Critica Sociale - Anno II - n. 17 - 1 settembre 1892

CRITICA SOCIALE 2U3 doveva aucora rngliaro o baltot'O lo aCf1ue, pe1-chè i ranocchi non disturbassero, gmcidando, i sonni e gli nmori della bolla castellana. Col muL'\r dei tempi e dei costumi molto di qu~ sto 1n·cstazioni mutarono anch'ossc, ma non cad– dero. Oi\,cnne1'0prestazioni in derrate o in denaro, o a quOSL'\,·eco non si sottra .. "80 nò pur quello che fu dotto lus cImna111ll o pii1 ~uaiatamcnte aHrorn ius pellorhuwum: brutte p.11'010 J'.IOI' significare coso brutli,~imc. Lo rose che ho dotte b:\Slanoa dare un'idea del regimo feudale nel )IC1.11)$iorno ,101bel Paese. Da– rn.nti ad uno spettacolo !unile il nosonthal escla– m:wa che nulla in Italia cm immune da ingiusti ~~,~~~\~ ~:1~:1~~r~ 1 f.~,.!.~;;g:~~io che nella sua I.a monarchia :worn tentato J>ii1 di una rnlta di l'IOl'l'8 freno a t:rnti abusi; ma :wo,•a scm1n-c fatto un buco ncll';tcqua. Il polc1-o ,·egio non em forte uoll'n~socinziono fowlnlc, o r111.iono ima o non :uTi• v:wn al punto ovo ora dil'otta. o ,•i mTiv:wa infiac• ('hitiL cd osn.ulorata, argomento piuttosto lii riso che ili rispetto. Il che, so fu malo in sO stesso, fu malo :~~,:~~'!· J,~'/'~T~. 1 :fi a~1 1 d~c\ ~!~r~li~~~u 1 ~:~: delln J>l'Oprin impunit:'\. ed aiutali uella bisogna da una mng1sil':ltura, sces.., :111ch'cssa. da lombi magna• : 1 i: ~~i 1 1 b~:1t 1 i 0 ~'u!t~~iiN': ~~ !~ 10 ~~:.~e~!'~ 5-er,• ir.io dc.Ho cauo;o pili disoneste. R puro in <1uc:sto regimo cosi anormale ,·irnno i dcman,. i 1n-wdla 1JOJ1ull. estons.ioni ,•a.sto di tor- 1'0no o a ,•olla rnstissimo, l_),'ls-COli o boschi per lo pili. mn do,•c non mancano I campi seminalorì, gli irrigui. ed anche i ,•ignoti o gli ulh•oti. Doudo JU\SCCSSOl'O o qu:rndo ò difllcilissimo {li-OC.i· ~wc. o tutti quelli che vi han posto le mam non r~~~nè\~o c.~r.:.~ n;:!l;i,~~ ~~:~~ia~~~el~~I~ w:r~r,~~r:~:\!,~ici~b~'!n~!~?. ~~ I :;.ln; ~iorno d'Italia la conquista rewlale non potò e rorse non ,·olio dist1,1ggert'. p,~:~·~ro':1:o ~~>01:;~~io~i 1 :··~1i2 r:~~ :~~r.1°~ ri:nnonto spogliato a f:ll'Ol'O dei conquistatori, e che quosti no nl'ossoro concesso parto ai l>aroni (Domani foudnli); parto ai prelati (l>omnnf di Chiesa), pal'te alle unh•or'Sit:\ ~Domani univci,mli). o J>.'\rte consci'- ~=~ ~~ ~~i~t~ 0 sl 1 è 1 ~iiho~~~~\~ 1 ~=~~o~ ,li qucsln ipotesi, in cui ò o,•idcnto lo sfon.o di dnro unn baso legittima ad un ratto ,•iolento. 1. .1 ,•oriL\ è che gli in,•a.sori s'imJl.'\dronirono di ,1uosL1,come delle nitro cose. Mn c1uaudo l'cbbel'O lra lo mani. o ,•idero che <1uolla istitu1.iono a,·e,,a molti punti di conl.tlto collo istitu7.ioni della loro patria od armoni1.z.1,·a mirabihnonto noi sistema fomlnlo, si guardarono dnll'nnnientnrla, come m·c– \'ano fatto della proprict.\ prh•nta. E i demnni sopra, 1 \'i~1'0 cosi a quell'immenso 1·i,•olgimento di uomini o di coso. 1 ... 1 ripartiziono che so no reco non no altc1U la fisionomia. Kem– mono l'infcuda1.io110 ebbo ro17.n di modilìc:&rne il caratlcr"O fondamc.nlalc, che puU definirsi cosi: i d eman i 11011 son di nessuno o sono di lutti, nel ~ n.so che nessuno può di1'8eno pr'Opriolario esclu– l! Ì\'O o ciascuno ha diritto di U"-11'uc liberamente. J,a stou.'\ voce tlenumto. o,·idento corn11.ione della p,11'0ln tlomtnto, st.1 a signiOc:wo un dominio tipo, 11che noi mondo germnnioo. di cui la femlalit;\ fu s·b G ro 81 reo una de1·l\ aziono, non pote,•a ~1· nlfro che dominio pubblico. Quindi ancho i demanì feudtlli. non altrimenti che Q,UClli m,fccrsau, conservarono questo carattere. o i signori non poto\•ano oscluder'O alcuno dal go– dimento di essi. Per farlo do,·e,•:u10 chiudere il fondo, ridm·lo a lii fesa, o lo fecero; ma ru un abuso come gli altl'i, contro del quale lo 1ww,o,wtlche dei ro di Napoli ebbero dh•1otie rigori, mn, come al solito. insuRlcienli o inemcaci. fe1~l~~ta~~i. a:~t~1~l~~!~rtf;i';:;' a:~h~ 11 ftii1i~~~n!\~i ronwnali. IX\l'IO ilei quali usu11>,11•or10. J).1rtoingom• brarono di s<'r,•iti1 o prelazioni con una scrio iii contralti. che le unh·ersil:.\ do,·m·nno subire pc1· timore di 1~io, ma che in realtiL non scr,·ivano so non a colorire colla tinta della lcgittimil:• un abuso peggioro dC:Gli altri. Il l'lltlo do,•0 cl1,,entnro CO!<:Ì esteso o g1': I.VO ch e la pra11111u1ttca, del 1050 01'llinù la reintcgmzionr. dei •lcmnnf ni Comuni. Ma nello spazio 11'u11 secolo 0 H\01.7.0 pochi no p1'0flUt\l'OllO. od /t ,,uei pochi 11011 l'enne reso il mut tolto. so non dopo giudizi lun– ghissimi, in cui molto volte si t·imiso pii1 che 11011 si gua,lagna.s11c. 'l'utio <1ucsto,·iccudo 1)Craltro non ~1-cit:.11'0no. come era a temersi, eguale influe111 .... sullo scopo cui ser,·imno i ,temani. Taio sco1>0Cl':\ qualiflc:&to dagli tt# clt:ici. che costituil•nno altrettanto maniere di godimento dei demani a ra,·01"0dello JX>J>0h11.ioni ' 10 i: 1 ~mf~A~•if1~;~m~!~~lllllllCl':I.ZÌOnc 001 plota di lutti F~~ri1:t d '1~~pl 0' 1 r 1 ~ivri::t~~r tl:\u 1 ;1W~~~~ 1'1l'f alla ,•ila, o J>Ct'Ciò dotti csscn;lall. an,l:\\':lDO a quelli che si chiamavano ttllll od anello 1'utu– strlall. Alla prima c.1tegol'ia apJ).'\l'lcngouo il pa– scere, il J>ernoUarc, il leunw·c ver l't"80 del fuoco e llegl'lsh·u111c,1ti 1·w·all. il ca,:w· pietre o fosSfli di 1wtma neceuftà, l'occupw· suoli ).>Cl'ablta;lone. Fan parlo della soconda categoria 11 teu,uo·e indi· slh1lamenle. racc6rrc ghiande o castagne catlulc. scvote,·e 1 (ì-ulll pe1ulenlt. ilm,1cUcrc qll lrntnu,u a socclo, cuocere calce 11ermerci11umlo. far ptanlc 01·lall;fc senza 111·esta.:iont.sc1,itnar onmo pe,· 'USOJJl'OJWIO, 11at·teciJJW'C lll diritto llt /ldll, dO\'C csisto"n, al 7n-0<tolto tlct /h,tu che si rc,utccano, e simili. All'oso~izio di tnli dil·itli 11essl111 limito era im– posto all'inf110 1•i di quelli cho orauo richiosti dalla conscrr:11.iono dei fondi o dallo osigon1.o della. eco– no mia. sih• a.na. l..e gmvoz1.c. a cui qua e I:\ li assoe;• gott..11'0110 IK> Chissimc ,•olio i Comuni, un po' p1i1 :~ !i{ 0 p~;,t..~\~~1 r!~-~~,~~ 1 1l~'O ~ 1 f~~ cl:~ quello di una l'icogni1.iono della siguorio. feudale. Ad ogni altr'() peso gli usi clclcl 8{U(!Qil"OUO. ed i signori medesimi ebbc1'0 interesso a non mostrarsi a,·ari. notati di unn mcr:wiglios.-i ela.sticit:\ o d'una gran ro17,n di adattamento, poterono resister-o a tutti gli urti. Scacciati da 1111 fondo, si rifugia\'ano subito :1~ ;~~ 11 ~l~~~·r~ ~ll~~Nti,IH~i~ .. 1~n ~ -t~u:i~10 °n~u;,~ colpilo. gli stessi beni 1>m·r1ensaltcl. 9uclli cioè che apr,artcno\'RnO nl 00.1'0110 in J)l'Oprioli'• piena e pri• \'aL1. non vi si soUrae,·ano, quando non vi fossero semina.ti o frulli 1>C.ndonti. Di <1ui nrux1uoIn con– suo tndino comunissima nello 31'0l'incio 1noridionali ri;l~~:la:11~1:r~t~~l'Oc)~:i lf~~i~r~~• li~i: ~,!1:!:: semJU'O in omaggio a.i principì libcrnli. puni~ adesso come un delitto (art. 405). Insomma gli u~i ch 1 ic1 son come l'aria: do,•e pili.

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