Critica Sociale - Anno XIV - n. 4 - 16 febbraio 1904

50 CRITICA SOCIALE por anarcoidismo - è_ assai. meno sincero e _rispet– tabile del ,•ero ntmrclusmo, il quale è un i.1stcma Jog-icoin se stesso, per quanto_ utopistico, e il quale, combAtfendo tutto ciò che attiene allo Stato, se ne resta fieramente appurh,to fuori di Psso, e non pre– tende conciliare la nc/!azìone idf'alc della rapprcsen– tanz;t e ciel potere con la partecipazione per~~nalc a quella od a questo._ ;,1a_cotesta contradd1z1onc, tutta indiYiduale ed uhhtarrn, non axrcbbe dovuto per chi ha un grano di CC>~·vc>llo ~1elc~po - in– gannare sull'indolo reale dei s~nt11nenh. o della clottl'ina. a cui quellR tendenza s'mforma e che tra– pel:ino da tutta la _sua:1:-ione q~1ot_idiana .. , _ Si leggano infatti - il pubbl1ch1amo pm arnnt1 <rii ordini del giorno approvati al Congresso di Hre;cia · si legga l'ordine del giorno )focchi-Labriola, e si vcd~i\ che esso non rircla proprio nulla. di nuovo. J~sso non è che h~ formulazione astratta e sintetica - non nuorn del resto neppur e::isa- di quei prin– cipii e di quella tattica, che noi sempre combattemmo come estranei e nemici al socitllismo model'llo, estranei e nemici del pari a tutto il moderno modmcnto del proletariato. Che cosa fu, i11fatti 1 e come si pote,·a spiegare, In intrnnsigen1.a elettorale adottata come sistema, anche laddove la delineazione del partito, già sicuro di sè, nulla. ave,·a. da temere da opportune o ben precisate alleanzej ehe cosa poteva mai essa essere - a non ,·olervi ravvisare una specie cli manicomiale frenesia per la sconfitta, l'indebolimento e la sterilità del partito - se non la conseguenza logica. e l'espli– cazione concreta del concetto di massima, che ricusa qualunque contatto e qualunque collaborazione del proletariato con qualsiasi classe o partito borghese? La insurrezione contro l'appoggio dato al ·irini– atero, quando questo manifestam.ente significava consolidamento della libertà ancora mal certa, e di– fesa da un possibile nuovo Governo reazionario, che cosa fu e come poteYa spiegarsi - a non volerla credere un servizio Yolontario reso alla reazione - so non l'esplicazione e la conseguenza dell'avrnrsionc sistematica allo Stato, considerato, non già storica– mente (il che sarebbe YCro in gran parte), ma essen– zialmente e necessariamente - ieri, domani e sempre - come il Comitato d'affari del capitalismo? E che era mai il disdegno delle riforme -qualificate con ostentazione riformette ed erba trastulla - che era e come si spiegava l'affettato disinteressamento eia qualsiasi partecipazione alla loro conquista o alla loro effettuazione concreta; che era mai la tattica dogli scioperi, da aiutarsi e da incoraggia1·si in ogni caso, senza alcun riguardo alla possibilità della ,,ittoria e alle condizioni dell'industria in cui essi si svol– gono, senza nlcun rigwtrdo, cioè, a quelle condizioni, abbattute le quali, è morto ogni efficace mo,·ìmento proletario; che era tutto ciò, e come si poteva spie• :;are, senza le prom,$se formulate al Congresso di Brescia, per le quelli ogni riforma, anche se parzial– mente utile nl proletariato, non intaccando il mec– eanismo fondamentale della produzione capitalista, è sovratutto proficua, in fondo, alla conservazione dello Stato borghese, e la sola opera feconda è la preparazione del proletariato al violento atto riso– luti_vo, che deve di punto in hianco (come argomentò il Labriola) instaurare Panarchia nella fabbrica coo– pcrath·izzata, e 11azione proletaria. non deYC essere - giusta la suggestiva imagine elci La11zari - l'olio che lubrifica la macchina sociale, ma il sasso che gettato ne' suoi ingranaggi, ne arresta il funziona~ mento e la infrnnge'! 'l~utte cotes~c tesi. co~1crete - che, prese a sè, ap par1vano man1festazrnn1 pazzesche o reazionarie in– tese a rigettare indietro il movimento proletari~ - e con esse il culto dC"llaYiolenza sistematica che ne promana - diventano invece perfettamente ragione- voli e log-iche, una volta accettati i principi i che preval– sero a Brescia. l~sse li suppongono o ne sono supposte. La stessa fanfaluca metafisica, per cui la preparaziOHC" della società socialisbi si farebbe con la predicazione astratta del collettivismo e della lotta di classe, in– tesa a creare il prodigio della i.: coscienza socialisbt ,,, o non colla conquista quotidiana - mediante il controllo e il disbrigo dei puhblici affari - delle capacità concrete ed effettive alla gestione sociale j acquista, non soltanto apparenza, ma sostanza di rngione, una volta accettato il concetto del colpo di mano taumaturgico e del sasso portentoso che deve infrangere il meccanismo sociale. Come una la.crimetta versata a tempo guadagna il paradiso cattolico al più indurito peccatore, così l'atto cli fede socialista procura. - non importa il quando - al proletariato, per rozzo ccl inetto che sia, il paradiso terrestro del socialismo. Nella religione anarchica, come in ogni altra superstizione religiosa, assai meno contano le opere, assai [>Ìl1 la fede: la fede smuove le montagne. 1.:importante è fare dei proseliti... il resto dcc Yenire da sè. * * * Or qui, se non fossimo ~ià troppo accusati tli at• teggiarci volontieri a prefiche, sarnbho il caso di un intermezzo nrnlinconico sulla lentezza con la quale le masso percepiscono i rapporti piì1 semplici fra i fatti e le !dce 1 (': sulla. monotonia della storia che si ripete riprcscntancloci, a distanza di pochi anni, le mede– sime lotte, che si credettero superate per sempre, e che sembrano nuove soltanto pcrchè sono coperte dal facile obblio. Che altro fu infatti la battaglia. da.tu, a Genova, sono ormai dodici anni, ag-li auarrhici e ai corporati– visti, dichiaratamente nemici della 1>artecipazione politica per la graduale conquista. dei poteri) se non la. precisa hattag-lia che si è combattuta nel Con– g-resso di Brescia? Allora la separazione fu mate– riale; i socialisti - salYo i soliti pochi indecisi, eterne spolette pellegrine fra opposti telai - lasciarono la Sala Si\"ori per raccogliersi in altro locale, doYc fu– rono gettate le basi del j>ttrtito socialista dei la,·ora– tori. A Brescia la separazione fu soltanto morale, essendosi riconosciuta, dopo il primo voto sui prin– cipii, l'inutilib\ assoluta di ogni discussione. Si cer– chino - chi ne abbia vag-hezza - le polemiche d'allora e si sarà stupefatti dell'identità sostanziale del dissidio. Ben vero che quegli anarchici predicavano l'asten– sione dalla lotta parlamentare cd elettorale, ciò che non piace ai loro recenti epigoni i questi anzi na• scono -· o si trasportano - ivi specialmente dove vi sono dei Collegi politici da conquistare. :Ma. la differenza non ò che apparente o il contegno di quei nostri antichi avYersafl era soltanto più disinteres– sato e più logico. Perchè, ammessa l'inutilità, anzi il danno, delle riforme, le qu,lli sono sempre un sostegno del dominio borghese: - ammesso 1 ad ogni modo, l'inutilità cli coopo1·are a crearle, e il danno dei contatti fra proletariato e istituzioni vigenti, fra proletariato e partiti borghesi, è evidente che l'elet– torato non potrà intendersi pii, se non come uno strumento di perenne protesta: nè, come tale, gli stessi anarchici pili puri sdegnarono ricorren·i quante volte parve loro opportuno. E, se ci rifacciamo più indietro, forse che la vec• chia battaglia fra l'Internazionale " autoritaria,, di Marx e " libertaria ,, di Bakunin - che condusse al dissoh·ersi della gloriosa associazione - ebbe altra ragione, altro contrnuto sostanziale? Si ricer– chino le deliberazioni dei Congressi lihertarii che, sotto gli auspici <li Bakunin e dei bakunisti, si ten– nero prima e dopo la. Comune di Pari~i, e si tro– verà. la. piena consonanza delle loro formule coll'or•

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