Critica Sociale - Anno XVI - n. 5 - 1 marzo 1906

66 CRITICA SOCIALE parte dalle evenienze, superiori al volere degli uomini. E, nel primo caso, sarà debito nostro ma– novrare per guisa da serbare sgombre ai nostri amici le retrovie e liberarli al più presto da uua prigionia che riuscirebbe fatale non alle loro sole persone. Nella seconda ipotesi ci potrà per con– verso convenire di tutelarli 1 di rafforza.rii e di spingerli: destreggiandoci nel dualismo interno del Gabinetto e in quello dei partiti che a gara lo sor– reggeranno. Ora da ciò g-ià s'intravvede come a torto ci sia rimproverato di aver assunto atteggiamento di censori verso l'ottimismo di taluni nostri compa– gni, mentre poi, si dice, quanto al quid agen(lum,, veniamo alle medesime loro conclusioni: atten– dere i fatti e regolarci alla loro stregua. La differenza) si osserva, è unicamente nel tono. Si dimentica che, anche in politica, il tono fa la musica. Nella inevitabile perplessità di fronte al– l'equazione a più incognite che si sta svolgenrlo, la vredisposizione deciderà. dell'azione. E noi ren– deremmo il peggiore dei servizi agli elementi ra– dicali, che vediamo inclusi, come sentinelle per– dute, nel nuovo Gabinetto 1 se ad essi lasciassimo supporre, e al Governo di cui fanno parte, la pos– sibilità di una nostra acquiescenza alle loro even– tuali acquiescenze ed accidie. Un Governo µarlamentarmente debole, e minac– ciato di crisi, in tanto ci può convenire e diven– tare, entro certi limiti, il nostro strumento, in quanto noi ci mostriamo vigili in armi, ministri inesorabili della sua morte o della sua vita. È al– lorchè la situazione parlamentare presenta un equi– librio instabile, e Governo ed Opposizione si fanno contrappeso, che teoricamente un solo voto - praticamente un Grnppo anche <li pochi vigilanti ed energici - è esso stesso la maggioranza che s'impone e decide. Nè a miglior proposito, per creare una giustifi– cazione e insieme un alibi al ministerialismo <li nuova marca, si volle confrontare - lo ha fatto Enrico Ferri nell'Avanti _I del 25 febbraio - la. situazione emersa nel 1901 col Ministero Zanar– delli-Giolitti alla situazione presente, sostenendo in pari tempo che non oggi si rlovrà ripetere l'er– rore di quel primo "ministerialil;mo 11 , perchè di fronte al Sonnino, se anche tenuto al fonte da noi e confortato (s'intende, nei momenti <lecisivi) <la qualche nostro voto) non sarà più " nè collabora– zione, nè dedizione "' e non voti <li u fiducia nei– Findirizzo ,,, ma su ciascun atto o progetto, " caso per caso ))" Or questi, se non sono innocenti giuochi di pa– role, sono offese alla verità storica più ricordata e recente, non meno che alla elementare logica politica e al volgare senso comune. Nessun confronto è seriamente istituibile fra la situazione uscita <lall'ostruzionismo parlamentare, dallo sciopero di Genova e dalle elezioni del 1900, e la presente situazione. La prima sprizzava dalle viscere del paese, frutto di un lungo lavoro delle classi interessate, e segnava una conquista storica rlel proletariato. Quest'altra non rispon<le che a un superficiale giuoco rli schermaglie parlamentari, a mala pena suffragato da un va.go senso di disgusto dì una parte della pubblica opinione per l'acciòiosa ipocrisia delle ultime combinazioni, o meglio degli ultimi intrugli ministeriali. , Nel 1900-1901 il proletariato italiano, dopo hrn– ghissima battaglia, piantava vittorioso la sua ban– diera sui contrastati spalti clel diritto di coalizione e di organizzazione economica e politica, nel quale noi ravvisavamo: e persistiamo a ravvisare 1 cou tutti i socialisti, Ja condizione necessaria - non però sufficiente - di ogni altro progressivo ele– vamento dei lavoratori. La borghesia, su questo p1.rnto 1 aveva definitivamente rese Farmi; rico– nobbe, volontaria o coatta, che cou le forze pro– letarie, sul terreno politico, bisognava, _Pel suo st,es80 men peggio) cominciare a contare. La chia– mata, allora, di Zanardelli e UiolitLi, non propria– mente designati rlal voto della Ca.mera, non fu che la sanzione del compromesso, coronante il successo <li quella battaglia campale. E la politica da essi instaurata rispondeva, e doveva rispondere di necessità, a quel compromesso. Scrivemmo al– lora - ripetiamo oggi, punto convinti dai torsoli di cavolo di cui facemmo gran messe - che, in tali condizioni, per chi non ha annebbiato il cer– vello 1lal fumo di metafisiche pregiudiziali, un mutamento di Gabinetto può anche vatere quar.to e più cli un mutamento di regime puramente for– male, di una surrogazione di stemmi sui pubblici edifici. Quanto a fonrl.o fosse allora mutato l'ambiente ()Otitico e ginridico dello Stato rispotto alta poeei bìlità di sviluppo delle organizzazioni proletarie, ben avvertirono coloro che al lavoro concreto, non a.lla fraseologia, della organizzazione di classe con– sacrano il pensiero e la vita. Lo avvertirono del pari i reazionari veri e propri, che, con iperbole artifiziosa celante un g-rosso frammento di vero) vociavano caduto il Governo in mani socialiste, le Leghe fatte despote della produzione nazionale, e cominciata di fatto, sopratutto nei campi, l'espro– priazione proprietaria 1 Quei commi del Oo<lice penale e della Legge di pubblica sicurezza, che, farisaicamente applicati, erano fino allora serviti come congegni di anghe– ria odiosissima contro ogni risveglio proletario, vennero non solo, di regola, posti in quiescenza) ma in più casi rovesciati e branditi a difesa, anzi, del movimento emancipatore. Salvo casi sporadici di conflitti, sopravvivenze inevitabili di. una com– pressione mìllennaria e effetti cli un funzionarismo impreparato 1 sopratutto in quelle plaghe più ar– retrate e servili <love ogni nuova libertà piglia subito aspetto <li coùvnlsione o di rivolta; le or– ganizzazioni proletarie poterono, in generale, col presidio anche <li Questori, di Prefetti, di Ispettori governativi. sbrigliarsi nella prova. degli scioperi anche i più impul.sivi, con 11otevole vantaggio sovente òei salarì e dei patti di lavoro, con van– taggio 80pratutto dell'educazione di classe, cui bentosto l'esperienza avrebbe porto il rude corret– tivo agli eccessi ed alle illusioni d'ogni luna di miele. Alla Camera l'Estrema Sinistra e il Gruppo so– cialista - raddoppiati di numero, francheggiati dalle nuove correnti erompenti dal paese - diven– nero ·ct 1 un tratto il coefficiente decisivo e il più poderoso del complessivo indirizzo politi,~o, non solo per il veto che potevano opporre a qualsiasi velleità di ritorno sulle vie <leipassato, ma per dare (se sapevano) alimento di opera riformatrice allo stesso Governo. Il quale, frattanto) precorrendo, dimostrava.si (e non poteva essere altrimenti) pe– netrato esso stesso da un fervore tutto nuovo di legislazione del lavoro - primo sintomo quel di– segno di legge tml "contratto di lavoro,,, che ap– prestaYa come la tra.ma alla soluzione gra<luale di tutti i pro bi emi più assillanti per le masse la– boriose; dalla soppressione di innumerevoli so– prusi nel campo del lavoro, alla contrattnalità collettiva del patto di lavoro e dei regolamenti di fabbrica) al riposo settimanale, alla istituzione di magistrature elettive per dirimere i vasti conflitti fra imprenditori e salariati; mentre, per ogni al-

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