Critica Sociale - Anno VI - n. 19 - 1 ottobre 1896

ùRITICA SOCIALE che la grande coltura dove essere estensiva od in– tensiva a seconda cho si presenta il terreno da sfruttare, e che la piccola coltura non à nè runa cosa nò l'altm, a meno che tu non voglia chiamare estensiva la pastorizia. Quando io affermavo cho l'unico sistema in vigore in Italia. anche nei grandi poderi o latirondi, t\ la piccola coltura, non mi sono mai sognato di pensa1oe alla coltura estensiva. Per g,·ande oottw·a io intendo quella che, ap– plicando le scoperte scionliflche a ogni ramo del– l'azienda ag1•icola., trasfol'ma In vecchia coltivazione empirica e ha per principale carattere di soslitnire al lavoro muscolare dell'uomo o dogli animali quello dello macchine, srruttando le energie motrici na– lurall finora quasi del tutlo trascurate. Perciò la grande cott,wa può esso,·e csle>liliva. se l'unica p,·eoccupazione doll'agricoltoro ò quella di sfruttare grandi estensioni di terreno con pochi uomini o pochissimo lavoro, avendo a sua disposizione ter– roni sconfinali il cui co&to ò minimo e sui quali, per introdurre una coltura intensiva, occorrerebbe portare, perchè manca, una popolazione numerosis– sima e creare case, strade, ferrovie, opifici, ecc.,ecc., io proporzione ai bisogni di essa; il che richiede tempo e denaro io grande quantità; od tnle>lSiva. oe la popolazione ò densa, I fabbricati e tutti gli altri mezzi necessari esistono ~ià e non occorre che aumentare la produzione del terreni che, per quanto va.':lti,sono spesso i11to1•rottida altre pro– prietà che ne diminuiscono la continuità. Ora, se io guardo a ciò che si fa nella Bassa Lomba,-dia, io alcune pai·ti del Veneto, del Pa1·– migiano, ecc., col concotlo suesposto della grande coltura, sono fo1-zatoa riaffermare che non c'è la grande coltura, ma la piccola, la empirica, prati– cata da Adamo io qua. Ci "uol altro che qualche nuovo attrezzo meccanico o qualche sacco di con– cimo artificiale per dire che quella è grande cot– tura. Tanto varrebbe proclamare grande officina industriale la bottega dell'artigiano che ha intro– dotto un trapano meccanico, il quale rappresenta, ò vero, un progres~o sul vecchio trapano a mano, ma la cui fo1•za moti-ice ò pur sempre la for1.a muscolare dell'uomo. Oli esempi di grande coltu,·a sono cosi rari, piccoli o imperretti, che proprio non mi fanno mutare pel' nulla il mio apprezzamento sull'agricoltura in ltalia. 1'er1.o: tu non vuoi ch'io ti affibbii l"idea fissa di voler proleL.riizare i piccoli proprietari. Leggo nella /leta;tone al Congresso d, P,renze: < il partito, come non può promettere il mantenimento della piccola prop1·iet..-\nella orgnnizzazione socialista, cosi non può, senza contraddire alla sua funzione e nt suoi fini, aiutare la consor\•azione della piccola p1'0prietà, ma deve an:I votge,·e t suot s(o,·zt ad accele,.a,•e la trasforma~tone del J)iccolo p1·0- p1·lttal'IO tn vroleta,•/o: ...... quest'azione co11- lrarta atta vtccota 711·01n·tct1l •· ecc., ecc. E piu sotto: « F. nel campo legislativo i rappresentanli nostri si oppongano a tutte le leggi che tendono a rendere inalienabili le piccolo proprietà o inse– questrabili le scorte del piccolo coltirntore, che tendessero a limitare il diritto di trasmissione o ripartiziono; o a\'OSseroper intento (anche questo!) clidare una prosperità ernmora alla piccola proprie!:\ con pl'omi o dazi o divieti di importazione .... • (') O1·a- no p1·endoatto volontie1•i- tu non sembri plit cosi re,·oce con quei povo1·i diavoli e trovi cho « non ò necessario ch'ossi cadano in condizione peggiore di quella in cui sono, ma basta ch"essi vedano chiaramente la 101•0 situazione, che è quella di p1·otclm·l masclle,·ali di f1'0nlealle classi domi– natrici». Davverof Ma bada cho la maschera, anche <'> Crltlc• Sodale, n. U, pag. ttJ, qunndo tu la chiami un e diritto nominale•• è sem– p1·0 In piccola p1'0prieL-\ 1 cho esercita la funzione di a!lsicurare il IR\'Ol'O al suo titolare; la,•oro che non gli ò più assicurato quando ha assunto anche « le ro1•meesteriori del proleta1•io ». o, in J?Rrolepovero, quando, cs1>1'0priato,entra noll'eserc1to dei senza patria, nè tetto, nè pane, nò fttmiglia, nè istruzione, nè nulla, e non sfuggo a questo cah•ario 88 non battendo la via c,·ucls dell'emigrazione, dol'e lo :l~~~Wt1~1~s~~~o1~:~ 1 ci~edt~~•i~~~ \~~t•a 8 ~ 11:,!~ l'a,·ere il partito scritto nei suoi programmi l'abo• lizionc delle imposte indirette e in genere la legis– lazione a difesa del proleL,riato 1 Lasciamo andare l'tn(clice mio paragone tra il posse,so,·e del campicello o il possessore della ca,•. tolla azzu1•1•a;sebbeno la diversità di questi duo piccoli p1'0J11'ietari stia tutta a favore del paragone stesso. Mi basta aver notato che quella che tu chiami una maschera, un velo da lacerare, non ò che la pic– cola pt'Oprictà.. \ questa, che tu chiami semplice (on>ia este,~10,·e, fai l'augurio. « che si traduce in una norma d'azione per il partito•, che si dissolclt qualllo vtù 1a,•ua,,.e11le e quanto 71/ù71,·eslo è possibile! E non ,•uoi proletarizzare nessuno! Oh, se lo ,-oJessit Consento in un punto: non spiegai a fondo il mio concetto sull'inalienabilità. Ma il mio non ha mai preteso di essere un p1'0getto compiuto. Il mio punto di partenza non è quello che tu mi presti: dare al piccolo proprietario un istrumento più progredito, conservandogliene la proprietà; ma semplicemente: conservare al piccolo proprietario il mez,.o e lo strumento di lavoro. lii chiesi so queoto contraddice,•a alla nostra dottrina. Bo tro– vato che no. La llela;tone afferma che la piccola proprietà agraria si appalesa nemica della coltura e della civiltà; io non lo credo. Primo, perchè non si è dimostrato che produca mono della grande; oggi avviene forse il contrario; poi, perchè in generare i perfezionamenti agricoli si applicano cosl nel grande podere corno noi piccolo. Dove l'individuo non basta, sorgono associazioni apposite, o impren– ditori che si assumono di ronrte,·e accessibile ai piccoli poderi il nuo,•o porL,to della cienza. fn che dunque l"inalienabiliL-\coulrasta quel pro– gresso tecnico che è condizione del socialismo T Lasciamo, Bissolati, i giuochi di parole: siano pu,·e la tua e la mia due forme di esp,·oprta,tone. Quale proferiranno i piccoli p1'0prieLwi ! Quella che Il butta sul lastrico, o quella che ti impedisce di spoJiliar,i da sè dell'uso della to,•1-aper el'ilare che altri no li spogli! 1-'1-a i due mali -dato che questo secondo sia un male - certo sceglieranno il minore. E a te, non a me, domanderanno: ma perchò \"O• lele togliere a noi la proprietà « che ci conqui– stiamo cosi faticosamente ogni giorno », mentre non la togliete ai grandi pr'OprieL'lri, che non la fecondano del loro sudore t Nò ci sar:\ bisogno cho, a placarli, io spieghi 101'0la differenza fra il diritto d'uso e d'abuso. Ben sanno che della 101•0 proprieL\ <b!Si, pena il suicidio, non possono abusare. Questo ò ch"io volevo dimostrare, sen,.a indu– gin1•mi per ora a discussioni sui particolari (ho• meslead. ecc): che l'inalienabilità ha g,-ande ana· logia colla sociali1.1.nzione o cho essa non Ccontraria alla dotll'ina socialista. 'ò mi preoccupo che il par– lamento (borghese, s'intondo: e chi polel'a dubi– t:wne?) sia per accoglierla o no: in ogni caso, se In riforma è buona, - e sia pure una riforma • borghese • come lo sono le otto ore, raumento dei salari, e simili - propugnandola attireremo i picooli proprietari all'ombra della nostra bandiera. 0IOVASKI Ù,\~EPA.

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