Critica Sociale - Anno V - n. 24 - 16 dicembre 1895

r. Critica Sociale RIVISTA. QUINDICINA.LE DEL SOCI.ALISMO SCIENTIFICO :Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. il- All'F.■tero: AnnoL. -IO - Semestre L. &,&o. Lettere, vaglia, cartoline-vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE· MILANO: Portici Galleria V. E., 23 t• (llm 111111) Anno V - N. z.a. No,-. si ,:encle a nttnieri separat-1. Il Milano, 16 dicembre 1895. AVVERTENZA. DOPO CINQUEANNI Tagliando e separando il foglio esteriore del pi·esente fascicolo (le due prime e le due ultime pagine unite) ne fate il frontispizio e l'indice da anteporre, t·itegandola, alla raccolta dell'in– tera quinta annata, 01'mai completa, at CRITICA SOCIALE. SOMMARIO Attualità. Ai lettori arnfct. DOT)O cfnque anni (LA Dno:t10NK). }l trionfo di:l mWtaM.tmo: le dtfe,e d'Afi•tca e la tli&Cuuloneml• liture (l.A CRJTICA SOCIALX). Studi eoclologlci. La conquLfta lkllt campoyne: Il p1•uente (Lucio). Le caue runiU dl prutUo e Il pa,·tito .socialista (Dolt. G1rn.0LAMO GATTI), Dl.fcuutont aperta (FILIPPO TURATI). L'ultimo l1JtJoro a, F. B,1gel1: Oomplernenu e aggt,mte al s.o utn·o ckl e Capitale» IV (flneJ (I', Esons). Filoaofla, letteratura e varietà, Le rl(Usstoni d'un arU1ta 1ull'arte e lttl 1upe1,,omtnt (ANTONIO SALVETTI e LA CtUTICA), BlbUoteca ai propaganaa. Pet nuoeo ant,o a'abbonamento; annunci. Jn<Uce dt!ll'annata. Al LETTORI AMICI Saremo g,·atl a quellt dei nostri lettori che, p,·eoccupandosi del ailuvio dt lavo,·o che et ptomba addosso al 111·/nctpio dell'anno, vorranno dira– darcelo per quant'è da to,·o, inviando in anti– cipazione la rinnovazione degli abbonamenti. Siamo anche grali a tutti coto,·o che ci sugge– riscono tndt,·tzzi di abbonati probabili, cui mandare a nostro ,·ischio nume,•i di saggio. Pel nuovo anno d'abbonamento! Un nuovolibrodel prof.Scarabelli e un altrodi Marxa prezzidi favorepei nostriabbonati. Abbona1nenti cumulativt, p·remi, ecc., ecc. _. Leggere in tlne del fascicolo, -.. Dopo cinque anni, nessuno dei lettori ci chiede un programma; nessuno vuole che sgraniamo il rosario marinaro delle promesse. Il programma più sicn1'0 è l'azione; il quello della natura e quello della vita. Alle promesse presiede una maligna. i1'0nica stella; e un modesto « abbiamo fatto• è caparra che compra dieci pomposi e prosuntuosi « far·emo~- Ci basta che, a guardarci indietro - senza t1'0ppo indugiarci, chè il còmpito dell'ora urge alle reni - ci pare, e a voi, lettori, parrà, che questa linea, che abbiamo tracciata sull'arena del tempo, non sia insulsa del tutto e scema di si$nincato. A tra– verso avvenimenti incalza11ti1 precipitosi, impreve– duti ed enigmatici ai più, troppo spesso vergognosi e tristi, dei quali ci provammo - non sempre senza fortuna - a indovinare la curva e a spremere il senso riposto, la nostra parola fu attesa da alcuni, consentita da molti, e parve rivendicatrice di di– gnità umana in mezzo alla turpe gara delle ipo– crisie e delle viltà. Nel coro della stampa sorella recammo una nota, spesse volte 1 nostra; non così ligi alla disciplina formale da paventare ogni dis– sonanza. convinti che un partito imbozzacchisce e muore, il quale s'impigrisca nell'ignavia di una formula secca, cui non rinnovi il flusso della vita; ma pensosi anche sempre delle concordanze finali, della fondamentale necessaria comunione d'intenti, senza o contro 1a quale l'ope1-a nostra - fosse cento volte più poderosa che non è - si risolve– rebbe in vano ed irritante stridore. Cosi, per questa via1 seguiremo. Con la coopera– zione degli eventi saliremo più alto. Sappiamo tutto quel che ci manca. Il più sofistico dei nostri lettori nulla ha da impararci che già non abbiam detto a noi stessi. Lo sconforto - questo schiavo romano che segue il carro trionfale degli entusiasmi inesperti - questo intimo e perfidioso nemico - ha spuntate su di noi tutte le sue armi. Ci è troppo casigliano perché possiamo temerlo. Meno ancora - dalla breccia che ci eleggemmo - ci smuoverà la procella che mugge al di fuori. Temporale da teal!'O diurno; fulmini di bengala, e tuoni e scrosci eseguiti sul cassone. Ecco, alla ri– balta, tiranni da caricatura, va1letti e farisei di giustizia, tutta la sbirraglia alta e bassa, che ha bisogno della nostra testa per salire nella « gra– duatoria,.., ci investe facendo i visacci, posando a terribile, ci assalta, 'l'aide invereconda, coll'unghia merdose - mentre dietro le quinte osc~namente ci ammicca. La sua livida smorfia tradisce il suo doppio sgomento e la sua unica infJnita codardia. Teme Crispi. teme i ribelli, teme Menelik che ro– ,·escerà il Gabinetto e, pagata per incuter timore, trema visibilmente in tutte le membra. Dalle sue minaccia ci protegge il riso - dalle sue lusinghe la nausea.

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