Critica Sociale - XIV - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1904

CRITICA SOCIALE 243 chiantc nettamente i suoi concetti di principio e di metodo. t dunque cli assoluta e\'iùcnza (o non facciamo ~ià la solita cabali::1tica sui \'Oti 1 per consolard cli un insucc('sso uwntrico, che pertanto ci affliggo hen mediocr(lmencc) che - quando Jaurès, come la lo– gica esigc..-a 1 presC'ntando una mozione prOJll'hl, non a,·csso aderito alht mozione Atllcr-\"llndl'n'elJc, c,·i– hrndo per btl modo ogni Np1ivoco sul si~nificato di fJUcsta è evidC'ntr che questa avrehbc racrolto !:ili di ~l•, coi YOli rmtìjrmres.~i:'1/i ma non yhelli.~ti, ltt :.rrandc mug-giornnz:t del Congresso. Ed ecco perl'hÒ ns8erimmo da. principio che ht viLtoria dC'i com1crnitori non fu che upp11rcnte e <:hc il Congre!:lso d'.-\111!:ilerdam 11011 ò molto di.:;l:iimilc, nei risultati, dal nostro Congn•~so di Bologna .. \nchc qui) che fornrnlm('ntc pren1hsc, fu la corrente inter– media, ehc si di,·ise fra l'ordine del giorno Higola ron 377 \'Otnnti a fa\'oro o l'ordine del g-io1·no Ferri C'on •!2-t, dal cui totale di 801 de\"ono dedursi - per la chiarezza ciel ,·oco i 3I6 e i 198, in to– tale 51 I, nffcrrnati::ii sugli ordini del giorno J3issolati e Lahriola. ltima11('vano scnrsi 300 ,·oti Ycramcntc del Centro, saliti ad 800 pel desiderio, in ciascun:1 delle due ali, cli impedire In vittoria appnrC'nto degli avversnrii, toalizzati C\'Cntualmcntc a una pnrtc degli indecisi, e cli eliminare i troppo fieri contrasti che poteYilno porrC' fl repentaglio \'u11itlt del pnrtito. Se il Yoto di Bologna a.pparYe pili l'11inro, e i :-HG YOti per l'ordine del g-iorno Bissolati poterono tllli• neare hl ))arte relath•amente 1>iù forte del partito, si fu unicamente pcrehè le due ali tennero ad affor. nrnrsi prima, distintamente lhd Centri, su due loro ordini del giorno in diamct.rnle opposizione. )la è p1.,lcsc a non i;o1tilizza1·c sulle parole e a prendere il si:,.:nificato sintt1tiro dello Yarie proposto - che l'ordine del giorno Bigola C'(Juirnleva supergil1 tilla mozione AdlPI\ l'ordine del giorno Ferri alla mozione di Dresda, e che, so anche Ouesde e ,Jaurès avrs– sero presrntato due proprio mozioni, queste avreb– hcro avuto supcrg-iù la sorte che a nologna toccò alle rboluzioni Labriola e 13issolati. Anzi, mentre il CO· sidetto Centro dcislro insi<'mc nll'ala destra (Rigola– Dissolati) a Bologw.i fu in lieve minoranza, ad Am· ~tcrd,lm anC'bhr rarrolt o, con Adlcr e Jnurès, 11011 la soht metil dei Yoti 1 n.rn una ma_!!'gioranza derisn) ~e Jaurès non aves1:ic,aderendo ad AcllN sin dal prin– eipio, rpgalato dei ,·oti alla mozione di Dresda. * * * )la) a parte questi calcoli numerici, che iu un Congresso internazionale sono anche meno conclu• denti <'ho altroYC basti pem1are che iYi la Bui• g-.uia, la Spagna, In Hussia) il Giappone, paesi socilL• listicamt'ntc e dnl 1>u11tocli vbrn prolcrnrio pressochò inesistenti e quindi intransigentissimil fanno equi– librio all'lnghiltcrra, a.lPA11strnlia, al Belg-io, alht S\'izzcra, paesi ne' quali un'alta e,·oluzione demo• <•ratica ronde possibile e quin1li vi\':.unrntc sentita l"effic,lcia dcl l"azion c rifornrntrice positi,·u - la cor· rente eh<• fa ca.po allo Jaurèti cbhe modo, nel Con– g-i-esso, lii splendidamente riYcndicare lr.. sua. propria. cittadinanza, il suo diritto ad esistere e a svilupparsi. );è cli piìt pot<'va pretendere, nè di J)iù giorn-ebbe rli'essa aresse ollnrnto. li \'alore della corrente che improprifunente si chiamò " riformista. ,, 1 perchè è, in fondo, la corrente dell'azionC', di tutta. l'azione ~ocialisb1 e proletaria cffe1ti,•n 1 non è nell'astratto delle formolo, noi va~o dei lontani 1n·esagi, ma è nel concrnto della conquista quotidiana. Le difficolt:'l d1'essa tront a farsi accetture sono graYi e molte• )Jlici, nè si ,·incono coi discorsi; nm drhbono ser• Yirle di stimolo n trionfarr 11<:lla sede su,l ,·era, che è <1uclla degli esperimenti, dei fatti, elci rhmltati. Yi è, innanzi tutto, !"ostacolo clelltt tradizione; Yi è Pimmaturìb\. delle masse, che concepisce le verità solo nella forma più semplice e perciò meno vera, e che difficilmente si presta al la\'oro comples.30 1 pa• zicnte, f1.1.ticoso 1 1:rnl terreno anfrattuoso della realtà; vi è la difficoltà. intrinseca di criistallizzare in for• mule breri ci<I che è, di sua natura, mobile, molte• plico, in evoluzione continua; vi è, infine, la. neces· sibl, prr gli agitatori sociulisti, di ,·ontenderc, nella folla anarchegg-iante 1 il LCl'l'Cno agli anarchici, ueccs· siti't che li sprona a prendere a prestito eia. questi certi :tttt'g~iamenti e;,tcriuri. Quanto all'nzione effot• tirn, all"azione di og-ni giorno, è 1111altro paio di maniche. Qui anche i più arcigni s1icerùoti cklla tra– dizionP vcng-ono a continuo comprom<'sso collo csi· gcnzr, concrete i il senso romune, le,aerP.~.çitrì. cli fare, s'impone. La vita è troppo hrc,·e pcrchè uomini in– telli!:t'nti, onrsti, profondamente devoti alla cnu;:1a. proletllria) si ::u:1tcnria110 volo11ttl.riame11te- in omag-gio a una <'astità huona pe1· g-li impuberi da cog-licrc, sul l>onlo della via foliCl•:rn, i frutti che \'i si pre– ~entauo a portata ùi mano, 11er rinnovare lo forze della schiera. dulor,rnte che li seg-ue e spingerla pii1 in l:t nel cammino. " Ciò che ,·oi predicate ò giusto etl è savio - ci dicera, mesi fa, un eminente socialisti, str,rnicro, che fu dei massimi oratori dl"'l Congreisso recente - cd è ciò che fw·ci 1 t11w noi purc 1 che fn ogni socialista assennato. )[a pcrchò pretlimrlo, pcrchè troriz::arlo, urtando i preconcetti e fornendo anni ai nemici? Fate, senza teoriizare. e tutti ,·i se~uono; le1.J1·i::zale prima di faro, e avete la rihellionc ! ,, Questo concetto un po 1 C'attolic:o come quello cho ,•ode nello mn-:Jse 1111 A"l'Cgge da guiùare :-senza. renderg-li troppe rag-ioni e <'he ammcttr la legittimifa del peccato 1no-ch?!sia senza scamlrtlo - spicgci ed illustra lo spirito del Congresso internazionale tenuto tcstè. I.Ja contraddizione, ch 1 csso involge, risalta non solo nell'antitesi che vi è fra le prcrncsse e lo con– clu~ioni della mozione di Drcsda; ma piì1 frn quella mozione e tutte le altre che trattarono, non di defi– nizioni filosofiche, ma di temi conc·reti - o,;sia più prossimi all'aiione - cominciando dnl quasi 11na11imo ripudio dello sciopel'o gcnernlc - che pure sarolJbc la log-ica. applicazione della. lotta. ad oltranza preco– nizzata nella mozione sulhi tattica - per ,·oniro 11lle altre mozioni sulle assicurazioni sociali 1 sulla poli– tica coloniale, sull'emigrazione, ccc.('). Ln tutti questi <lclihcrati è gil\. l'allrct anima del Congresso che Yil'ne allo sroperto e vince srnza lottare, inconsapcYole perchè il contrnsto è soltanto implicito) del di~sidio in cui si trova con la moiione sulla tattica. li: la stes::1::tcontraddiiionc trapela, chi ben guardi, da. tutti i discorsi cli coloro - tranne il Oucsd<.1o il Plcchanow l'he posarono a intrnnsig-enti; i quali cerc1uo110 1 con un'infinitiL di risene, cli distinzioni fra metodi e principii, ccc.) di salvardi la ,•ia alle scappatoie inevitabili. L'impressione è questa: che essi tnnto piì1 fortemente neghino l'eresia, quanto piìi se ne sentono invasi i e questo, come degli in– diYidui. fu lo sforzo di tutto il Con:.rrcsso. l Coacilii ecumenici allorn proclamnuo i dogmi e denunciano g-li rrctici, quando ht fede ~pontanea e primiti\•a si è dissolta un po 1 in tutti. 11 Cong-resso, SL'parandosi, ha proclamato mun:ime, frn scrosci di applausi cd orniioni 1 l'unità socialista. J~ una riproYa cli ciò che aneliamo scrircndo. Se il Con~1-csso " res1Jingc cnergitamente ,,...., come poi proclama l'unità con ciò che ha respinto? - "- Il guaio ò che noi nhhiamo troppe unib\ "' disse iro• nic.-unente un oratore al Gong-resso. Sarà. stata dunque, qur-lla. proclanrniio11e 1 un atto cli cerimonial<', un l)('ll· g,tla vour la drJture, o il platonico augurio cli con• versioni che ci:tscuno sa e riconosce impossil>ili Y O

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