Critica Sociale - Anno VI - n. 10 - 16 maggio 1896

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. il - All'E■tero: Anno L. IO• Semestre L &,&o. LeUere, vaglia, cartoline-vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE.MILANO:Portici Galleria V. E., 23 t• (plHD 10al11) Anno VI - N. IO. Non si vende a tuinierl separati. Milano, 16 maggio 1896. SOMMARIO At.tualltà.. la tpocrisl,r tU tot mtnlstt·o uatmuuomo: J"Cl1m1a llMra e .tcie11- .:tt1tl aen:t (I.KONIDA 8J8SOLA'rl). /,a tattica eVtto,·ate: l'opl11lo111: d.-lt aoclaltltl eremonesl e comen1I e quella dt Cetmlllv l>t•ampott11l {Nu1), L'fl1dlpet1de1ua lklla Polo11ta al Couoreuo dl /,011dra {l'rof. AN• TONIO l.•IIRIOLA ~ LA CRITICA SOCIALI:), St.ud.i 80Clologtel. Il mtt«la 1pertmentale n.-ua politica (Avv, ASTosro OLIVIERI). I.a vm·ota di tot co,uadtno .:1llla que,rtone agl'at'ia (C. K~UTSKY/. :P'lloso8a. letteratura. e varleté.. Glòeamtl Voldei·11: ner.rologio {f. t ). Pe,·chè la l!oi-r,lie1la a&Qondo11a Il teatro e frt(Jue11ta u cotré• concerto WKRRUCCIO MOSCONI). Ub, I e Ritl6te. P1d>bllca:lont ~mete In Mno. Biblioteca di propaganda. LA IPOCRISIA D'UN MINISTRO GALANTUOMO Scienza. libera. e scio11zintiservi. « Pantaleoni non sc1·isse nè a sostegno di una tesi scientiOca, nè per la libertà di pensiero ... I./alto di Pantaleoni non ha che faro con la libertà. d'i11- scgnamento che io non violerò mai come nessuno l'ha mai violata. ì\fa quando la scienza diventa o radicale o clel'icalo allora credo che co1n•enga i11- tervenire. ~ Con queste parole, che per maggiore afndamento di esattezza togliamo dalla 1'r·tbuna, il ministro Oiantu1·co, fra gli app lausi croscia 11ti della mag– gioranza della Camera, giustinca.va il processo in– tentato al Pantaleoni davanti al Consiglio Superiore della P. I., e illust1·ava l'annunziato suo intendi– mento di propone nuove leggi disciplinari contro il corpo degli insegnanti alle dipendenze dello Stato. A confessione dunque del ministro, il Pantaleoni è denunziato 1·00 1 non di avere sostenuta una tesi scientiOca nè di avel'e propugnato la libertà del pensie,·o: 110; egli è. reo di qualcos'altro. È reo - riproduciamo ancora le parole del mi• nistro - « di avere biasimato il potere il-respon– sabile, e di a,•erlo chiamato complice di un fatto che, se fosse colpa, avrebbe toccato soltanto i mi– nistri ». Infatti, non v'ha chi non sappia che il reato del Pantaleoni - di cui egli sarà chiamato a rispon– der·e davanti ai giudici popolari - consiste nel– l'essersi occupato dei patti della 1·esadi ~lakallè e a,·e,·e dato in proposito indicazioni che colpivano il monarca. B b I t Cd G, B o Il Pantaleoni - cosa pur da tutti risaputa - è uomo che mosti·ò alti-e volte di essere molto bene informato dei reti'oscena del nostro mondo politico. Chi ricorda come a lui si debba se il Colajanni potè alzare il fitto volo che copriva le porcherie e i bl'i– gantaggi che si consumavano nella Banca Romana, non può non sentirsi p1·oclive a ponderare molto seriamente quanto esso venne accennando intorno all'affare di Makallè. Si capisce dunque perfettamente - col regime che abbiamo sul collo - e il sequestro onde fu colpita la lettera del Pantaleoni, e il processo di cui se ne persegue l'autore. Egli, il Pantaleoni, avrebbe ratto ben altro che sostenere una tesi scien– tinca o difendere la libertà del pensiero; avrebbe - nientemeno! - tentat~) di attua.1·0,per proprio conto, la libertà. del pensle1·0, atfribuendosi, come semplice cittadino, il diritto di dit·e quel che sa e quel che gli pare intorno al modo con cui è man– tenuto il patto plebiscitario. Ma se cosi sono le cose - e il ministro ammise appunto che sono cosi - quale senso è da attri– buire alle parole del minist1·0 dov'esso dice che « conviene interveni1•e quando la scienza diventa radicale o clericale ~? La scienza t Ma che ci ha che rare Ja scienza coi patti di Makallò t Quale 1·elazione ci è mai tra le dottrine finanziarie che il Pantaleoni impartisce dalla sua calted ra, e quel che egli possa avere detto intorno ai responsabili dell'eccidio di Aduat Una relazione c"è; non pe1·ò tra la scienza e le ri\ 1 elazioni Pantaleoni, bensì tra queste e la persona del professore che percepisce stipendio dallo Stato. Ed è una relaziono molto semplice e ben chiara: è la relazione che passa tra un padrone e l'operaio suo dipendente. Non vi ha infatti padrone il quale con più schiette parole non parli come ha parlato il Gianturco. « Che diamine! - dice ogni padrone - i miei operai sono perfettamente liberi di pen– sare come vogliono; cti fare quel che loro talenta; ma io non posso permettere che facciano un atto contro il mio interesse. > Non diversamente si comporta lo Stato borghese, che, per quanto, se– condo le teo1·io iperOlosoOche del Gianturco, sia « un ente augusto e superiore», non si sottrae agli istinti di tutti i padroni, ed anzi, rappresentanza e incarnazione com'è del collettivo interesse pa– dronale, spiega su questo punto uno zelo veramente « superiore».

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