Critica Sociale - Anno XI - n. 13 - 1 luglio 1901

Critica Sociale fi!VIST.R QUINf)fC/N.fILE DEL SCJCI.RLISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50. Letlei•e, vaglia, cartoline-vaglia aU'Ufftclodi CRITICASOCIALE- MILANO:Portici Galleria V. E. 23 (2° pl!H IOiie) Anno Xl - N. 1.3. Non si vencle a ,uonerl separati. MIiano,1° luglio 1901. SOMMARIO Attua.lltà, 1,11/Wt1·tù det /(IIJl)l'O t t'tuldk> 1/l JJtrrti f'tn'M'tllt (t-'11.11'1"0 1'UIIATI). /t 1llscorso (/tU'ot1. SauM (l,A CntTICA), Studi sociologici. J,41 polltk<• (trr()C'larla in J11ghUtura, t"r1mcù1 t (:tnna'tk• (ATT.11.10 CABIATI e LUIGI E:ISA.UDI). -~mJ>l"t INIOrm) Cll ,naa,•1110 llll<H'.0 NJmpatlbUt COH'lnltrtut dtll'ln• du1trHllt (l'rof. ASTOSIO 0K.\ZIADM). M., (Jlft8lkmt ,~.alt Htl J)UliJlU'O COlltlth:o ()'ELICE CERAJIICOLA). Filosofia, leneratura e varietà. /,(I flù>IO/llt (Il, Il. Ardlgò Il u ;JOCltllUmo, Il (.l'JI'). J.'ra Utwi, 11 mvtste: " l,c O$trlchO " d1 Carlo J)tL IJM,;o Wt:uc•: CAMtmo:-1). - • Per l'ldcn " - " scrllt1 di Marx, t;ugc1s, 1,118• 1111110 "" LALIBERTÀ DEL AVORO e l'eccidio di l:3erra F'en-arese 1./on. Giolitti, nel rispondere aJl'interrogaziono dei deputati socialisti sull' eccidi o di .Berra, ebbe nobili o fiero parole quando ria.ll' el'mò, pur di fronte nlla. possibilitl~ di eccezionali conflitti s11nguinosi, il diritto od il pregio della libertà; quando rivendicò a.Jl'orga.– nizzazione proletaria I&virtù educatrice che rendo i conflitti violenti sempre mono possibili; e quando in– fine additò i veri 1>erqunnto indiretti responsnbili llell'eecidio negli amministratori della Banca di 'l'o– rino, il cui rifiuto ca1>ricciosoe cocciuto, malgrado i consigli ciel Governo e l'esempio di altri proprietari anche stranieri, a qualsia$i equa concessione verso gli scioperunti, aveva occasionato lo sciagurato epi– sodio. ln tutta questa parto della sua risposta. il Mi– nistro dell'interno, pur con quella attenuar.ione di tono che è o dev'f'sserC' propria. dell'uomo tli Governo, non foce cho anticipare quanto ebbe poi a dichia.– nu·e, pili vibratamente 1 il nostro Bissolati. Le parole con lo quali il Giolitti denunziava. il delitto mornlc (non ò ancora, ma dovrà. essere un giorno, delitto anche nel senso let:,rale)di una Banca. che, con pro– prio immediato danno economico, affrontando cioè maggiori s1>cse di mercedi o di trasporto, e unica.• mente per fini di sov\'ertimento politico - por spez– zare cioè le reni a1Ja.legittima organizzazione prole– taria, so non anche al meditato intento cU creare imb1uttzzi al Governo liberale - si permette di af– famare un paese importando torme di incoscienti opcrni di aJtre regioni, meritano cli essere ricordate Hd ammorlimento cli qucJla parte delle nostre classi dirigenti che non disclegna110ricorrere a metodi cli lot.ta.così immorali e così stolidamente quanto inu– tilmente feroci. 'Ma 1'011.Giolitti cessò <li essere J)ari a sò stesso c1uanclovenne a parlare del contegno del tenente che ordinò l'ccciclio. Evidentemente qui agì sopra di a lui una preoccupazione cli equilibrismo parlamentare: fors'anco una certa aristocrtttica ripugnanza dal si– stemo, troppo seguito dai suoi prcclecessori 1 cli sca..– ricaro sopra i dipendenti le supreme responsabilità clcl Governo. L'on. Giolitti 11ffcrmava infatti che la condotta del tenente Do lioncdotti era stata. Petretto di una dolorosa necessità.; e non si perita va, aJlo stato degli atti, e salvo le ulteriori risultanze del– l'inchiesta, cli dichiararla leb"fllo. Su questo terreno non possiamo seguire iJ )lini– stro dell'interno; nò gli possiamo concedere che In libertà abbia mai bisogno cli cosiffatti olocausti. Noi non punge odio od ira verso Io sciagurato tc– neuto, il quale, passando dalle orgie d'un amore venalo illl'csorcizio cli un delicatissimo nmndato, sfogava la irrital'.iono corebro-spinnle ordinando il fuoco soprl.L u11t~ folla inerme che chiedeva. cli p,1,1·lamentare.Egli è un prodotto di quel milib1ri1m10 professionale, il– lustrnto dalPJla.mon, i cui criteri di giustizia, di uma. nit:\ e cli amore del popolo noi potemmo sperimen– t:1rc all'epoca non dimenticabile dei •rribunaH di guerrn. Possiamo ancho intendere la generosità elci Bissohtti i che diceva cli rrw,•isaro nel tenente Do Benedetti una ,•ittirnn, come le altre, degna sopra,. tutto di pietà. Parimenti ò senza sorpresa che assistiamo al snl– v11taggio che cli lui si sta tentando dalla camorr1l militare. Che un uomo, sul quale pesa tanto sang-uo ,•crstLto,passeggi in piena. libertà da. Fcrrnra a Ho• logmt, mentre l'a,,er conrnnclato l'uso delle armi 1 nel modo pH1 micidiale, senza aver fatto precedere, a sua stcssu confessione, lo tro intimazioni nelle formo di rito, lo pone sotto il colpo dell'art. I. 7t ciel Codice penalo milita.re, che per simili casi, susseguiti da omicidio, co mmina la pena cli morte - mentre, ,mcho nell'ipotesi piil benigna, gli art. 170 e 257 (omicidio per eccesso nell'esercizio delJa pubblica. forza) lo espongono por lo meno al carcere e alla reclusione militare - non ò il primo caso in Halia. o non finchò In burocrazia militaro rimarr1 11111~ casta chiusa, uno stru- mc11topa1:1sivo utoressi lii classe. .\feno nncora. pot.robbo isorprondcrci il cinismo della shnnp:t reazionaria, bi quale - onzi chè hLp uniziono elci tenente - invoca. ad alto grida qu el.la dei sol• dati o dei ciual.linicri, che al Rossi e agli altri re– vorters recatisi sul luogo non mentirono la verit,\. ' 'l'utto questo non serve alla tosi che <1ui inten– dituno sostenere. Perciò possiamo far gitto dello circostanze che dettero il racca1)riccio ai lettori clell' Adriatico, del- 1'.AcanliI o deUa stessa 'l'ribwu,: dal precedente con– tegno provocatore, che ave,,u. fatto denunziare il te– nente Do Benedetti ai suoi superiori come un per– manente pericolo; cl11lloparole; " per questi villani ci vuole del piombo "' che l'unno pensare alla pre– meditazione delJ'assassinio collettivo; fino nlla scia.– gurata brutaJità con cui - circostanza però questa d10 ora seml)r:l smentita - fLVl'Cbbeegli stesso freddato colh~rivoltella. il povero C11llistoDosuò che gli venivn iucoutro rispettoso col cappello in mano clùe-

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