Critica Sociale - Anno X - n. 20 - 16 ottobre 1900

306 CRITICA SOCIALE Analizzando questo miracolo, voi trovate che la conferenza non ha aggiunto un'idea nei cervelli di quella gente, ma ha dato un'espressione immaginifica al sentimento diffuso nella folla, raccogliendolo in un'organizzazione apparentemente politica) in realtà. religiosa. Il male non sarebbe grande, anzi non ci sarebbe nessun male se fosse sicuro che, subito dopo, inter– venisse un'altra conferenza - ed in genere, una propaganda più calma, pHLpositiva, analizzatrice ciel.le immagini seminate e che accortamente le trasfor– masse in idee.... Ma questo ò tutt'altro che sicuro. 1;c1allora che cosa accade? O il fuoco così appiccato si spegne tosto per mancanza di alimento - oppure, concorrendo circostanze esteriori propizie (scioperi 1 campagne elettorali 1 C{\restie 1 ecc.), divampa in un incendio (ahimè!) che non sempre resta metaforico: poichè è nella natura dei sentimenU, ove non possano tosto trasformarsi in idee, di tradursi tosto in atti. 'l'utta quella parte cli vero, che è nelle critiche dei nostri avversari, quando dirigono i loro omei e scon· ::duri contro la propaganda socialista, è racchiusa qui dentro. Ora importa far sì che i nostri avver– sari 110n abbiano nessuna ragione dalla loro. J~orciò io non esito a cliro che la nostra propa– ganda, anzichè sforzarsi a rendere subito e tutta in– tera la nozione dell'idea socialista, ben provvede– rebbe a sè ed al progresso generale della coscienza politica del paese adoperandosi prima dì tutto a dare allo plebi l'idea dei mezzi polit.ici per la propria di– fesa economica immediata contro gli sfruttatori im– mecliatamente sona.stanti. Invece di fare' leva del sentimento immanente clelPingiustizia sofferta, far leva. dell'interesse economico individuale, che è un fatto d'ordino llositivo; e quel tanto di sentimento, che vi ò annesso, può trovar soddisf<1zione con van– taggi immediati e reali che rinvigoriscono la fede cd eccitano la. ment.e ad una. ulteriore conoscenza della complessa teori,1. In fontlo qui non si auspica che l'ttpplicazioue del metodo posith•o, così utile cd universalmente accla– mato dalla scienza. pedagogica: salire dai fatti par– ticolari ai fatti generali. Invero, annunziare alle plebi fl.ffamate ehe l'unica causa dei loro mali è Ja costi– t.uzione economica. attuale, che dì,·idc gli uomini in due classi, e che la. sola redenzione è il socialismo - e t)0i relegare questo socialismo in un futuro non definito - è certo un esas1>erare bisog1ti ed aspira– :doni, -per sò già troppo Mdenti; è un creare illu• sioni sentimentali pericolose o sfiducie pessimistiche piì:1pericolose nncora. Invece parlare ai sofferenti cli possibili o vicini miglioramenti nelle loro condizioni, solo che il vogliano; e, ])Oichè l'hanno voluto e si sono messi in moto, spiegare acl essi la rag·ione delle resistenze che incontrano per via 1 e, mau mano sa· leudo, ampliare il loro orizzonte sociale e politico, J>erchù infine, L>erl'impulso della esperienza }lro1nia. 1 arrivino .a stringere con mano la causacausarmn dei mali eda vedere il 1uezzo liberatore in sè, parmi cosa· migliore e J)ii1 efficace. L'esperienza storica ci conforta in questo modo cli vedere. Risulta infatt.i da!Je " confessioni,, clei socia– listi pili colti e convinti e che, a .loro volta, si sono fatti propagandisti, elle assai raramente Je Joro con– Yersioni sono state l'effetto di colpi di sole, come av– venne a Saulo nel deserto. Quasi tutti i nostri piit valenti coml>ag1ti sono venuti al socialismo per un ampliamento deJJ'orizzonte democratico, J)er un'inte– grazione progressiva del concetto della giustizia so– ciale, e 1nercè l'analisi dell'impotenza dell'ideale de– mocratico nd attuarla.. La grande maggioranza dei socialisti 1>ropagandisti sono cx-democratici, i quali tocca1·ono con mano che tutte le riforme minori deb– bono per necessità. concludere acl una riforma nrn.s– sirnn, che snrà. infine la rcra riforma sociale. Uno elci V L 101 pochi socialisti nostri che provenga dai moderati, Ca.– milio Prampolini, raccontava una sera in un crocchio cliamici come egli fosse cliventato socialista per lo svi-– luppo che nel suo pensiero aveva preso una tesi sco.– lastica che dapprima aveva studiato quasi per svago: lt diritto di vivere. Ei diceva che nella sua. mente gli pareva naturalissimo che vi fosse il diritto clivivere, poichè la vita non è che Pistinto di cl.ifendersi contro la morte: ma questo diritto cli vh,ere ne presuppo– neva un altro, il di?"·itto al lavoro. Oh! perchQ_ un uomo non ha da trovare lavoro per vivere? ... E cli qui tutto un processo mentale cli critica che lo con– dusse ad essere il nostro .... Camillo Prampolini. La conquista personale della fede socialista per-il sovrapporsi delle esperienze individuali, per Pascen– sione progressh,a della mente dall'analisi atla sintesi, è la. sola che possa impedire quel gravissimo pericolo che sovrasta alla nostra propaganda, per cui io Ja chiamo propriamente mistica, e che consiste nella cristalJizzazione religiosa dei nostri principii. Molti si compiacciono nel sentir clire che il socia– lismo è una vera religione; io preferisco miJle ,,oJte che sia un vero e grande partito politico. 'l'rascinati da questa corrente di propaganda - ripeto - mistica, essi accettano tutta uua nonfonclatura e fraseologia religiosa - e con una grande compunzione amano darsi per i continuatori o rinnovatori del cristiane– simo; vanno in giolito quando gli scritt.ori cli storia delle religioni, come il Chiappelli, profondono i loro elogi al socialismo moderno, considerandolo per l'ap– punto, a cagione di certi suoi atteggiamenti, come una dnascenza del misticismo cdstiano primitivo. Non ò raro perfino che i giornali settimanali, in ricorrenza cli feste religiose, a Natale od a. Pasc1ua 1 scrivano arti– coli di occasione, dove tirano a conclusioni solo forma– listicamente socialiste tutte le immagini e i sent,imcnti ed il linguaggio della propagatHla religiosa - quasi che il socialismo debba veramente essere un para– diso, che non differirà. da. queJlo di lassl1se non per la sua ubicazione .... 'tutto ciò sarà nn metodo facìle e comodo cli sug– gestione mentale; e comprendo che una propaganda, che ha fretta e deve tlire sempre tutto itt un articolo od in un discorso, non possa. farne a meno: una si– mile propaga.uda deve per forza aggredire il senti– mento. Ma J'efletto è che essa - torno a. cl.ire- non fa, le coscienze, ma le lega, ad u11'altra mitologia tra– scendentale. J~ssa, proponendosi clidivulgare concetti generali ed astratti iu cervelli, incapaci pet· assoluta mancanza cli esercizio ad afferrarli, deve per forza ricorrere ad una artifìziosa rappresentazione per im– magini sensibili e quasi tangibili che sostituiscano le idee - onde tutto CJl1elusso di favole, cliallegorie e di pnmbole cito aUietano Ja nostra propaganda - e quindi il pericolo che le menti rozze assumano tutta. <1nesta ortopedia mentale come l'espressione esatta e genuina della verità, e non si raccapezzino pili fuori di <1uestiingegnosi sostegni. Senza. dire che, per quanto siano abiJi e sapienti tutte le parabolè, le a11egorie e le favole, appunto perchè esse non esprimono Ja verib\ 1 ma. solo dàuno alla verità una forma rap1>resentativa esteriore, esse possono da con– traddittori accorti ed intelligenti essere adoperate ad esprimere coucett.i perfettamente contrari. lu questo campo la lunga t.raclizione pedagogica dei clericali, adusati, meglio di noi 1 a far dire tutto queUo che vogliono alle Jeggenclo dei due Testnmenti e alle frot– tole delle vite dei santi, può facilmente ritorcere contro cli noi le nostre armi e lasciarci addietro di ~~m~~ . Ma ancor piì1 grave pericolo per il partito noi scorgiamo in una J)L'OJ)agfrncht che lega Je anirne pilt nlla. forma delle idee, che alla sostanza delle idee stesse: noi temiamo che quando le idee vengono alle prese con fa complessa. varietà dei fatti ·e perciò

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