Critica Sociale - Anno V - n. 13 - 1 luglio 1895

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel llegno: Anno L. 8 -Semestre L. 4 - .lll'IF.1rdero: Anno L. •o- Semestre L. 5,50. Lellere, vaglia, cartoline-vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE • MILANO:Portici Galleria V. E., 23 2, 0 (pino IDIIIO Per MILANO si può abbonarsi anche alla Libreria Dumolard: c. V. E., :H, e dall'editore M. Kantorowlcz: via Manzoni, 5, Anno V - N. 13. li Non si vetule a num.eri separati. Milano, 1. 0 luglio 1895. SOMMARIO Attualità. sapro/fti pouttct ll,A CRITICA SOCIALI!:). L'n po' dt .\(ì•ica (I.A CRITICA e ARTURO l,Ann10LA), -Studi sociologici. Balomtn, I( (OIOROIO PLll'CIIANOW). In Beo:fa: dJalago fra Socrate e Garofalo (l'Mf. SA"'INO v, R.UU.NI) , Jt qt11ùlleodel soctalllmo: ,,, memo,·ta ad e Mai1tfe3to • (Prof. As– TON10 L,rnRIOL.\). Filosofia, letteratura e varietà. Bolletw,o tll.lllo9,·at1co: $()le a scaccht di r. ou'u.1so (o. l.). Uii ruturo premto .remigratut•o aou abl>Onall della cruTJCA. Pul>Ollca;lont periienute fn dono. Annwui. Bll,tioteca dl propauancta. Ultimo Avviso! Essendo ormai scaduto il semestre, manderemo quandochessia, ai lettori che ce ne devono ancora l'importo, la quitanza a mezzo postale. Li pre, ghiamo di non farcene sprecare il tempo e la spesa, ohe è a nostro oa• rico. Per semplificazione mandiamo a tutti la quitanza dell'anno intero (L. 8). Ciascuno ha facoltà, volendo, di sod• disfare il solo semestre (L. 4). L' AillMINISTRAZIONE. SAPROFITI POLITICI Non consentiamo in tutto nelle parole e nel con– cetto, espresso dal nostro amico Andrea Costa, nel motivare l'adesione sua e del gruppo socialista alla mozione dell'Estrema Sinistra su quella che si è ormai convenuti di chiamare la < questione mo– rale ». Egli avrebbe detto, dichiarando il suo voto nella tornata parlamentare di martedì 25, che, pei socialisti, la questione, che si stava agitandoi « non era soltanto personale e morale, ma essenzialmente sociale ». E sebbene queste parole provocassero (racconta un giornale) la ilarità su qualche banco, fin CJ.ui siamo pienamente d'accordo con l'oratore. Ogni « questione morale», che si connetta con av- r venimenti politici, che sia suscettiva di pubblici effetti e di pubblico controllo, è « essenzialmente sociale ~; lo è nelle sue origini, la moralità. essendo una superstruttura dell'economia profonda di un popolo; e lo è nei suoi riflessi, nelle ripet·cussioni che la sua soluzione, o, come nel caso conc1•eto,la sua non-soluzione, esercita su quella stessa econo– mia. Morale campata in aria, che stia di per sè, senza 1-adicinelle ne~essità della vita economica, è sogno di asceti o concezione mocciosa di ignoran– telli. Probabilmente i deputati, che risero, si ascris– sero piuttosto a questa seconda categoria che non alla prima. Ma il Costa, anche, soggiunse: « Francesco Crispi non è in causa, per noi, come uomo, ma come il gerente responsabile di una classe. Questa.classe avvinghia nelle sue mani il capita.lo so– ciale della città. e della. campagna, e ciò fatalmente, non per colpa individuale.Essa è sfruttatrice, tirannica., corrotta. Rifuggendo da ogni discussione, votando per l'onorevole Crispi ad ogni colto, voi, maggioranza, di– fendete logicamente i vostri interessi di classe, perso– nif\cati in lui. Noi, facendo il processo a Crispi, non lo facciamo a lui personalmente, ma alla borghesia, ti– rannica, sfruttatrice, corrotta.. > (1) Queste, a un dipresso, se dobbiamo credere ai telei;rrammi, nella sostanza concordi, le parole che l'am'ico nostro pronunciò fra le interruzioni e i clamori, e che provocarono una rimbeccata dal Cavallotti; il quale« Rispetto - avrebbe replicato - « il sentimento dell'amico Costa, ma non lo divido; « nè io nè i miei amici intendiamo che il voto abbia « il significato accennato da lui; per noi non è « questione di classe ma di tndiViduo .... :t Con che, eccoci sfrenati nelle sfere della più abracadabrante delle metafisiche. Perocchè - sarà palese a ciascuno - se quel vituperevole vecchio, ( 1 > Questo brano, e 11iùaltri che seguono, erano già composti In tlpograna, quando cl giunse l'A1l110di Roma (tti-13) con una dlcilura tlel discorso Costa più dltruu, della quale giova prender atto. Kgli anebbe anche dello che « fact!ndo Il processo al Crispi, • noi non lo facciamo alla borghesia illuminata che lntr:wede i « nuovi ,•eri e li caldeggia; non alla gioventù atudlosa, che :ispira .. a giustizia, a libertà, a emancipar.Ione del Ja,·oro; non alla po• e vera onesta magra borghesia di città ed~ campagna, preclpl• « tante ogni dl pili nell'abisso del proletariato; noi facciamo Il " processo alla borghesia sfruttatrice, tirannica, corrotta li. Siamo dunque a fare dilllinzioni: e ci allieta rhe il Costa ne abbia Intesa la necnsità; certo esge &rugglrono,come al giornali borghesi, co1l alla maggioranza che ironicamente lo Incorag– giava. A parte la e borghesia Illuminata li e la« gio,•entù stu– diosa li che non basterebbero, temiamo, a rompere Il cerchio magico della clas1e che• ha In sua mano ti capitale sociale e Il potere politico •, rimane - contrasto più solido - quello della piccola e della grossa borghesia, E di esso toccheremo più in– nanzi.

RkJQdWJsaXNoZXIy