Critica Sociale - Anno IV - n. 10 - 16 maggio 1894

156 CRITICA SOCIALE Certo è che, se 11 muove dal pregiudizio che il socia– lismo sia una ronna Ideale di società non 't'incolat.a per legge di causalità collo svolgimento secola.re della con– sociazione umana, ma appa.rsa come una bella visione cervellollca alla. mente di un ftlantropo, e si crede che per questo socialismo, Instaurato pressochè con un colpo di bacchetta magica, d'un tratto la terra si con\·erta nel paese di cuccagna.. e si crede che per il socialismo abbia a cominciare il regno d'un'uguaglianza assoluta, ed oltre a questo si crede a tante altre infan• Ulità, che l'adesione &!l'idea.soclallsta di troppi uomini di coltura ed Intelletto superiori dovrebbe butare a convincere non rappresentare che la scoria del socia.• lisruo, ~ si crede ripeto a quanto su, certo è che il socialismo si merita le obbiezioni che gli si ra.nno di impossibilità. pratica., di inconciliabilità. coi caratteri rondamontall della natura umana, e via, vi&. li socialismo 1>erò O uno. dottrina ben differente. li socialismo, mentre nella sua parte critica dimostra le magagne dell'organizzazione sociale Individualista, capitalista., e tentate le sorgenti dello.proprlet.t\ privata, lo rinviene e ne indica la. torbidezz&; nell& sua p&rte riedlftc&trtce, poggiandosi all'osservazione dell'indirizzo naturale della societì.. e badando all'Indole egoistica del- 1·uomo, a.ocenna nelle sue linee generali ad un orga– nismo IOCialeche, evitando I danni dell'individualismo e del capitalismo, corrisponda a.Ilalegge di coesione cbe domina l'evolversi dell'umanità e del mondo, ed impe– disca, conrorme oggi accade, In un& lolla licenziosa e disperata per la .vita, lo sbrigliarti immorale e crimi– noso delle voglio egoistiche umano. Ad attuare questa nuon rorma di aociet~ pii'! com• patta, coordinata al processo di coesione universale, il socialismo, dietro resame minuto ed Inesorabile dei danni dipendenli della proprietà. privata dei mezzi di 1>rodmlone, mette innanzi la proprietà. collettiva intesa u. sostituire agli interessi del singoli, contrastanti tr& di loro, l'lnterei8e di tutti, e a non tollerare l'aceumolo llelle sostanze in poche mani, e lo srruttamento del maggior numero, o il parassitismo del meno. Tale è, per sommi capi, il criterio sintetico del socia llsmo e, tille essendo, dove esisto quella specie di anli• tesi che si von-obbe determinare rre. Il ftorlre delle arti delle lettere e delle scienze, e la società. che il soci,.: lismo abbozza e promette 1 Perchà Inuna consociazione nell&quale, non essendovi pili una clllSSCche sistematicamente, normalmente, viva Inerte, della rauca altrui, e non essendovi più la distra– zione di una Immensa quantità di persone in eccessivi servizi! di diresa e di vassallaggio, vi sarl uoa diminu– zione dell'attività individuale della maggioranza allo scopo esclush·o di procurarsi l'indispensabile per cam• pare, perchè, In slfralta società, lettere scienze ed arti dovranno qua.si morire 1 Non à gli\ pro babile che le lettere, le n.rti e le scienze si e levino ad altezza tuttora Ignorata in un ambiente nel ,qua.le sia scomparso, come ratto Inevitabile quoti– diano, l'abbrutimento della miseria e del sopralavoro che elimina ogni desiderio, ogni remota a.spirazione, e I• possibilità medesim•, ,·erso I&soddJsraiione e l'edu– cazione Intellettuale e morale1 Non è pii'! probabile che In.coltura letteraria, scien– llftca ed artistica., si affini e progredisca In mezzo a popoli che avranno necessariamente un principio d'istru– zione suporloro al tempo presento, nel quale ranal– rabetlsmo, o un a\rabetlsmo cho lo equivale, sono in t:S O IO e media una condizione imprescindibile delle moltitudini proletarlef Attualmente o non si studia e non si pensa, perchè l'urgenza di acquistare col lavoro il pane od il tetto non lascia margine allo studio e al pensiero, o perchè la vita nata e cresciuta in mozzo &Ila ricchezza sron– data, che Inibisce la visione di qualunque bisogno di pensare, di studiare o di agire per vivere, accarezza, \'81lica e sospingo l'amore dell'ozio, costante per tras– missione atavica In ciascheduno di noi. Chi è stato dieci ore all'officina. o all'opiftcio o sul campo riarso dal sole o nella miniera cupo. o buia non può avere che una volonti,.: o rlpoaa.rsi e rirocilla.rsi, o distrarsi nelle gioie piU animali e più ra.cill dell'amore e del vino. Chi ò sorto o.ll' es istenza. circondato du. tutti gli agi, da un servld oro.m e pronto od ogni servizio, ed è nnuto su nell'Ignoranza. di ogni travaglio, avendo alla portata della sua mano i piaceri più corrispondenti agli istinti rondamontall umani, ò raro che cerchi altro,•e ohe nella donna, nel cuoco, o nello ,pori, gli elementi della proprlt. rellcltL DI tal guisa adesso, e non si eccita per diverse ragioni la produzione tettteraria, scientlftca ed artistica, e, per le stesse ragioni, scarti sono coloro che abbiano la. ca– pacità e la ,·oglla di attendere alle scienie, alle lettere ed alle artJ. lo non dico che la. soeietl nostra. manchi assoluta– mente dei requisiti per essere un ambiente abbastanza ra.vorevole allo sviluppo di questo discipline, ma. dico che la società socialista lo sarebbe inflnltamento di più. ~i, ù argomento serio quello di negare alla società socialista rattlludino che lo le attribuisco, sostenendo che in essa verriL distrutta ogni libera energia privata a scanso di siivello economico e di accumulo pericoloso di ricchezze. I.e ricchezze In tanto sono temibili e riescono agli incon,·enientl d"o1gidl, in quanto, come si dice, ranno flglioli, ma non In quanto sieno Inetto a riprodurre e mantenere nuove ricchezie, all'inruorl del lavoro cor– rispondente del proprietario che le detiene. So un artista del xx o xxv secolo plngerll. uno. tela o scolplrù. unn. statua che gli varrù., por porgere un'idea grossolani. ma efllcace, centomila lire, ciù non lngene• rorà. nessuna. diSD.Blroso. conseguen1,a sociale od econo– mica, perchè riuelle centomila lire non rappresente– ranno che un capitale di consumo, o non avranno punto, come accadrebbe ora, la mngica. rorza di rruttare, impiegandole supponiamo In rendita pubblica., cioqu&– mila lire all'anno, coli& po:.enzlalità. di rimanere, non ostante l'annuo sahlSso, lo centomila liro di prima. Nè più scrio è l'argomento di coloro cl1e non iscor• gono possibilità di spccializzailone individuale all'opera letteraria, scientlftca ed artistica, per l'e1lg_enza che ogni singolo avrebbe di pronedero da sè al proprio mantenimento. Lunghissima sarebbe I&confutazione perentoria, mi– nuta d·un simile obbiettare, desunto dal non sapere o non volere abbracciare l'addivenire e il consolidani d'una rirorma., che non ,·a considerata come attuantesi di colp o, nè va presa nei suoi effetti appena si è con• creta.la, ma. In seguito ad un periodo di adattamento e di funzione continuata. A quoll'&rgomento non risponderò se non che, in quel modo che, oggidì, molti scienziati, letterati ed artisti, sono tali sebbene nbbiano a divergere, per vivere, le loro energie, In campi spesso molto opposti alla. loro

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