Critica Sociale - Anno VIII - n. 5 - 1 marzo 1898

CRITICA SOCIALE 73 . .. Del mio lavoro si è occupato anche Don Alber– tario nell'Osservatore Cattolico (n. 2 e 13 di que– st'anno). Ma l'ha fatto da par suo, cioè da igno– rante e da ludro. Da ignorante, perchè continua a dire che noi ci aspettiamo nel mondo socialista « un nuovo para– diso terrestre donde sia bandito l'alito del dovere e dove ciascuno può circondarsi la fronte di rose assaporandone con voluttà i delicati profumi ». Da ludro, perché falsifica scientemente tutte le mie idee. lo dico che in Italia è impossibile la conci– liazione fra il partito cattolico e l'attuale costitu– zione politica, cioè la monarchia sabauda; e Don Albertario scambia la costituzione politica colla borghesia conservatrice liberale, che io ritengo debba ben presto, pur di ~alvarsi dal socialismo, abbandonare a sè stessa la mona1·chia ed entrare pentita e contrita nel partito cattolico. Io, spie– gando in che cousiste la critica cattolica, mostro che la sua ingenuità la rende facilmenle accetta– bile dagli ignoranti, che in Italia sono la gran maggio1·anza; e che sta nell'ignoranza degli italiani una delle cause delle grandi conquiste dei cattolici; e che bisogna spingere i cattolici a passare dalla critica all'azione, perchè anche gl'igooranti vedano che nella pratica i cattolici fan come gli altri; e Don Albertario prende la mia frase che « la critica cattolica ha sulla nostra il pregio di essere sem– plicissima e accettabile da tutti senza il bisogno di alcuno sforzo intellettuale», la stacca dal discorso, in cui è radicata, e me la cucina in due o tre salse in aria di trionfo, prendendola come una confes– sione di impotenza socialista. Finalmente io con– sumo quasi un intero numero della Critica Sociale a dimostrare che il partito cattolico non ha nè un programma politico, nè un programma sociale ca– pace di rimediare, sia pure in parte, ai mali del capitalismo; e Don Albertal'io, colla pii, perfetta faccia tosta, senza accennare neanche di sfuggita a questa parte del mio lavoro, sia pure dichiarandola falsa, afferma che io, per poter spera,·e in una vit– toria socialista dopo l'interregno cattolico, dovrei dimostrare prima la fallacia del programma cat– tolico.... Ah! Don Davide! Don Davide! che tu possa ripo• sare illimitatamente sull'ilotismo de' tuoi lettori, questo si capisce e non mi sorprende: ma non pensi tu dunque che esiste nell'empireo il signore dio tuo, che vigila e che registra le tue tudrerie 1 UN TRAVET. LAFILOSOFIA ZOOLOGICA ELASOCIOLOGIA Il prof. Grassi, doll"Università. di Roma, inaugurando il presente anno accademico con un discorso sulla cri• tica della fllosofla zoologica. ( 1 ), volle a.nche discutere i rapporti fra. le leggi somme della bio'ogia e quelle della sociologia contemporanea. Certo, la preoccupazione di mostrare come la teoria socialista non sia una diretta filiazione della. dottrina. do.rwininno., non gli lasciò ve– dere in questi rapporti tutto quanto c'è da. osservare; nondimeno la sua conclusione circa rinsumcienza delle leggi biologiche per spiegare l'evoluzione umana non cessa di essere Yera. Per il Grassi, o credo per tutti i zoologi e biologi serii, l'evoluzione umana. non può ricalcarsi sulla traccia del– l'evoluzione animale. Ogni naturalist..a.può avere intorno {')GRASSI: C'f·ltlca della filoso/fa :oologlca. R'lm:I, {898. ai destini dell'umanila. o .1,\la legge del suo sviluppo un'opinione propria., 1·iflessa.fors·anche dalle abitudini dei suoi studi, ma non può spera.re cho da.glistudi suoi prorompa una risposta. scientifica ai gravi problemi che affaticano l'ora presente. È solo dei dilettanti di storia naturale il rivolgersi ansiosa.mento alla. complessità. ine– splorata dei fenomeni vitali per chieder loro il segreto della storia umana. Del resto la. scuola analogica in sociologia ò ormai al suo tramonto. Il Grassi poteva ricordare come coloro, che si limitano a. istituire ipotetiche analogie tra ruomo o la. cellula., tra la. società. e gli organismi, siano per essere irremissibilmente demoliti oramai dalle scuole so– ciologiche più recenti. Tali analogie, che forsu potevano servire da dotta. decorazione in uno studio di morfo– logia sociale, non hanno alcun senso ora, che si discute la legge nilima della storia umana. Quando il sociologo s'affat.ica a trarre dalle più bril– lanti induzioni biologiche la. soluzione dei problemi che gli spettano, allora. il zoologo crit.ico dovo intervenire por ricordare la <liscutibililà. di quelle induzioni, as– sunte così leggermente a pietra. angolare di tutta una. costruzione pseudo-scientifica, e si sente tentato - per usar le parole del Grassi - a. imitare Orfeo che recise le co1·doalla. propria cetra. Dirò di più: se le leggi del– l'evoluzione socialo o quelle dell'ovoluziono animale do– vessero essere perfottumenlo analoghe, gli è dalle prime che si potrebbero indurre le seconde. Che sono mai i pochi fu.tti dell'evolu!ione anima.le, ancor così contrastati e mal noti, rispetto allo sterminato cumulo <li fatti ac– certati della storia umana? . . . Dove ò poi una dottrina che spieghi la formazione d91le specie o sia base indiscussa alle analogie dei so– ciologi, Darwin ru dei primi a darci una teoria completa del– l'evoluzione delle specie: la sua seleziono naturale è troppo nota perch'io debba ricordarla. qui, mentre non intendo affatto passare in rassegna tutte le teorie biolo• giche fin qui escogitate. Vissuto mentre la lotta per la vita accennava già alla. intensità. o a.Ila ferocia presente, il Darwin, penetrato dello teoriche malthusiane, esse pure genuino riflesso dell'ambiente in cui furon pensa.te ( 1), formulò una geniale teoria che pare un prolungamento della. concorrenza. borghese nei millennii geologici. E forse la somiglianza dell'ambiente in cui la teoria fu concepita. coll'ambiente t\ltuale, spie,:a appunto il suo persistere di fronte agli attacchi poderosi che dalla ca.t~ tedra minacciano diroccare cotesto albero meraviglioso, che aveva disteso dovunque lo sue radici con una ra– pidità ed una invadenza certo nuova nei secoli. La selezione naturale è investita d'ogni intorno da an– tiche e da recenti obiezioni. Le causo di variazione sono più deboli delle cause di fissità. - la seleziono non può aver sviluppo.lo caratteri inutili, quali erano al loro inizio quelli che giovano solo quando sono interi o ma– turi - le variazioni utili sono troppo piccolo e trascu– rabili per dar presa alla selezione - le unioni dei sessi distruggono le variazioni iniziato - ecc., ecc. ('). Per difendere il principio della selezione si è invocata ( 1) \"eggnsi a tale pro1>osito I<'. S. NlTTI: La popolaz10,u ed tl sl,tema sociale. 189'. 1'1 I.'espo11lzione e la critica delle teorie biologiche formulate In questi ultimi anni sono riunite nel poderoso lavoro del Dtt– LAOR: Lo st,·uctw·e du i,,·otoplasma. lu tllto,·les ,m· l'hirédlté et les o,.,rnds probl~mu de la blOloqie odnérale - Pnris, 1S95 . cui fa e faranno Eeguito le A1méts blotoglr11tts.

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