– tile, tut.ta quella scoria mitologica balzata su da.– gli strati geologici dello spirito umano più pro– fondamente sepolti sotto le alluvioni feconde del pensiero sperimentale, eruttata dal cratere delFa– nima partenopea quasi a sfida ed oltraggio della civiltà e della storia; quella esaltazione del feLic-– cio, quelPorgiastica gazzarra di credenti nella stregoneria. e negli scongiuri, iuvocante aù alte grida dalla taumaturgia del miracolo l'aiuto che nessuno sapeva chiedere alla virtù silenziosa etl operosa delle proprie braccia e llel proprio cer– vello: tutto ciò non era me(lioevo, tutto ciò an– ela.va ben al di là del misticismo e della scolastica., risaliv a alla mentalità primitiva delle tribù di selvagg:i ormai scomparse in quasi tutti i conti– n enti. Era q uello il disastro più vero e maggiore, il disast.ro e il delitto permanente ùel nostro p aese. È il retaggio del Mezzogiorno'! Se fosse, uou scemerebbe la colpa di tutti. L'ltalio, fu unita, e sarà presto mezzo secolo, per essere, si disse, re– denta. in ogni sua parte . .i\Ia <li questa stessa mi– seria, di questa stessa accidia e feticismo e mu– sulmanismo morale, Napoli oggi, la. Calabri,\ ieri, il Mezzogiorno sempre 1 non sono che l'espressione più clamorosa. ed ingenua. 1 0n ogni regione lu.\ la fortuna. e la maledizione di possedere u11 Ve- suvio 1 uno Stromboli 1 un·Etna 1 di riposare su ter– ritori vulcanici; ma il terremoto si spinge tal– volta ben al di là. de' suoi paesi d'elezione o d'origine; ma le piene dei nostri fiumi della valle del Po non sono meno feroci e devastatrici delle correnti h\viche e delle gnindini anle11ti che di– strussero i mandorli e i vigneti di ;\fonte Somma. E noi saremmo menzogneri e spa.val li se asseris– simo che Puuimo dei nostri contadini settentrio– nali sa opporre a questi rovesci una resisteuza, più intelligente e più salda di quella dei miseri .lbita.tori ilei Yesuvio .. \I disotto di un certo Ji. Yello di ngin.tezza e di coltura, il Mezzogiorno è da per tntt.o in Italia .... Gli è che rla per tutto le canl-'lesono le mede– sime. ti Gennaro, nelle sue riv1.\lità bottegaie collt\ propinqua sant'Anna e col casigliano san \'incenzo, dftto ()' monacone, sari~ più canoro e chiassoso, com'ò il costume di sua gente. Ma i nostri rustiùi santi e le variopinte madonne dei nostri taberna– coli campestri non si accaniscono meeo gli uui contro gli altri, e tutti insieme contro il pensiero e l'attività intelligente dell 1 uomo. Xè le nostre classi dirigenti li alimentano meno di sotto mano, se anche non osano, da noi, i principi (lei sangue prosternarsi alle ampolle della sacra truffa, o i ~=:sYi~~ il s~~:1:c~·os~~l ~:~~:~o lo~:r;ere in pro- I nostri moderati del Nord, che si pretendono tagliati all'iug-lese, si cuciono ai preti nelle elezioni e ne pagano il voto col catechismo nelle scuole, collo stupro intellettuale dei fanciulli del popolo, col dispetto alla scienza e colla instillata. fede nel miracolo. Data la quale, i lazzaroni di Santa Lucia e <li Piecligrotta, le clonnicciuole di Vicaria e di Basso Porto, hanno almeno per sè la invincil.iile virtù della logica. A che prò il sel{-helpis,,w, se le po– tenze misteriose antropomorfiche, che la prece di• sanna o propizia., possono pigliarsi g-iuoco d'ogni nostro ijforzo e sbaragliare con un soffio ogni no– ~Lra <li fesa? }~ perchè, per compiacere a Honnino ed f\.l He 1 lddio onnipotente sarà così tirchio da pretendere, per aiutarci, che ci aiutiamo da noi? Queste eruzioni di consigli, di ammonimenti, lii rimproveri al popoliuo di Napoli, che dilagano pei uoi:itri giornali 1 ci sembrnuo pertanto un <lo– rumenlo magnifico ili aridità morale e cli intellet– tuale impostura. Destinate a coprire le colonne di carh\ nelle quali si ostinano a non comparire le sot– toscrizioni per le ,,ittime, queste improvvise largi• zioni di razionalismo, ammannite nell'ora della sventura e della fame, sanno maledettamente di Arpngone e di Sh,vloch. } 1 ossero almeno, come vuole l'achtgio popolare, meli~ pareri e metà quat– tri'I1i ! 1\Ja !iOno tutti pareri - e parer, estremameute filo~ofici e trasceudentali. Xella proluvie - altra eruzione nuche que!:lta!- di seutimauta!ismo estetico e sportivo, cui ha da,to la.stuni il fla}4"ello YeSu\·iano, uua sola. proposta pra.tica.,di prvfilassi intelligente a luugl\. ,·etlut.t,ù ,·eimta fuori: quella del prof. Bordiga,

RkJQdWJsaXNoZXIy