Critica Sociale - Anno VIII - n. 8 - 16 aprile 1898

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel Regno: Anno L. 8. Semestre L. i&-All'EHtero: Anno L. IO - Semestre L. 5,50. Lettere, vaglia, Cal'loline-vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO:Portici Galleria V. E. 23 (2. 0 plm aoblle) Anno VIII - N. S, Jrfon, si vencle a, 1ut11teri scvm·citi, Milano, 16 aprile 1898. SOMMARIO Attua.lit&. J)a co,·lt'oto,ia a Pale,·mo (l,A CRITICA SOCIAl,B), Crlap/.11110 C ,octau.rn10 fil SlcHla (S, CUOJAttF.Rl-~CllltTI O l,A Cl!ITIC:A). Il vartuo 60Clall1ta e l'Imposta nit {abbriC'Cl/l (EMANt'ELH St:1,1.A). Elt:0110,·a Jlar.r (t-lt). Studi sociologici. Contl·lbtlto all'I riforma del 1)1'ogramma Mhiimo; Ca,·atterl ge- 'flt:raU ciel twogramma; I e Ir <U~ T1lA\'t:T). /,a conr;u.ista dd Comune (WA 1,TElt Moccut). Il ailtcma dt:l 1udorc: Swenting 11y11lem(O. S.). /, '1"f11Cactamc,rale dd 1octali.1mo fGtUSMl'l'S Rt<!\!!'1), Filosofia, letteratura. o varietà.. La 1·ece111iutma le1ter11.1ura,wn-.,·lsta (ILl,R F:oo). llolletti110 bibliografico:• Gente di chiesa• di c. Del lJal,o {g. r,J Pobbllca;to11i perum.ie hl do110. Bibfioteca di propaganda. DACORTEOLONA A P LERMO t fra le cose possibili, probabili anzi, verosimili ad ogni modo, che l'uscita di questo numero pre– ceda di poche ore nelle roslre case, o benamati lettori 1 il telegramma della Stefani, che auuuncerà risol'lo Crispi a Palermo e l'isepollo nell'urn, di Corteolona Felice Cavallotli. I duo fatti, o la loro consonanza a tanta distanza di luoghi, si affanno a questa cinica ora della vita italiana. A Pale1·mo,nè il Governo « galantuomo :., nè i partiti « onesti » trova,·ono modo di opporre alla glorificazione sfac• ciata del siuistro malfattore, che incarnò in sè tutta la ferocia e la petulante corruttela delle potenti camorre, alcuna seria ed efficace protesta; a CoL·– teolona, i milioni di un finto e agrario :., attorno a cui si accalca tutto il crispismo del Collegio, fungono da spada cli Brenno sulle bilancie elet10- rali; e le squallido filandiere, della cui giovinezza sfiorita e del cui sangue smunto sono impastati quei milioni, vanno vociando 1·aca al conferenziere ra• dicale e osannando al « signore benefico che dà loro il pane •· Intanto, nel centro dell'Ilalia, su le torve paludi del molinellese, birri e cavalleggeri in amorevole accordo investono e incatenano a cento a cento le dolorose risaiuole, tranquillamente riluttanti all'im– posizione dei patti degli affamatori; di esse i mi– nassi togati di Bologna gremiscono con giudizii sommarii le carceri emiliane e romagnole; il de– putato Andrea Costa è costretlo a sgattaiolare con una gherminella tra i divieti dei poliziotti per ca· ,•are dalla folla un simulacro di acclamazione ai nomi di una Commissione la quale rapp,·esenti gli interessi dei la,·oratori; e il bufloncello H.udinìsfl-t,na telegrafici anatemi (proprio bene scelti l'occasione e il momento!) contro la lotla di classe, raccoman– dando, per colmo di sarcasmo, ai qontadini intimi· V diti di accettare lo spontaneo arbill'ato del Comizio agrario - l'arbitrato dei padroni con cui sono in 1ot1a ! . .. Questi fatti incredibili hanno assai più r~lazione fra loro che a prima vista non sembri. E, nelle pianure del holognese. la schiavitù restituita nelle più selvagge sue forme - tolta ad essa soltanto la sicurezza del pane e aggiuntavi la immane violenza dol militarismo moderno. È l'ir1·isione della giu– stizia, lo schiaffeggiamento volulo di tutle le leggi, lo stato d'assedio a se,•vizio illimitato dei forti, la umanità calpestata a tutto pro dell·usura. Ora, tutto qucst. ~ puro crispismo: nè della polenza ditla– tol'ia èlel C1·ispivi fu mai, menfr'osso fu in auge, clh•orsacagbne. Come mai si J>Otrebbe sperare che un Governo, cJ,-. Jo emula cosi bene, abbia fo1·zaa resistergli nella fibera lotta dei popolari Comizii I con quali a1·mi l per quali confessabili fini 1 in nome di quali ideali? E in nome di quali ideali gli con· traslerebbero oggi quelle c)assi, che dell'opera sua si avvalse1·0 ieri, o protestarono a bassa voce non perchè essa apparisse loro troppo forte ed iniqua, ma solo perchè si s,·elaYa froppo ingenuamente e malaccortaniente viole1i-&? Pure questi fatti medesimi dovrebbero avere qualche vfrtù d'insegnamento: non diciamo sulla democrazia ufficiale e costituita, incistita ne· suoi vecchi metodi, inetta a rinnovarsi arditamente e a mutare cammino; ma su quella larga zona di gente, democratica d'istinto, d"inleressi, di aspira– zioni, che non milita sotto ne suna precisa bandiera. che vorrebbe l'onestà nella politica e la pace e il benessere nel paese, e non sa da che parte vol– gersi per aiutarle a venire, e guarda con sospetto la propaganda dei sociaIisti. L'esempio di Col'teo!on11. ci sembra, sopra tutti, · eloquente o sii:tnifìcativo. Ecco li un Oollegio il quale, per pii, legislature, ebbe la ,rentura e l'onore di venir 1·app1·esentato dal più insigne, dal più battagliero, dal più operoso e generoso dei deputati radicali; dallo sue bicocche tuonò la parola eloquente e vendicatrice, che infig geva alla gogna i briganti della politica e promet– teva ai sofferenti la pia messe delle giustizie future. Ebbene; fatta muta quella voce, scompa1·soCavai– lotti dalla scena, il Collegio che votava per lui, il Collegio ov·egli, or nou è ancora un anno, trionfava incontrastato, ha come d'un subito voltato casacca; a dir meglio, si rivela per quel che ò realmente, un Collegio sempre ed intimamente reazio:iario; della sua natura retriva, zotica, maligna, tutta quel• l'eloquenza. quella gloria, quell'entusiasmo non hanno scalfito la scorza; i rubesti flttabili e gli al– coolizzati signorotti, che la stretta di mano del poeta, lusingandone. pur senza volerlo, il grosso amor pl'Oprio,guidava all'urna per lui, ora preferirauno un milionario semi-idiota, sconosciuto oltre il limite del borgo nati,o, lo preferiranno, non diciamo al

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