Critica Sociale - Anno V - n. 15 - 1 agosto 1895

234 CRITICA SOCIALE per la stima che racciamo di voi, della vostra onestà, del vostro carattere, vo lo auguriamo e cc lo auguriamo· di cuore. E ci spieghiamo anche perchè vi siate cercato in pre– Yenzione un onesto e sicuro rifugio di esule volontario nll'Universitù. di Losanna. Losanna val meglio di Tremiti. flLIPPO TURATI, NORD E SUD Chi è Francesco Crispi ''' • I grandi pcr,onaga:I e gli av"enlmentl 1torlcl di importanza mondiale 11 pr-■ell• tano due TOite: una come tragedia o l'allra come r11.rta.,. K. )h RX: lNr açli/ztlmt, n,.,.,.,ai,·e d,, L-0Mil R11Nap<Irti; llamburg, 1889,p, J, Nella domanda che la C1•itica del 1° luglio si rivolgeva dopo una lunga analisi dei risultati delle ultime votazioni parlamental'i: « d'onde viene l'a– sfissia, d'onde la vergogna d'Italia 1 gli ergastoli, il domicilio coatto, la menzogna e il latrocinio con– sacrati come arti di governo, a chi 1i dobbiamo? :. era inclusa la risposta che tutta questa procella si è scatenata dal sud, dal mezzogiol'no corrotto, che a propria espressione incentra l'abisso della sua morale in un uomo, nel Crispi. Ma, nella nota posta in fondo all'articolo, la redazione, prevedendo pro• teste ed eccezioni, avvisava che con queste parole non certo « alle misere plebi sfruttate a sangue si intendeva di alludere e nemmeno ai «pochi» so– cialisti di quei luoghi.» Questo veniva scritto dopo che nell'articolo stesso, ad evitare la obbiezione che si giungesse a risultati al cui fondamento fos– sero solo osservazioni di alchimia parlamentare, si diceva: « ebbene, usciamo fuori dalla Camera, dai cor~·idoi e dalla (annacia - cerçhiamo più spi– rab1l aere. Guardiamo al paese.» E dunque al mez– zogiorno come paese, che quei risultat.i, piil su con tanta efficacia descritti dalla Direzione di questa Rivista, si debbono. Ora vediamo un po' anco1· noi se cosl sia e se dav,,ero il mezzogiorno accarezzi in Crispi la propria depravazione o se altre l'agioni siano da assegnarsi al prevalere di questo mani– goldo nelle regioni dalle quali scrivo. ( 1) Richiamiamo tulla l"altenzione del letlt:lri gu questo ar• ticolo che cl inviò da Napoli il nos!ro collaboratore Arturo Labriola prima ancora di aver letto il gecondo degli articoli nO!tri sull'argomento: Che COJ"e fl crl.rptJmo (Critica, ultimo nu– mero). Lo pubblichiamo tanto phi volontieri - &ebbene in pa– recchi punti essenziali di&senta dalle nostre vedute e non sempre ci &embrl esauriente - perchè conduce la que&tionesul terreno obbiettivo e potrebbe e&Serequasi prologo a quello studio eco– nomico•statistico delle diverse condizioni e dei di,•ersi tntere.r.ri regionali d'ilalia In relazione coi partiti che su di essi si fondano, Il quale più volle augurammo si facesse dai nostri compagni. E questo fla anche suggello che sgannl chi credette, o crede, che le nostre punte contro il mezzoginrno siano animate da un sen– timento, che cl è almeno straniero quanto li patriottismo: lo 1cto– t"l11f.rmortqlona(e. I lettori commenteranno essi medesimi i punti nei quali Arluro J.abrlola si allontana da noi e li commenteranno a loro grado. Noi non vogliamo intervenire ad ogni passo, per non svogliare l collaboratori dalla ricerca spregiudicata e per non prevenire le conclusioni. A,·vertiranno inoltre che noi pure (CRITICA, N. 13: Sam·o/ltl polllict) ci era\·arno mossa l"eblezlo11eche li Labriola deriva dall'esempio della Liguria, là dove alludemmo a una plnga rii mercanll che sembrn ro,.escinre la nostra tesi. Noi attribuimmo Il fenomeno PH l'aJipunto allo spirito mercantile, o meglio mer– cantesco, 1-he ,1 domina, pel quale lo ,tatu quo è sempre Il go– verno Ideale, 11urchè I noli siano a buon prezzo, le sonenzionl cospicue, !"affare incoraggiato, ùasso il cambio, alta la ren– dita, ecc.! Ma non pretendemmCl con ciò di atere ellm!Data la 1'lttlcoll:l. 11\·ola della CR1T1CA). te1~0 ~T ~;~e~•? ;rfsi~~e i~~~~~tii~si~t!n~~e 0 !nei d~~t; regioni o delle nazioni prese in blocco possano tutte essere ritenute corrotte o tutte perfette. I popoli, in verità., non sono nè masse di angeli, nè legioni di demoni. Queste sono fantasticherie degne del Dossuet o gii1 di lì, poiché ricordano troppo da presso i popoli eletti ed i popoli condannalt dal Signore, pe1• virti'.1 di qualche orribile misfatto com• messo dai loro antecessori o per opera delle bene– merenze che questi appunto si erano acquistati presso il soglio dell'Altissimo, I popoli sono impasto di buone e di cattiYe qualità, miscuglio di morali diverse e cozzanti, di morali « superiorJ » od "-in– feriori», non già da un punto di vista assoluto ed incomprensibile, ma da quello di dete1·minati in.– teressi di classe di fronte ad altri. E come sul me1·• calo dei prodotti del lavoro il prezzo non è deter– minato dalla media dei prezzi individuali delle merci, prodotte in circostanze diver.se 1 ma dal prezzo della quantilà di merci più rilevante, della maggioranza cioè delle merci prodotte nelle stesse condizioni - la morale di un gruppo sociale, di una regione, di un paese è dovuta al prevalere numerico di una classe, cioè por ultimo al prevalere di determinate condizioni sociali ('). Di qui l'assurdo di parlare di una morale meri– dionale o settentrionale. Esiste invece una morale proletaria, borghese, piccolo-borghese, feudale od altra, e que~ta morale è identica per l'Italia, per la Spagna, per la Francia, e, se per alcuni la Lom– bardia non é compresa nella generica denomina– zione di Italia, anche per la Lomba1•dia, come per qualunque altra nazione del mondo o regione di nazione. La corruzione qui non ha niente da ve– derci. Anche Oarofalo chiama etica depravata quella di tutta la classe lavorafrice e, dal suo punto di vista, egli ha tanta ragione quanta ne aveva lo scrittore della C>·iltca. Ma ne aveva quest'ultimo ì . .. Per rispondere negativamente, noi non di altro avremmo bisogno che di mostrare come, a pochi anni di distanza da oggidì, l'opinione pubblica meridionale denunziasse in massa il settentrione, compreso nella generica espressione di «Piemonte», come composto di gente corrotta e ladra. Nè, certo, dati ufficiali mancavano a dar sostegno di prove esuberanti a questa credenza. L'alfare della Regia dei tabacchi implicava uomini quasi tutti del set· tentrione, il deputato Civinini, Brenna, Fambri e tanti e tanti altri. La famosa inchiesta delle ferrovie meridionali - famosa sovratutto pe1•chè, per la sua gravità, fu fatta sparire dagli ai•chiv'ì parla– mentari - non riguardava che settentrionali - e bastino per tutti Susani e Bastogi, i11seguito fatto conte. Non è svanito il ricordo della Compagnia piemontese per la rete ferroviaria Siculo-calabrese, finita con la ben nota transazione Charles-Vitali· Picare!, stipulata però a mezzo di un meridionale, il nostro Cl'ispi. Senza dire delle convenzioni fer• roviarie, di cui è troppo fresca la memoria, perchè sia possibile elevar l'ombra del dubbio su questa verità fondamentale: che tutta la politica ita– liana ebbe ad esclusivo fondamento la truffa e la bindoleria, per opera di quanti uomini, di qua• lunque regione, s1 avvicendarono al governo. Ma occorre anche qui sfrondare l'illusione di un pri• mato sia pure in cosi poco invidiabile materia. Il nostro paese - consoliamocene - non ha niente da insegnare a chi che sia. L'antipatia istintiva onde verso il nord d'Italia (1) F. ENORLS, Df/11rt11g1Um1c«lntn!7 ck,· Wis1e11JChafl, 1.ùrich, t886, pag. 81.

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