Critica Sociale - Anno XV - n. 9 - 1 maggio 1905

Critica Sociale ll /VIST.ll QUINDICIN.llLE DEL SOCI.llUSMO Nel Regno: Anno L. 8 • Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50. I,elte,·e e vaglia aWUfftclo di CRITICASOCIALE- MILANO:Portici Galleria V. E. 23 Anno XV - N. 9. Non si vende a numm·t sep<irati. Milano,1° maggio 1905. Ai ritardatari. Per ragioni di regolarità ammi– nistrativa preghiamo vivamente i nostri abbonati, che ancora non lo fecero, a volere inviarci, nella immi..– nente quindicina, l'ammontare del– l'abbonamento. SOMMAl-.!10 Attualità. l'I.Ìt tu (11/0! (l,A CIIITICA SOCIALE. Pii' /(I l'llQLOllt, co11fro la t•iO/tuza (t'. 'l'URATI). Umi costl/11.ZIOllt ,·epubhti.ClllW COllll'O la lt.qLslazlOllt soclcllt {Oott. AS- 01",0 Cltl:Sl'I), Studi sociologici, illc1:zh1lc111tsmo t. Socialismo: I. À11lllOgtt. (l'rof. OAET,~SO SALYbu:-.1). u JJ1bliotttht ~,· J/ popolo: Il prl-mo c111110 llet co,1sor:lo mila11tse ptr le 1Jibllottcl1e popolari.: YIL I lettori: ,,tm,trmtt; \'lii. l ,•i.. s11lttiti dtl primo m1110: 1111 po' di rl(rt; IX il\ne, L'arrt11lrt dtlle llibtlofullt popoU,rl (I .l1Ua110 (l•ror. ETTOIU: t,·.1.111ETTI), w 11c11otfl e 1'u-0111zlm1e11oclcde: 111. W Sc11ulcltltmt11tcwc nmtrktma (Doti. ,\NOt:1,0 CRl?.~Pl). Filosofia, letteratura e varietà. Fm LlbrL II lltL•lst11: ;' Anarell!a o democrazia soolallata ~ (e. 111.) Blblloltcn a, p,·opaganda. PIÙ IN AL'I O! Noi vorremmo che qnesto Primo l\fag~io in Italia - scambio di rimasticare per la quindice.-.ima ,,olta le formule ,lei Congresso di Parigi - si consacrasse da tutti - operai, socialisti, organizzatori - a un severo esame di coscienza sulle cause del disagio onde soffriamo, della sosta, anzi del rinculo, che il movimento proletario ha sofferto fra noi. AL Primo Uagg -io, religioso o lil'ico, delle liete fanfare seutimenta.li, vorremmo si sostituisse, quest\\.nno, l'austero Pr imo Maggio della. critica e della rifles– sione. Sappiamo bene che " in principio fn l'azione '1l che l'errore è un mezzo pedagogico il quale da nessuna azione si può scompagnare, e che la critica, da sola 1 diventa consigliera d'inerzia o suaditrice di paralisi. Protendere dalle masse, passate appena ieri da uno stato di polvere incoerente a una, meglio che organizzazione, coacervazione mecca– nica rmlimentale, pretendere dalle folle politiche la preordinazione di tattica sapiente che appena troveremrno nel cervello di pochi condottieri - auch'essi costretti così spesso a soste e a devia– zioni per non trovarsi troppo avanti e soli sulla via - Sltrebbe, non lo iguoriamo 1 utopia, di filo– sofi che imbottano nebbia e che la storhi 1leride. Pure, se l'adattamento, nouchè necessità inde– precabilc, è spe.-.soabne gazione corag-giosa 1 esso tra– ligna, oltre certi limiti, a.da.ti momenti, iu opportu– uismo inùiguitoso e c olpevole . Certo, l'.:tp pello al sentimento, l'illu:strazioue dei fondamenta.li a11tagouismi, onde germina l'ardore di couq11ista del proletariato, l'opera di rccluta.- 11wnto largo e di seminagione g·encrica è aucora una necessiLà del nostro partito. 11" periodo delle origini n continua e coesiste nei periodi i:iuccessivi di sviluppo. )fa. partito non esisterebbe, e lo stesso reclutamento si inaridirebbe, se a quell'opera pri– mitiva. non se ne accoppiasse un 1 altra, più modesta in appareuza e più faticosa, ma ben altrimenti so– stanziale: intesa a fare delle forze reclutate una. energia efficace, un fattore immanente della. evo– luzione politica. Vhe gio\'a, ad ogni Primo 1\Iaggio, pre<licare il paradiso di un più armonico assetto sociale, e preseg-narne platonicamente la via - sulla traccia dei Congressi cli Pttrigi - nelle varie forme dì tu– tela legislativa del lavoro, se a questa predicazione dei giorno di festa non seguono, nei giorni di la– voro, gli assitlui conati per la graduale effettua– zioue? He anzi gli strumenti mede~imi 1 onde i la– voratori potrebbero giovarsi a questo fine, vengono screditati ai loro occhi o spezzati nelle loro mani~ J>iù volte le questioni concrete, che interessano lo sviluppo industriale e il tenore di vita delle classi lavoratrici, vennero da noi gettate sul tappeto della discussione. Ma noi stessi, appena delibate, la abbandonammo. Scrivemmo delle prefazioni, alle quali non seg·uirono mai i capitoli del libro. Si gridò all'iniquità dei sistemi tributari; ma g-li sforzi isolati tentati alla Camera per recarvi riparo non ebbero dai nostri alcun sistematico aiuto. li disastro <li Adua ci dispensò dal <liscutere più mai la questione coloniale, che ha pure qualche interesse in un paese che produce ogni anno quasi mezzo milione di proletari per l'esportazione. Oggi ci inquietiamo per 1. 1 ripoli, ma forse è un po' tardi. Nei Comizi tuonammo a perdifiato contro la ca– senna, contro le spese improduttive e l'arte scelle– rata di ammazzare il prossimo: llll\ la questione militare, che si complica di concrete esigenze tec– niche e internazionali, era fuori <lei nostro bersa. glio, e i nostri argomenti, che per provar troppo non provavano uulla, non l'attinsero neanche <li sfuggila. Quale socialista, che abbit\ la testa sulle spalle, 11isconosce i diritti delle nazionalità. a i do– veri della difesa territoriale? Chi di es:,;i 1 ~e si tro– Yasse al Go\'erno, ipso /'acto decreterebbe il di– sanno? Co~i la questione militare concreta, la que– stione 1lelle economie e delle riforme militari, nella quale potremmo essere fortissimi, non solo non fece un passo innanzi, ma minaccia di farne a ritroso 1 a dispetto ciel platonismo dei nostri scongiuri. E il problema per noi il più foncl amentale di tutti quello dell'istruzione popola.re - quanto ebbe delle nostre cure? Due vicoli, due chiassuoli ciechi, nei quali si pote,,a compren,lere qualche fugace <liversione, dì– ,·eunero le clue vie maestre nelle quoli impegnammo tutta, o poco manca, la nostra alti,·ità e il grosso

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