Critica Sociale - Anno XII - n. 20 - 16 ottobre 1902

Critica Sociale fi!VIST.11 QUJNtJJCIN.llLE DEL SOCI.llUSMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50. Dettere,vaglia, cartoliue-vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE- MILANO:Portici Galleria V. E. 23 (2° piano nobile) Anno Xli - N. 20. Non si ven<le a 1nonm·i sep<irati. MIiano,16 ottobre 1902. SOMMARIO Attualità. lt S(lll(Jllll fflLll'l'O TUII.\TI). U11aUtw1/,Q11eelle 1·Uon1a: a pro1)oslto della lèQ'!,"O sulle abltailon! J)OJ)Olurl {Dott. OIUl,10 CAS.~1.1:;1). J/orgm1lzzt1::Jl<me eco11omtca dtt p1·otelt1ri<d<> l11d1ut1•i<fle (llne): scw– per♦; ScWptl'i oeutrc1U; Co11rll1s/011e (Pn;TIIO C1ta:SA O 0Dl0 lfU• IUALOI). Studi sociologici. l.'ll<llk, d t lralf<•U dl oommtrck>: lii: H 8l8ftllla d()Q(ll1(1/t t lll 1111/U• ;Jh·le 1)/(//1//((f/t,·tcl, 3. ll1dustrlll dei (e,·,·o (ATTILIO CAIIIATI O l,UIOI };ISAUDI). Fllosofla, letteratura e varlet.Q. v,iestùmi m·(ltntl !li sc11Qlee di m(,tslri.; J/ cùmpUo della 1lemocni.;cit1: 111. / lll(lt8h'i. iJ t'opli1W1M 1)11/Jblloo; !\'. L/u11,011e N(IZÙ)Jl(l/6 iJ U COll(/l't880 '" IJOIO{IIW; ,·. [,(I poUUta scotwllic(1 t U d,mptto della (lt111oe1·a::la (ASOt:1,0 SICCl\lltOI.LO). L/tflleaeW morale ciel/o sc,·i,vere (Sr.nt::;:o Vii.I.A). Fra f.i.bri. e mvi.sie: "Cnntonlora In ,\lnrctnmfl" di E, 1Je1·111cmi, 1f. /,) IL SANGUE Scorre sangue. Dopo Borro 1 Candela.; dopo Can– dela, Giarratunn; la terra., già. contristata dal disa– stro della natura, chiede, non S!Lzia,il disastro pro– vocato dagli uomini. 1\fentre un mirnbile slancio di pietà fraterna colma gli abissi che aprivansi fra Nord o Sud) e la. sventura. suggella l'opera di fu– sione, annunziata dallo sbarco dei Mille e invano pro– segui tu do. quarant'anni di regime unitario; la. lotta antica dello classi scava nuovi abissi sulla stessa spanna di terra, riafferma, nel medesimo Comune, la tenace esistenza cli due (>Opoli,ringhiosi l'uno contro l'altro, come due sciami cli lupi. Ed ò sempre sangue proletario; o siit di contadini in tumulto, aizzati dalla fame, assillati <la secoli di odio compressi uei cuori, o sia cli cru·abinieri, di soldati, di servi della bandiera o della consegna, mossi a liberare il grilletto da istinto cli difesa, da pRurn, d!L comanclo 1 da ira, da vendetta. Agli uni una croce cli legno, simbolo di quelhL che grnvava loro le spalle, arnese cli supplizio, durante la vita, o quasi li sforztLVil 1 difiperati, al suicidio; agli altri, forse, ~mila b11ra 1111 fregio, una medaglia, piì1 sini– stra, più lugubre di quella croce. ,~:necesstLrio questo sanguo? Certo, è sangue ma– ledetto. Perchè esso non fluisce soltanto, lasciiindo bianche sul suolo alcune vittime umane, bevuto dal– l'arida. sabbia; ma fuma dal terreno e inebria di eb– brezza malvagia le testo degli uomini. Oh! le nostre orgie romantiche, le orgie del sangue! Cho intere popolazioni sl contorcano nell'inanizioae, che la ma- B otec:i. C no B arco laria le deformi, che l'epidemiiL le uccida 1 che il serYaggio le prostri 1 che una fatica da dannati tolga loro le ragioni del vivere, che il buio eterno dell'i– gnoranza. cerchii loro le fronti, e siano oosì milioni di vite profanate, maciullate, infrante; tutto ciò si può sopportare. Ma che uno, che due uomini caschino rovescioni, sotto il colpo della mitraglia.; che u11 brunbino, abbattuto da una pallottola errabonda, che non voleva ferire, crolli - come fiore dal ramo - schiacciandosi lu~ubremente sul lastricato; che un alfiere dell'ordine giaccia sepolto dalla sassaiuola o crivellato dalle zappe; e allora tutte le furie dell'odio, dell'ira., tutto ciò che di selvaggio si accovaccia nel cuore degli uomini, ecco, si scaten,i come a sua festa. La pietà. si fa.mezzana della ferocia. L'eccidio invoca l'eccidio. TI sangue maledetto è seme e vuol germo– gliare. Quei cacla,,eri fanno barricah1. Contro chi? Contro il Governo, che uccide. Contro il socialismo, che uc• ciclo. Contro il re. Contro il popolo. Contro tutti e tutto. Ahimè! Contro una cosa soht - e una. cosa santa - la liberti\. .·. l'erchè ò questa, allo, fine, la rea confessa, la vil;- tima designata, quella che si odia, quella che deve espiare. ~ssa ha generato il sangue. Quei cadaveri sono i 1moi figli. Essa ha camminato, licenziosa, get– tando fiori e saettando sorrisi, per una terra non adusata a vederla. Sirena lusingatrice 1 i trogloditi, sbucando dallo grotte, sono corsi a lei. Elssa li ha blanditi e li ha uccisi. 1:: così. 1 Governi ,u reazione spezzano le rnni ai popoli, preparano nel silenzio la terribile jacquerie che solca, a lunghi intervalli, la storia. di striscie sanguigne; ma. salvaguardano loro la piccolfl. quoti-· diana igiene della pelle. Una Camor1.i del lavoro si fonda; Crispi la scioglie. Un'agitazione s'inizia; Pel– loux la disperde. Uno sciopero si annuncia; Rudinì ischic:dfa.i capi o promotori al sicuro ed al fresco. Xon è facile che si arrivi llgli estremi, che le zappe ~i aderg-ano 1 che i grilletti scattino. La piazza, è de• sorta. r capipopolo hanno meno pronta la lingua, pilt agili i garetti. Un salutare terrore serra in casa la gente o la confina in solaio. L'illusione dell'immunità non carezza i cervelli sventati. Nessuno mormora a nessuno: i soldati non spareninno. Nessuno dice: proviamo. Nelle agitazioni ci,•ili v'è un solo morto che infracida: la libertà. Quando questo morto si ridesta, quando la liberti\ sorge e ca,nmina 1 \;t sua. fronte s'inghirlanda di bacche •

RkJQdWJsaXNoZXIy