Critica Sociale - Anno XI - n. 12 - 16 giugno 1901

CRITICA SOCIALE 181 abbia assetto normale e stabilo sotto l'impero (lelle sacrosaJJfe leggi della toncm-reuza. ,, J~ pcrchè non « recare ostacolo ,, alle ferrovie per mirntenoro la sacrosanta concorrenza dei barrocciai? I Comuni mon• ta.nari sfrilhrno contro il sacrilegio, che li spoglia di una specie di diritto divino che essi Yantano sulle forze del torrente che ne 1ambc lo caso. Insorge, d'altro canto, il socialismo .... milibH·ista degli Af<rn dc RiYcra. Ma il grande capitale si ride di tuiti questi osta~ coli. Preparato il terreno collo sue associaiioni in• clustrio\i ecl elettrotecniche, esso, per mezzodei suoi rappresentanti in Senato, ha gi?~ introdotto nella YCC– chia legge modificar.ioni ('), che attendono soltanto Papprovazionc della Camera. Si inghirlandarono bensì di fiori retorici le vittime designate; platoniche pro· teste d'affetto si prodigarono " 11110 modeste inizia· tive ,,, " ai piccoli produttori cd industriali, rapprc· sentanti interessi seri e reali 111 ecc., ecc. Tutto ciò non impedì alla legge di riuscire, quale doveva, la consacrazione dell'accentramento - ossia, nel pili elci casi, del monopolio inevitabile - per il quale si prepara la palingenesi industriale cd economica. del· l'ltalia. Ing. A~GUL0 O110DE0. (1) Ln dlsr.u!ls!onc hl Senato cl,\Jc luogo In nprllc--magglo 1000. Ili CO{'l(H~ESSO or liIO{'l.E (NOSTR,\ CORR!Sl'OSDJ:SZ,\ l',\UTICOI.,\Hf:). li Congresso di Lione ha. chiarita la situazione in Francia. Ha permesso agli elementi irreclultibìli, che una unione fattizia teneva uniti, di se11arnrsi, cri è un gran bene. J matrimoni fatti per forza terminano sempre con un divorzio. · .L'unione era stata suggellata, fra tutte le frazioni del socialismo francese,al primo Congresso nazionale nel J 899 1 a Parigi, sala Japy. Cominciava a di.ssol\'crsi, l'anno scorso, al Congresso della sala "\Vagram, coll'esodo del " Partito operaio francese ,., di Giulio Oucsde, si ruppe definitivamente a Lione; il Partito socialista rivoluzio– nario ,., cli Yaillant, segulto da. alcune .Federazioni au– tonome, ha rotto gli ultimi legami che lo anince,·ano alla. ,•ecchia organizzazione unitaria. i,: un J)eriodo che si è chiuso della storia. del socia– lismo francese: la conce:tione mistica dell'unità. imme– diafa e totale, che dovea compiere la definitiva fllsione di tutto le forze rivoluzionarie di Francia, è finita, e ben finita. Dobbiamo confessarlo: abbiamo voluto preciJ)itare le cose. Non si fa violenza alla storia. Non in un giorno si conciliano Je opposizioni di organismi, gli antagouismi di persone, le differenze di metodi e di tattica. Solo il tem110può riescirvi e, volendo camminar troJ)IJO lesti, si è' compromesso ogni cosa. I. La nuova scissione, com'era prevedibile, tolse occa– sione dal u caso i\lillerand ,.,.I due Congressi JJrccedenti avewrno sentenziato con dei responsi da oracolo sulla questione della partecipazione cli un socialista a! potere. Le risoluzioni adotta.te non avc,•ano tagliato corto alle dispute, le quali continuavano a tutto SJ)iano.. l!'nutori Ctl avversari dell'entrata. di un socialista al :Ministero raddoppiarono di as1u·ezza nelle loro polemiche. 'J'nlchè l'unità, appena sl >ozza.ta ,ne fu irremeditilJilmente scossa. Così, al Congresso di Lione, non era J>OSsilJilediscutere i diversi progetti di unificazione, senza ])l'ima risolrere la questione ::\lillernnd una \'Olta. })er tutte. I.a dis1rnta scattJ per generazione s11ontanen. 1':ra tale l'ossessione dei congressisti che, sebbene mo!Lissimi dei militanti presenti non desiderassero iniziarla se non alla fine del Congresso: nessuno si oppose a che essa sor– gesse fln dal J)rincipio. DoJ)O\'ive controversie, le diffe· renze, che seJ)aravano Io diverse frazioni del socialismo francese riunite a Lione, si affermarono come irrcdut– tilJili. Sel>bene tutti, dn Destra a Sinisfrn, fossero d'ac– cordo nel dichiarare cho ~lillcrand 11011 rappresenta af– fatto il socialismo al potere, non fu possibile trornre una formola. che tutti soddisfacesse. Ì·i su CJlieStopunto che In differenza, chC era reale, cli\'entò formale. li Congresso ebbe dinanzi <lue risoluzioni. La prima, letta da De la Porte, dichiarava: Considerando che il còmpito essemdnlo del Congres:-o è abbattere gli ostacoli attuali nll'uniflcazionc delle forze rivoluzionario di Francia; Considerando che la Jlresonza. a.I l\fini!-:.i:crtdi un deputato, che fece parto già dal Ornppo parlamentare socialista, crea un equivoco favorevole alle divisioni in– testine; Che questa questione della. ])artccipazione al potere fu ben risolti-i poi passato e per l'av\'enirc, e uon poi presente; JI Congresso dichiara, una voltn per tutte, che giamnrni ~Lillerand, essendosi posto egli stesso fuori del Partito coll 'entra.re al :Ministero sotto la sua responsa– bilità e di sua iniziati\,a personale, uon potò impegnare il socialismo, che egli non rappresenta; Dichiara inoltre che Patteggiamento del Partito di fronte al :Ministero attua.lo deve essere il medesimo che di fronte a qu.alsiasi Ministero borghese. La seconda., presentata da Uriaml a\ln, Commissione incaricata di esaminare la mozione De la 1-'orte, suo– nava cosl: Considcl'ando che còmpito essenziale del Cougresso ò nblJattere gli osta.coli attuali alPuniflcaziono dello forze rirnluziona.rie cli Francia; Considerando che la presenza al Ministero <li un deputato, che fece JH\rte già del Oruppo 1mrlamcuta.re socialista, crea un equivOcù propizio alle <livisioni in– testine; Che questa questione della partecipazione al potere fu ben risolta. JJOIJJa .ssa.to e per l'avvenire, nrn. non pel })l'CSCnte j li Congresso dichiara. che )lillerand, entrando al ì\linistero 1 accettando cioè, sotto la. sua. personalità. per– sonale e dì sua priv:lta iniziath,a, una funziono che lo pone fuori del controllo del Partito socialista, non potò imJ)cgnare nl pote1·e <1uesto Pnrtito; che, Jler conse– guenza, egli uon ve lo rappresenta o non ve l'ha in alcun momento ra11presentato; · Dichiara. inoltre che l'atteggiamento <lei Partito e del Oruppo ])nrlamentarc di fronte a.I :Ministero attualo <loYeessere il meclesimo che di fronte ad ogni :Ministero borghese, de"e essere cioò determinato esclusivamente dall'interesse del proletariato socialista. Fra i duo testi, lo si vede, non vi è quasi differenza. 1 considerandi sono i medesimi, pii.rola per pa.rolo. Solo le parole u essendosi posto fuori <lel Pw·tifo ,., della mo- 1.ione Dc la l?orto sono, nella mozione Uriand, sostituito dalla frase: 11 fuori clel controllo del l'artito ,.,. È su ciò che scOJ)JJiÌ) la. rottura. l fautori della parteci1mzione ministeriale vedevano nei te1·mini della. mozione De la Porte un'intenzione di biasimo o un retropensicro di rampogna, non solo verso :Millerand 1 ma verso loro stessi. Al contrario, gli autori della mozione De la. Porte dichiaravano che nessun ])ensiero di rampogna verè:o chicchessia era dis– simulato nelln rellazione sottoposta al Congresso. Quanto

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