Critica Sociale - Anno XIV - n. 15 - 1 agosto 1904

Critica Sociale fl/VIST./l QUINDICIN.IILE DEL SOCl./lLISMO Nel Regno: Anno L. 8 . Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L, 10 - Semeetro L. 5,50. Lette,·e e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E, 23 Anno XIV - N. 15. Non si vencle ti nmnert sep<trttti. MIiano,1 ° agosto 1904. SOMMAl~IO Attualità. /,(I vltlo,·l(I (1'1111 metodo <•'ll.11'1'0 1'URATI). 1 JU'O(t8/IOl"i StcOmlm·l.t e j. pco-w, Hh'tl!H (J'V . Studi sociologici. Ptl' lt ollo o,·e In rl8C1ia, I Al,l::SS.\NIHtO .. ('111\VI), l.t ('/llllt 1U mt1ltn11td, lii. l'(,~·slcu1"t1::lo11t' di ,'i/(IIIJ nott. G!lll,IO 4...Atl,1,.1.lNI. I'~,· l'lmpl<mto cli 1rna C<mlh10 ro111111,alt ,, (.'a,Indo PavtJJt, I e Il (DOll, LUIGI llO:STt::\URTl!\I). Comt :d fa la rlrolllzi-Ont: (TOllll "~o ".\.OLIASINl)I . Filosofia, letteratura o varietà. l,'i(Jllflt'Clll::a (/ti/a dOml(I (Dott. Gom.n:u10 l:VANS). nlb/lottca di propaqa11da. LA VI'fi'ORIAD'UNMBTODO Nella festa, vibrante di entusiasmo, che l'altra sera la f('eclrrazione 1JOSlale telegrafica offerse a sè stessa per celebrnre la sua prima conquista legislatin1, molti inni furono levati alla, virUt redentrice dell'or– ganizzazione. lo tenni a pre0isare. La vittoria non consisteva in quello straccio d'organico: ma nelle forze che s'erano 1tffcrmatc per conquistarlo. L 1 organico aveva, tutt'al più, il valore probatorio d'un documento. Esso clava la riJ)rova a posteriori, la riprova dei fatti, che la ";a, che avevamo 1>rima tracciata e poi fedelmente seguita, era la buona. La vittoria, che celebravamo, era essenzialmente la vittoria di un mrlodo. Quale metodo:' Il brindisi fugace potè a mala pena accennare. Qui non sarà forse vano chiarire ed in– sistere. • .. Alla organizzazione in astratto si bruciano incen~i in ogni assemblea vopolaro. \fa essa, co111etutte lo astrazioni, può rispecchiare molte e molto diverse cose. J>uò essere uno scenario; ò sovente una moda. [na tessera, un timbro, il versamento d 1 una quota, della gente cui punge un desiderio o un odio co– mune, cui commuO\'e molto spesso un generoso iflea• lismo - non sempre un'iclelL- e l'organizzazione è ratta; almeno, si crede sia fatta; poi se ne atten– dono i prodigi, a braccia incrociate. .Non s 1 è ripetuto a perdifiato che l'unione ò la forza? Pili appropriatamente dicevano i nostri antichi che " la forza riunita. diventa pili forte .,. Ma la. forza conviene prcesisfo, e che si sappia manovrare. - Organismo è differenziRzione di funzioni e di organi, cospiranti a un fine comune. Un mucchio di ciotoli può formare forse una frana, che seppellisce e distrugge; non una macchina che modella e crea; non un organismo che vive. Il valore di un'organizzazione sari\ dunque, anzi– tutto, tanto più lllto, quanto è maggiore la virtù degli elementi onde consta e la loro plasticità, che li renda adatti a coordinare l'aziono di ciascuno al fino voluto. Quando questa virtù o plasticità sono scarse, l'organizzazione dovrà. µrovveclere a suscitarlo mcrcò un'nzione educativa, puziente o difficile, una vera e propriR. ginnastica, dentro se stes~a. "Filementi srmpli<'i, rigidi, rozzi formeranno un conglomerato, di 1.,0t•sioucinstP.bile, atto 130ltantoai movimenti più rettilinei e più semplici. La stasi, onde langue la J>i l1 1>artcdelle nostre or– ganizzazioni operaie e contadine, e che, di fronte ai trionfi e alle iperboliche speranze della vigilia, sem– bra a molti una. bancarotta, non ha altra cagione fondamentale che questa. l•'inchò si trattò di conquistare su quella zona di profitto e di sfruttamento che la reazione politica ftveva guarentito alle classi possidenti, lo sforzo non fu grnnde e parve agevole il successo. Si trattava di abhattere un argine artificiale. Di qui le facili illu– sioni che accompagnarono in Ualia, intorno al '900 1 il movimento proletario. .\la 1 varcato questo stadio, il còmpito si fece ben altrimenti arduo e complesso. Non s'ave\'a pili di fronte il poliziotto, cho un urto ben assestato ha– stava a gettare da un canto; bensì era lo stesso re– ticohLto delle leggi economiche, dei dominanti isti– tuti economici, che si trattava cli vincere e di pio• gare. Non un instabile terriccio, ma muraglioni di gnmito, cementati dalla storia. Penetrarvi, scomporli, ricom1>orli 1 non ò certo im– presa che superi le forze dell'uomo associato. Che il lavol'o, fatto intelligente e cosciente, regga esso stesso e domini un giorno la com1>agine sociale, è rt1zionale e sarà vantaggioso per tutti. La storia è tuttn. un lento ma indefesso erodersi e trasformarsi dogli istituti economici, delle cosidette "' fatali ,, leggi economiche; di cotesta muta bilo " fatalità,, la coscienza, L'intelligenza, la volontà umana sono un coofficionto necessario e spesso decisivo. Soltanto, pM quest'opPra, l'impeto incomposto di una nmssa incoerente non può più bastare. (;ontro la. roccia messa a nudo, quella massa si sgretola, per l'imperio di una leggo meccanica elementare. Qui occorrono il piccono, la leva, il martello, la minn. - e la saigezza che guidi questi strumenti. Quello, che si chiamò im1>roprittmente riformismo socialista, non fu se non la chiara visione della ne– cessità del metodo adatto ulhì nuova materia sulla quRle era omai giocoforui operare. Con non minore impro1>riotà di linguagg-io si è chiamato metodo ri– voluzio,rnrio il sistenrn (qm1si sempre unicamente verbnle) do~li impeti rettilinei cd inutili, che fru– strano lo forze nelle aspettnzioni indefinite e negli insuccessi sicuri, scarsamente compensati dal romorc degli scongiuri apocalittici e dC'lle fatue proteste . .Il movimento 1,roletario, fatto llccorto dall'esperimento, dovrà pur ritrovare pazientemente la sua \'ia, dopo avere, in oziose ambagi, pE:rduto irremissibilmente una certa quantità di tempo prezioso.

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