Critica Sociale - Anno IV - n. 19 - 1 ottobre 1894

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO l'lel Be1••: Anno l. 8 · Semestre l. .a - .lll'Eater•: Anno L. 1e • Semeetre L.•••• utùr•, vaglia, cartolinHaglia all'Ullclt di CRITICASOCIALE:IILANO: Portici &allertaV. E., 23 (2" IIUI IG~II) Per JUL.&JfO aJ pab abbo-nl aache alla LlbNria DD.m.ol& J'4: e:. V, E.,•••• dall'edJtore Id. Ka.otorowlu: .-la llanzoni, 5. A■n IV- N. 19. SOMMARIO Attu11iU. /l e ti 1011(0 <ltll'or(J,'11, • (I.A CRITICA SOCUL•). UttlVJ.U:f'ua rttl IIIICIOtJ(ll; 110/l.:(e e rtt;ela.:10111 dtll'alll"O Oll/6/e.·o (IL C'A~DHL,UOJ, Sludt aoclologlol. J:'rot11.:1<me 1lel 1,araultl1mo oroa11lco IO. )IASSART e I::. VASDBll· VELU~), L4 ~~i~:J:J,:,!'V,;,:!'Nf':,"O':,.:{:;;j. '11Un:mto ,idla 1HXtmf«i l'rtmdllon. Il (0101\010 PUCUANOW), L'tgltHe ag,-arla (m. ,.). Filo,ofia, letler1lur1 • vari•tà. La O'Uh't'O tla Jll't'JJOttn.:a ;a!Jll omlef dtlla pace (1'0).11'10 BIITTHn). TO{lhe e t«IICl (CL.\UOJO TREVSI). ~llca.:loitl pet·ttnt1le 111clono. RISCOSSIONI POSTALI. La noatra A■111lnlatrazlone cotnlocerà a gk>rnl a specHre la OUITANZA a 11eucpestalea quel pcct,l ritardatari che cl devcoo tuttora l'Intera annata 1894. Non pochi desideranoeaaisteaal- e ce ne prevemero- questoMenodirlacoaalone, che Il esoneradalla noia di recarli o di mandarealla posta. Adognimodonea&ijno vogliaravvisarviunatto di coazione o di diffidenza. E soltanto IIRIneceaaltt di regolareamministra– zionedichiudereentrol'ottobrele partite ancorasospeae. Perciòanchecoloro che debbono aoltantoIlsecondo semeatre sonovivamente pregatidi volerlospedireconsollecitudine. IL Il TRIONFODELL'ORDINE ,, Sono appena pochi anni, e lutto ciò che vi è di inlelleltuale in Italia fl'eme1•a di commozione alle notizie che, del suo dispotismo, ci inviava la Santa Russia. Enrno traduzioni di libri, articoli di riviste, co1·rispondonze di giornali londinesi od americani, brani di lettere trasmesse in segreto e vergate col ~angue, che ci portavano a spizzico, circonrusi da una l'Bga aureola corno di leggenda, i ragguagli terribili dei dolori, dolio iniquità, delle in ramie, che seminava noi più vasto degli imperi - in quel mondo somiasiatico, <love ancora la preistoria con• vive, liligando, con gl'inizii della coltura e dell'età moderna - un pote1·e occulto, ro,·midabile, incon• lrollabile, servito da un'immane orda di burocratici, Yili, tèroci, vondicati, 1 i, co1-i-otli. Gli 01·1"0ri della Sibe1·ia omicida, la infinita ma– linconia delle lunghe filo cli depol'lali, a frave,-so la steppa, nelle quali, ribaditi coi delinquenti pii, abbietti, passavano, con lugubre l'Omoriodi catene, giovani prodi, fiori viventi del pensiero e dell'anima Biblioteca Gino Bianco lfll110, 1. 0 ottobre 1894. slava, designali da una legge di sospetto, da giudici di mistero, al•sepolcro eterno delle avvelenato mi– niere; e le fe1'0ciedi quei t1·isti bivacchi della do• portazione, ove gendarmi ebbri fustigavano e rivol• tellavano donne, vecchi, adolescenti; e lo città se– polte in sonno micidiale, fatto di stupore e di te,·roro, dove l'ordino di Varsavia imperava, dovo nessuna libe1·a voce poteva csse1'8affidata alla stampa, dove non erano nè comizi nè associazioni, dove ogni riunione appariva complotto, e il cittadino susur– rava al cittadino trepide parole, come se le stesse pareti avessero occhi od orecchi, e lo spavefl:il vi– gilava notturno in tutte le case, incanutendo i gio– vani, togliendo il senno alle madri, sconciando le spose; e l'immensa, la rada campagna, dove il musgicco, pili ser,•o dopo la liberazione, più prono davanti al boiardo cui s'aggiunse l'usuraio (pe,-so– naggio ignoto ai tempi della ser1•iti1riconosciuta e legale), nella stupida 1·everon1.,del potere religioso unito al militare o al civile per e impedire i fra– viamonli del popolo», torcevasi, nella disperazione dell'impotenza, perchò « Dio era froppo alto e lo Cr,ar era t1'0ppo lontano»; e questo silenzio di morte e di terrore squarciato, a quando a quando, da un rumore di attentali, da uno scoppio di bombe, da una eco sinistra di rucilazioni; e, sul P,.'\SSB.(lgio dei galeotti, i contadini sberrettantisi e pieganti il ginocchio come al transitare di un simulacro di– vino; e le fortezze, riboccanti di umana preda, che assumevano sembiam:a di santuari; e dai gibetti una luce che s'irradiarn come di Golgota.... tutto ciò arrivava a noi, trasognali, quasi novella di un altro mondo, quasi fiaba risognata nell'incubo .... Ci si chiedeva: è egli possibile lutto questo! Pos• sibile che alle porlo dell't;uropa, anzi nell'Europa medesima. qui dO\'8 vibra ancora il sonito della grande Rivoluzione sanguinosa, che sancì la libertà, l'uguaglianza, la fralellan,.a e scrisse i diritli del– l'uomo; qui dove ogni popolo rivendicò la sua in– dipendenza, qui sul confine della dotta e filosofica Germania, si compia impunemente tanto strazio dell'umanità? lÌ possibile che il pensiero sia cosi conculcato? che la giustizia sia cosi manomessa, che un gran popolo, infine, non abbia tempm e fib1·aper scuote,·o da sò il tu,·pissimo giogo! e che gli altri popoli, vicini e cognati, 11011 1·echinoaiulof È possibile tanta barbarie accanto a tanta cil'iltil I Se era possibile! Ben ce lo dicevano le pallide faccie dei fuggiaschi, degli emig,-ati, che passavano

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